Battlefield Hardline: impressioni sulla beta

Battlefield Hardline: impressioni sulla beta

Sappiamo che siete impazienti di leggere, ma prima di immergervi nella lettura delle nostre impressioni sulla beta, vi segnaliamo altri due articoli che racchiudono tutto quello che c’è da sapere su questa open beta di Battlefield Hardline:

Ed ora, vi lasciamo finalmente alle nostre impressioni…


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Annunciato in pompa magna allo scorso E3 di Los Angeles, Battlefield Hardline mira a portare al franchise e a tutti i suoi fan più fedeli una ventata d’aria fresca, suggerendo dinamiche che si distaccano leggermente dal canonico shooter bellico al quale Electronic Arts ci ha sempre abituati.
Nelle sapienti mani di Visceral Games, software house ideatrice della trilogia di Dead Space, Hardline arriva in anteprima su console di nuova generazione e PC grazie ad una beta multiplayer che ci regala una splendido scorcio delle principali novità di gioco.

È doveroso a questo punto ricordare che Battlefield Hardline si discosta dai suoi predecessori anche sotto il punta di vista narrativo: il terreno di battaglia questa volta sarà l’assolata Los Angeles, in cui il poliziotto Nick Mendoza tenterà in tutti i modi (leciti o meno) di arginare l’incredibile ondata di violenta criminalità che ha inghiottito la metropoli, a causa del narcotraffico. Appare evidente quindi il cambio di marcia voluto da Visceral –e probabilmente dalla stessa EA- non tanto per creare nuove basi sulle quali rifondare il brand, ma piuttosto per creare un nuovo filone targato Battlefield, com’è stato per Bad Company qualche anno fa.

Il tema principale di Hardline è la guerra spietata tra forze dell’ordine e banditi, tra poliziotti infiltrati e spietati tagliagole della mala; un tema che ci auguriamo funzioni soprattutto nell’avventura in singolo, dove più di una volta il team DICE non è riuscito ad incidere come ci si aspettava.
Ma il cuore pulsante della produzione è ovviamente il multiplayer online, che anche in questa open beta (la seconda pubblicata finora) torna ad essere il prepotente protagonista, permettendoci di testare 3 delle principali modalità di gioco in altrettante mappe.

La formula di Hardline è più veloce e frenetica rispetto ai capitoli precedenti, sveltendo di molto alcuni passaggi prima molto macchinosi. Ogni giocatore avrà a disposizione 4 classi tra cui scegliere, che sono identiche per ogni fazione:  l’Operatore, ossia il classico soldato da prima linea capace di curare i propri compagni, equipaggiato con fucile mitragliatore e granate, il Meccanico, in grado di riparare mezzi pesanti e piazzare punti di rientro, l’Assassino, che può rifornire la propria squadra di munizioni e quant’altro ed infine il Professionista, armato di fucile di precisione ed abilitato ad ingannare il nemico con travestimenti, ottenendo così preziose informazioni.  Ognuno di loro ha specifici gadget e abilità personali, alcune di queste sbloccabili solo salendo di livello ed accumulando esperienza partita dopo partita.
Le armi e l’equipaggiamento invece possono essere acquistati in qualsiasi momento, utilizzando il denaro ottenuto dopo ogni match: in questo modo riuscire a portare a casa un cospicuo malloppo diventa l’obiettivo fondamentale per ogni giocatore che vuole migliorare le prestazioni del proprio alter-ego senza aspettare di raggiungere un livello prestabilito, forse anche in funzione di un level-cap insolito per uno sparatutto (il massimo è 150). Ci troviamo di fronte un modello molto diverso rispetto a Call Of Duty ad esempio, dove qualsiasi oggetto di gioco viene sbloccato esclusivamente con l’esperienza di gioco, ponendo un divario piuttosto consistente tra i giocatori più esperti ed i novellini.

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Al di là di Conquista Grande, che è una delle modalità più famose della saga, dove le due squadre protagoniste si contendono il dominio di alcune zone specifiche fino allo scadere del tempo, abbiamo avuto modo di testare Rapina e Corto Circuito.
La prima prende a piene mani dalla serie Payday e vede la squadra dei criminali violare uno o più depositi della mappa, rubare le borse con il denaro e fuggire a bordo di un elicottero, mentre il team delle forze dell’ordine è autorizzato all’uso della forza letale per impedire che il colpo abbia successo.
Nonostante la mappa sia piuttosto circoscritta, la sua complessità è perfetta per rendere lo scontro entusiasmante e adrenalinico. Gli esterni sono vasti e ricolmi di coperture e nascondigli, mentre gli stretti corridoi su più piani degli imponenti palazzi bancari sono teatro di violenti scontri a fuoco. Come in ogni Battlefield, anche in Hardline è possibile raggiungere quasi ogni punto visibile ad occhio nudo, compresi i tetti del circondario, dove astuti cecchini si posizionano per coprire gli assalti terresti alleati.
Entrambe le squadre possono contare su un equipaggiamento molto vario, con la possibilità di adottare più di un sistema per rallentare il nemico o, al contrario, agevolare i propri compagni. Avendo compiti molto diversi da svolgere, entrambi i team adotteranno tattiche opposte: i criminali necessitano di tempo per sfondare i caveau delle banche e recuperare il denaro e per questo la difesa della posizione e il rallentamento avversario sono fondamentali per rimanere in vita, mentre i poliziotti devono impedire che tutto questo accada e il loro approccio alla partita sarà molto più aggressivo e spietato, con l’utilizzo di ogni mezzo per sventare la rapina in corso.

