Homeworld Remastered Collection – Recensione

Homeworld Remastered Collection – Recensione

L’Odissea dei Kushan torna sui nostri PC: con Homeworld Remastered Collection torneremo a vivere le emozioni del lungo viaggio verso casa.

Quando nel lontanissimo 1999 uscì Homeworld, io lo chiesi subito in regalo ai miei genitori. All’epoca, la stampa videoludica annunciava verdetti principalmente su carta e spesso le recensioni di alcuni titoli giungevano con qualche settimana di ritardo rispetto all’uscita ufficiale del gioco. Tuttavia, per Homeworld io non attesi alcun parere e lo comprai a scatola chiusa: fu la settimana videoludica più bella della mia vita e non avevo ancora assaporato da nessun’altra parte le emozioni che mi regalò il capolavoro sviluppato da Relic Entertainment. Alla notizia della rimasterizzazione in alta definizione non solo di Homeworld, ma anche del più “recente” Homeworld 2 – è comunque un articolo del 2003 -, non potevo semplicemente credere ai miei occhi. E l’attesa per questa remastered ha dato i suoi frutti: ho potuto nuovamente provare in prima persona cosa significa giocare ad un RTS spaziale che ha fatto storia.

Chiudendo la breve parentesi personale data in prevalenza dall’entusiasmo, andiamo ad introdurre nel dettaglio la Homeworld Remastered Collection per coloro che, magari troppo giovani o magari non troppo appassionati del genere, non hanno mai avuto modo di provare i due titoli. La Homeworld Remastered Collection è la versione definitiva sia per gli aficionados del prodotto Relic che per i novizi che hanno intenzione di provare cosa possa essere l’antologia della vera strategia in tempo reale. Comprando la collezione, si ha l’accesso immediato ad un ricco bottino omnicomprensivo di Homeworld e Homeworld 2 sia nella versione originale che nell’ultra dettagliata versione moderna con texture in alta definizione. Si potrà decidere di assecondare il gusto retrò e giocare senza conversione, oppure potremo sacrificare le risorse del nostro computer e goderci l’ottimo lavoro fatto da Gearbox Software, la casa di sviluppo che ha curato questa rimasterizzazione. In qualunque modo vogliate giocarlo, sappiate che Homeworld vi trasporterà in un’epopea galattica in grado di farvi sognare mondi lontani, nebule oniriche e, ultima ma non ultima, una casa tra le stelle.

STORIA

Homeworld e Homeworld 2 sono entrambi ambientati nello stesso universo e rappresentano una breve ed intensa saga che vi trascinerà tra le stelle per una quindicina di ore a capitolo. La storia inizia con Homeworld che si apre con un nuovissimo filmato dall’aspetto elegante e sobrio, composto da una serie di disegni in bianco e nero commentati da una voce narrante. Il filmato, degno di una graphic novel, funge da introduzione narrativa e ci mette avanti ad un’Odissea non convenzionale, a cavallo tra quella kubrickiana e quella – paradossalmente più vicina – omerica.

Su Kharak, un mondo devastato da guerre tra clan, a causa di un malfunzionamento di un satellite viene rilevata in mezzo ad un cocente deserto una enorme astronave antichissima. Gli archeologi mandati sul posto scoprono un monolite – qualcuno sta già canticchiando il motivetto di 2001: A Space Odyssey? – contenente le indicazioni per giungere su un pianeta molto vicino al centro della galassia. Tale corpo celeste chiamato Hiigara altro non è che la casa di provenienza dell’intero popolo di Kharak ed in breve le guerre cesseranno per far spazio all’unione sotto un unico vessillo. I clan oramai riuniti sotto il nome unico di Kushan si porranno come obiettivo quello di volgere il loro sguardo alle stelle e di raggiungere Hiigara e, dando fondo a tutte le loro risorse, ricostruiranno la nave madre in grado di far loro attraversare in sicurezza il grande viaggio che gli si para avanti. Grazie al sacrificio di Karan S’Jet, una scienziata che fonde la propria mente con i sistemi della nave madre, i Kushan avranno a disposizione tecnologie avanzatissime per giungere indenni sul loro pianeta natale, ma come in ogni storia drammatica non tutto andrà liscio. Il giorno del varo della grande nave madre, un attacco spazzerà via Kharak e gli unici Kushan sopravvissuti saranno gli esuli i quali ormai non avranno più motivi per non intraprendere il viaggio.

Il viaggio, dunque, diviene l’elemento portante della narrazione in cui ogni capitolo avrà una sua difficoltà da affrontare. Se nelle prime missioni vi sarà richiesto di prendere la mano con la ricerca scientifica o con il recupero delle preziose risorse utili per la sopravvivenza dell’equipaggio, andando avanti con la storia i pericoli diverranno sempre più grandi e spazieranno da razze ostili che vi terranno prigionieri all’interno di settori per loro sacri a sciami meteoritici che si abbatteranno in continuazione sullo scafo delle vostre navi. Raramente sarete chiamati ad affrontare le varie missioni con la stessa strategia, in quanto ogni momento richiederà approcci differenti a seconda degli obiettivi. La strada fino ad Hiigara è davvero molto lunga ed in totale, tra Homeworld e Homeworld 2, ci saranno ben 32 capitoli da giocare. E se la campagna non dovesse bastarvi, Homeworld Remastered Collection offre anche la possibilità di giocare delle brevi schermaglie in cui si potrà addirittura scegliere la razza di partenza, ognuna con le proprie navi uniche.

