Joe Dever’s Lone Wolf HD Remastered – Recensione

Joe Dever’s Lone Wolf HD Remastered – Recensione

Quando si parla di Lupo Solitario, è inevitabile l’attacco nostalgia. Ricorre quest’anno, infatti, il trentesimo anniversario della prima pubblicazione della serie, non proprio l’altro ieri, insomma.

Era il lontano 1984 quando usciva per la prima volta “I Signori delle tenebre”, il primo di una lunga serie di librogame dalla penna del geniale e prolifico Joe Dever, accompagnato dalle espressive e personalissime interpretazioni grafiche di Gary Chalk.

“I Signori delle tenebre” non fu solo un successo, non rappresentava semplicemente un ottimo librogame, ma  ne definiva nuovi canoni e delineava caratteristiche che avrebbero rappresentato il genere durante tutto il suo boom degli anni novanta.

Le avventure del giovane Cavaliere Kai, Lupo Silenzioso, (il nome Kai originario di Lupo Solitario) unico superstite del massacro del suo ordine  perpetrato dai Signori di Helgedad, hanno affascinato, concupito, deliziato e, in alcuni casi, iniziato alla fantasy ed al GDR, una generazione di giovani. Uno dei segreti del successo della serie è stato, probabilmente, proprio la stretta e intima parentela di questi librogame con il GDR classico, declinato in solitaria (lo stesso Dever ha più volte affermato che Lupo Solitario doveva essere un GDR in solitaria, che ha trovato la sua perfetta sintesi e realizzazione sia per forma tecnica che  narrativa del librogame).

Realizzare un gioco sul librogame di Lupo Solitario , poteva forse ispirare un action in terza persona, o perché no, un classico GDR, vecchia scuola, in soggettiva, stile Legend of Grimrock, per citarne uno recente. Forge Reply ha invece, molto coerentemente, optato per rispettare il più possibile la natura “cartacea” dell’esperienza originale.

Questo approccio, per quanto ortodosso, porta con sé ovviamente anche una serie di meccaniche moderne e più adatte al mezzo nuovo e diverso che è il videogame. Si è tentata la fusione di questi due mondi, quello cartaceo statico e sequenziale, (per quanto il librogame in parte già lo superi con la sua natura non lineare), e quello del videogioco, rappresentato da una interazione più diretta di maggior profondità. Questa  probabilmente era la sfida principale da affrontare.

Dopo la doverosa premessa passiamo al gioco vero e proprio. Joe Dever’s Lone Wolf HD Remastered è la versione riveduta, corretta ed ampliata, dell’omonimo gioco uscito  su dispositivi mobili, un annetto fa circa.
Presenta tutti e quattro i capitoli  in un unico pacchetto, texture ad alta risoluzione, una nuova gallery, modelli 3D delle armi dei nemici e di Lupo Solitario stesso, un artbook in PDF e la colonna sonora fra gli extra.

La prima immagine che ci si presenterà a schermo è, molto appropriatamente, un tomo rilegato in pelle e dall’aria solenne: la nostra storia.

Aprendolo potremmo accedere alle opzioni a una nutrita serie di extra, tra cui un codex, (i codex mai troppo lodati!) e un bestiario. La creazione del personaggio, come tutto il resto del gioco, avviene in forma narrativa, sotto forma di  di scelte che verranno scritte e comporranno il nostro romanzo. L’interfaccia ci presenta il testo, sotto forma di libro  che va via via “scrivendosi” e ci porrà delle domande le cui risposte formeranno gli aspetti del nostro avatar di Lupo Solitario. Avremo quindi in termini di gioco, i classici valori delle caratteristiche, le arti Kai padroneggiate, e via dicendo. L’avventura è praticamente già iniziata e si sta scrivendo ancora prima di aver creato il nostro personaggio.

Temporalmente l’avventura si pone qualche anno dopo la distruzione del monastero Kai: Lupo Silenzioso, che ha oramai assunto il nuovo nome di Lupo Solitario, è entrato in possesso della spada del sole (Sommerswerd) ed è in corso la ricostruzione della fortezza Kai.

