Captain Toad: Treasure Tracker – Recensione

Captain Toad

Quando si pensa a Nintendo il primo pensiero corre sempre a Super Mario, è assodato. Eppure, non si vive di solo Mario dalle parti di Kyoto, basti pensare a titoli come Yoshi’s Island, Luigi’s Mansion e l’improbabile Super Princess Peach. Esistesse “Bowser’s Adventure” avremmo veramente un gioco dedicato a ogni personaggio del regno dei funghi. Ebbene sì perché quello che andiamo oggi a esaminare è il più assurdo degli spin-off dedicato alla fortunatissima saga dell’idraulico italiano. Protagonista dell’avventura? Ma l’improbabile Captain Toad, ovviamente!

Nato come esperimento collaterale di Super Mario 3D World (per il quale vi rimandiamo alla nostra recensione), Captain Toad si appresta a fare il suo esordio nei negozi con un puzzle game che riprende in tutto e per tutto i simpatici e ingegnosi livelli del titolo da cui è tratto. Toad non è Mario, lo sappiamo, eppure il simpatico funghetto è cresciuto da quando era solo un petulante servo dalla frase fatta “Sorry but our princess is in another castle”. Ora corre, raccoglie ortaggi, risolve enigmi ma purtroppo ancora non è in grado di saltare come il ben più noto idraulico, anzi, a questo giro non salta proprio.

Una mancanza che potrebbe infastidire i più, abituati ad anni di saltelli qua e là fra tartarughe e funghetti, ma che a conti fatti si trasforma nell’elemento più originale nonché cardine dell’intera avventura, una lacuna in grado di donare al gameplay una personalità tutta sua completamente differente da qualsiasi altro gioco abbiate mai giocato.

Strutturato per micro aree chiuse e non collegate fra loro, ogni livello di Captain Toad: Treasure Tracker permette al giocatore di ruotare a piacimento la telecamera di 360° alla ricerca di strade o suggerimenti per venir a capo dell’enigma di turno. Scopo del gioco è raccogliere le varie Iperstelle disseminate in ogni quadro, ma laddove Super Mario richiedeva riflessi e coordinazione, Captain Toad punta tutto sull’ingegno e il ragionamento per portare a termine tale scopo.

Vista l’impossibilità del piccolo Toad di saltare, per completare ogni area è necessario venire a patti con leve, interruttori, scale, piattaforme semoventi e nemici di varia natura da sconfiggere a colpi di rape proprio come in Super Mario Bros 2, il tutto possibilmente cercando di collezionare anche i tre diamanti Bonus nascosti negli angoli più subdoli. Intuito e deduzione diventano così due doti fondamentali da affinare per cercare di completare ogni area al meglio ma la brevità delle stesse è tale da non renderle mai eccessivamente complicate o tediose come spesso accade in questo genere di giochi. Ogni livello è affrontabile in una manciata di minuti e salvo grosse sviste è impossibile perdersi o mancare qualche collezionabile, il tutto a pieno vantaggio del ritmo di gioco sempre alto e mai soporifero.

Le situazioni di gioco sono molteplici e tutte molto valide, spaziando dalle classiche piattaforme da allineare in sequenza fino ai più fantasiosi blocchi che rispondono al tocco da posizionare nel modo giusto per proseguire, il tutto senza dimenticare le funamboliche gite sui carrelli da miniera a tirare rape alle monete e le misteriose case spettrali ricche di insidie e trabocchetti. Ogni cosa, insomma, è curata con la solita premura e dedizione “Made in Nintendo” mirata a suscitare lo stupore in ogni suo più piccolo dettaglio. Un gioco da dieci e lode quindi? Non esattamente. Sebbene sia tutto molto sfizioso e curato, sopratutto sul fronte tecnico che non ha nulla da invidiare a Super Mario 3D World, le origini di semplice minigame sono evidenti nel momento in cui il gioco pecca nell’evolversi al proseguire dell’avventura.

Le meccaniche messe in mostra convincono e impressionano sulle prime, ma una volta assimilate si ripresentano fin troppo uguali a loro stesse, seppur con qualche minima variante all’aumentare della difficoltà. Sotto questo punto di vista, una maggiore diversificazione dei power-ups al di fuori del piccone dell’invincibilità avrebbe sicuramente giovato all’esperienza, andando a creare nuove situazioni con cui interfacciarsi di volta in volta. Emblematico è il caso della ciliegia sdoppiante, uno strumento divertentissimo in grado di dare quel tocco in più a ai livelli in cui è presente ma che purtroppo si esaurisce in massimo cinque occasioni.

Tutti elementi che uniti alla generale brevità dell’avventura affossano in parte un progetto che pur nella sua semplicità poteva avere veramente le carte in tavola per diventare un nuovo punto di riferimento fra gli spin-off “Marieschi”. È pur vero che il gioco è affrontabile una seconda volta alla ricerca di un’ulteriore missione bonus da completare, ma anche tenendo conto di ciò l’avventura principale difficilmente andrà oltre le 5 ore di gioco totali. Un vero peccato perché con un mole di contenuti maggiori avremmo avuto per le mani un progetto in grado di rivaleggiare con mostri sacri quali Yoshi’s Island o Wario Land. Attualmente siamo più dalle parti del primo, seppur splendido, Luigi’s Mansion.

In conclusione…

Stando così le cose, insomma, Captain Toad Treasure Tracker si rivela un semplice quanto delizioso passatempo dal leggero retrogusto di occasione mancata. Preso a piccole dosi il suo dovere lo fa egregiamente, deludendo purtroppo sul lungo periodo e tutti quei giocatori che si aspettavano qualcosa di più elaborato all’annuncio di un “intero” gioco tutto dedicato al simpatico Toad.

La qualità è sicuramente fuori discussione e la bellezza di certi schemi è tale da farne desiderare di sempre nuovi e più evoluti, anche se purtroppo, come tutti i piaceri più effimeri, finiscono con lo spegnersi troppo in fretta. Un gioco da godersi a piccole dosi, ideale per partite mordi e fuggi da giocare rigorosamente sul GamePad, magari prima di andare a letto. A quando una versione da passeggio interamente dedicata al 3DS?

Voto: 7,5/10

Videogiocatore incallito, divoratore di film, seguace della via del Social: praticamente una vita passata a giocare, leggere e scrivere. A volte anche contemporaneamente.

Lost Password