Eppure, se da un punto di vista narrativo Homeworld vince a man bassa, anche dal lato puramente tecnico l’essenza strategica del titolo non manca di stupire. Sempre considerato che si tratta di un gioco nato più di 16 anni fa, la componente di gestione della flotta non manca di rivaleggiare con produzioni più recenti, anche perché è proprio Homeworld ad aver fatto scuola a molti RTS ambientati nello spazio. Il ruolo del giocatore è essenzialmente quello di guidare l’insieme delle nostre navi a disposizione attraverso i vari livelli del gioco. La nave madre, fulcro imprescindibile della nostra attività, non può subire sconfitta o si andrà incontro ad un celere game over: è proprio questa astronave gigantesca a produrre qualsiasi vascello, dai piccoli caccia alle fregate. Se in Homeworld, la nave madre sarà un’astronave non progettata per la guerra, in Homeworld 2 essa verrà enormemente potenziata per lo scopo bellico e non mancherà di dar filo da torcere anche alle carriers più grandi. Insomma, tenere in vita il fiore all’occhiello della flotta è fondamentale, ma distribuire le nostre pedine sul campo è ancora più importante poiché senza una buona difesa non ci saranno molte chance di sopravvivere. L’azione, dunque, si svolge su due piani differenti: il mondo completamente tridimensionale in cui ci si può sbizzarrire con la telecamera nello zoomare sulle dettagliatissime texture della Remastered Collection, oppure nell’essenziale mappa strategica che funge da radar e da visual briefing. Tutte le navi possono spostarsi nel vuoto lungo i tre assi X, Y e Z e così potremo inventare strategie adattive che tengano in considerazione non solo la profondità di campo e la distanza dall’obiettivo, ma anche le restanti dimensioni spaziali così da coordinare, magari, un attacco dall’alto che non lasci scampo.

Nel frattempo, Homeworld ed Homeworld 2 non sono solo guerra e battaglie, poiché dovrete gestire sapientemente le vostre risorse. Costruendo degli appositi collettori, si possono mandare queste navi speciali a risucchiare nebule o interi asteroidi che vi forniranno preziose RU – l’unità energetica di entrambi i giochi – e, come in ogni RTS, è vitale definire un afflusso costante di materiali da costruzione. Fortunatamente, le navi saranno potenziabli col passare del tempo e grazie alla ricerca via via si potranno creare vascelli più sofisticati, costosi e più resistenti, ognuno con i suoi punti di forza e debolezza: nessuna nave sarà mai indiscutibilmente potente, poiché, ad esempio, anche il più piccolo bombardiere potrà essere letale per una nave gigantesca. Quindi, generare una flotta bilanciata è il compito di ogni ammiraglio che si rispetti e ci vorranno molte prove ed errori prima di imparare a gestire per bene le forze in campo. La sconfitta è un pasto molto comune in Homeworld e nella Remastered Collection la difficoltà è rimasta invariata, anche con dei piccoli cambiamenti come quello di non dover più rifornire costantemente i veivoli per mantenerli attivi.

Ad ogni modo, tutta la gestione degli elementi di gioco è affidata ad un’interfaccia grafica semplice e poco invadente e se l’HUD a dimensione variabile può sembrare efficiente già nel primo capitolo, nel secondo sarà ancora più snello e quasi invisibile, lasciando così l’attenzione sull’ambiente piuttosto che su scritte e menù.

Homeworld Remastered Collection punta a stupire anche nell’aspetto grafico, poiché Gearbox ha voluto deliziare l’utenza con delle texture maniacalmente dettagliate. All’interno delle impostazioni potremo decidere, ad esempio, fino a quale classe navale si potranno vedere le cicatrici di battaglia. Oppure si potranno attivare le nuove features grafiche come l’anti-aliasing ed il bloom effect, sia per le luci ambientali che per i raggi laser nei combattimenti. Con una configurazione laptop medio-alta (i7 4710HQ, 8GB Ram, GTX 860M 2GB DDR5) ho potuto giocare con un dettaglio High, ma ho incontrato diversi rallentamenti, specialmente durante l’esecuzione dei filmati di intermezzo. In generale, maggiore è il dettaglio, meno fluido apparirà il tutto, fino a giungere ad uno stallo completo a risoluzioni a 1080p ed effetti al massimo. La conversione, perciò, non è indolore e converrà avere un computer di discreta potenza per riuscire a godere a pieno delle migliorie fatte all’intero sistema.

Mentre per il comparto audio non c’è nulla da criticare, in quanto la colonna sonora sottolinea continuamente la sensazione di questo viaggio solitario nello spazio, per poi rimarcare le fasi action con dei bei pezzi techno anni 2000 che faranno felici i più nostalgici tra i giocatori. Piccolo neo fastidioso è l’assenza dei sottotitoli che renderanno ostica la comprensione dei dialoghi in inglese.

In conclusione…

Homeworld Remastered Collection è una benedizione per coloro che ancora ricordano le emozioni provate con gli originali Homeworld e Homeworld 2. I nuovi effetti e le texture in alta risoluzione permettono al giocatore di godersi l’esperienza di un vero RTS con una dinamica per nulla invecchiata.

La grafica migliorata non solo aumenta la godibilità del titolo, ma lo porta anche ad un nuovo livello, facendo divenire così una conversione HD una diretta rivale dei giochi più recenti. Indubbiamente, Homeworld Remastered Collection è un piccolo capolavoro da possedere nella propria collezione sia per coloro che ricordano bene le antiche avventure dei Kushan che per coloro che si apprestano per la prima volta alla lunga odissea moderna.

Voto: 9/10

Amo i videogiochi sin da quando ho messo le mani sul mio primo Commodore 64 nel lontano 1992. Ora cerco di coltivare la mia passione videoludica in ogni momento libero della giornata. Il mio genere preferito? JRPG per tutta la vita.

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