Game of Thrones – Episode 3: The Sword in the Darkness – Recensione

Game of Thrones – Episode 3: The Sword in the Darkness – Recensione

Il tempo passa nei Sette Regni. Vari giocatori si avvicendano nel gioco del trono, mentre altrove, a costo di sembrare ripetitivi, dobbiamo affermare che l’inverno sta arrivando… Per alcuni però, oltre che l’inverno è arrivato anche l’inferno. L’inferno portato dagli uomini malvagi, quelli che pensano di poter fare tutto e che tutto gli sia dovuto e concesso. In uno di questi inferni vive al momento la famiglia Forrester, una casata del nord vicina agli Stark, che fino a pochissimo tempo fa aveva il gravoso compito di controllare il preziosissimo Ironwood. I componenti di questa famiglia sono i protagonisti della riuscitissima (per ora) serie targata Telltale e dedicata all’universo di Game of Thrones, il capolavoro lettario di George R.R. Martin, che non smette di mietere successi in tutto il mondo. La serie è arrivata al giro di boa, e le cose si fanno sempre più intricate ed interessanti sotto ogni punto di vista. Siete pronti a farvi affascinare dal Westeros?


ATTENZIONE: il seguente testo contiene spoiler legati alla trama del gioco.


La prima cosa che possiamo dire è che il terzo episodio della serie parte col botto, o con fuoco e fiamme se vogliamo essere precisi. Come nel precedente, cominceremo la nostra avventura con Asher, che avevamo lasciato in fuga con Beshka e suo zio, nell’intento di trovare un esercito e lasciarsi alle spalle i soldati della Lost Legion, che ovviamente non hanno buone intenzioni nei loro confronti. Ma seppur fortunati nel trovare una via di fuga, incappano in un ospite tanto inaspettato quanto non gradito: un drago. La sua presenza si era sicuramente intuita dalla schermata di selezione del menù del titolo, ma mai ci saremmo immaginati di incontrarlo faccia a faccia tanto presto.

La situazione successivamente rallenta un bel po’, e ci porta da Gared, che nel frattempo sta per diventare a tutti gli effetti un Guardiano della Notte. L’azione della prima parte lascia quindi il posto alla tranquillità momentanea che avvolge i nuovi Guardiani durante il loro giuramento. Un momento alquanto suggestivo, che vi metterà al pari degli uomini che lo pronunceranno. Ma come in tutte le cose, dietro l’angolo c’è sempre qualche motivo o qualche avvenimento che proverà a minare la nostra lealtà, e qui nello specifico ha il volto dello zio Duncan, che metterà al corrente Gared di importanti notizie sul destino della casata e sul fantomatico North Grove. Nel frattempo, Rodrik si trova ad affrontare uno dei figli della famiglia dei Whitehill, che giunto ad Ironrath ne ha preso prepotentemente possesso, intimando la completa sottomissione della casata dell’albero. Mira è forse in una situazione ancora peggiore. L’accordo quasi siglato il Folletto sembra aver destato l’interesse della regina, e le conseguenze non sono state terribili. Ora, dopo la morte di Joffrey e l’arresto di Tyrion, la nostra amica rischia di essere coinvolta in problemi decisamente più grandi di lei.

Alla fine dei conti però, in qualunque punto del Westeros si trovino i nostri eroi, tutti possono contare su di una grande certezza: arriverà il momento in cui una scelta da fare sarà importante e fondamentale per decidere le proprie sorti, e spesso, come potremo vedere, lo si farà anche a caro prezzo. Diciamo questo perché praticamente tutto il terzo capitolo della serie Game of Thrones di Telltale è incentrato su delle scelte importantissime per ognuno dei protagonisti che potremo guidare nella puntata. Chi prima, chi dopo, tutti dovranno fermarsi (per modo di dire) e prendere in pochissimo tempo una decisione che di sicuro avrà delle conseguenze in un senso o in un altro. Dallo scegliere se salvare una cara amica o un componente della famiglia, al decider se è più importante il nostro futuro a corte o quello dell’intera casata, o ancora, se conta di più fare la pecora per non avere altri guai, o essere un fiero lupo che sfida il cacciatore e mantiene l’onore e l’orgoglio.

È chiaro quindi che per i Forrester ormai la situazione è ufficialmente disperata. In ogni momento pericoli di tutti i tipi tentano di strapparli via dai loro affetti, dalle proprie terre, dal loro onore, dal loro futuro, e sfortunatamente, anche dalle loro stesse vite. Tutto sembra essere perduto, niente potrà tornare come prima, ma con i Sette Dei a far loro da testimoni, hanno promesso di combattere fino alla fine per riprendersi quello che gli spetta di diritto.
Avrete di certo capito che questo terzo episodio della serie di Telltale dedicata all’opera di George Martin, Game of Thrones, parrebbe essere quello più riuscito di tutte le ultime produzioni.

