Borderlands: The Pre-Sequel – Recensione

Borderlands: The Pre-Sequel – Recensione

Se c’è una cosa che molti di quelli che hanno giocato il vecchio capitolo di Borderlands (il 2) si saranno chiesti almeno una volta, è sicuramente questa: da dove viene, e chi è in realtà Jack il Bello?

È una domanda lecita, anche perché, nonostante sia stato uno dei nostri villain in passato, Jack è indiscutibilmente un personaggio talmente carismatico ed interessante da suscitare sicuramente molta curiosità. Se anche voi fate parte di questa cerchia di curiosi, sappiate che il nuovo capitolo della saga, Borderlands: The Pre-Sequel, sembra contenere tutte le risposte che state/stiamo cercando. Ma per scoprire tutto ciò che c’è da sapere su Jack ed il suo background, dobbiamo risalire fino all’inizio della sua carriera, quando non era già a capo della Hyperion Corporation, e beh… sapete come funzionano queste cose… per sapere tutto, c’è bisogno di ascoltare una storia…

Prendete posto quindi, perché 2K e Gearbox Software ci portano su Elpis, la luna di Pandora; il viaggio sarà veloce, ma l’atterraggio non sarà per nulla comodo…

Jack il Bello non è sempre stato a capo della Hyperion Corporation, ed un po’ di tempo fa ne era infatti un semplice dipendente. In quel tempo tra l’altro, sembrava non essere nemmeno il cinico ed arrogante mostro senza scrupoli che abbiamo avuto modo di conoscere in Borderlands 2, anzi, poco ci mancava per poterlo considerare un’altruistica personcina a modo. Nella sua vita da impiegato, il nostro Jack era venuto a conoscenza dei pessimi piani messi in atto dalla dirigenza dell’azienda per cui stava lavorando, ed era diventata quindi sua intenzione porvi fine prima che a pagarne le conseguenze fossero tutti gli abitanti di Pandora (o almeno questo è quello che traspare all’inizio della trama).

Ma il Bello non poteva fare tutto da solo, e per questa ragione aveva avuto bisogno di ricorrere all’aiuto di alcuni mercenari che potessero supportarlo in questa eroica impresa. Sì, perché in queste vesti, il malvagio Jack il Bello che conosciamo, ha rischiato di sembrare quasi un eroe, un cavaliere in scintillante armatura, che non si è tirato indietro dal salvare un intero pianeta. Tutti questi avvenimenti ci saranno raccontati nel presente (temporalmente al termine del secondo capitolo), direttamente dalla bocca di Athena, una dei nuovi personaggi del gioco, che ci racconterà la storia dal punto di vista di chi è stato al fianco di Jack per tutto quel tempo.

Senza proseguire troppo nello svelarvi la trama, diciamo solo che queste vicende hanno forgiato l’uomo che si poneva dietro le quinte degli eventi più biechi che ci sono capitati su Pandora in Borderlands 2, colui che poteva decidere dei destini di quasi tutti gli abitanti del pianeta. Ne è venuto fuori quindi il personaggio che tutti conosciamo, irriverente, ironico, sarcastico, e con una spiccata antipatia per i Claptrap (che in alcuni momenti non è per nulla da biasimare).

Protagonisti di questa nuova avventura, sapientemente guidati dalle vostre mani, quattro “eroi” non proprio improvvisati, che bene o male abbiamo già avuto modo di conoscere in passato. Come anticipato, quella che conosceremo per prima è ovviamente Athena, gladiatrice nonché voce narrante di questa nuova storia (almeno nella prima run), che fa uso di uno speciale scudo in grado di assorbire i danni nemici (ivi compresi quelli elementali), che saranno restituiti con gli interessi al malcapitato che verrà colpito da questo strumento “di difesa”. Wilhelm, è una nostra vecchia conoscenza, nonostante avesse un aspetto decisamente differente quando l’abbiamo incontrato “nel futuro”. Durante la battaglia, egli può far ricorso a Wolf e Saint, due droni in grado di ripristinare la vitalità del loro padrone ed occuparsi nel contempo anche della sua difesa.

Nisha è invece una pistolera, in grado di colpire in automatico e senza sbagliare i propri nemici per un breve periodo di tempo, infliggendo tra l’altro ingenti danni ai malcapitati. Infine, l’essere più improbabile sulla faccia del pianeta, il Claptrap, che grazie un particolare software del tutto randomico (il VaultHunter.exe), potrà analizzare la situazione circostante e scegliere la skill più adatta tra quelle dei precedenti cacciatori della cripta. È chiaro che il suo sarà il ruolo più imprevedibile (e comico magari) delle vostre partite, ma che grazie alla scelta dell’abilità sbagliata nel momento sbagliato, potrebbe diventare anche il motivo della vostra disfatta. Di certo però, con un personaggio del genere nel gruppo, non vi potrete sicuramente annoiare (il minion è bellissimo, ma capirete di cosa parlo solo quando lo vedrete con i vostri occhi, ndr).

