Sunset Overdrive – Recensione

Sunset Overdrive – Recensione

Tutti amano l’Apocalisse.

O meglio, tutti i media digitali amano l’apocalisse, espediente perfetto e universale per raccontare storie che in un differente contesto non avrebbero alcun senso. Ma da sempre, la fine del mondo è vista con orrore e spavento, come l’epilogo di ogni cosa e vissuta dagli immaginari protagonisti con disperazione e sofferenza. Ecco perché Insomniac Games, ripresasi del tutto dallo scivolone FUSE della scorsa generazione e pronta a mettersi di nuovo in carreggiata con un titolo ambizioso e decisamente fuori dagli schemi, porta sugli scaffali Sunset Overdrive, esclusivissima Xbox One mostrata per la prima volta con un esplosivo trailer in CG durante la presentazione della console Microsoft.

Folle, coloratissimo e difficilmente catalogabile tra i generi videoludici attualmente più in voga, Sunset Overdrive nasce come un atipico free-roaming, il cui protagonista senza nome deve affrontare una catastrofe di portata mondiale con tutto ciò che ha a disposizione. L’epidemia e la messa in quarantena di Sunset City sono solo blandi espedienti per permettere ai giocatori di  spassarsela, sfogandosi contro le orde mutanti assetate di sangue, grazie ad armi impossibili, acrobazie uniche e un insano senso dell’umorismo che pervade ogni più piccolo pixel del gioco.

Attesissimo da trepidanti schiere di fan, questa importante esclusiva Xbox One mira ad essere il punto di (ri)lancio per la console e la vera e prima Killer Application per l’azienda di Redmond. Ma tanto hype è davvero giustificato, o le aspettative sono ancora una volta esagerate rispetto al prodotto finale?

Corre l’anno 2027 e la tranquilla e ridente Sunset City è il palcoscenico perfetto per il lancio mondiale di Overcharge Delirium XT, il nuovo potente drink energetico prodotto dalla multinazionale FizzCo. L’azienda non bada a spese per l’importante evento ed assicura a tutta la popolazione fiumi della gustosa bevanda; peccato che l’abuso di Overcharge scateni una reazione impensabile, alterando il DNA degli sventurati bevitori e trasformandoli in mutanti violenti ed assassini, chiamati volgarmente ODD (Overcharge Delirium Drinker). Diciassette giorni dopo, ogni parvenza di umanità è stata cancellata da Sunset City ed il protagonista del gioco si ritrova isolato in una città straripante di mostri, dove ogni contatto con il mondo esterno è subdolamente impedito proprio dalla FizzCo, che tenta in ogni modo di insabbiare ciò che è realmente successo. Ben presto altri sopravvissuti emergono dall’oscurità: alcuni pronti a darvi una mano per trovare una via d’uscita, altri decisamente meno amichevoli e più interessati al controllo e la razzia delle zone urbane ormai deserte.

Il protagonista (senza nome né appellativi, proprio perché personalizzabile in tutto e per tutto) però intuisce rapidamente che la fine della civiltà non deve per forza significare la fine del divertimento ed ecco che improvvisamente tutta Sunset City si trasforma in un immenso parco giochi dalle mille attrazioni, dove potrete girare liberamente attivando le missioni principali, partecipando a sfide acrobatiche o incarichi secondari, per ottenere crediti e potenziamenti extra.

Come già anticipato, il plot narrativo  è soltanto una mera scusa per giustificare un’ambientazione liberamente esplorabile, dove “poter fare ciò che si vuole” è il dettame che ne incarna lo spirito. Un’iniziativa coraggiosa e senza dubbio originale da parte di Insomniac Games, che però riesce nel difficile intento di stravolgere la realtà parallela del canonico videogioco per creare un legame diverso e per certi versi più riuscito con il diretto fruitore.
Il team di sviluppo lo sa bene e invece di sforzarsi di rendere ciò he accade sullo schermo realistico, esagera volutamente, evidenziandone tutti i limiti videoludici: un po’ come accadeva per Far Cry 3: Blood Dragon, i protagonisti di Sunset Overdrive si scherniscono, fanno battutacce volgari da bar e infrangono brutalmente la quarta parete. Il sottile confine che delimita il giocatore dal suo gioco non esiste più e ci si ritrova in un videogame dove ogni personaggio è cosciente della propria essenza virtuale. I risultati che ne seguono sono ovviamente assurdi ed in men che non si dica ci si ritrova a dialogare con la mostruosa voce fuoricampo che da utili consigli di gioco, o ad osservare increduli i più folli scimmiottamenti di famosi brand cinematografici e videoludici.

