Disney Fantasia: Il Potere della Musica – Recensione

Disney Fantasia: Il Potere della Musica – Recensione

Che la musica fosse magica lo sapevamo già: come definireste una forza in grado di farci viaggiare con la mente, o di stravolgerci completamente l’umore da un momento all’altro? Eppure Harmonix ha voluto fissare ulteriormente su carta questo concetto, provandoci prima col suo leggendario Guitar Hero e il suo insospettabile avversario Rock Band, “incantesimi” che ben poco avevano di merlinesco, ma che riuscivano ad illudere chiunque impugnasse un giocattoloso pezzo di plastica di essere il Malmsteen di turno. La benedizione di una certa Disney per il nuovo passo evolutivo non poteva non donare al team quel pizzico di magia necessario per rinnovare ancora una volta il genere, un genere che la sola Harmonix è riuscita a mantenere fresco ed accattivante: gli ingredienti per sfornare un qualcosa di brillante ed originale ci sono tutti, insomma.

Fantasia è un crocevia di esperienze e sensazioni, breve, ma dannatamente intenso.

Le particolarità di Fantasia sono numerose. La prima è certamente la narrazione, fin troppo curata per il genere (quasi sempre relegato al canovaccio dell’anonima band destinata a sfondare): sfido chiunque a non aver mai visto almeno una volta il sinfonico (ed omonimo) capolavoro targato Disney, in cui Topolino interpreta uno sbadato apprendista stregone guidato dal potente Yen Sid. Harmonix, forte della sua nuova “casacca”, ha optato per una reinterpretazione di quel classico, trasformando il giocatore/protagonista nell’apprendista dell’austero mago, il quale, all’inizio dell’avventura, gli/ci spiegherà le basi della magia musicale.

Non tutto però andrà secondo i piani, e alla misteriosa scomparsa del nostro maestro, vedrà la luce una temibile minaccia, l’unico possibile vero nemico di note e melodie: Gigi D’Ales.. ahem, il Rumore. Questa malvagia entità prenderà possesso dei reami in cui è suddiviso il mondo, e il nostro compito sarà quello di sfruttare i preziosi insegnamenti di Yen Sid per ripristinare l’ordine naturale delle cose, purificando le canzoni cardine di ogni livello e imparando speciali “Incantesimi di Composizione”, necessari per lo scontro finale. A guidarci ed accompagnarci ci penserà Scout, un’altra apprendista, decisamente più moderna e “swag“, con tanto di cuffie e berretto in bella vista. Quasi una giustificazione all’anima, per l’appunto, “moderna” del titolo, che alterna in maniera schizofrenica (ma fortunatamente senza troppe imposizioni al giocatore) a passare da capolavori della musica classica e del rock a… brani pop di ultima generazione.

Ma scordatevi il classico rhythm game piatto e ripetitivo, in cui dovrete limitarvi a “fare qualcosa” a tempo, pena, game over e restart. In Fantasia la musica è linfa vitale, è un flusso continuo che non può essere interrotto (e non solo per via della scomoda modalità di pausa), semmai plasmato a proprio piacimento, e sono proprio le sue due anime e la loro alternanza schizofrenica a donare al titolo di Harmonix quella marcia in più.

Un’altra peculiarità è la natura stessa dell’esperienza di gioco: si balla? Diciamo di sì. Ma tecnicamente si dirige un’orchestra virtuale, e, soprattutto, si crea musica. La si remixa, la si schiaccia, la si dilata, la si palleggia da un emisfero all’altro delle proprie emozioni, il tutto senza pause noiose o complessi tutorial.

L’immagine del giocatore catturata dal Kinect viene proiettata nel bel mezzo dello schermo, piccola ed infima rispetto allo stilizzato ed enorme arco celeste su cui vengono proiettate le note da “colpire” agitando le mani verso una specifica direzione, dando veri e propri pugni in aria, o magari effettuando delle particolari traiettorie. Tra una sventolata e l’altra, saranno però i Remix la vera rivoluzione: una volta sbloccati (due per brano, e bisognerà soddisfare determinate richieste, sempre legate ad una certa soglia di punti da raggiungere), permetteranno di stravolgere le tracce presenti cambiando strumenti, ritmo e mood durante i cambi di battuta, a nostra discrezione: quando è il turno della batteria, potremmo optare per delle ritmiche reggae, a supporto di violini e magari qualche rocciosa chitarra elettrica, per non parlare della squisita versione chiptune della “New World Symphony” di Dvorak, o della sontuosa versione orchestrale di “Message in a bottle” dei Police, tutti realizzati da artisti e DJ e resi attivabili da una semplice mossa.

Non sempre i risultati saranno esaltanti come nei due succitati casi (Mozart si starà rivoltando nella tomba, ndr), ma l’emozione di stravolgere a proprio piacimento dei capisaldi della musica andrà a riscaldare anche i cuori più freddi.

