Resident Evil HD Remastered – Recensione

Resident Evil HD Remastered – Recensione

Non sono quei due zombie dietro alla porta a spaventarmi. Sono lenti e probabilmente di spalle, potrei scivolare silenziosamente dietro di loro ed evitarli ancor prima che si accorgano della mia presenza. Il mio obiettivo è la porta in fondo al corridoio, dove quel dannato Hunter sembra aver messo le radici: il fucile a pompa è scarico, ho nove proiettili sul caricatore della pistola e non ho nemmeno uno straccio di erba verde. Se solo mi fossi ricordato di far scorta qualche minuto fa, quando il baule era a portata di mano, ora non starei tremando. Nove proiettili: schivo gli zombi, arrivo a metà corridoio e inizio a sparare all’Hunter: con un po’ di fortuna quello cade al suolo e, prima che si alzi, posso procedere oltre. E restare in vita ancora un paio di minuti.

Nella storia dei videogiochi, esistono pochi titoli capaci di iniettare nelle vene del giocatore un distillato di terrore così puro e agghiacciante da bloccarlo interi minuti dietro una porta nel vano tentativo di farsi coraggio e procedere. Resident Evil è senza dubbio uno degli esempi più illustri. Il capolavoro di Mikami, perché di capolavoro stiamo parlando, ha rappresentato per anni uno dei metri di paragone assoluto nel genere survival horror: un mortale in perenne penuria di munizioni contro un esercito di creature non morte, una sfida insormontabile contro mostri famelici dalle cui braccia, ora dopo ora, sembra sempre più impossibile sfuggire.

Resident Evil HD Remastered

PiattaformaPS4, PS3, Xbox One, Xbox 360, PC

Genere: Survival Horror

Sviluppatore: Capcom

Publisher: Capcom

Giocatori: 1

Online: Salvataggio statistiche su RE.net

Lingua: Testi in italiano – Audio in inglese

Versione Testata: PS4

Inutile spendere troppe parole sul capostipite di questa saga meravigliosa, rea soltanto di aver perso parte della propria identità nelle ultime iterazioni: Resident Evil è un gioco che deve essere giocato da chiunque, alla luce di un valore videoludico assoluto ed eguagliato solo in parte da una ristrettissima cerchia di titoli. E doveste essere tra quelli che, per qualche sventurata ragione, hanno perso l’appuntamento con la morte che cammina nel lontano 1996 e nel 2002 (anno di nascita del meraviglioso remake per GameCube), l’arrivo sugli scaffali digitali diPSN, Xbox Live e Steam di Resident Evil HD Remastered è l’occasione da non lasciarsi sfuggire. Rimediare ai propri errori una volta divenuti cibo per zombie non potrebbe essere ugualmente semplice.

Resident Evil HD Remastered, come ben avrete intuto, è una riedizione in alta definizione dell’ottimo remake diResident Evil apparso sul Cubo poco più di dodici anni fa. Da un certo punto di vista dobbiamo ammetterlo, trovarsi di fronte al remake di un remake di un’IP di estremo successo non solo non capita tutti i giorni, ma qualche dubbio te lo fa anche venire. Sulla volontà di far conoscere uno dei videogiochi più celebri di sempre ad un’utenza quanto più ampia possibile (trattandosi di un gioco alla soglia dei vent’anni, il fattore anagafico pesa non poco) non si discute certo, ma non serve essere troppo smaliziati per annusare in lontananza quel profumo agrodolce di manovra commerciale senza scrupoli. Ma, per nostra fortuna, non è questo il caso.

Resident Evil HD Remastered è una riedizione in alta definizione dell’ottimo remake di Resident Evil apparso sul Cubo poco più di dodici anni fa