Corto Circuito invece è una modalità piuttosto atipica per uno sparatutto, dove le due squadre devono raggiungere alcuni veicoli marcati disseminati per la mappa e guidarli a velocità estreme per esaurire i ticket avversari. Simile a Conquista Grande, questa variante “su ruote” presenta dei punti di controllo dinamici, che i giocatori dovranno occupare rapidamente, cooperando tra loro.
L’utilizzo dei veicoli è stato ampiamente pubblicizzato dalla stessa EA durante lo scorso anno e prometteva di essere una delle principali novità ed attrattive del nuovo Battlefield; la nostra prova sul campo conferma l’entusiasmo per questa inedita modalità, ma con i dovuti limiti, imposti soprattutto da un gameplay fondamentalmente differente a quello che ci si aspetta da un first person shooter.

A bordo di uno dei tanti mezzi disponibili (dalle moto fino ad arrivare a gigantesche autocisterne) serve una comprovata abilità nella guida, in modo da raggiungere gli obiettivi di gioco e seminare gli avversari; i propri compagni possono utilizzare le armi pesanti –mirando dai finestrini- per sviare o abbattere i veicoli nemici, ma spesso e volentieri queste azioni combinate portano ad una confusione eccessiva che fa perdere di vista il vero scopo. Molte delle abilità personali, che hanno un ruolo prominente nelle altre modalità, vengono momentaneamente messe da parte in favore di un gameplay molto più esaltante ed eretto quasi esclusivamente sugli inseguimenti automobilistici.
Capita inoltre di rientrare a piedi e di non riuscire a raggiungere il fulcro dell’azione per la mancanza di mezzi vicini, obbligando il giocatore ad una sfiancante maratona sotto il cocente sole dell’Arizona, salvo poi essere impietosamente investito da una quattroruote ostile.
Tutto questo è però controbilanciato dall’estrema spettacolarità (grazie ad un taglio cinematografico voluto) di questa modalità, se vogliamo meno impegnativa dal punto di vista tattico, ma non per questo meno spassosa.

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In qualsiasi di queste modalità è bene tenere presente che la cooperazione tra membri dello stesso team è fondamentale per portare a casa la vittoria: girovagare in maniera solitaria, aggirandosi senza copertura e senza apparente scopo diventa ben presto noioso, senza contare che non servirà a nulla. Aiutare i propri compagni con il corretto uso dei gadget specialistici e delle abilità invece, vi darà molte più soddisfazioni, soprattutto quando un piano ben congegnato viene concretizzato in modo impeccabile. Proprio per questo la durata delle partite –prima molto più rapide- è stata estesa ad un massimo di 30 minuti ciascuna, dando modo ai giocatori di imbastire strategie complesse anche in corso d’opera. 

Tutto questo non sarà semplice durante i primi minuti di gioco, durante i quali occorrerà prendere familiarità con l’hub e le numerose icone che riempiono la mappa, per capire a fondo ciò che sta accadendo ed il modo migliore per incidere positivamente sulla partita. Ma già dopo i primi scontri, Hardline si rivela piuttosto alla mano ed intuitivo, in particolar modo per chi ha già avuto occasione di giocare a Battlefield 4. Da esso recupera i 60FPS costanti (almeno su PS4, Xbox One e PC) e la veste grafica nitida, con effetti particellari notevoli e molto realistici, nonostante i 64 giocatori in contemporanea.
Anche le ambientazioni sono curatissime e ricche di dettagli che le rendono particolarmente simili alle controparti reali. I modelli poligonali si assomigliano un po’ troppo tra loro a causa della personalizzazione, vastissima dal punto di vista bellico, ma ancora molto contenuta esteticamente, se si esclude la possibilità di scegliere i colori degli abiti.

Battlefield Hardline uscirà il 19 marzo su quasi tutte le piattaforme di gioco (al solito, niente WiiU) e questa beta ci ha confermato le impressioni che già avevamo avuto a Colonia. Visceral ha compiuto un gran lavoro dal punto di vista generale del multiplayer, prendendo spunto da alcuni titoli di successo come Payday, ma ampliandone contenuti e possibilità. Soldati, carrarmati e raid aerei lasciano ora il posto ad elettrizzanti inseguimenti a bordo di veicoli truccati, rapine in banca e scontri a fuoco su mezzi blindati per il dominio delle principali zone della città.
Gli sviluppatori sono riusciti a mantenere alti gli standard del brand, allontanandosi dalle impostazioni belliche che hanno caratterizzato Battlefield in questi anni, per abbracciare una realtà urbana spietata ed attuale, ma non meno affascinante. Manca ancora qualche piccolo aggiustamento che a nostro parere potrebbe rendere l’interfaccia di gioco più funzionale e meno dispersiva, ma nel complesso le modalità multigiocatore testate si sono rivelate entusiasmanti.

Crediamo che i fan degli sparatutto online non ne rimarranno delusi, ma invitiamo tutti loro a provare quest’open beta.


Amante dei tatuaggi e del buon vino, crede fermamente nella vita extraterrestre. Ha una passione viscerale per i videogames maturata nel tempo, che lo ha portato a scrivere per molte riviste italiane e siti web specializzati nel settore.

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