Un buon eroe però, non può nulla senza dei collaboratori all’altezza della situazione, ed infatti, come su Pandora si è avuto a che fare con persone “particolarmente dotate” come Scooter, Zed e via via tutti gli altri PNG, anche qui su Elpis si avranno dei compagni di avventura che cercheranno di sopperire ai nostri bisogni esattamente come hanno fatto i nostri amici in passato. Incontriamo così Janey Springs, Pickle, Nina, ed ovviamente l’onnipresente Moxxi, che a quanto pare ha un bar anche qui sulla luna di Pandora…

Senza girarci troppo intorno, è palese che Borderlands The Pre-Sequel sia più una nuova grossa espansione piuttosto che un titolo del tutto nuovo. Il gameplay di fondo è rimasto quasi del tutto invariato, che per i distratti è quello di uno sparatutto in prima persona con elementi gidierristici. A giusta ragione quindi, si è puntato ad un rinnovo (parziale) dell’ambientazione, e ad alcune piccole modifiche, che ad essere onesti aggiungono sicuramente quel pizzico di novità (al minimo sindacale) che ogni seguito dovrebbe avere. Di quest’ultime, quella visibile immediatamente ad un primo sguardo è l’atmosfera di Elpis, la luna di Pandora in cui è ambientato il gioco.

Essa porta con sé principalmente due feature: la necessità/difficoltà di dover respirare in un’atmosfera non sufficientemente fornita di ossigeno, e la conseguente forza di gravità dovuta all’inferiore dimensione del corpo celeste su cui ci troviamo. Per sopperire alla prima, la mancanza di ossigeno nelle zone all’aperto, avrete bisogno di un nuovo pezzo di equipaggiamento, ovvero il kit Oz, che vi permetterà di resistere per un breve periodo di tempo nelle zone non provviste di colonnine o generatori di bolle di ossigeno. La cosa si traduce ovviamente in un piccolo incremento della difficoltà di gioco, che si andrà tra l’altro ad aggiungere a quello legato ai movimenti un po’ rallentati, dovuti alla differenza di gravità presente in zona.

Quest’ultima cosa però, non è del tutto negativa, in quanto con meno resistenza, e grazie al propulsore del kit Oz, potrete simulare l’effetto jetpack, aumentando notevolmente la distanza coperta dalle vostre acrobazie. Non pensate però che un’atmosfera del genere rallenti l’azione del gioco, anzi, l’occasione da la possibilità di introdurre un nuovo tipo di attacco, la schiacciata sul terreno, che si può eseguire quando ci si trova sospesi in aria, e che infliggerà bei danni ai nemici circostanti (occhio però, perché usando un kit Oz, anche i vostri nemici saranno in grado di fare altrettanto).

Le location in cui vi troverete ad errare, saranno ovviamente piene di crateri e strane creature, ed anche se ci troviamo su di un nuovo pianeta, alla fine della fiera non vedremo ambientazioni nettamente differenti rispetto a quelle di Pandora. In ogni caso però, davanti ai vostri mirini, incontrerete un bel po’ di nuove tipologie di nemici, e nuovi nemici spesso significa nuove armi per vostro arsenale… Vengono infatti introdotte in questo capitolo le armi laser, nonché quelle criogeniche, in grado di congelare istantaneamente un nemico, che poi potrete frantumare in mille pezzettini con un solo colpo in corpo a corpo.

Esattamente come nei titoli precedenti, ogni personaggio ha una propria skill tree, suddivisa come sempre in tre categorie principali, e su cui si potrà costruire man mano la propria build di abilità specifiche. Inoltre, troverete nuovi veicoli in grado anche di volare per brevi tratti (stingray), macchinette che riciclano le vostre vecchie armi in altre decisamente più performanti, e come direbbe Neo di Matrix: “armi, tante armi“.

I controlli principali non hanno subito grossi cambiamenti, e restano semplici e velocemente assimilabili con pochissima esperienza di gioco. Per quel che concerne la longevità invece, è risaputo che i titoli della serie siano dotati di quintalate di missioni secondarie, nonché di difficoltà aggiuntive, e visto che quest’ultimo episodio non è da meno, come è prevedibile saprà impegnare le vostre giornate per un bel po’ di tempo a venire. La cosa poi aumenta esponenzialmente se si tiene conto della modalità co-operativa, che come nei precedenti capitoli è il miglior punto di forza del titolo. Proseguire nell’avventura insieme a qualche amico infatti, risulta un’esperienza di gioco ancora migliore di quella del single player, ed è ormai un marchio di fabbrica legato alla saga dei cacciatori della cripta.