Iniziamo con un veloce ripasso della trama di RE. In seguito ad una serie di inspiegabili omicidi, la squadra speciale S.T.A.R.S. (acronimo di Special Tactics And Rescue Service) viene inviata tra le montagne Arklay diRaccoon City con lo scopo di indagare sugli efferati decessi avvenuti e, segretamente, di recuperare la squadra Bravo, inviata sul posto giorni addietro ma sparita nel nulla. Atterrati in una brughiera all’apparenza desolata, gli agenti vengono attaccati da creature feroci dalle sembianze canine che, dopo aver banchettato sui resti diJoseph Forst, costrigono il quartetto superstite (Redfield, Valentine, Burton e Wesker) a rifugiarsi all’interno di una misteriosa villa, unico luogo “ospitale” nel raggio di chilometri. La situazione è tuttavia destinata a precipitare rapidamente: la magione di Lord Oswell E. Spencer è in realtà un accesso di copertura ad un centro ricerca della farmaceutica Umbrella Corporation, al cui interno vengono svolti esperimenti batteriologici legati ad un fantomatico Virus T. Virus che, manco a farlo apposta, ha superato le difese degli scenziati e si è diffuso a vista d’occhio trasformando ogni essere vivente nell’area in una creatura non morta affamata di carne umana. Nella villa creata da George Trevor, insomma, la cena è appena entrata dalla porta principale.

Rispetto al titolo GameCube, aumenta il numero di personaggi giocabili a disposizione del giocatore: a fianco deiChris Redfield e Jill Valentine tradizionali potremo optare le relative versioni “recenti” in costume BSAA(Bioterrorism Security Assessment Alliance), proprio com’erano apparse nel DLC Lost in Nightmares di RE5. Premesso che si tratta di differenze relegate al solo aspetto estetico, vale la pena ricordare come il gameplay di Resident Evil cambi drasticamente in base al personaggio prescelto. Chris è l’osso duro della squadra, caratterizzato da una forza e una resistenza sopra la norma ma, allo stesso tempo, da un’agilità e da una velocità (tanto nella fuga quanto nel colpire con il coltello) inferiore di quelle di Jill. La sua avventura nella Magione Spencer offre un coefficiente di sfida inadatto ai meno esperti del genere (che potranno comunque scegliere tra tre diversi livelli di difficoltà), visto che dovrà affidarsi ad un inventario ridotto (sei miseri slot contro gli otto di Jill), risolvere un numero maggiore di enigmi – che contemplano l’uso combinato di più oggetti, da reperire negli angoli più disparati della magione – e, laddove Jill utilizza il fedele grimaldello per aprire cassetti o serrature elementari, Chris dovrà sempre trovare una Vecchia Chiave con cui procedere. Senza contare che, non fosse questo abbastanza, disseminati lungo il percorso troverà molte meno munizioni, erbe e medikit.

Come si è evoluto Resident Evil dalla versione GameCube a questa HD.

Parlando più da vicino del gameplay di questa RE HD Remastered, chiunque abbia giocato l’episodio originale su GameCube si troverà perfettamente a proprio agio sin dalle battute iniziali. Le novità principali nelle meccaniche di gioco di questa versione 2015 coincidono con l’introduzione del Reload Tattico, opzione meravigliosa che permette di ricaricare l’arma equipaggiata senza passare per l’inventario e l’aggiornamento del sistema di controllo, uno dei punti più discussi (e attesi) dai fan della serie. Per la prima volta nella storia di RE, il giocatore può scegliere tra il control scherma originale, criticato da sempre per un’eccessiva macchinosità nei frangenti più affollati, e la sua variante alternativa, che pone il centro del sistema di riferimento sulla telecamera corrente e non più sul personaggio.

Pur funzionando alla grande per gran parte del playthrough, duole un po’ ammettere che anche il nuovo sistema soffre di imperfezioni: tanto per iniziare è impossibile camminare muovendo l’analogico sinistro, che al contrario fa sempre correre Chris e Jill alla velocità massima (il che può essere sconveniente quando si è ad un passo dalla morte in un corridoio infestato dai corvi). Il tasto della corsa, associato su PS3/PS4 al quadrato, ne esce inutile – a meno di non optare per il D-Pad e lo schema di movimenti “a vecchio”. Nettamente più fastidiosi sono i cambi repentini (e molto frequenti) di inquadrature, che resettano istantaneamente la direzione relativa del movimento e obbligano il giocatore a brusche correzioni con l’analogico: nulla di drammatico quando non ci sono zombie in giro, ma ritrovarsi improvvisamente faccia a faccia con due mostri dietro un angolo potrebbe essere più problematico del previsto.

