Popcorn Time: Vizio di Forma

Popcorn Time: Vizio di Forma

Paul Thomas Anderson è un grande regista, lo sappiamo bene.
Joaquin Phoenix è un grande attore, lo sappiamo altrettanto bene. Un sodalizio artistico tra i due non può che generare un grande film, come già avvenne nel 2012 con The Master.
Eccoci qua – tre anni dopo – sulla comoda poltrona della nostra sala preferita ad aspettare che si spengano le luci e si apra il sipario su Vizio di Forma (Inherent Vice), ultimo psichedelico parto della geniale coppia Hollywoodiana.
I nomi stampati sulla locandina lasciano  ben sperare, da Josh Brolin a Benicio Del Toro, Reese Witherspoon, Owen Wilson fino al già citato Phoenix nel ruolo dell’allucinato e malinconico protagonista.
La pellicola prende spunto dall’omonimo romanzo di Thomas Pynchon e ci racconta le disavventure del detective Larry “Doc” Sportello miscelando realtà e sogno (o incubo) con la stessa facilità con cui il più consumato bartender vi preparerebbe un mojito… a L’Avana.

Il grande amore di Doc è sfumato sotto i suoi occhi arrossati da sonno e marijuana senza che potesse farci nulla, e come se non bastasse la ex fidanzata è scomparsa delineando i (confusi) contorni di un affare parecchio losco da cui il detective verrà risucchiato.
Agghindata con una piacevolissima veste vintage (immagine desaturata e leggermente sgranata) la pellicola ci racconta un frammento degli anni ’70 come poche altre opere hanno saputo fare, alternando i cliché del poliziesco e del noir a poetici momenti di profonda introspezione passando per istantanee di pura, splendida, comica follia.
Sembra quasi che Anderson voglia ubriacarci e confonderci le idee con una trama che si complica ad ogni angolo ma che allo stesso tempo si confonde, va fuori fuoco e perde importanza in favore dei trip e dei ricordi di Larry Sportello.
Grande, grandissimo Cinema. Non fatevelo scappare.

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A noi ricorda…

 Catherine: è praticamente impossibile identificare in un videogame l’immaginario di Paul Thomas Anderson, ma questo titolo racchiude caratteristiche molto vicine all’essenza di Inherent Vice; abbiamo una donna misteriosa invischiata in chissà quali affari, un protagonista sempre più allucinato e – soprattutto – una sottilissima linea di demarcazione tra realtà e sogno!

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Grazie a tutti per l’attenzione, ci si “vede” settimana prossima… Stay Tuned!

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"Write drunk; edit sober." E. Hemingway

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