Lo stile grafico di questo nuovo episodio, non abbandona il vecchio cel shading usato fino ad ora, mantenendo quindi una sorta di standard rispetto alle produzioni passate. L’unica differenza che si nota è forse una tonalità di colori meno squillante rispetto a prima, ma l’atmosfera che ci ha accompagnato fin qui non sembra essere eccessivamente mutata. Molto interessanti gli effetti di luce utilizzati negli ambienti aperti della luna, che si possono notare ancora di più grazie al perenne stato crepuscolare/notturno in cui ci ritroveremo a vagare. Inutile dire che a volte, fare una passeggiata sulla superficie lunare tra geyser di ossigeno, distese di ghiaccio e pozze di lava, potrebbe anche essere rilassante, se non ci fossero in giro troppi esseri a cui la vostra presenza risulta particolarmente fastidiosa…

La speranza che il nuovo titolo risolvesse i problemi di caricamento iniziale delle textures, è però rimasta vana, in quanto il problema persiste anche in questo nuovo capitolo; anzi, rischia di risultare per giunta peggiorato, in quanto può succedere che tale caricamento si protragga per un tempo che per un videogiocatore attuale tende ad avvicinarsi ad infinito (che corrisponde invece ad alcuni secondi per le persone normali).

Sul fronte del sonoro, inutile dire che lo standard a cui la serie ci ha abituati è stato largamente rispettato, ed anche se la cosiddetta colonna sonora passa in secondo piano per la durata di quasi tutto il gioco (ad eccezione della cinematica iniziale), ci pensano i dialoghi a tenere banco su qualsiasi altra cosa. Questi, che tra l’altro vantano un doppiaggio completamente in italiano, sono come è giusto che sia il fulcro della trama, e sapranno divertire e tenere alto l’interesse nella storia grazie alle splendide caratterizzazioni dei personaggi principali.

Il modus operandi del titolo è quindi rimasto invariato, mantenendo esattamente i pro ed i contro visti di solito in questo genere di giochi. Infatti, che stiate affrontando una missione principale oppure una secondaria, i pattern di azione che vi troverete davanti saranno circa sempre gli stessi: uccidi il bersaglio X, recupera l’oggetto Y e portalo da Z, e via così… Un circolo vizioso di missioni in pratica, che indubbiamente peccano di ripetitività, ed assestano a lungo andare grossi montanti all’entusiasmo del giocatore che affronta una nuova avventura.

A livello tecnico infine, se tocchiamo il tasto dolente dei bug, ci pare di essere tornati un pochino più indietro rispetto ad un “Pre-Sequel“, ovvero quasi ai tempi del primo capitolo. Delle problematiche legate alle textures ne abbiamo già parlato precedentemente, ma per sfortuna non sono le sole ad essere presenti. La gestione dei PNG per esempio, non è propriamente perfetta, ed alcuni di loro infatti rischiano di attraversare muri ed ostacoli come se avessero abilitato il cheat del noclip su Wolfenstein 3D… La cosa peggiore sopraggiunge però quando i personaggi in questione sono quelli a cui si deve fare rapporto per completare o per far partire una nuova missione, coincidenza che manda in stallo la situazione e costringe l’utente a chiudere l’applicazione dalla console ed a restartare tutto…

In conclusione…

La sfortuna principale di Borderlands: The Pre-Sequel, è stata quella di venir fuori in un periodo in cui i nuovi FPS devono fare i conti con il nuovo Call of Duty (relativamente), ma soprattutto con Destiny, che nonostante fornisca bene o male gli stessi livelli di ripetitività, riesce ad assumere prepotentemente il ruolo di aggregatore sociale grazie al suo sistema simil-MMO.

La formula che viene proposta rispecchia comunque quella già vista in precedenza negli altri due episodi, e che essa sia indubbiamente vincente, è palesemente appurato. Il mix creato nel brand tra armi, pallottole ed allegra ironia, è in grado di catturare i giocatori per ore ed ore di gioco, ed in modalità multiplayer riesce persino a moltiplicare il divertimento in maniera esponenziale (non sottovalutate le corse per chi recupera il loot migliore, sono un’esperienza veramente divertente da fare in gruppo, o volendo anche per litigare….)

Certo, ci sono alcune cosette da sistemare, ma nel complesso, grazie anche alle piccole novità introdotte, si ha la parvenza di vedere una leggera svecchiata sul titolo, che comunque resta sempre sul filo del rasoio per sembrare un altro more of the same.

In ogni caso, se avete amato almeno il secondo Borderlands, ed avete perso intere notti nella ricerca del Terramorphous, amerete di sicuro anche questa nuova avventura su Elpis, ed avrete soprattutto l’occasione di apprendere i retroscena della vita di Jack il Bello. Per il resto, mentre aspettiamo il nuovo titolo dell’universo di Borderlands targato Telltale Games, e magari (speriamo) anche uno nuovo per le console next-gen, non ci resta che raccomandarvi di tenere sempre sotto controllo il vostro livello Oz, e salutarvi fino alla prossima storia… In bocca al kraggon, cacciatori della cripta…

Voto: 7,5/10

Fin da piccolo ho sempre amato le storie, che fossero raccontate da un libro, un fumetto, un cartone, un film, o soprattutto da un videogioco. Alcune le ho solo viste, altre le ho sentite così mie da avere l'impressione di averle vissute, ed altre ancora le ho addirittura scritte. Forse sono un pazzo o un sognatore, o tutte e due le cose. Ma continuerò a sognare ed a vivere avventure, per poter dire un giorno "fammi rubare Capitano, un'avventura dove io son l'eroe che combatte accanto a te".

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