Nella villa creata da George Trevor, la cena è appena entrata dalla porta principale

Al netto di questo, il gameplay ricalca pedissequamente quanto già visto su GameCube, con l’introduzione della fiaschetta di cherosene per bruciare i corpi abbattuti (ricorderete infatti che, a meno di non fargli esplodere la testa con un arma da fuoco, ciascuno zombie lasciato al suolo può potenzialmente tramutarsi in un letale Crimson Head – una creatura più forte, dannatamente veloce e dotata di artigli) e degli Item di Difesa(equipaggiati in uno slot apposito e usati automaticamente qualora finissimo nell’abbraccio di un nemico). Inutile sottolineare la natura tremendamente old school che caratterizza questa HD Remastered: chiunque attendesse l’introduzione del famigerato run & gun o un certo ammorbamento del livello di sfida resterà deluso, a meno di optare per la difficoltà più bassa.

Anche questo “nuovo” Resident Evil fa di tutto per non aiutare il giocatore, per farlo girare a vuoto da una stanza all’altra quasi senza sapere cosa sta cercando. E vuoi per le leggendarie sequenze che introducono ogni ingresso in una nuova stanza, capaci di instillare ulteriore ansia in chi gioca, l’esplorazione dei vari livelli rasenta ancora oggi la perfezione. La Magione Spencer e i suoi ancor più terribili segreti rappresentano un Metroid in salsa zombesca che si svela a piccoli bocconi, che costringe a tornare dozzine di volte sui propri passi fintanto che anche l’ultimo tassello dell’ennesimo puzzle è stato trovato: e finalmente si può procedere oltre, consci del fatto che, quando l’esplorazione sembra venir meno, è arrivato il momento di sopravvivere. E via a contare le munizioni, a muoversi strategicamente da un labirintico corridoio all’altro per raggiungere le safe area (e i fondamentali bauli) evitando Hunter o altre creature e minimizzando ogni rischio possibile. Ed è impossibile non tirare un sospiro di sollievo quando la macchina da scrivere divora il nostro rullo di inchiostro, quando anche solo per pochi secondi si è al sicuro: se non è survival horror questo…

Per quanto concerne l’impianto grafico, RE HD Remastered corre 30 fps su tutte le console, con una risoluzione di 720p nei sistemi previous (PS3 e Xbox 360) e di 1080p nelle controparti next. L’aumento dei poligoni e la miglior texturizzazione dei modelli tanto dei personaggi quanto – e soprattutto – delle creature nemiche è evidente: Hunter, Tyrant e Crimson Head ne escono notevolmente arricchiti, con un livello di dettaglio che ai tempi di GameCube potevamo solo immaginare. Lo stesso discorso vale per Chris, Jill e gli stessi Wesker eBarry, che pur restando simili nella fisionomia ai prototipi originali vantano ora una cura maggiore nei dettagli (le scritte sui giubbotti antiproiettile, ad esempio, o la rifinitura più elegante nelle fondine o nelle armi stesse). Revamp significativo anche nelle animazioni, che ora appaiono complessivamente più fluide e meno slegate: certo, il paragone con produzioni next più attuali è impietoso (l’età del materiale originale, che piaccia o no, si fa sentire), ma nell’ottica della rimasterizzazione il risultato è comunque abbondantemente sopra la sufficienza. Peccato per qualche calo di frame rate di troppo, riscontrato nella versione PS4 anche in sequenze non certo colme di modelli su schermo.

Discorso a parte merita invece la realizzazione delle location, figlie di un ammodernamento mastodontico. I vecchi fondali bidimensionali sono stati sostituiti da scenari più dettagliati e verosimili (basta solo osservare la carta da parati strappata dagli artigli degli Hunter), ancora estremamente abili nel ricreare quelle sensazioni disturbanti di precarietà e di ansia che tutti noi conosciamo. L’atrio principale della Magione rappresenta forse la location meglio riuscita dell’intero pacchetto, seppur il livello di interattività rimanga ancora nullo e, alle volte, l’impressione che i modelli (giocanti e non) vi siano impressi brutalmente sopra sia alquanto forte. A tal proposito, ricordiamo che è possibile rivivere i fasti di quest’avventura nel formato originale 4:3 o in un inedito 16:9 dal taglio spiccatamente cinematografico. Lo stretching effettuato dagli sviluppatori per adattare il vecchio materiale al nuovo formato è encomiabile, e il risultato complessivo – al netto di alcune location meno ispirate e dettagliate di altre – è comunque soddisfacente. Se il sistema di telecamere fisse (marchio di fabbrica dei primi capitoli del franchise) non ha subito particolari rivisitazioni, lo stesso non possiamo dire del comparto audio, ricampionato per l’occasione e reso compatibile con i recenti sistemi Dolby. E considerando la qualità indiscussa del sound design della versione GameCube del titolo, non serve sottolineare quanto le urla degli zombie o gli scricchiolii che provengono dai piani superiori della villa siano abili nel toglierci il fiato.

