Life is Strange: Episode 2 “Out of Time” – Recensione

Life is Strange: Episode 2 “Out of Time” – Recensione

Circa due mesi fa, Life is Strange è arrivato sui nostri schermi e, come un fulmine a ciel sereno, ci ha proposto un intreccio accattivante e originale misto ad alcune scelte di design ricche di spunti interessanti. L’esperimento digitale di Dontnod Entertainment è partito con il piede giusto, e sono già tanti i fan che fremono di scoprire i segreti di Arcadia Bay e dei suoi abitanti. Sì, perché se il primo episodio è servito da introduzione, questo secondo episodio si prefigge il compito di tracciare una strada, più o meno chiara, verso cui far concentrare gli sforzi del giocatore.

In sostanza, i conti con le effettive potenzialità narrative li possiamo iniziare a fare solo ora, con un altro episodio concluso ed una visione d’insieme più chiara (almeno in parte).


ATTENZIONE: il seguente testo potrebbe contenere spoiler legati alla trama del gioco.


 

 Life is Strange: Episode 2 “Out of Time”

Piattaforma: PS4, PS3, Xbox One, Xbox 360, PC

Genere: Avventura

Sviluppatore: Dontnod Entertainment

Publisher: Square Enix

Giocatori: 1

Online: Assente

Lingua: Completamente in inglese

Versione Testata: PS4

Abbiamo lasciato Max, Chloe e Arcadia Bay con una chiara visione: un gigantesco tornado si staglia pericolosamente sulla piccola città, ed è solo questione di tempo prima che tale evento si verifichi. Max, dal canto suo, ha scoperto di poter riavvolgere il tempo, quantomeno nel breve termine. La vita della giovane studentessa è stata sconvolta, prima dalla scoperta del misterioso potere, poi da una serie di eventi legati al college di Blackwell e all’amica Chloe che gettano su di lei un’ombra fatta di terribili segreti. Il secondo episodio continua esattamente dove avevamo lasciato, con una Max che dopo i timidi primi passi nel college ha trovato una sua dimensione e, soprattutto, la presenza di un’amica legata al suo passato: Chloe.

I vari elementi narrativi che vengono utilizzati ci hanno convinto per maturità e per l’attualità dei temi trattati

Gli sviluppatori non perdono tempo a dare in pasto al giocatore una serie di eventi e parentesi che servono a dare ulteriore spessore al personaggio di Chloe, assolutamente centrale nelle vicende, con una serie di lunghi dialoghi volti a chiarire la sua situazione ed il profondo legame che questa ha con Max e con Rachel, la ragazza misteriosamente scomparsa qualche mese prima. Nonostante alcuni eventi ci siano sembrati un po’ forzati, il lavoro di scrittura si conferma anche questa volta all’altezza, proponendo al giocatore una serie di personaggi credibili, vivi, ricchi di profondità e di possibili chiavi di lettura. Meno marcata in questo episodio la presenza di dialoghi dal taglio pseudo-giovanile, che hanno parzialmente rovinato alcuni dei momenti topici del primo episodio.

Il microcosmo di Arcadia Bay appare di nuovo (in parte) indecifrabile: tutto sembra fuori posto, e in questo episodio i nodi sono indissolubilmente stretti. È difficile capire dove gli sviluppatori vogliano andare a parare, soprattutto per quanto concerne il lato “fantascientifico” dell’avventura, ma i vari elementi narrativi che vengono utilizzati ci hanno convinto per maturità e per l’attualità dei temi trattati: forse è proprio questo il punto, riavvolgere il tempo potrebbe essere solo un mero strumento al servizio della narrazione, più che un elemento centrale. Ma è ancora presto per tirare le somme, non scordiamoci che la firma di Dontnod Entertainment è anche legata a Remember Me, decisamente sorprendente sul fronte narrativo.

In un titolo che fa della sua forza la narrazione, è importante capire quanto incidano le proprie scelte nel susseguirsi di eventi e, soprattutto, nello sviluppo dei personaggi. A differenza di altri esponenti del genere, le scelte non modificano (almeno per il momento) la progressione nelle ambientazioni e nelle situazioni previste dagli sviluppatori: piuttosto, ogni singola azione e scelta va a modificare piccole variabili, sconosciute al giocatore, con delle conseguenze drasticamente diverse. Ogni azione dovrà quindi essere oculatamente ragionata dal giocatore, che si troverà spesso in balia di dubbi e insicurezze, proprio come la nostra protagonista.

Un’azione che sembra positiva sul momento, potrebbe rivelarsi devastante in un prossimo futuro. Per fortuna, salvo dovute eccezioni, il sistema di riavvolgimento del tempo aiuta a non farsi prendere dal panico, e a scegliere ciò che più ci aggrada e convince con i nostri tempi. Un piccolo particolare, se vogliamo, che risulta però estremamente convincente se si pensa che in questo modo ci è possibile valutare le differenti strade da percorrere e, soprattutto, le differenti reazioni dei personaggi. Ne giova lo spessore degli stessi e la nostra consapevolezza del mondo di gioco, che richiede spesso attenzione nel cogliere dei particolari poi utili in determinati frangenti. Life is Strange, tutto considerato, possiede quell’elemento (spesso oggetto di forte discussione) denominato “gameplay”.

Un’azione che sembra positiva sul momento, potrebbe rivelarsi devastante in un prossimo futuro

Continua a convincere la componente artistica e tecnica, che dimostra la cura riposta dagli sviluppatori per offrireun’esperienza completa e senza sbavature. Non abbiamo riscontrato nessun calo di frame rate, né bug o glitch di sorta. Tutto scorre in modo egregio, sopratutto grazie all’elegante capacità di Dontnod di confezionare un episodio con una regia convincente, e una scelta delle ambientazioni e del registro stilistico più che mai azzeccato. Per non parlare dell’accompagnamento musicale, graziato questa volta dalle note soft di Syd Matters, degli Alt-J e di José González. Poco condivisibile invece la scelta di ambientare ancora una volta alcune scene nella “golden hour”, ovvero nell’ora prima del tramonto: il risultato è sempre affascinante, ma ci piacerebbe vedere Arcadia Bay sotto un luce differente, qualche volta. 

In conclusione…

Il secondo episodio di Life is Strange continua l’interessante percorso tracciato dal primo. Gli sviluppatori hanno messo in chiaro la volontà di andare oltre il contesto videoludico, affrontando tematiche e problemi del nostro tempo, e con cui proprio il pubblico di videogiocatori può relazionarsi più facilmente. Da questo punto di vista, il titolo si dimostra  ancora una volta ambizioso ed originale, dimostrando quanto i valori produttivi di un gioco non ne pregiudichino le possibilità.

“Out of Time” è ancora restio a mostrare tutte gli scheletri nascosti nell’armadio di Arcadia Bay e del college di Blackwell, ma la nostra intenzione, ora più che mai, è di andare fino in fondo, insieme a Max, per scoprirne i segreti più oscuri.

Voto: 8/10

Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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