How to Survive: Storm Warning Edition – Recensione

How to Survive: Storm Warning Edition – Recensione

Ogni generazione ha (e crea) i propri mostri. Le leggende ci parlano di streghe e vampiri, i miti metropolitani di fantasmi e spiriti, il web di eleganti e inquietanti Slendermen. Nel mondo videoludico ognuna di queste creature ha avuto spazio per crescere e cementarsi nei nostri incubi, il tutto localizzato in contesti e generi per lo più appartenenti alla stessa categoria, quella degli shooter.  Ma sul palcoscenico c’è un protagonista indiscusso, i nostri amati Zombie. Si può decidere di partire dalla cultura giamaicana dei riti voodoo o dalla versione più “romanzata” dei morti viventi di Romero, ma in qualunque caso lo zombie rappresenta più di ogni altro le nostre paure primordiali di morte e autodistruzione: quanto di buono può esserci in una specie che arriva (metaforicamente e non solo) a cibarsi di se stessa?

Ecco quindi che si torna a parlare di zombie con How To Survive, il twin-stick shooter a sfondo apocalittico di Eko e 505 Games. Dopo l’uscita nell’ottobre dell’anno scorso sulle console old-gen è ora di una riedizione per i nuovi gioielli di Sony e Microsoft, in un pacchetto digitale che comprende anche i 6 DLC rilasciati finora.

Andiamo a scoprire insieme se è solo fumo o c’è della carne appetitosa sul fuoco.

Sin dalle prime battute di gioco il titolo di EKO Software non sembra prendersi troppo sul serio, con una trama che definire “canovaccio” è essere gentili. Il protagonista, che potremo scegliere fra 4 tipi diversi (ognuno con caratteristiche e capacità relativamente uniche) si ritroverà su una spiaggia, unico superstite di un disastro marittimo. Da qui non dobbiamo far altro che sopravvivere secondo le regole di un sistema che in parte ricorda la gestione dei bisogni in The Sims: nel corso dell’avventura dovremo infatti stare attenti non solo alla salute del nostro personaggio, ma anche ai suoi livelli di fame, sete e stanchezza generale. Mentre i primi 3 parametri sono facilmente gestibili (una volta capiti i meccanismi), la stanchezza richiederà parecchia pazienza: essa potrà infatti essere ripristinata solo dormendo, azione disponibile solo in determinati luoghi e secondo determinate modalità. Ma facciamo qualche passo indietro.

How to Survive, o H2S, non pretende un’identità da vero horror, ma abbraccia appieno la parte survival. A pochi minuti dall’inizio ci ritroveremo a doverci difendere con bastoni e corpi contundenti improvvisati contro le orde di zombie dapprima sparute, ma man mano sempre più pressanti e numerose. Incontrati altri personaggi inizieremo un percorso di gioco facilmente riassumibile con la formula “inizio missione, esplorazione, arrivo a destinazione, fine missione”. Tutto in H2S si riduce a una serie di quests senza particolare mordente che a volte fanno sentire fin troppo pesantemente la mano che gli sviluppatori di gioco sembrano tenderci di attimo in attimo.

Vero diamante di questa produzione non propriamente eccezionale è Kovacuno stravagante guru della sopravvivenza che ci regalerà diversi consigli su come farci largo nell’apocalisse zombie. In giro per la mappa di gioco potremmo infatti mettere le mani su diverse splendide videoguide chiamate “Kovac’s Rules“, davvero originali e immerse nell’incredibile black humour tipico del nostro amico di sventure. Un’altra meccanica di gioco introdotta molto presto è un crafting tanto basilare quanto funzionale, che ci vedrà creare materiali, bende curative, e armi improvvisate. Le varie isole che il terreno di gioco include ci forniranno tutto il necessario per sopravvivere, tra piante esotiche e animali da cacciare per cibarsi. Nel titolo è poi presente un ciclo giorno/notte, non profondamente dinamico ma comunque capace di cambiare le carte in tavola per i giocatori meno preparati: a “farci compagnia” durante la notte infatti, assieme ai classici zombie diurni, ci saranno famelici quattrozampe pronti ad assalirci senza pietà, che potranno essere allontanati solo da una fonte di luce, sia essa una torcia o una pila. Dovremo quindi sempre essere pronti alla notte in arrivo, pena la morte quasi istantanea.