 

Impossibile non tirare un sospiro di sollievo quando la macchina da scrivere divora il nostro rullo di inchiostro, quando anche solo per pochi secondi si è al sicuro: se non è survival horror questo …

Ultimo, ma non meno importante, è il fattore rigiocabilità. L’avventura di Resident Evil, ad un primo playthrough,si assesta attorno alle dieci ore. Sappiate che esistono trofei specifici qualora completaste l’avventura in meno di cinque e tre ore, ma per riuscirci è necessaria non solo una dimestichezza di un certo livello col genere del survival horror, ma una conoscenza quasi mnemonica delle mappe e degli enigmi da risolvere. Come tradizioneMikami insegna, una volta terminata l’avventura con entrambi i personaggi principali (che offrono twist narrativi diversi ed interessanti, utili ad approfondire ulteriormente il background delle origini di una delle saghe più apprezzate di sempre), verranno rese disponibili al giocatore quattro nuove modalità sfida (Gioca Ancora, Vero Survival, Uno zombie pericoloso e Nemici Invisibili) di difficoltà via via crescente: in Vero Survival, ad esempio, la difficoltà è settata di default su difficile e i bauli sono “indipendenti” l’uno dall’altro. In Uno zombie pericoloso, accessibile solo dopo aver completato la modalità precedente, alcuni zombie sono sotituiti da un ex membro S.T.A.R.S. contagiato dal T-Virus e divenuto un Crimson Head, riempito di esplosivo da testa a piedi: fate fuoco contro di lui e sarà Game Over. Non bastasse, il puntamento automatico è disabilitato, caratteristica che lo accomuna alla difficilissima variante Nemici Invisibili. E tranquilli, il nome dice davvero tutto.

In conclusione…

Dare un giudizio numerico ad un’opera come Resident Evil, sia esso il remake del remake del primo indimenticabile capitolo, non è così semplice. Potessimo affidarci soltanto al fattore affettivo, al legame che i più vecchietti di noi hanno col capolavoro indiscusso di Mikami, non avremmo dubbi: dieci su dieci, un perfect score che più perfetto di così non si potrebbe. Perchè oggi come dodici anni fa, Resident Evil HD Remastered è una lezione meravigliosa di game design, una bibbia monumentale dove vengono scritti col fuoco gli stilemi del survival horror. E poco importa un frame rate non sempre granitico, alcuni modelli peggiori di altri o gli scenari privi di alcuna interattività col giocatore: ancora una volta ci ritroviamo rapiti in un universo terrificante, costretti a muoverci nell’angoscia più totale da una stanza all’altra di una villa – che ricorderemo almeno per altri 20 anni – pregando di avere abbastanza proiettili in canna o, nella peggiore delle ipotesi, di aver eliminato quanti più zombie possibili al giro precedente, Perchè inutile girarci attorno, RE HD Remastered è il survival horror nel suo stato più puro e incontaminato.

Onore a Mikami per l’introduzione di alcune caratteristiche, nuovo sistema di controllo in primis, che permettono al titolo di essere apprezzato e giocato fino in fondo anche da chi, anni or sono, aveva messo una pietra sopra per colpa di un control schema poco accessibile. E parlando proprio di Mikami, fa quasi sorridere che quello che doveva essere il suo titolo di rilancio, The Evil Within, sia costretto ad abbassare il capo di fronte alla magnificenza di Resident Evil HD Remastered. E al diavolo alcune scelte troppo old school (per non dire anacronistiche), alcune telecamere che ci faranno impazzire o grandi assenti che in molti auspicavano (la possibilità di skippare la sequenza di apertura della porta, ad esempio): stiamo parlando di un titolo dal valore videoludico a dir poco enorme. Un titolo che, ve lo ripetiamo, dovete assolutamente giocare ancora una volta. O che il Virus T vi possa cogliere.

Voto: 9/10

Bello, simpatico, intelligente e super esperto di videogiochi, ha sviluppato un'incredibile capacità nello scrivere cazzate.. Gioca ai giochini elettronici dall'86 e ci scrive a riguardo dal 2006 o giù di lì.. Ma non fateglielo notare, che poi si monta la testa..

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