Resident Evil Revelations 2 – Episodio 1 – Recensione

Resident Evil Revelations 2 – Episodio 1 – Recensione

Periodo d’oro per la saga di Resident Evil: prima la pubblicazione in digital delivery del remake in alta definizione del primo capitolo uscito originariamente per GameCube ed ora l’uscita ufficiale di Resident Evil Revelations 2, seguito dell’acclamato episodio partorito su Nintendo 3DS. Revelations 2 segue le diverse vicende di Claire Redfield e Barry Burton, alle prese con mostruosi orrori mutanti ed una misteriosa figura femminile che sembra guidarne le mosse attraverso un’enorme e fatiscente struttura segreta.

Uscito sulle piattaforme di vecchia e nuova generazione, Resident Evil Revelations 2 ha la particolarità di avere una compagine “episodica”, pratica abbondantemente utilizzata negli ultimi tempi (soprattutto da software house come Telltale) e di discreto successo. La cadenza dei quattro capitoli che compongono l’avventura del survival-horror è tuttavia molto breve (ogni settimana), proprio per dare un senso di continuità forte alla trama, mantenendo vivo l’interesse del giocatore, grazie anche ad appositi cliffhanger narrativi strategicamente posizionati alla fine di ogni capitolo, in pieno stile cinematografico.
Ciò nonostante, per chi non volesse rinunciare alla comodità di giocare l’intera avventura senza interruzioni, Capcom farà uscire anche una versione retail, che tra le altre cose comprenderà alcuni succosi extra pensati appositamente per i fan più devoti.

La trama di Revelations 2, com’è ormai consuetudine, si riallaccia ai trascorsi dei precedenti capitoli, pur mantenendo una propria identità narrativa, purtroppo non molto intrigante. Ritroviamo infatti Terra Save -organizzazione sanitaria già vista nel lungometraggio edito da Capcom, Degeneration– di cui fanno parte l’eroina Claire Redfield e Moira Burton, figlia del più famoso Barry. Durante una cerimonia celebrativa, Claire e Moira vengono intercettate e rapite da una misteriosa organizzazione, risvegliandosi nelle celle sotterranee di una struttura apparentemente abbandonata. Private di oggi oggetto personale, le due protagoniste si ritrovano al polso solo un bracciale metallico che cambia colore in base allo stato d’animo e alla paura provata da chi lo indossa.

Claire e Moira si ritroveranno quindi costrette ad esplorare i dintorni di un complesso fatiscente ma molto pericoloso, rendendosi presto conto di essere intrappolate su un’isola in mezzo al mare e di non essere affatto sole. Fortunatamente Moira riesce a lanciare un segnale radio di SOS, prontamente captato dal padre che si lancia immediatamente in una disperata quanto solitaria missione di salvataggio. Appena approdato sulle coste dell’isola, Barry incontra la piccola Natalia, bambina dall’oscuro passato che accompagnerà il protagonista nella sua ricerca, fornendogli aiuto prezioso in più di un’occasione.

Nelle circa due ore e mezza che impiegherete a terminare il primo episodio del gioco, affronterete quindi due avventure distinte, dai toni simili, ma mai completamente uguali. Appare chiaro infatti che la coppia formata da Claire e Moira segua i dettami di un survival-horror più canonico, facendo quindi estrema attenzione alle risorse primarie –come erbe mediche e munizioni- e cercando di evitare lo scontro diretto, ove possibile, mentre Barry già dall’inizio avrà a disposizione diverse armi da fuoco, ma allo stesso tempo nemici più ostici da affrontare.

Ovviamente l’intera avventura ruota attorno la stretta collaborazione tra i membri del team: i personaggi secondari come Moira e Natalia possono individuare oggetti nascosti e utilizzare alcune personali abilità per favorire il prosieguo dell’avventura. Moira ad esempio può utilizzare il piede di porco per sbloccare le porte e la torcia elettrica per accecare momentaneamente i nemici, mentre Natalia può sgattaiolare attraverso piccoli buchi o grate per raggiungere obiettivi o oggetti ed ha l’innata capacità di individuare i mostri attraverso le pareti, cosa che rende lo svolgimento dello scontro molto più prevedibile. Nonostante una buona intelligenza artificiale, Capcom non è riuscita totalmente nell’impresa di reinventare la cooperativa: spesso infatti i personaggi controllati dall’IA non intervengono direttamente nello scontro (come accadeva invece in passato), risultando dei pesi morti da difendere strenuamente, piuttosto che dei compagni su cui contare; cosa che di conseguenza rende il combattimento più frustrante e materialmente dispendioso. È doveroso però ricordare che molte delle azioni disponibili potranno essere sbloccate solo successivamente, quando alla fine di ogni capitolo sarà possibile spendere i punti guadagnati per acquistare qualche nuova capacità oppure migliorare quelle già apprese.