Il titolo mantiene le classiche meccaniche di movimento (e telecamere) dei twin shooters già visti finora, permettendoci però, di contro, poca libertà di movimento del personaggio dato che la camminata del nostro protagonista è davvero lenta, e lo scatto in corsa dura mezzo secondo o poco più. Il premio per la delusione più cocente va però alla mappa che ci troveremo a esplorare: H2S decide di mascherare le sue mappe davvero piccole con ostacoli e lunghe deviazioni degne dei labirinti della mitologica Arianna, capaci di trasformare qualche metro di sabbia e zombie in un inferno (apparentemente) senza uscita.

A peggiorare le cose la mappa è consultabile solo nel “menù di pausa”, interrompendo più e più volte l’avventura: l’integrazione di una mini-mappa è tardiva e viene considerata solo un bonus-capacità per uno dei personaggi, senza mai assumere i contorni di una feature ormai diventata necessaria in un titolo di questo genere. Gli scontri con gli zombi sanno essere davvero divertenti se affrontati all’arma bianca (il machete rimane l’arma più versatile), ma è nelle armi da fuoco improvvisate che H2S trova il suo ritmo naturale, sebbene EKO Software sembri in questa fase perdere (nuovamente) fedeltà all’ideale survival con munizioni sin troppo onnipresenti e un senso di “potenza” che non se ne va facilmente.

Dico nuovamente perché, come accennato in precedenza, una volta presa la mano, gestire i bisogni primari di sopravvivenza del protagonista (fame, sete e salute) è davvero facile: l’inventario non è il massimo dello spazio (o dell’ordine) ma permette di portarsi dietro cibo, acqua e piante curative con relativa facilità. Il parametro “jolly” è la stanchezza, dato che per far tornare piena la barra dovremo dormire in speciali rifugi creati da Kovac in giro per l’isola. Qual’è la parte fastidiosa? Per motivi che non vengono mai spiegati, questi rifugi, presupposti sicuri, vanno ripuliti degli zombie presenti e di tutti quelli che arrivano ad attaccarci nel frattempo: una noia colossale, soprattutto visto che la quantità di zombie che arriverà per divorarci sembrerà quasi frutto di un respawn infinito.

La cosa in sé potrebbe essere divertente per qualcuno, ma se ci aggiungiamo che con l’avanzare della storia queste “safehouses” diventano sempre meno numerose e sempre più lontane l’una dall’altra, il tutto diventa semplicemente una scocciatura. Un altro piccolo neo è la disposizione dei comandi, a volte davvero troppo arzigogolata. Districarsi tra i menù è complicato, soprattutto con gli zombie che cercano di mangiarti, e non ho trovato ben implementata la funzionalità di crafting, costringendomi spesso a schiacciare combinazioni di tasti per raggiungere una parte del menù che invece dovrebbe essere a portata di click.

H2S sulla console di Microsoft si lascia guardare e ascoltare senza troppi problemi, con le varie isole abbastanza dettagliate da distinguerle e una colonna sonora che cambia dinamicamente, mentre sono i modelli poligonali e le animazioni a non spiccare per cura e originalità. I 6 DLC inclusi aggiungono nuove isole da esplorare con relative armi da costruire, nuovi livelli di difficoltà, e nuove modalità di gioco. Queste vanno ad aggiungersi alle già presenti modalità Challenge, davvero originali e piacevoli, sia fatte da soli che in compagnia.

In conclusione…

How to Survive è un twin stick shooter che, non prendendosi troppo sul serio, fa quello che deve fare senza stravolgere troppo i cliché del genere. Nonostante le mappe labirintiche e i menù non proprio user-friendlyEKO Software crea un prodotto divertente e che sa piacere. Il folle Kovac è una punta di diamante del titolo: con il suo carattere originale e le sue guide di sopravvivenza davvero al limite dell’assurdo, ci riserva sorprese davvero fino alla fine .

Gli altri comparti del titolo sono nella media, senza epifanie tecniche o di gameplay. Non aspettatevi la realtà post-apocalittica di The Last of Us o la tensione di Metro: Last Light, ma se cercate del sano e illogico divertimento, non guardate oltre a How to Survive: Storm Warning Edition.

Voto: 7/10

Dopo un'infanzia passata davanti al Gameboy e un'adolescenza trascorsa in continue maratone di TimeCrisis,il Dottor Carter "de noantri" eleva la sua passione all'ennesima potenza ed è pronto a viaggiare oltre i confini del tempo e dello spazio ("Spaaaaaaaaaaaaaaaaaace!!!") per portarvi in giro nel fantastico luccicoso mondo del "gaming", fra notizie,rumor, e opinioni "off the wall".

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