Final Fantasy Type-0 HD – Recensione

Final Fantasy Type-0 HD – Recensione

“Siamo arrivati.” Con questa breve ma significativa battuta i protagonisti di Final Fantasy Type-0 HD si presentano al giocatore, e mai come in questo caso una frase del genere ha una doppia valenza, un ulteriore significato attribuito dal caso e dal travagliato percorso che il titolo ha dovuto affrontare per arrivare in Occidente. Uscito nel 2011 su PSP in Giappone, ma originariamente pensato per smartphone, Type-0 ha avuto un’accoglienza calorosa in patria, ma il mercato poco favorevole e la forte diffusione della pirateria in Occidente hanno visto questo interessante spin-off privo di una release per molti anni.

Lo spin-off ideato da Hajime Tabata, che si è fatto notare per l’ottimo Crisis Core: Final Fantasy VII, si era quindi perso in un limbo dal quale sembrava impossibile uscire. Per fortuna, l’uscita di PS4 e Xbox One ha riacceso in Square Enix l’intenzione iniziale, con un’edizione rimasterizzata che ci ha permesso per la prima volta di mettere le mani su questo interessante titolo. La voglia di dare lustro al sudato progetto di Tabata è indubbia, vista anche la presenza di un codice esclusivo per la demo di Final Fantasy XV: cosa ci siamo persi quindi, per tutto questo tempo?

 Final Fantasy Type-0 HD

Piattaforma: PS4, Xbox One

Genere: Action-JRPG

Sviluppatore: Hexa-Drive

Publisher: Square Enix

Giocatori: 1

Online: Assente

Lingua: Audio in inglese e giapponese, Testi in italiano

Versione Testata: PS4

Non fermatevi, anime smarrite… la nostra preghiera sia la vostra pace. La nostra canzone la vostra speranza.

Queste le parole pronunciate, mentre su schermo assistiamo ad un crudo spettacolo, inatteso e sorprendente anche per l’appassionato storico di Final Fantasy. Morte e sangue sono solo gli ambasciatori di un male più grande: la Guerra. Sì, perché le vicende di Type-0 si focalizzano sui conflitti che hanno luogo nella terra di Orience, tra l’Impero di Milites, intenzionato ad ottenere il potere dei cristalli, e le nazioni di Rumbrum, Concordia e Lorica che uniscono le forze per porre fine a questa scellerata ambizione. Non a caso, la nostra prima missione nei panni della Class Zero è quella di liberare dal giogo dell’Impero il Peristylium, un vero e proprio ateneo dove vengono iniziati giovani cadetti alla magia e dove risiede il cristallo di Rubrum.

La Class Zero è la vera e indiscussa protagonista, che con i suoi 14 membri dona all’esperienza una varietà di personaggi (soprattutto sul fronte stilistico e di gameplay) decisamente fuori dal comune. Purtroppo, nonostante le premesse interessanti, il grande numero di personaggi soccombe alla maggiore importanza data al tema della guerra e alla sua rappresentazione, nonché ad una caratterizzazione non sufficientemente equilibrata per tutti i membri. Personaggi come Ace, Machina e Rem, ad esempio, hanno avuto un trattamento “di favore” risultando più interessanti e meglio caratterizzati rispetto al resto del cast.

Morte e sangue sono solo gli ambasciatori di un male più grande: la Guerra

Se da un lato si potrebbe giustificare tale scelta per permettere al giocatore di affezionarsi un minimo ai personaggi, dall’altro si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un’occasione (in parte) sprecata. Nonostante tutto, i temi e i toni di questo spin-off sono così inusuali e peculiari, che per tutta la sua durata saremo coinvolti in una serie di eventi e dichiarazioni di intenti che colgono a pieno la crudezza e la terribile realtà della guerra. Il tutto, ovviamente, senza rinunciare allo spirito puramente giapponese proprio di queste produzioni, sempre preponderante, ma mai come in questo caso perfettamente amalgamato nell’esperienza. Non c’è evento che stoni con l’atmosfera generale del titolo, ecco, e il coinvolgimento emotivo ne giova senza ombra di dubbio. Chi non ha apprezzato i recenti trascorsi della serie legati a Final Fantasy XIII, potrebbe ritrovare in Type-0 la dignità e la forza un tempo cardini della serie Square Enix. La progressione nella trama principale è scandita da capitoli, di durata variabile, dove la narrazione e le attività secondarie si articolano secondo un sistema di fasce orarie ben definito.