Il ritmo della storia è incalzante, la tensione sempre sul filo del rasoio, ed anche se non ci sono le divertenti scaramucce che si possono osservare tra i protagonisti di Tales from the Borderlands, il titolo diverte ed emoziona il giocatore in maniera molto forte.
Se dovessimo definire l’intero episodio con un’unica parola, quella che potremmo considerare più all’uopo è sicuramente “panico“. Panico perché ogni volta che ci troveremo davanti a queste pesanti ed importanti decisioni, ci renderemo effettivamente conto di quanto i personaggi di questa storia ci siano entrati nel sangue, e di quanto ci siamo immedesimati in essi, tanto da soffrire anche al solo pensiero di poter perdere o anche solo ferire uno di loro.

Come discusso anche in sede di recensione del secondo episodio di Tales from the Borderlands, siamo consapevoli che alcune di queste scelte non sono proprio quel che si dice “reali”, e che molto spesso potrebbero portare agli stessi identici eventi indipendentemente da quanto scelto. Quello che conta di più però, è che grazie all’atmosfera perennemente tesa e pregna di suspance dell’ambientazione, la percezione che ha il giocatore è molto più intensa ed emotiva di quanto non sia realmente.
Ridendo e scherzando comunque, giungiamo ad un altro punto fisso della trama principale della storia di Martin, che nello specifico è la morte di Re Joffrey, ed il conseguente arresto del presunto colpevole Tyrion Lannister, fratello minore della Regina, accusato proprio da lei del regicidio testé avvenuto.

Se questo non bastasse, una nuova figura famosa si unisce al gruppo delle guest star che si sono avvicendate a video fino ad ora, che altri non è che colei che è nata dalla tempesta, la madre dei draghi, la non-bruciata Khaleesi, Daenerys Targaryen. Da lei soprattutto, ma anche dalle pochissime inquadrature dedicate a Cersei Lannister, ci assale per qualche attimo il dubbio che il livello grafico non sia esattamente allo stesso livello del primo episodio, ma ci riserviamo di controllare meglio alla prossima puntata o ad un eventuale nuova run.

Dando per scontato che sappiate tutti quanti che le meccaniche di giochi dei titoli Telltale si basano su scelte multiple e QTE (quick time events), proseguiamo dando uno sguardo al comparto tecnico del titolo, che per nostro disappunto non si discosta troppo (quasi per nulla) dalle precedenti produzioni. Infatti, nella realizzazione finale, è presente ancora qualche problema visivo, che continua a persistere fin dalla notte dei tempi e pare non voler più andare via. Parliamo chiaramente della problematica legata alle compenetrazioni, che è ormai ufficialmente uno dei punti deboli del motore grafico utilizzato dalla casa. Oltre a questo, si rilevano fin dalla sigla alcuni sgradevoli rallentamenti, che sfociano spesso nelle perdite complete del sonoro. Per il resto, sia il comparto video che quello audio sono praticamente identici alla scorsa puntata, e quindi con i fondali stile acquerello che ancora non riusciamo a digerire, e con la consueta localizzazione completamente in inglese che limita leggermente il target finale di utenza.

In conclusione…

Pienamente soddisfatti, ma anche molto tristi per aver terminato tutto così in fretta, osserviamo lo scorrere dei titoli di coda di quello che per il momento è stato il miglior episodio della serie. Nel giocarlo siamo stati in ansia e con un nodo alla gola per praticamente tutto il tempo, e dobbiamo ammettere che ne è decisamente valsa la pena. Nonostante i soliti problemi tecnici triti e ritriti, il merito di questo successo va sicuramente alla controparte narrativa, che ha superato se stessa ed ha sopperito brillantemente a delle piccole mancanze presenti nel titolo finale.

La struttura della trama è riuscita quindi a mettere il giocatore in una situazione tale da poter soffrire in prima persona insieme al protagonista di turno, rendendo così molto più difficile prendere una particolare decisione in alcuni momenti, soprattutto per timore delle conseguenze che ne potrebbero derivare. Anche questa volta quindi, il mondo dei Sette Regni sembra prendere vita direttamente dai nostri schermi, immergendoci in una storia piena di intrighi, misteri, e salvataggi da portare a termine il prima possibile. Per quello che ci riguarda quindi, The Sword in the Darkness viene promosso a pieni voti, e speriamo che i restati episodi ne siano quanto meno all’altezza.
Il prossimo capitolo, Sons of Winter, è il quarto dei sei previsti, e chissà perché, abbiamo una vaga idea di quello che ci potrà raccontare… Valar Morghulis.

Voto 8/10

Fin da piccolo ho sempre amato le storie, che fossero raccontate da un libro, un fumetto, un cartone, un film, o soprattutto da un videogioco. Alcune le ho solo viste, altre le ho sentite così mie da avere l'impressione di averle vissute, ed altre ancora le ho addirittura scritte. Forse sono un pazzo o un sognatore, o tutte e due le cose. Ma continuerò a sognare ed a vivere avventure, per poter dire un giorno "fammi rubare Capitano, un'avventura dove io son l'eroe che combatte accanto a te".

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