Lara Croft e il Tempio di Osiride – Recensione

Lara Croft e il Tempio di Osiride – Recensione

Quando, nel lontano 2006, a Crystal Dynamics venne affidato l’arduo compito di risollevare il marchio di Tomb Raider, nessuno si sarebbe mai aspettato che il loro Tomb Raider: Legend sarebbe stato un campione di vendite per l’intera serie basata sulle avventure dell’eroina inglese, Lara Croft. Tuttavia, dopo Underworld arrivò una pausa lunga ben tre anni, periodo dal quale i Crystal Dynamics fecero emergere Lara Croft and the Guardian of Light nel 2010. Il titolo ebbe un discreto successo e maturò un ampio consenso della critica. Grazie a questo action-platform con visuale isometrica, Lara tornò ad essere sotto i riflettori videoludici e dopo il successo di Tomb Raider nel 2013, ecco che gli sviluppatori di Redwood son tornati in questi giorni a raccontarci l’ennesima storia della predatrice di tombe con l’ultimo Tomb Raider and the Temple of Osiris.

Lara Croft and the Temple of Osiris si lega principalmente a Guardian of Light, in quanto ne presenta a grandi linee le stesse meccaniche ed uno stile grafico analogo. Ma l’avventura nel tempio d’Osiride non si limita solo a ripetere una formula ben collaudata, poiché punta ad offrire un’esperienza divertente, indipendente e con un ottimo livello di difficoltà. Ma per poter capire meglio questo capitolo, è meglio anticipare in breve l’ambiente che ospiterà Lara e compagni in questa vicenda tutta da vivere.

In quest’ultimo capitolo, Lara Croft si recherà nel misterioso Egitto, terra a lei ben nota, per recuperare un misterioso artefatto legato ad Osiride. Nel giungere nella terra delle piramidi, però, Lara troverà ad attenderla il suo rivale Carter Bell, un cacciatore di tesori maschio alpha che, a causa della sua testardaggine, commetterà un errore fatale per i due avventurieri i quali si ritroveranno chiusi all’interno del Tempio di Osiride e marchiati a morte dal dio malvagio Set. Ebbene, nel tempio era stato rinchiuso il potere di Set ed a guardia della divinità furono posti Horus ed Isis, nuovi coprotagonisti di questo episodio. Lo scopo di Lara e compagni è dunque quello di fuggire alle grinfie di Set ed impedire, nel frattempo, la sua resurrezione facendo appello al potere di Osiride. Anche se Osiride è da lungo tempo deceduto, Lara e gli altri si recheranno di tomba in tomba per ritrovare i pezzi della statua del Dio al fine di ricomporla e riportare indietro il suo potente spirito. Ne deriva che l’impresa sarà tutt’altro che semplice, poiché non solo le tombe saranno colme di enigmi e trappole, ma Set ci sguinzaglierà contro i suoi servi più agguerriti.

La storia che ci introduce in Lara Croft and the Temple of Osiris non è sicuramente delle più originali, mai create, ma rievoca facilmente le atmosfere tanto care a Tomb Raider, puntando tutto sul magnifico Egitto, patria di segreti e magia. Il fascino della terra di sabbia è innegabile e la scelta è senza dubbio azzeccata.

Ma è nel level design che Lara Croft and the Temple of Osiris si rivela essere una piccola perla facilmente apprezzabile. Fin dalla prima missione, verremo catapultati nel tempio, ma Lara non avrà di certo vita facile. L’intero tempio funge da hub che collega le varie tombe in cui potremo trovare i pezzi della statua di Osiride. La mappa del complesso che ci verrà fornita nei primi minuti è relativamente inutile, poiché solo con essa sarà parecchio difficile orientarsi nell’immenso tempio. Per fortuna, a guidare i nostri passi ci saranno delle piccole statue di Osiride: interagendo con esse, queste si animeranno e ci indicheranno la tomba da raggiungere o la via da percorrere grazie ad una scia luminosa. Anche per il solo raggiungere i vari ‘dungeon’ talvolta dovrete ingegnarvi, perché ci saranno passaggi segreti, pulsanti, cancelli e trappole che richiederanno la vostra pazienza ed il vostro tempismo esatto al fine di poter procedere sulla strada. Andando avanti con l’avventura, verrà introdotto un nuovo elemento da sfruttare a vostro vantaggio per raggiungere aree e tombe remote: il tempo meteorologico. Da una zona chiamata Santuario, i protagonisti potranno interagire con un oggetto magico capace di cambiare le condizioni climatiche e l’orario della giornata. Alcune zone saranno accessibili soltanto mentre piove, o magari quando nevica, oppure di giorno invece che di notte. Ma non disperate, perché in giro per il Tempio troverete delle mattonelle che vi suggeriranno quale condizione è necessaria per proseguire in quel tratto. Spetterà a voi scegliere l’ordine con cui esplorare le tombe ed aprire i sentieri.