Ogni giornata è infatti composta da 12 ore, ed interagire con determinati personaggi (per scoprire retroscena sul mondo di gioco o dialogare con i compagni di classe) ci costerà 2 ore, mentre uscire ad esplorare il mondo di gioco per svolgere attività secondarie ce ne costerà 6. Un sistema sicuramente adatto alla sua natura portatile, ma che perde un po’ di senso se visto in ottica casalinga. Vista la mole di contenuti (si parla di più di 40 ore per la sola trama principale), si è spesso costretti a dover scegliere un evento piuttosto che un altro, relegando eventuali contenuti ad un secondo playthrough, obbligatorio inoltre per chi vuole approfondire determinati personaggi ed eventi della trama principale.

La Class Zero fa il suo ingresso in scena

Se il titolo risulta spiazzante da un punto di vista narrativo, lo stesso discorso lo si può estendere al gameplay, che evolve quanto visto in Crisis Core in qualcosa di maggiormente sviluppato e profondo. Una volta completate le nostre attività nelle ore designate, il titolo ci obbligherà ad affrontare la missione di turno, portandoci in questo o quel luogo, ad affrontare nemici di ogni sorta in delle vere e proprie micro-aree, la cui progressione lineare è scandita da svariati obiettivi da portare a termine. Il sistema di gioco è a tutti gli effetti action, con la possibilità di effettuare attacchi normali, speciali e di utilizzare una magia selezionata. Di per sé, non ci troviamo di fronte a nulla di rivoluzionario, ma alcune meccaniche che vanno ad intrecciarsi con il sistema di combattimento complicano e rendono unico in tutto e per tutto il gameplay di Type-0.

L’attaccare con cieca furia i nemici non è, almeno in parte, il metodo più efficace per affrontarli. Una volta bloccata la visuale su un nemico, entreranno in gioco il Riflesso letale e il Riflesso critico, che lo renderanno vulnerabile per alcuni secondi ad un attacco letale (cerchio rosso) o critico (cerchio giallo). Inutile dire che questo elemento è assolutamente preponderante nell’economia del battle system, e la sua padronanza si rivelerà fondamentale per proseguire. Final Fantasy Type-0 non è infatti un gioco facile, e richiede una certa dose di riflessi e tempismo per poter affrontare le sfide proposte con agilità. I picchi di difficoltà (anche frustranti, alle volte) sono spesso dietro l’angolo, e il sistema di livellamento dei personaggi funziona solo in parte. Il party attivo si compone infatti di soli tre membri, i soli che prenderanno esperienza dagli scontri o dalle attività secondarie, salendo di livello e ottenendo punti da investire in svariate abilità. Vista la mole di personaggi, la morte si pone quindi come un’opportunità per far scendere in campo quanti più personaggi possibile, e farli salire di livello di conseguenza. Per fortuna, ogni missione suggerisce al giocatore il livello adeguato per essere affrontata, e l’introduzione di una modalità facile (ma non per questo meno punitiva) in questa edizione HD permette a chiunque di cimentarsi in questa entusiasmante avventura. La progressione della magia è invece legata all’Alto Crystallium, dove potremmo investire i diversi tipi di Phantoma (materiale magico ottenuto dai nemici) per migliorare le caratteristiche di ogni singola magia, dalla velocità di utilizzo al danno inferto.

Type-0 ha il sapore di un Final Fantasy con tutti i crismi, tanto da chiedersi per quale motivo gli sia stato relegato il mero “ruolo” di spin-off

Dove Final Fantasy Type-0 fallisce, almeno in parte, è nel voler proporre a tutti i costi degli elementi che aggiungano varietà all’esperienza ludica. La progressione della narrazione e delle quest affidata alle città e all’Akademeia (l’accademia di Rubrum, che funziona come una sorta di gigantesco hub) e le missioni ben definite di per sé sarebbero già un elemento sufficiente. Perché quindi aggiungere delle blande e poco sviluppate battaglie in stile RTS? Ce ne sfugge il senso, se non come sopracitato per voler aggiungere una dose di varietà alla formula, peccato però che l’esecuzione è tutt’altro che convincente. Di tanto in tanto infatti il gioco proporrà delle battaglie per la World Map strutturate come un RTS, dove conquistare avamposti e mobilitare vari tipi di truppe. Le “campagne di occupazione” verranno superate se si soddisfano le condizioni indicate, il che significa  conquistare gli avamposti maggiori, abbattendo le difese degli stessi, ed eliminando i generali nemici in prima linea con la Class Zero.