Ogni reame verrà purificato dal rumore apprendendo il relativo Incantesimo di Composizione, sorta di minigioco che verrà poi riproposto durante l’esecuzione dei brani (in particolare in modalità “libera”): Harmonix ha escogitato dei curiosi metodi per “creare” musica, con questi speciali prismi che una volta aperti, conterranno stranissimi “strumenti“, da stringhe di melodia da allungare ed accorciare, pattern ritmici da ripetere allo sfinimento, o combinazioni di note e battiti da mescolare, interventi che verranno poi amalgamati organicamente per brevi sequenze e donando un ulteriore tocco di personalità ai brani.

Per raggiungere il succitato incantesimo si dovranno però guadagnare un certo numero di Frammenti Magici (per un massimo di 70), due per ognuno dei brani presenti per livello, ma non mancheranno piacevoli extra in cui sarà possibile sperimentare ulteriormente con ritmi e note, chiamati Posti Caldi (da laureando in lingue, vi chiedo infinitamente scusa a nome del traduttore e di tutta la categoria per questo scempio, ndr), così come interi reami facoltativi in cui brani più danzerecci e moderni metteranno a dura prova riflessi (e, nel caso di chi scrive, stomaco e udito, ndr) del giocatore, il quale potrà peraltro condividere la magia con un compagno d’avventure, districandosi nella giungla sonora e sfidandosi nel mentre.

L’esperienza generale è dunque variegata e piacevole, con una sensibilità tecnologica che richiede un minimo di precisione, senza però far risultare il tutto eccessivamente faticoso o frustrante. Solo in qualche frangente, più nello specifico, negli splendidi menu di selezione delle tracce, abbiamo riscontrato qualche imprecisione della Musa, sfera/cursore con cui navigare da un reame all’altro, o divertirsi con i Posti Cal…no, non ce la faccio a scriverlo di nuovo, avete capito, no? Nulla di fastidioso, comunque, e forse imputabile alla periferica stessa.

Menu per altro splendidi ed estremamente interattivi, con tanto di mosse “rituali” da compiere per accedere ad un brano, o comunque ricchissimi di dettagli, caratterizzati da un design in cel shading davvero splendido e magico, e da degli accompagnamenti sonori piacevolissimi, il tutto minato unicamente da qualche rallentamento non così raro, purtroppo. Molti elementi presenti su schermo potranno infatti essere toccati e suonati, improvvisando melodie, o semplicemente vedendo cosa succede se si posiziona la Musa su di essi, indipendentemente dal loro essere dei molluschi jazzisti, delle candele presenti sulle corna di un maestoso cervo, o dei buffi giocattoli meccanici.

Ogni reame avrà infatti un suo mood, tra foreste, fondali marini, tristi fabbriche o villaggi incantati dominati da un drago un po’ metallaro, con tanto di remix dei brani direttamente legati proprio all’atmosfera generale, la quale influenzerà anche le immagini proiettate durante l’esecuzioni dei brani. Non mancheranno citazioni ad opere Disney, o semplici sequenze a tratti incantevoli, a tratti ipnotiche, in alcuni casi persino deprimenti (quelle della Pressa trasudano davvero inquietudine), ma forse sono proprio i fondali delle tracce musicali una delle poche note dolenti del pacchetto, in quanto la loro proiezione sul suggestivo arco celeste risulta il più delle volte anonima.

In conclusione…

Harmonix centra ancora una volta il bersaglio, rinnova in maniera convincente un genere, quello dei rhythm game, sempre più stantio e piatto, e tira fuori dal cilindro un prodotto curioso, sperimentale e coinvolgente. In Fantasia i musicisti sono dei maghi, e questa verità che ben si adatta al mondo reale viene proposta al giocatore sotto forma di bacchetta magica virtuale ed immateriale, una bacchetta con la quale potrà scandire il tempo come in un ballo rituale, potrà dirigere un’orchestra nella sua mente, o persino creare la sua musica, senza fastidiose interruzioni o noiosi schemi pre-confezionati.

Questa è una creatura da guardare, ascoltare e vivere senza freni, né le costrizioni di un joypad. Peccato sia molto probabilmente destinata a rappresentare il canto del cigno di quell’esperimento fallito chiamato Kinect 2.0, lasciato in panchina senza neanche la possibilità di effettuare un tiro in porta, ma i pochi fedeli alla bistrattata periferica avranno di che saltare, cantare e godere, da soli o in compagnia.

Una scaletta non troppo ricca ma per nulla banale, colma di tanti capolavori dal sapore epico e maestoso, arricchisce l’esplosione di luci e colori che invaderà lo schermo sin dal primo avvio, elementi che rendono ancor più splendente la gemma di Harmonix che sbaglia davvero poco, rea forse di esaurire la sua magia (o meglio, il suo lato più classico, quello narrato e canonico) in poco meno di un pomeriggio, ma pensata e nata per essere vissuta all’infinito.

Voto: 8/10

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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