Ad ogni modo, nelle tombe Lara non troverà esclusivamente le parti della statua di Osiride, ma anche tanti tanti tesori, visto e considerato che lei è una predatrice di tombe. Distruggendo gli elementi ambientali come vasi, rocce, mattonelle o colonne, il gioco vi ricompenserà dandovi delle gemme preziose le quali altro non sono che la valuta del gioco. Conquistando le gemme, vi garantirete il tributo necessario per pagare l’apertura dei forzieri sparsi in ogni livello: non potrete aprire i bauli se non avrete abbastanza tesori da offrire al Dio. In ogni baule ci sarà un oggetto magico che potrete equipaggiare dalla schermata dell’inventario; questi oggetti vi garantiranno dei bonus o dei malus particolari a seconda della qualità del tesoro ottenuto. È facile pensare come i forzieri di legno vi daranno oggetti di basso valore con molti malus e pochi bonus, mentre i forzieri dorati – molto rari e principalmente dislocati nelle aree dopo i boss – vi regaleranno oggetti rarissimi e preziosissimi a patto che abbiate molte gemme. Ma i bauli non sono l’unico modo per ottenere ricompense, poiché in aree difficilmente accessibili potrete trovare potenziamenti per la salute o per le munizioni, oppure potrete impadronirvi di armi davvero devastanti come il lanciafiamme o l’RPG. Per fortuna, a differenza degli accessori ottenuti con l’apertura dei bauli, le armi saranno disponibili per tutti i personaggi e non solo per colui che le ha prese per primo.

Perciò, in Lara Croft and the Temple of Osiris l’ambiente non apparirà mai statico, ma dovrà essere concretamente usato per proseguire con la trama: che siate a caccia di tesori facendo saltare in aria reperti storici o stiate semplicemente cercando il modo di andare avanti, le zone vi appariranno vive e l’interazione con esse sarà alla base del gameplay. A seconda di come voi giochiate, in singolo o in co-op, le possibilità di interazione con l’ambiente saranno numerose: Lara e Carter potranno usare torce per illuminare le fiaccole o potranno avvalersi del rampino che creerà in punti appositi dei collegamenti improvvisati con la corda; Horus ed Isis, invece, avranno il bastone di Osiride che offrirà loro dei poteri divini come lo scudo magico ed il rallentamento temporale. In modalità singola, Lara avrà ognuno di questi poteri, ma in modalità co-op i poteri verranno ripartiti tra i vari partecipanti. Se giocando da soli la precisione ed il tempismo dovranno essere le vostre principali alleate, in co-op online o locale, il sincronismo cooperativo dovrà essere la parola d’obbligo. Per farvi un esempio, durante la nostra prova abbiamo dovuto affrontare in due una tomba davvero impegnativa: dovendo raggiungere l’altra parte di un burrone, l’unica speranza era il rampino di Lara; una volta legato il rampino all’apposito aggancio, Isis è salita sulla corda e si è fatta largo come una perfetta equilibrista. Giunta dall’altra parte, la giovane dea ha distrutto col suo potere magico una sfera protettiva che blindava un pulsante col quale, successivamente, ha interagito per far sì che dal profondo dell’abisso comparissero delle pedane su cui l’eroina inglese si è poi facilmente destreggiata. Giunte, infine, entrambe dall’altra parte, dei mostri sono apparsi per terminare la nostra avventura, ma l’intuitivo sistema di combattimento basato sulle doppie levette analogiche svolge egregiamente il suo ruolo e ci permette di prendere possesso di tutte le capacità letali del team. Questo piccolo e breve esempio di cooperazione è la norma quando si gioca a Lara Croft and the Temple of Osiris in coppia o in quattro, un modo di esperire il titolo in maniera sicuramente più divertente. Un modo per capire il divertimento associato alla modalità cooperativa è quello di provare un boss fight prima in singolo e poi a quattro giocatori: cambia radicalmente l’approccio e lo spasso che ne deriva.