La grande libertà d’azione di cui fa sfoggio Overdrive si ritrova finanche nelle più piccole cose, come la personalizzazione del protagonista. Oltre alle skin di base, già numerose, potrete ottenerne altre completando apposite missioni o comprando i capi che più vi piacciono dagli NPC addetti all’abbigliamento. Dal taglio di capelli ai tatuaggi, dalle magliette ai guanti, dal tipo di scarpe al colore della biancheria intima: ognuna di queste cose può essere sostituita, colorata o indossata, generando un quantitativo esorbitante di personaggi, estremizzati da look fuori di testa e oggettistica irriverente.

Eccessi visivi che ritroviamo anche nell’arsenale disponibile, che al di là delle armi più convenzionali, vanta alcuni pregiati tocchi di classe, come il TNTeddy, un lancia-orsetti di peluche imbottiti di dinamite, il Capitano Ahab, un arpione devastante che in più crea pozze di Overcharge per attirare gli Odd o Alta Fedeltà, un’arma simile ad un fucile d’assalto che lancia dischi in vinile. Al di là dello strambo aspetto esteriore, ogni arma possiede delle specifiche e sarà più o meno efficace a seconda del nemico contro cui la utilizzerete. Gli Odd non saranno infatti l’unica minaccia da affrontare, ma verranno presto affiancati dagli Scabs, una milizia umana addestrata al combattimento a fuoco e resistente ai danni, e dai Robot FizzCo, vere e proprie macchine da guerra mandate dall’azienda colpevole del disastro per mettere a tacere i dissidenti. Ragion per cui è sempre necessario studiare l’avversario e affrontarlo con il giusto equipaggiamento, in base alle sue resistenze o debolezze a determinati fattori, contando che l’intelligenza artificiale sviluppata da Insomniac vi darà non poco filo da torcere.

A causa di un quantitativo di munizioni piuttosto ridotto (volontariamente pensato dalla software house), vi ritroverete a cambiare spesso arma nel bel mezzo di sanguinosi combattimenti, cosa resa possibile grazie al menù di selezione a comparsa, che pur non mettendo in pausa il gioco, ne rallenta di molto lo scorrere del tempo, permettendovi di scegliere con relativa comodità la vostra prossima mossa. Ognuna delle incredibili bocche di fuoco su cui metterete le mani può guadagnare potenza e salire di livello attraverso l’utilizzo, ma non solo; possono infatti essere aggiunti i cosiddetti Amps, ossia dei perk speciali che conferiscono agli armamenti abilità uniche, come quella di stordire i nemici o sparare proiettili esplosivi. I potenziamenti si guadagnano attraverso le missioni oppure si acquistano da Floyd –uno dei tanti curiosi personaggi che incontrerete- in cambio dei collezionabili sparsi per la città, tra cui carta igienica, scarpe puzzolenti e palloncini ad elio.

Una volta acquisiti, questi potenziamenti vi doneranno incredibili vantaggi  durante i combattimenti più efferati, ma non funzioneranno passivamente, bensì avranno bisogno di essere attivati attraverso i Punti Stile. E l’unico modo di guadagnare rapidamente Punti Stile è quello di giocare nel modo più spettacolare possibile, concatenando numerose mosse e uccisioni: se pensate sia possibile mirare da lontano, mentre si è accovacciati dietro una sicura copertura, avete sbagliato di grosso.

