Kirby e il Pennello Arcobaleno – Recensione

Kirby e il pennello arcobaleno featurette

A quasi dieci anni dall’originale Kirby: L’oscuro disegno, uscito agli albori del Nintendo DS con lo scopo di dimostrare al grande pubblico le peculiarità tattili della console, Kirby è pronto a bissare il successo di uno dei giochi più apprezzati della Touch Generations con il nuovo, delizioso, Kirby e il pennello arcobaleno. E dopo essere stato vittima delle trasformazioni più strane , degli utilizzi più inusuali (Kirby’s Pinball Land) nonché protagonista di un gioco fatto interamente di lana (il mai troppo lodato Kirby e la stoffa dell’eroe), la pallina rosa più famosa del mondo si appresta a fare il suo debutto in un’altra, insolita, avventura, questa volta fatta nientemeno che di… plastilina!


 

Kirby e il pennello arcobalenoKirby e il pennello arcobaleno cover

Piattaforma: Wii U

Genere: Platform / Puzzle Game

Sviluppatore: Hal Labs

Publisher: Nintendo

Giocatori: 1 – 4

Online: Assente

Lingua: Testi in italiano


Di solito ci piace iniziare un’analisi partendo dall’inquadramento narrativo all’interno del quale si svolgono le vicende del gioco in esame. Ma Kirby e il pennello arcobaleno è un gioco talmente diverso dagli standard a cui siamo abituati che per una volta ci è sembrato più indicativo iniziare dal fondo, dal suo bellissimo comparto visivo. Anche perché non è che ci sia poi chissà quale storia dietro agli eventi di gioco.

Prima ancora che un videogioco tutto da disegnare, Kirby e il pennello arcobaleno è uno spettacolo per gli occhi tutto da gustare, seppur noi tutti sappiamo che né il GamePad né il pongo si possano addentare (purtroppo). Frutto di un lavoro certosino di ricerca artistica e realizzazione tecnica che rimanda ai bellissimi film in stop-motion con la creta tanto cari a Tim Burton, l’ultima fatica di Hal Labs riesce a trasmettere con poche, semplici immagini tutto quello che c’è da sapere e capire sul mondo in questione. C’è una palla, degli arcobaleni da tratteggiare, degli ostacoli da evitare e un percorso da seguire. Non serve altro, tutto è riconoscibile a colpo d’occhio, tutto è calibrato alla perfezione per funzionare in un ecosistema fatto di creta e tavolozze di colori. Questione di pochi attimi con lo stilo in mano ed è facile sentirsi subito dei novelli pittori in grado di plasmare Kirby e il mondo che lo circonda in base alle proprie esigenze.

Ora che ci siamo tolti lo sfizio di iniziare elogiando la squisitezza di cotanto spettacolo artistico, possiamo dire cosa è Kirby e il pennello arcobaleno. O meglio cosa non è. Sì, perché nonostante ne abbia vissute di tutti i tipi nella sua carriera, Kirby è principalmente noto per le sue avventure a scorrimento facili facili, fra piattaforme su cui svolazzare e nemici da aspirare. Ecco, Kirby e il pennello arcobaleno non è nulla di tutto ciò. La matrice alla base è sempre quella di un gioco a piattaforme il cui scopo è arrivare da un punto A a un punto B, ma nel farlo, il compito del giocatore è quello di guidare, letteralmente, Kirby tracciando arcobaleni sullo schermo del GamePad. Nessun controllo diretto sul protagonista, nessuna possibilità di volo, nessun potere da assorbire, ma sopratutto nessuna scampagnata tranquilla per Dremland. Niente di niente. Solo una pallina, arcobaleni e tanti, tantissimi, ostacoli da superare.

Così come nell’episodio DS citato in apertura, Kirby e il pennello arcobaleno basa tutto il suo gameplay e il suo fascino sull’accoppiata stilo/touch screen, mettendo nelle mani del giocatore 28 livelli da portare a termine tutto d’un fiato fra nemici, blocchi e interruttori da affrontare, scavalcare e azionare disegnando linee e contro linee direttamente sul GamePad del Wii U. Ogni mondo è composto da 3 macro livelli e un Boss Stage all’interno dei quali vengono messe in scena sempre nuove idee ed elementi con cui interagire. E se come al solito i primi quadri possono sembrare tutt’altro che difficili da completare, diverso è il discorso per quelli avanzati o qualora decideste di voler scovare ogni singolo segreto nascosto all’interno di essi.


Lungi dall’essere definibile un gioco “difficile”, il bello di Kirby e il pennello arcobaleno è il suo continuo stuzzicare la fantasia del giocatore in modi sempre nuovi, che si tratti di disegnare arcobaleni al contrario in modo da far scorrere Kirby sottosopra per evitare i laser dal soffitto, utilizzare gli arcobaleni a mo’ di trampolini per riuscire a passare indenni le zone prive di colore (all’interno delle quali non è possibile disegnare) o di alterare il percorso di una cesta di legno sospesa su un mare di lava. Ogni livello, insomma, è unico e in grado di proporre sempre qualcosa di nuovo e capace di rimescolare ogni volta le carte in tavola.

Non di rado capiterà inoltre di ritrovarsi al comando di un Kirby carro armato, sottomarino o razzo in particolari sessioni alternative votate alla distruzione più sfrenata. Nulla di particolarmente elaborato o lontanamente paragonabile alle vecchie trasformazioni che era possibile ottenere dai nemici nei capitoli precedenti (qui del tutto assenti) ma comunque ottime per variare quanto basta la formula di gioco classica e contribuire a una maggiore varietà dell’azione.


