The Legend of Korra – Recensione

The Legend of Korra – Recensione

Ci sono diversi motivi per essere incuriositi da The Legend of Korra: oltre ad essere infatti un titolo ispirato ad una serie animata che all’estero riscuote tutto sommato un buon successo, è soprattutto per noi videogiocatori incalliti un altro gioco d’azione partorito dalle menti dei Platinum Games, gli stessi creatori di Bayonetta.
Come se non fosse già abbastanza per far salire l’appetito, The Legend of Korra è il primo gioco solo in digital download dello sviluppatore giapponese, nonché il primo pubblicato da un publisher occidentale, ovvero Activision. Questo mix culturale dietro il videogioco in qualche modo rispecchia anche la mutilculturalità dietro la serie, ideata da menti occidentali e realizzata poi da uno studio coreano, ma come è andato quindi questo esperimento? Può questo mix di occidente e oriente dare dei buoni frutti?
The Legend of Korra

Piattaforma: PS3 / PS4 / Xbox 360 / Xbox One / PC

Genere: Azione

Sviluppatore: Platinum Games

Publisher: Activision

Giocatori: 1

Online: Assente

Lingua: Completamente in inglese
Versione testata: PS4
La storia di The Legend of Korra è ambientata settanta anni dopo le vicende di Aang, l’Avatar della prima serie. E no, l’Avatar di James Cameron e della sua rivisitazione di Pocahontas non c’entra nulla. L’Avatar in question è il protagonista di un mondo immaginario in cui alcune persone (benders) possono “piegare” gli elementi, i classici aria, fuoco, terra e acqua. Non tutti sono in grado di controllare gli elementi, ma chi ne è in grado non ne controlla più di uno: solo l’Avatar li controlla tutti e quattro e ha il compito di ristabilire ad ogni sua incarnazione l’equilibrio e la pace nel mondo.
Ogni incarnazione nasce in una nazione legata ad un elemento diverso, seguendo una determinata sequenza: dopo la nascita di Aang tra il popolo dell’aria (che ha portato allo sterminio della popolazione da parte di chi cercava di uccidere l’Avatar da piccolo), il nuovo dominatore degli elementi è nato nella nazione dell’acqua ed è una ragazza, per l’appunto Korra.
La storia di questo videogioco ispirato a The Legend of Korra si colloca subito dopo gli eventi della seconda stagione, dopo che Korra ha aperto i portali tra il mondo terrestre e il mondo degli spiriti. Questo lo si evince vedendo la città centrale, Republic City, ricoperta di vegetazione e chi conosce la serie sa collocare sulla linea temporale degli eventi quel che vede, ma per tutti gli altri regna l’oblio totale. Il titolo sviluppato dai Platinum Games è infatti rivolto interamente ai fan della serie, escludendo categoricamente tutti gli altri.
Non che comunque per i sopracitati fan la situazione migliori in qualche modo: questo gioco non ha una vera e propria storia, vuoi per la brevità dell’avventura, vuoi per la sua inconsistenza. Potremmo provare a riassumerla così: Korra incontra un vecchio losco e misterioso, lo insegue al polo sud e lì scopre chi è prima dell’inevitabile scontro finale. Stop. Le attese, considerando le premesse, sono decisamente deluse: non c’è alcuna traccia né del lavoro degli sceneggiatori originali della serie, né tanto meno del solito tocco di classe folle dei Platinum Games.

