Game of Thrones – Episode 2: The Lost Lords – Recensione

Game of Thrones – Episode 2: The Lost Lords – Recensione

Circa un mese e mezzo fa, vi abbiamo presentato il primo episodio della nuova serie Telltale dedicata al capolavoro di George R.R. Martin, il mastodontico Game of Thrones. Il “risultato finale” della prima delle sei puntate previste, è stato un incipit decisamente ben riuscito, che ci ha lasciato a bocca aperta fino alle sue ultime battute, e per cui non abbiamo avuto nessuna remora nel manifestare la nostra piena soddisfazione. Ora, dopo una spinosa attesa, è finalmente disponibile anche il secondo episodio intitolato The Lost Lords, che ci catapulterà in un lampo nel vivo della storia della famiglia Forrester, e di conseguenza nelle vicende che la vedono come protagonista all’interno del gioco del trono.

Ormai tutti sappiamo come lavorano i ragazzi della casa californiana, e sappiamo anche che hanno compreso talmente bene il modo di pensare e di immaginare dell’autore originale, che senza tanto impegno sono in grado di ricreare perfettamente l’atmosfera e la tensione che impregnano le sue storie. Inutile quindi negare che non siamo più nella pelle al pensiero di poter tornare nel Westeros insieme ai membri della House Forrester. Senza indugio quindi, mettiamo mano alle armi: si ritorna a difendere il Nord.


ATTENZIONE: il seguente testo contiene spoiler legati alla trama del gioco.


Sono giorni bui quelli che stanno vivendo i componenti della famiglia Forrester in questo tempo. Bui almeno quanto lo sono quelli della famiglia Stark loro alleata. Il tradimento dei Frey alle nozze rosse non ha solo eliminato uno dei maggiori pretendenti al trono dei Sette Regni, ma ha portato via due delle colonne portanti di casa Forrester: Lord Gregor, il capofamiglia, e Rodrik, il suo prode e coraggioso primogenito. In un solo colpo le redini della famiglia sembravano essere andate in malora, ed il declino del potere della famiglia nell’Ironrath di certo non è stato di grande aiuto.

Dopo l’assassinio del giovane Lord Ethan, e con il piccolo Ryon in mano ai Whitehill, non è rimasto più molto da fare, e l’unica speranza deve essere riposta in quella che possiamo definire forse la “pecora nera” della famiglia: Asher Forrester. Lo avevamo già sentito nominare dai suoi familiari, e sappiamo che è il secondogenito della famiglia, esiliato per essersi innamorato della figlia della famiglia sbagliata, causando non pochi problemi fin dalla sua giovinezza. Diventato un mercenario probabilmente per necessità a seguito dell’esilio, lo ritroveremo a Yunkai, a tre giorni dalla liberazione degli schiavi ad opera di Daenerys Targaryen. Qui è in compagnia di Beskha, una mercenaria con cui divide le avventure e le peripezie, e che grazie al suo sorriso e ad alcuni modi di fare, ricorda prepotentemente Xena, la principessa guerriera dell’omonima serie tv, interpretata ai tempi dall’indimenticabile Lucy Lawless. Ma sarà proprio una testa calda come quella di Asher a portare la salvezza alla famiglia Forrester?

Nel frattempo, Mira si trova sempre ad Approdo del Re, ancora in cerca di aiuto e favori per la sua famiglia da Margaery Tyrell e da Tyrion Lannister, incurante che problemi ben più grossi la attendono in agguato dietro l’angolo. Gared Tuttle ha intanto raggiunto la Barriera, e si appresta a diventare uno dei Guardiani della Notte, unendosi così alle fila in cui militano Jon Snow e Sam Tarly. A casa dei Forrester intanto, un piccolo evento sembra portare per un attimo un raggio di luce nel loro cielo oscuro, ma dopo la morte del capofamiglia alle nozze rosse e quella del suo giovanissimo successore per mano di Ramsay Snow (il figlio bastardo di Roose Bolton), la situazione è quantomeno drammatica, e lascia presagire che il destino dell’Ironwood sia oramai decisamente in pericolo.

Come si può intuire quindi, anche questa parte di storia è densa di colpi di scena e di emozionanti avvenimenti, che quasi mai risultano essere prevedibili in toto. Ammettiamo che in alcuni punti magari la storia rallenta un po’ troppo, ma se si riesce ad immedesimarsi nei protagonisti di questa nuova avventura nei Sette Regni, si vivrà di sicuro un’esperienza videoludica decisamente forte. Si vivrà con i protagonisti, si combatterà con loro, si piangerà con loro, e lentamente, ci si sentirà come un vero Forrester. Uno di quei coraggiosi, orgogliosi e testardi uomini e donne del Nord, pronti a difendere la propria gente e la propria famiglia fino alla fine di tutto.

