Resident Evil Revelations 2 – Episodio 2 – Recensione

Resident Evil Revelations 2 – Episodio 2 – Recensione

Continuano le avventure della doppia coppia di protagonisti di Resident Evil Revelations 2, gioco episodico sviluppato da Capcom, di cui ci accingiamo a recensire il secondo capitolo.
I due filoni narrativi sono sempre ben separati tra loro, anche se finalmente si intravede una sorta di collegamento tra le vicissitudini di Claire e quelle di Barry, che favorisce gli importanti colpi di scena al termine dell’episodio. “Contemplazione”, il secondo capitolo giocabile di Revelations 2, mantiene intatto il gameplay già abbondantemente sviscerato nell’articolo della settimana scorsa, ciò nonostante ci permette di giovare di alcune piccole novità, senza dubbio apprezzabili da un punto di vista strategico.

Nulla di clamoroso, il survival-horror (se ancora così si può chiamare) di Capcom mantiene ancora una salda derivazione action (molto marcata nell’avventura di Claire e Moira questa volta), ma strizza maggiormente l’occhio all’esplorazione e all’utilizzo intelligente di determinati oggetti. Senza contare la misteriosa figura della Guardiana, colei che tramite la propria voce, guida e stuzzica i prigionieri dell’isola…
Chi sarà mai questa donna? Cosa vuole dagli ex-membri della S.T.A.R.S.?

L’avventura di Claire e Moira prosegue esattamente dove si era interrotta la settimana precedente: le due protagoniste, attraversato il bosco, arrivano in un piccolo villaggio di pescatori abbandonato, dove per puro caso incontrano altri due prigionieri, entrambi appartenenti al progetto Terra-Save e quindi entrambi volti conosciuti. Claire e Moira vengono quindi a conoscenza di un elicottero, mezzo di salvezza che permetterebbe l’immediato abbandono dell’isola.

Inizia quindi una minuziosa ricercata dei componenti necessari per l’avvio del veivolo tra le baracche sul mare. In questa prima parte Capcom tenta di mettere in risalto la controparte più esplorativa di Revelations 2, con un plateale richiamo ai capitoli più vecchi della saga. Obiettivo riuscito solo parzialmente, a causa di un’ambientazione ristretta e mal caratterizzata, che finisce per essere una pallida imitazione degli angoscianti scorci africani di Resident Evil 5.
Lo scontro a fuoco non sarà sempre necessario, ma a volte può essere evitato muovendosi con estrema attenzione, facendo il minor rumore possibile: tattica più che necessaria, dal momento che i rifornimenti sono piuttosto esigui.

La musica cambia nella seconda parte dell’avventura tutta al femminile, grazie alla comparsa di scenografie nuove e decisamente più intriganti, che rendono più facile l’immedesimazione del giocatore ed il richiamo alle atmosfere dei primi survival-horror di stampo nipponico. Fa la sua comparsa anche un nuovo tipo di infetto, molto pericoloso da lontano, in quanto lancia delle sacche di pus esplosive in grado di accecare temporaneamente i due personaggi giocabili. Ancora una volta, dal punto di vista del combattimento, vogliamo soffermarci sulla totale mancanza di iniziativa da parte del protagonista controllato dall’IA, che in più di un’occasione obbliga il giocatore a frustranti prove di tempismo e agilità onde evitare la dipartita dell’immobile partner.

Nel caso in cui si affidi al computer l’utilizzo di Claire o Barry durante il combattimento, si noterà come spesso essi tendano ad utilizzare il coltello invece che le armi da fuoco, mettendo a repentaglio la sopravvivenza di entrambi. Per fortuna la resistenza dell’NPC è notevolmente più alta e ciò rende gli scontri, in fondo, superabili senza troppe rimostranze.
Le abilità acquistabili a inizio o a fine capitolo con i crediti guadagnati durante l’avventura, permettono di acquisire perks interessanti o migliorare le azioni vostre o del partner in maniera utile, come il raggio d’azione di uno spray curativo, i danni dell’arma in mischia o il tempo necessario alla ricarica.
A questo si uniscono i già citati kit di rifornimento bellico, che possono essere utilizzati ai banchi da lavoro per migliorare le prestazioni di fucili e pistole.

Nella seconda parte dell’avventura, quella dedicata a Barry e Natalia, torna prepotente il backtracking già visto nel primo episodio. Il padre di Moira, insieme alla misteriosa ragazzina, si avventurano (in modo differente) nelle medesime ambientazioni viste poco più di un’ora prima; una decisione che infastidisce non poco, considerata anche l’esigua durata totale.

Come Claire, anche Barry è costretto ad affrontare un nuovo nemico, questa volta davvero temibile, in quanto completamente invisibile ai suoi occhi. Solo la piccola Natalia sarà in grado di scovarlo e indicherà più o meno efficacemente la sua posizione all’ex-agente S.T.A.R.S., il quale dovrà prontamente sparare in base agli indizi vocali. Questa particolare introduzione spinge ad adottare un sistema di gioco molto cauto, in quanto se non fermati prima, questi nemici sono in grado di eliminare Barry in un colpo solo.

Grazie alla presenza di nuovi oggetti combinabili è però possibile facilitare in minima parte lo scontro diretto, grazie a bottiglie esplosive o alle utilissime bottiglie esca, che lasciano avvicinare i nemici per poi esplodere causando ingenti danni.

Questa prima metà di Revelations 2 si chiude con una spettacolare boss-fight per entrambe le coppie di superstiti, con menzione particolare per Barry e Natalia, a cui toccherà un nemico particolarmente coriaceo che i fan di Resident Evil 4 non faticheranno a riconoscere.

Sul fronte tecnico nessuna particolare nota rispetto all’analisi scorsa.
Vogliamo però puntualizzare che, nonostante anche la nostra seconda prova su PC non abbia lamentato nessun problema tecnico o calo prestazionale, alcuni nostri lettori hanno avvisato vistosi problemi legati all’instabilità del frame-rate ed occasionali crash di gioco. Speriamo che episodi del genere rimangano isolati e che Capcom provveda quanto prima al rilascio di una patch correttiva.

In conclusione…

La trama di Resident Evil Revelations 2 inizia a districarsi, rendendo tutta l’avventura molto più appassionante rispetto a quanto lasciava presagire il solo primo episodio.
L’introduzione di nuovi personaggi (su cui volontariamente non abbiamo voluto soffermarci troppo per non incappare in giganteschi spoiler) e di alcuni oggetti e nemici che mirano a modificare l’approccio al gioco, sono ottimi spunti, su cui la software house giapponese deve continuare a lavorare in futuro.

Purtroppo ci è dispiaciuto ancora una volta non poter godere di ambientazioni degne di un Resident Evil, soprattutto per lo scellerato riciclaggio dei medesimi luoghi persino nelle due campagne che compongono lo stesso episodio.
Ma le boss-fight, la ritrovata esplorazione (almeno in parte) e le inaspettate rivelazioni narrative a fine capitolo colmano le lacune stilistiche di Revelations 2, sperando in un terzo episodio ancora più coinvolgente.

Amante dei tatuaggi e del buon vino, crede fermamente nella vita extraterrestre. Ha una passione viscerale per i videogames maturata nel tempo, che lo ha portato a scrivere per molte riviste italiane e siti web specializzati nel settore.

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