Mentre è intento a supervisionare la ricostruzione, fosche notizie  arrivano dai Ranger di Confine: pare infatti che gruppi di Giak e Drakkar siano stati visti nei pressi di Rockstarn, un remoto villaggio di minatori, nei pressi della Foresta Sommersa. In quanto signore della contea, e quindi anche di Rockstarn, Lupo Solitario crede bene di dover indagare (da solo, come da tradizione) e parte a cavallo alla volta del piccolo villaggio, alla scoperta dei suoi misteri.

Chiaramente non si può svelare nulla della trama; qui, più che in altri giochi, essa è fondamentale. La storia che si dipanerà è molto lunga, bella e piacevole da leggere, dalla prosa chiaramente “deverizzata” ( Dever stesso definisce cosi’ i testi che supervisiona) riconoscibile lo stile del maestro, chiaro e deciso, sempre appassionato e avventuroso, alle volte ingenuo, ma che non deluderà appassionati e non.

L’interfaccia del gioco ci presenta sulla sinistra la pagina destra di un libro aperto, a destra un “foglio” che potrà essere la mappa della zona dove ci muoviamo, il nostro equipaggiamento, o le scelte durante i bivi che affronteremo. In ogni momento sarà possibile richiamare un menù a tendina dove avremo i valori di Lupo Solitario (vitalità, vigore,  potere Kai) , l’equipaggiamento, pozioni caricate nella cintura e altre opzioni e indicatori. Il tutto è molto funzionale, ed è stato reso in questa versione PC ancora più flessibile.

Il gioco consisterà quindi proprio nel voltare pagina, dove dopo la “scrittura” del testo narrativo un’icona ci introdurrà l’evento. Potrebbe essere uno spostamento sulla mappa, o un evento azione, da risolvere usando una disciplina Kai, oppure una delle abilità base, come la forza bruta o l’astuzia.

Un evento decisamente frequente, forse verso la fine anche troppo, è il combattimento, l’evento principe;  in questo caso il libro farà posto alla visione del campo di battaglia, in 3D come un classico videogioco,  di Lupo Solitario e dei suoi nemici.

Lo scontro si svolge tramite una serie di QTE (quick time event), ovvero una sequenza di tasti del mouse da premere con una data tempistica, o movimenti da compiere, sempre con il mouse, entro un certo lasso di tempo (lo specifichiamo per chi sia nato dopo ShenMue o che sia riuscito fin’ora a schivare le opere di David Cage) che si attivano a seconda dell’azione che vogliamo intraprendere. Potremo effettuare attacchi all’arma bianca, o a distanza, tramite coltelli o balestra, o usare un’arte Kai, come lo Psicolaser; infine si può attivare uno dei poteri speciali della Sommerswerd, tutti molto belli nell’esecuzione.

I QTE non sono mai troppo complessi o lunghi nell’esecuzione: più che nell’abilità nell’eseguirli, la difficoltà dei combattimenti sta nell’utilizzo sapiente e strategico delle accoppiate di armi (due armi bianche come ascia spada, ascia e scudo generano QTE e azioni differenti), e  dei poteri Kai. Se in un primo momento, ad una occhiata superficiale, i combattimenti risultano banali, successivamente, sopratutto a livello difficile, tra dosare  colpi stordenti bombe ad area,  dardi infuocati e l’utilizzo letale della Sommerswerd, sarà una piacevole arte.

Infine c’e’ da dire che molto spesso prima di un incontro ci verranno proposte, dalla narrazione, delle opzioni, come ad esempio buttarsi direttamente nella mischia (Forza), o attendere e studiare la situazione (Astuzia), oppure usare un potere Kai (Intelligenza). Quello che faremo prima dei combattimenti influirà anche pesantemente sul combattimento stesso.

Altri eventi che affronteremo spesso sono lo scassinamento di porte e bauli, con un mini gioco stile Skyrim, e un rompicapo che coinvolge la manipolazione di un cubo energetico Shanti, una sorta di cubo di Rubik irregolare, ostico e molto divertente. Ovviamente non mancano mercanti dove comprare vendere e migliorare l’equipaggiamento.