Questo secondo episodio ci ha portato quindi a visitare una nuova ambientazione, e ad incontrare anche dei nuovi personaggi, che in brevissimo tempo hanno saputo conquistare un posto nei nostri cuori. Ma quello che riusciamo a provare davanti a questi nostri nuovi eroi, non ci deve distrarre dal giudicare in maniera imparziale la parte tecnica del titolo, che ahimè, non è perfetta come quella narrativa. Il gameplay ovviamente non è cambiato, ma notiamo al suo interno delle piccole differenze, legate principalmente alla tempistica dei QTE nelle fasi di azione. Soprattutto all’inizio di questo nuovo episodio infatti, ci si accorge facilmente che alcuni di questi eventi richiedono una reazione particolarmente immediata, molto più rapida di quelle viste finora, e che portano facilmente alla morte se il giocatore esita anche solo per attimo. In altri casi invece, più che la velocità di esecuzione, viene richiesta una maggiore precisione nella tempistica, che non deve sforare il lasso di tempo che viene concesso dal sistema.

Per chi lo avesse scordato, rinfreschiamo un attimo il significato di QTE, per esteso Quick Time Events, che non sono altro che delle sequenze di tasti visualizzati a schermo, che devono essere premuti dal giocatore in base ad una tempistica più o meno limitata. Questi, insieme alle scelte multiple di azioni e dialoghi, sono le colonne portanti dello stile di gioco dei titoli Telltale, dei meccanismi decisamente semplici, che riescono però ad evolversi continuamente episodio dopo episodio, serie dopo serie, cercando di perfezionare un sistema di gioco atipico, ma comunque di grande effetto.

A livello estetico, molte delle locazioni sembrano venire fuori da alcuni quadri ad olio del secolo scorso, e dobbiamo dire (ndr: devo, più che altro) che la cosa non convince del tutto. Un aspetto estetico dei fondali di questo genere può essere utile a Yunkai, perché magari è di aiuto nel simulare la temperatura più alta del luogo, o magari ad Approdo del Re per sottolinearne la regalità e la raffinatezza, ma stona in luoghi come la Barriera o Ironrath, che sono posti duri, scolpiti nel ghiaccio, nella roccia e nel sudore degli uomini del Nord.

Sempre a livello grafico, non mancano sfortunatamente le problematiche tecniche, che stavolta trovano riscontro in più punti del solito. Le varie compenetrazioni dei corpi sembrano non mancare mai, soprattutto nei momenti più concitati della battaglia e dell’azione, ma in questo secondo episodio pare che alcuni oggetti abbiano deciso di avere vita propria. Il vaso rotto sul pavimento nella stanza di Mira per esempio, si sposta continuamente senza essere toccato da nessuno, e le spade di Beskha non sempre fuoriescono dai nemici nella stessa forma in cui ci erano entrate.

Per la parte audio infine, ribadiamo sia il fatto che per i personaggi “famosi” siano state usate le voci originali, sia che il titolo per il momento resta ancora completamente in inglese, rendendo quindi l’approccio un po’ più complesso a chi non mastica agevolmente la lingua anglosassone.

In conclusione…

È con le lacrime agli occhi che scriviamo le ultime parole per questo secondo episodio della serie Telltale dedicata a Game of Thrones, le stesse lacrime che ci hanno accompagnato al termine della scena finale e dei seguenti titoli di coda. Perché sì, la storia che ci viene narrata è ancora forte, dura, ed in alcuni momenti potrebbe veramente riuscire a strapparci le lacrime dal cuore, allo stesso modo in cui prima ce lo ha riempito di gioia per un inaspettato evento su cui non riponevamo più la minima speranza.

Le avventure grafiche di Telltale, si sa, sono particolari nel loro genere. Spingono il giocatore a provare delle emozioni, spesso forti, mettendo di conseguenza la narrazione al primo posto nella lista delle cose importanti. The Lost Lords in questo campo ha forse qualche sessione un po’ troppo lenta, ma tutto sommato riesce ugualmente a portarci sempre più vicini allo zenit della trama principale, che speriamo arrivi quanto prima. Gli eventi che accadono ai protagonisti del gioco e quelli dei personaggi principali della storia di Martin, cominciano ad assomigliarsi un po’ troppo, ed a lungo andare potrebbe essere una cosa troppo ridondante. La situazione legata alle problematiche tecniche non è stata risolta, anzi, gli errori sembrano presentarsi più di frequente rispetto al passato, e nemmeno questo è un bene.

Nonostante questi ultimi disappunti però, continuiamo ad avere fiducia nella produzione, e confidiamo nelle forti e travolgenti emozioni che i ragazzi di Telltale ci faranno provare negli episodi che ancora ci attendono. Valar Morghulis.

Voto: 7,5/10

Fin da piccolo ho sempre amato le storie, che fossero raccontate da un libro, un fumetto, un cartone, un film, o soprattutto da un videogioco. Alcune le ho solo viste, altre le ho sentite così mie da avere l'impressione di averle vissute, ed altre ancora le ho addirittura scritte. Forse sono un pazzo o un sognatore, o tutte e due le cose. Ma continuerò a sognare ed a vivere avventure, per poter dire un giorno "fammi rubare Capitano, un'avventura dove io son l'eroe che combatte accanto a te".

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