A nostro parere, pur rimanendo impegnativo ed encomiabile in campagna singola, Lara Croft and the Temple of Osiris garantisce il suo massimo in co-op. Esattamente come accedeva già in Lara Croft and the Guardian of Light, potrete decidere se affrontare i livelli in modo cooperativo attraverso l’uso di internet o se chiamare i vostri amici a casa ed avventurarvi in locale. Tuttavia, se in Guardian of Light il gioco prevedeva un massimo di due giocatori, qui potrete impersonare fino a quattro personaggi su schermo. Badate bene che la difficoltà si adatterà al numero di giocatori presenti, perciò non aspettatevi che in quattro la vita sia molto più facile: Lara Croft and the Temple of Osiris dona sempre al giocatore un adeguato livello di sfida. Dal più semplice degli enigmi alle orde di nemici che compariranno per sbarrarvi la strada, non potrete mai prendere un attimo di respiro. Tuttavia, la cooperazione lascia spazio anche ad un po’ di competizione tra amici nel momento in cui, ad inizio livello, vi comparirà una tabella di obiettivi da raggiungere insieme o singolarmente e, al termine del dungeon, il gioco vi offrirà una classifica con i punteggi dei rispettivi giocatori.

L’unico difetto che sentiamo di trovargli è, magari, la mancata longevità dell’avventura di miss Croft. Per terminare la campagna principale ci vorranno dalle 8 alle 10 ore, mentre per completare al 100% tutte le sfide proposte dovrete faticare per qualche ora in più.

Comunque sia, ad allietare il tempo passato in compagnia con Lara Croft and the Temple of Osiris vi verrà in aiuto un audio di buona qualità ed un comparto tecnico-grafico di pregio. Gli effetti particellari messi in campo denotano un’attenzione per le leggi fisiche non indifferente: alcune volte dovrete proprio avvalervi di esplosioni e forze vettoriali per poter avanzare nel livello, perciò sarà decisiva la vostra capacità di intuire la direzione che potrebbe prendere un oggetto una volta che questo verrà fatto saltare in aria. Ma scendendo ad un livello meno complesso, anche la cura grafica con cui sono dettagliati gli ambienti è minuziosa, nonché ispirata a quell’immaginario collettivo che tutti noi abbiamo dell’antico Egitto. Le texture chiaramente ottimizzate per un’esperienza su next-gen console fanno la loro figura ed a tratti donano degli scorci deliziosi.

In definitiva, Lara Croft and the Temple of Osiris è un gioco ottimo per chi vuole cimentarsi in un’avventura che metterà alla prova sia la vostra intelligenza che i vostri riflessi, ma può regalare anche dei bei momenti con gli amici attraverso un sistema co-op ben strutturato ed interessante. Lara ha conquistato i nostri cuori con quest’ultima prova, non solo per l’ambientazione del fascinoso Egitto, ma anche per il gameplay divertente che ci ha fatto sentire sempre sul filo del rasoio. La noia non appartiene a questo gioco e qualora non voleste abbandonarvi ai ritmi frenetici del tempio di Osiride, affidatevi comunque al pedigree di Crystal Dynamics nel valutare questo titolo come se fosse un piccolo capolavoro.

Voto: 9

Amo i videogiochi sin da quando ho messo le mani sul mio primo Commodore 64 nel lontano 1992. Ora cerco di coltivare la mia passione videoludica in ogni momento libero della giornata. Il mio genere preferito? JRPG per tutta la vita.

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