Abbiamo definito questo spin-off spiazzante, inatteso per tante ragioni. Alcuni elementi ci hanno convinto, altri meno, altri ci hanno invece sorpresi, ed uno di questi è la World Map. La mai dimenticata mappa (esplorabile) del mondo che tanto si è fatta mancare negli ultimi anni, dopo aver allietato i giocatori più smaliziati nei titoli più vecchi. Per quanto povera graficamente e leggermente spoglia, la World Map funziona esattamente come un tempo: la si esplora a piedi, a cavallo di un Chocobo o a bordo di un’Aereonave (più avanti) e spetta a noi carpirne i segreti e le possibilità offerte. In questo senso, Type-0 ha il sapore di un Final Fantasy con tutti i crismi, tanto da chiedersi per quale motivo gli sia stato relegato il mero “ruolo” di spin-off.

  • Il cortile della Akademeia, sede principale del governo di Rubrum e della Class Zero.
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Nonostante la versione originale apparsa su PSP non sia mai arrivata da noi, il titolo appare per la prima volta nel nostro territorio con un’edizione Remaster, che cerca di adattare l’impianto grafico alla nuova generazione di PS4 e Xbox One. Il processo di rimasterizzazione ha portato con sé qualche mancanza in termini di dettagli e qualche problema tecnologico decisamente fastidioso. In primis, Square Enix ha sviluppato, insieme ad Hexa Drive (autori di questo remaster), un nuovo sistema di illuminazione che folgora ogni scena in modo convincente, andando spesso a mettere le toppe ad alcuni scorci decisamente poco convincenti. L’origine portatile in questo senso si nota tutta, soprattutto nella World Map e nelle texture ambientali, in bassa risoluzione e poco dettagliate.

Di contro, i personaggi principali hanno tutti subito un restyling estremamente convincente, con abiti ricchi di dettagli e puliti. Il tutto si mescola in modo convincente, nonostante tutto, anche se è un peccato vederlo girare proprio su PS4 e Xbox One, console praticamente nuove che avrebbero bisogno di produzioni più “roboanti” sul fronte tecnico.

Il processo di rimasterizzazione ha portato con sé qualche mancanza in termini di dettagli e qualche problema tecnologico decisamente fastidioso

Il problema tecnico più grande che affligge questa remaster è però legato alla gestione della telecamera, troppo veloce e difficile da gestire, soprattutto negli spazi stretti. A peggiorare le cose ci pensa il blur (un effetto che sfoca lo schermo quando si muove la telecamera) eccessivo che, unito alla frenetica telecamera, rende alcuni scontri difficili da gestire. Per un titolo che fa del tempismo e della velocità la sua ragione d’essere, questo è sicuramente un difetto che pesa non poco.

Sul fronte sonoro, Type-0 ripropone alcuni dei brani più noti della serie, accostandoli a dei nuovi che ci hanno convinto soprattutto per la capacità di saper accompagnare in modo convincente una trama matura e cruda come questa. Menzione speciale per il doppiaggio, che sebbene sia spesso fuori sincrono, permette di scegliere tra quello inglese (ottimo, a nostro avviso) e quello originale giapponese.

In conclusione…

Square Enix, negli ultimi due anni, sembra aver tracciato un percorso di rinascita per la sua serie per eccellenza. Un’affermazione leggera la nostra, diranno in molti, ma in un certo senso giusta se guardiamo ai recenti trascorsi con Final Fantasy XV, XIV e a questo Type-0. In due di quelli citati, neanche a farlo apposta, c’è lo zampino di Hajime Tabata, che potrebbe diventare negli anni a venire uno dei nuovi punti di riferimento per la compagnia giapponese. Il suo Type-0 riesce a proporre una serie di novità nell’approccio e nella forma per la serie con una sapienza fuori dal comune: la ventata d’aria fresca in quanto a meccaniche introdotte da questo spin-off riescono a far soprassedere su alcune ingenuità che non permettono al titolo di raggiungere l’eccellenza. D’altro canto, la presenza di elementi distintivi quali la World Map o gli Esper non possono lasciarci indifferenti.

La trama matura, violenta e ricca di spunti interessanti è solo la ciliegina che va a completare una torta non solo buona da mangiare, ma anche bella da vedere. Se da un lato la componente grafica è fatta di alti e bassi, è da elogiare comunque lo sforzo nel proporre un quadro tutto sommato convincente, nonostante i problemi legati alla telecamera.
Final Fantasy Type-0 è insomma un titolo sorprendente, che unisce il passato e il futuro di una delle serie JRPG più amate al mondo. Chissà che il futuro non ci riservi un’altra sorpresa, con Final Fantasy XV. In attesa di scoprirlo, ci accontentiamo del piccolo assaggio di Episode Duscae. 

Voto: 8/10

Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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