L’avanzamento del personaggio sarà poi automatico: a ogni fine capitolo, dopo un riepilogo delle scelte compiute,  le caratteristiche aumenteranno coerentemente  a quelle maggiormente usate.

Sostanzialmente il gioco è tutto qua, un nucleo di rompicapo e strategia QTE avvolto da una bella e fitta narrazione. Stanca meno di ciò che si può credere, vista la presenza di un bestiario abbastanza vasto; i nemici più rappresentativi ci son tutti, dagli onnipresenti Giak ai Gourgaz passando per i Doomwolf (stranamente non montati dai Giak), Drakkar e  Vordak, e la varietà di nemici corrisponde a diverse tattiche da mettere in opera.

Quello estetico è un altro lato decisamente positivo. La cura per i dettagli è evidente: le illustrazioni del libro, sia a pagina intera che quelle che intervallano i capoversi, le stesse decorazioni delle pagine o la luce tremolante che illumina  la polvere, sospesa sul tomo dove si vanno a creare, a “scrivere” , le parole della narrazione, sono tanti piccoli dettagli ben fatti che rendono la lettura piacevole e immersiva.

La sezione combattimenti che visualizza la battaglia in 3D fra Lupo Solitario e i nemici mostra un passo avanti grafico tangibile rispetto alla versione mobile, in particcolare gli ambienti che sono stati migliorati (tra l’altro disponibili negli extra), molto ben costruiti ed in tema con la situazione, abbastanza vari e tutti molto ispirati.

L’accompagnamento musicale invece, per quanto ben fatto, diviene abbastanza velocemente un po’ noioso e stucchevole.

In conclusione…

Ritrovo con molto piacere  Lupo Solitario sul mio PC, dopo aver giocato molto alla versione mobile. Sicuramente per la sua natura di “libro”, apparentemente, sembrerebbe un prodotto meglio collocato nel mercato dei tablet e smartphone. In realtà questa versione rimasterizzata, è ben adattata all’uso del mouse, in quanto amplifica l’esperienza e la rende anche di più comoda fruizione, offrendo un  gioco più fluido nella sua gestione.

Joe Dever’s Lone Wolf è veramente un buon prodotto; la longevità è ottima, ci sono ore e ore di gioco, gli scontri sono divertenti e mai scontati, con una buona componente strategica e un numeroso bestiario: forse qualche rompicapo in più oltre al diabolico cubo Shanti, non avrebbe guastato, e sarebbe stata interessante anche una modalità “rilettura” dell’avventura giocata (ma sarà per la prossima); inoltre, sopratutto verso la fine, i combattimenti diventano decisamente numerosi, frammentando forse troppo la narrazione, ma d’altronde essendo vicini al climax finale la cosa è da una parte anche giustificata.

Questo gioco è sostanzialmente una crasi riuscita tra l’immaginario analogico dei tempi passati ed il moderno divertimento elettronico. Un’opera che sembra fatta su misura per i nostalgici delle avventure del Cavaliere Kai, (e sicuramente lo è), ma che, in realtà, superate le diffidenze iniziali,e  grazie anche a un nutrito Codex, può essere apprezzata da tutti gli amanti della sana e schietta heroic fantasy, dei GDR e della buona lettura ( sicuramente è uno dei casi in cui senza se e senza ma, un videogioco  possa essere consigliato a dei ragazzi, che oggigiorno sono purtroppo poco propensi alla lettura).

Senza dubbio ammalierà i fan della saga, che hanno un’altra avventura da leggere e giocare che si inserisce nel canon di Lupo Solitario: per questi l’acquisto è imprescindibile, lo divoreranno e desidereranno subito una nuova avventura (magari MagnaKai); tutti gli altri che cercano un gioco diverso dal solito, rilassante e dalla forte componente narrativa,  ma anche divertente da giocare, dovrebbero dargli sicuramente una possibilità.

Voto: 8/10

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