Come i fan delle avventure di Korra sapranno ogni stile di “bending” di un elemento corrisponde ad una tecnica marziale: il Tai Chi per l’acqua, Kung Fu per il fuoco, l’Hung Gar per la terra e infine il Ba Gua per l’aria.
Questo ha permesso agli sviluppatori di avere già dei precisi riferimenti nel creare il sistema di combattimento che è, prevedibilmente, l’aspetto più riuscito del gioco, con uno stile ravvicinato per fuoco e terra (veloce il primo e lento il secondo) e uno stile maggiormente incentrato sulla distanza e sugli attacchi di gruppo per acqua e aria.
Peccato che il gioco sia così corto che l’ultimo bending lo si sblocca a pochi minuti dal boss finale, impedendo quindi al giocatore di approfondire le combo.
Ma cosa ce ne facciamo di un buon combat-system senza gli adeguati nemici? Nulla, esatto, ed è proprio quello che accade in The Legend of Korra, dove affronterete soltanto soldati semplici, tre benders (sempre uguali, come degli improbabili cloni), dei mech giganti e degli spiriti. Niente altro. Ora, considerando la ridottissima durata del gioco potremmo anche chiudere un occhio, ma anche da questo punto di vista ci saremmo aspettati più varietà.
Anche da un punto di vista estetico The Legend of Korra ha deluso le (per altro basse) aspettative: da un gioco del genere non ci saremmo certamente aspettati una rivoluzione tecnologica, ma qui siamo ben lontani dallo standard accettabile. Il modello poligonale di Korra è ben realizzato, anche se quando pensiamo alla trasposizione di videoludica di una serie animata come Naruto Shippuden siamo su altri livelli.
Quel che invece abbiamo trovato intollerabile è la presenza di ambienti che definire scarni è un eufemismo: la povertà di dettaglio è tale da far pensare ad un gioco realizzato in poco tempo, come se ci si trovasse davanti ad una versione ancora incompleta del gioco, ma purtroppo così non è.
Più di ogni altra cosa quel che ci ha deluso di più è la brevità dell’avventura: certamente il prezzo budget a cui viene venduto non lasciava sperare in una lunghezza degna di un Elder Scrolls, ma visitare quattro ambienti distribuiti su soli otto capitoli ci ha lasciato l’amaro in bocca. Il gioco è tranquillamente completabile in quattro o cinque ore e se non fosse per la solita difficoltà estrema dei giochi Platinum Games sarebbe completabile anche in due ore.
Per allungare il brodo ci sono alcuni riempitivi, come ad esempio le sfide pro-bending e le corse su Naga.
Nel primo caso ci troviamo davanti alla replica digitale di uno sport presente nella serie in cui tre benders di tre elementi diversi sfidano una squadra avversaria su un campo diviso in fasce. Lo scopo del gioco è fare indietreggiare gli avversari verso le fasce sempre più esterne, sino a buttarli giù dal ring. Questa modalità si sblocca completando la campagna principale e potrebbe tenervi impegnati per qualche altra oretta, più che per interesse ludico per amore della serie.
Tra un capitolo e l’altro vi capiterà di dover cavalcare Naga, l’orso polare/cane di Korra. Queste sezioni si presentano come una versione console dei soliti endless run ed è evidente come un gameplay del genere si adatti ad uno smartphone e non ad un gioco del genere. Queste fasi, pur non essendo particolarmente difficili, riescono ad essere comunque frustranti e vi costringeranno a numerosi trial & error. Interessante, ma mal riuscito, l’esperimento del boss durante una di queste fasi, che alla fine risulta essere la sezione meno riuscita di tutto il gioco.

In conclusione…

Il videogioco ispirato a The Legend of Korra è la proverbiale occasione sprecata: se il nome della serie e la reputazione dei Platinum Games sembravano una combinazione più che adatta se non addirittura auspicabile, nella pratica ci troviamo di fronte ad un prodotto dozzinale, in cui l’unico aspetto ben realizzato sono i combattimenti.
Per tanto quando si riempiono di calci e pugni elementali i nemici si sente il feeling della serie animata, ma sono troppi i difetti che impediscono all’avventura di Korra di essere consigliabile anche a chi non conosce la serie, a partire dalla povertà dell’offerta in termine di longevità, grafica e narrazione, sino alla scarsa varietà di nemici e situazioni. Peccato Korra, avevi tutti gli elementi a tua disposizione per far breccia anche nei nostri cuori digitali.
Voto: 5/10

Da quando ho scoperto che i piaceri che i miei pollici opponibili potevano darmi con un joypad erano pressoché infiniti non ho mai smesso di videogiocare. Appassionato di cinema e musica, sempre e solo a livello maniacale.

Lost Password