Tecnicamente il titolo sviluppato da Capcom fatica a mostrare muscoli a causa della natura palesemente cross-gen, che in più di un’occasione fa storcere il naso a chi ormai è abituato a tutt’altro. I modelli poligonali dei protagonisti sono buoni, così come quelli delle mostruosità da affrontare. Gli ambienti però, risultano generalmente molto spogli, privi di una caratterizzazione che è sempre stata uno dei punti di forza dei precedenti giochi del brand e finiscono quindi per assomigliarsi un po’ tutti, perdendosi nell’anonimia dell’isola.

Fortunatamente il gameplay si attesta su livelli ottimi, con i comandi tipici di un TPS a sfondo horror, ricalcando la natura leggermente più action della serie più recente, senza rinunciare ad alcune meccaniche classiche di impatto. Tra le novità, riportiamo il banco da lavoro, simile a quello visto in The Last Of Us, dove Claire e Barry potranno modificare le proprie armi con appositi kit di potenziamento raccolti lungo il tragitto. Grazie ad essi sarà possibile migliorare i più svariati aspetti dell’equipaggiamento, dalla velocità di ricarica ai danni inferti.
La tenacia e la pericolosità di certi nemici è stata ricalibrata rispetto al primo Revelations ed infatti si nota un soddisfacente incremento della difficoltà generale, unita ad un minor numero di erbe verdi e medikit disseminati per la mappa (almeno in questo primo episodio); ciò comporta un approccio più attento e strategico, che talvolta può sfociare nell’evitare gli scontri oppure nel darsi alla fuga spericolata.
Il doppiaggio italiano non è dei più riusciti, ma riesce comunque a fare la propria parte in modo dignitoso, considerando comunque l’esiguo numero di dialoghi e scene d’intermezzo.

Sulla piattaforma PC non risultano cali di frame-rate, né tanto meno episodi di aliasing o rallentamenti di sorta: Revelations 2 gira piuttosto bene anche su una macchina di fascia medio-bassa, grazie alla possibilità di personalizzare i setting grafici in tempo reale.
Menzione d’onore va all’ottima modalità Raid, che allunga ulteriormente la longevità del titolo, permettendo ai giocatori di affrontare un buon numero di missioni singole, cercando di completare i molteplici obiettivi di gioco e allo stesso tempo eliminando più nemici possibile.

La possibilità della cooperativa locale per 2 giocatori (al momento presente solo su console), rende la modalità Raid ancora più divertente e stimolante, in particolar modo per chi cerca un piacevole diversivo in attesa dell’uscita dei prossimi episodi singoli. Una volta completato lo stage, il gioco assegna dei punti in base alle performance dei protagonisti, con i quali si possono acquistare nuove armi o abilità per le missioni successive. La natura rapida, frenetica ed intuitiva di questa modalità è il suo punto di forza, capace di catalizzare quanto di buono c’è in Revelations 2, concentrandolo in entusiasmanti match di pochi minuti.

In conclusione…

Attendiamo di giocare i restanti tre episodi del gioco per dare un verdetto finale a Resident Evil Revelations 2. Tuttavia ci duole ammettere che per ora l’ennesima incarnazione dello storico survival-horror non ha catturato la nostra attenzione come speravamo, lasciandoci interdetti soprattutto dal punto di vista narrativo, in attesa probabilmente che le future ore di gioco ne dipanino le ombre.

Non discostandosi troppo da quelle che sono le meccaniche canoniche della serie, Revelations 2 calca un terreno già battuto ed apprezzato in precedenza, senza però azzardare nulla di innovativo, se si tralasciano quelle due o tre aggiunte nelle dinamiche di gameplay che comunque non fanno gridare al miracolo. Buona l’introduzione di Raid e la possibilità di sfruttare la cooperativa locale, anche se sarebbe stato meglio estendere questa possibilità online, ma non è detto che in futuro non venga percorsa anche questa strada.
Resident Evil Revelations 2 quindi non ingrana appieno al primo tentativo, ma restiamo fiduciosi che le buone premesse si trasformino, nelle prossime settimane, in solide realtà.

Amante dei tatuaggi e del buon vino, crede fermamente nella vita extraterrestre. Ha una passione viscerale per i videogames maturata nel tempo, che lo ha portato a scrivere per molte riviste italiane e siti web specializzati nel settore.

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