 

È quindi il Level Design il vero protagonista del gioco, sempre sfaccettato, sempre capace di stupire a ogni nuovo livello. Nonostante non siano moltissimi, ognuno di essi è caratterizzato da una discreta lunghezza e da diversi extra tutti da scovare e raccogliere. Fra questi ovviamente non potevano mancare le classiche stelline, la cui raccolta influisce sul punteggio di fine livello e permette a Kirby di caricare un attacco speciale (una volte raggiunte le 100) in grado di travolgere ogni cosa. O ancora i forzieri, elementi opzionali, spesso nascosti nei luoghi più impensabili, che celano al loro interno le deliziose statuette dei protagonisti e i brani della colonna sonora tutti da ascoltare nell’apposito menù.

Ad affiancare alla modalità storia, troviamo poi tutta una serie di sfide secondarie caratterizzate da un un tasso di difficoltà più elevato e da un approccio molto più simile a quello dei puzzle games. Della durata media di circa 15 secondi, ogni stanza prevede il raggiungimento dell’apposito forziere mettendo in pratica quanto appreso nel corso della modalità principale, con tante piccole prove capaci di mettere alla prova tanto i riflessi quanto una discreta dose di pensiero trasversale. Completare l’avventura principale, dunque, è solo uno dei tanti livelli di lettura a cui è possibile attingere giocando a Kirby e il pennello arcobaleno, il più semplice. E se per far ciò saranno necessarie relativamente poche ore, diverso è il discorso qualora decideste di affrontare tutte le sfide, raccogliere tutti gli scrigni oppure ottenere tutte le medaglie d’oro all’interno dei livelli.


Diventati ormai un “must” per ogni titolo Nintendo definibile tale, anche Kirby e il pennello arcobaleno prevede l’immancabile supporto agli amiibo. Trattasi di una funzione più di contorno che altro, ma la possibilità di poter utilizzare le note statuine per conferire al nostro eroe nuove abilità opzionali si è rivelata una scelta più azzeccata che non obbligare l’utente a possederle tutte per godere del titolo nella sua interezza, come invece avviene altrove. Per la precisione, sono tre le statuine che garantiscono a Kirby nuovi poteri: quella omonima permette di ingrandirsi a prescindere dalle stelline raccolte, quella di Meta Knight di poter “sprintare” senza perdere velocità attraverso i nemici più deboli, mentre quella di King Dedede aggiunge due segmenti alla barra della vita. Esatto, è un po’ come barare, ma visto che lo stesso gioco ogni 4 morti prevede di poter saltare il livello in questione, tanto vale approfittarne (una volta al giorno).

Un altro extra presente, inoltre, è la modalità multiplayer per un massimo di 4 giocatori contemporaneamente. A quello principale è sempre affidato il compito di gestire Kirby e gli arcobaleni sullo schermo del GamePad, mentre agli altri tre è concesso scorrazzare, trasportare e lanciare Kirby in piena libertà sul grande schermo. Sebbene non si tratti di un elemento cardine dell’esperienza come invece lo era in New Super Mario Bros U o Super Mario 3D Land, la possibilità di poter entrare e uscire facilmente durante le partite già avviate rappresenta un indiscusso valore aggiunto a un pacchetto già di per se molto goloso anche in solitaria.


Per quanto tutto bellissimo e divertente, la necessità di dover giocare l’intera avventura esclusivamente sul GamePad si è rivelata una scelta capace di limitare, in parte, la magnificenza della resa grafica globale. Nonostante su GamePad la qualità risulti comunque più che valida, è innegabile come un tale spettacolo visivo sia stato pensato per dare il il meglio di sé su uno schermo in alta definizione. Si tratta di un compromesso intrinseco, legato alla formula di gioco adottata e che purtroppo soffre l’eredità dell’originale pensato per i due schermi del Nintendo DS, anche se a conti fatti incide solo minimamente sulla qualità generale del gioco.

Infine, chiudiamo il cerchio con un accenno a un altro, grandissimo, merito di Kirby e il pennello arcobaleno: le musiche. Così come il comparto grafico, anche quello sonoro risulta di primissima classe, caratterizzato da un gusto tutto unico e perfettamente in linea con l’atmosfera sognante al caramello che si respira lungo tutto il corso dell’avventura. In particolare, abbiamo apprezzato molto la sezione apposita del menù dedicata all’ascolto dei brani ottenuti dai forzieri, fra i quali figurano anche numerosi remix ripresi direttamente dagli episodi di Kirby più famosi.


In conclusione…

Come Captain Toad: Treasure Tracker prima di lui, l’ultima avventura di Kirby rappresenta un interessante esperimento di trasportare un concetto da sempre ad appannaggio delle console portatili anche su quelle fisse. Un’apertura da parte di Nintendo verso un mercato, quello di titoli a fascia budget, che se opportunamente sviluppati non hanno nulla di che invidiare ai più blasonati titoli tripla A.

In quest’ottica, Kirby e il pennello arcobaleno propone tantissimi momenti ispirati e un ritmo sempre costante e, nonostante non duri tantissimo, si presta comunque a svariati livelli di godimento in base alle proprie esigenze. Un titolo, nel suo piccolo, perfettamente stratificato e magistralmente realizzato, in grado di unire un’esperienza visiva unica e una formula di gioco tanto semplice quanto intrigante.

Voto: 8/10

Videogiocatore incallito, divoratore di film, seguace della via del Social: praticamente una vita passata a giocare, leggere e scrivere. A volte anche contemporaneamente.

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