Grow Home – Recensione

Grow Home – Recensione

Che strano (e che sorpresa!) Grow Home. L’ultimo nato in casa Ubisoft è un gioco annunciato pochi giorni prima della sua uscita e prima ancora che potessimo capire di pasta fosse fatto ce lo siamo ritrovati sui nostri computer, attraverso Steam. Grow Home infatti è disponibile solo in digital download e (per fortuna) evita l’integrazione su Uplay, aumentando la sensazione che sia stato pubblicato in fretta e furia: ma è davvero così?

In effetti basta un’occhiata al video di presentazione per notare una produzione quasi amatoriale e Ubisoft stessa non lo nasconde. Le otto persone del team Reflections (sì, quelli di Driver) hanno creato questo simpatico gioco per “uso interno”: poi il passaparola si è sparso fino a che il piccolo B.U.D. e la sua avventura non sono finiti sulla scrivania di un qualche pezzo grosso che ha intravisto (giustamente) in Grow Home del potenziale e lo ha fatto pubblicare quasi così come lo abbiamo giocato.

Grow Home ha una storia, semplice ma ce l’ha: il piccolo B.U.D. (Botanical Utility Droid) viene spedito in giro per la galassia a cercare nuove forme di vita vegetale capaci di riossigenare il pianeta di provenienza. Intravede su un pianeta un seme di una pianta molto particolare che può tornare utile per la sua causa, ma per ottenere questi semi il piccolo B.U.D. dovrà far crescere la pianta fino alla ragguardevole altezza di 2000 metri.

Per crescere la pianta ha bisogno di una particolare sostanza che si trova all’interno di isole fluttuanti e B.U.D. avrà quindi il compito di collegare la pianta principale con le isole attraverso dei rami. Questi ultimi possono esser fatti fiorire da dei boccioli sparsi sulla pianta: B.U.D. dovrà quindi scalarla, raggiungere il bocciolo e tramite la pressione di un tasto farlo esplodere. Da lì partirà un ramo la cui direzione può essere orientata dal nostro piccolo robot.
La pianta necessita di sempre più linfa per arrivare allo stadio evolutivo successivo e alla zona sovrastante: per raggiungere la prima grande area nel cielo l’enorme albero ha bisogno dell’energia di quattro isole, per la seconda ce ne vorranno sei e poi otto, fino all’epilogo. Ogni area successiva obbligherà il piccolo B.U.D. a andare sempre più in alto, ma non solo: le aree si espandono anche orizzontalmente sottolineando al tempo stesso sia la componente platform che quella esplorativa.

Sparsi per il mondo di Grow Home ci sono inoltre dei cristalli: ogni dieci unità raccolte B.U.D. acquisisce una nuova abilità come ad esempio la possibilità di volare con un jetpack e una visuale più ampia, utile per capire dove si trovano le isole successive. Dopo i primi tre o quattro potenziamenti però la fantasia degli sviluppatori si è ridotta, proponendo solo upgrade di abilità già possedute. La raccolta dei cristalli rimane comunque un’attività consigliata perché oltre a premiare con i nuovi poteri, può regalare anche degli scorci incantevoli, come delle grotte nascoste in cui è un piacere scalare le pareti per mettere le mani metalliche sui cristalli.
Per facilitare l’esplorazione e aggiungere un pizzico di pepe alla pacifica esplorazione, si possono trovare in giro dei fiori che permettono a B.U.D. di planare temporaneamente o delle foglie secche che invece gli permettono di volare più a lungo.
Dopo pochi minuti di esplorazione vi ritroverete già molto in alto ad osservare quanto è cresciuta la vostra amica pianta, ma un semplice sguardo in basso vi farà venire le vertigini. Il rischio di cadere e dover rincominciare tutto da capo è in effetti l’unico brivido che riuscirà a darvi il gioco. Per fortuna sparsi in giro per le isole ci sono dei check-point attraverso i quali B.U.D. può viaggiare e tornare in vita in caso di accidentali e vorticose cadute.

Sempre per semplificare l’esplorazione troverete anche alcuni elementi che vi permetteranno di compiere immensi balzi in alto per, magari, recuperare metri preziosi dopo una caduta. A fronte di accorgimenti di questo genere, troviamo però dei pessimi controlli.

Le animazioni e i controlli di B.U.D. sono infatti quasi un incubo e spesso ci si ritrova a cadere nel vuoto dopo una faticosa scalata senza alcun motivo. Spiace quasi dover sottolineare un aspetto così negativo in un titolo altrimenti veramente originale e a tratti spettacolare: l’area di gioco è infatti impreziosita da un delicato ciclo giorno-notte che, anche se non ha alcun effetto in termini di gameplay, è capace di regalare scorci paesaggistici stupefacenti, soprattutto all’alba e al tramonto. La realizzazione grafica inoltre, pur nella sua semplicità, è convincente e rientra nello stile generale del titolo.

In conclusione…

Grow Home è dunque un titolo molto semplice, descrivibile quasi come un software zen in alcuni frangenti o come un platform naturalistico per altri. Il gameplay è estremamente semplice, ma con pochi elementi riesce a sfruttare meglio di tanti altri giochi ben più complessi uno spazio 3D in cui la verticalità ha un ruolo dominante. La tenerezza di B.U.D. è poi contagiosa: nel suo DNA sono riconoscibili (e confermati dagli sviluppatori) i geni di Wall-E e del robot di Guida Galattica per Autostoppisti ed aiutarlo nella sua missione sarà un piacere. Vi sarà richiesto qualche compromesso, come chiudere un occhio sui controlli e sulla durata del gioco, ma ne vale decisamente la pena.

Voto: 7/10

Da quando ho scoperto che i piaceri che i miei pollici opponibili potevano darmi con un joypad erano pressoché infiniti non ho mai smesso di videogiocare. Appassionato di cinema e musica, sempre e solo a livello maniacale.

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