In Sunset Overdrive il dinamismo è la sola chiave per restare in vita ed annientare qualsiasi minaccia.
Correre, rimbalzare ed uccidere mentre si “grinda” sui cavi dell’alta tensione tra un palazzo e l’altro, attiverà i Punti Stile, suddivisi in vari livelli che si innesteranno a intervalli a seconda delle vostre azioni. Ovviamente restando fermi la barra dello Stile si svuoterà presto ed occorrerà ricominciare tutto daccapo; proprio per questo è fondamentale continuare a muoversi e continuare a farlo bene.

Cosa che non è propriamente facile, almeno durante i primi momenti di gioco; nonostante il gameplay sia stato sviluppato attorno ai movimenti del protagonista, capiterà più di una volta di sentirsi vagamente impacciati a causa di un quadro comandi non proprio elementare e della insospettabile difficoltà del titolo, che non lascia alcuno scampo ad azioni lente o ragionate. Per fortuna, una volta comprese le dinamiche di spostamento, di salto e di appiglio, tutto sembrerà molto più naturale ed arriveranno le prime vere soddisfazioni.

Completando gli svariati incarichi in giro per le strade di SC, otterrete anche gli Overdrive, potenziamenti (questa volta passivi) che possono essere utilizzati per il proprio personaggio. Ce ne sono parecchi e tutti con effetti diversi, ma sbloccarli è molto semplice siccome la maggior parte di essi li conquisterete proseguendo l’avventura principale. Tutti gli Overdrive migliorano esclusivamente la categoria di cui fanno parte –come ad esempio un maggior quantitativo di munizioni per le armi automatiche o una percentuale di punti stile maggiore derivante dall’uso dei salti- e proprio per questo, se durante la vostra campagna vi limiterete a ripetere sempre gli stessi movimenti o gli stessi attacchi non ne guadagnerete più di una manciata. Il trucco sta nell’essere il più vari e fantasiosi possibile, sfruttando al massimo le possibilità che offre l’ambiente circostante.

Grazie ad un massimo di 6 Overdrive che il vostro eroe potrà equipaggiare contemporaneamente, le sue mosse diventeranno ancora più devastanti, i suoi movimenti più pericolosi ed il suo arsenale bellico ancor più letale. Avrete quindi a che fare con un sistema di avanzamento insospettabilmente profondo e diversificato, che vi permetterà di personalizzare e sperimentare il vostro approccio al gioco, quale esso sia, senza alcuna limitazione.
Mentre per alcuni giochi la sfilza di potenziamenti disponibili è solo un modo per ostentare una diversificazione del gameplay che raramente si traduce in un sostanziale cambiamento pad alla mano, in Sunset Overdrive si ha la netta sensazione che ogni minimo miglioramento modifichi effettivamente le abilità del protagonista e le sue reazioni nei confronti degli avversari, seppur non in modo plateale. Ciò nonostante è incoraggiante notare come gli sforzi degli sviluppatori in questa direzione abbiano portato a dei risultati concreti ed entusiasmanti.

Come se non bastasse, anche Sunset Overdrive è dotato dell’ormai imprescindibile multiplayer online, che a questo giro prevede una frenetica modalità co-op dai due agli otto giocatori chiamata Chaos Squad. Una volta preso parte alla partita, l’intero team dovrà fronteggiare una o più missioni all’interno di una precisa zona di Sunset City ed infine resistere alla Difesa Notturna, ossia preservare i contenitori di Overcharge dall’assalto degli Odd con ogni mezzo possibile entro lo scadere del tempo.

I giocatori dovranno cooperare tra loro, aiutarsi a vicenda fronteggiando i pericoli in modo strategico e prepararsi adeguatamente ad ogni ondata di nemici. Proprio per questo, al già traboccante equipaggiamento del personaggio, si aggiungono le trappole, marchingegni mortali che si attivano qualora il nemico dovesse interagire con loro. Sbloccabili principalmente durante l’avventura principale, queste trappole forniscono un significativo aiuto durante i match cooperativi in quanto riescono a rallentare con successo l’avanzata degli Odd prima che sia troppo tardi.

Le missioni variano di volta in volta ed il loro completamento innalzerà il livello di chaos complessivo della squadra; più questo sarà alto, più la difficoltà della Difesa Notturna sarà elevata e maggiori saranno le ricompense a partita terminata. Fortunatamente, tutti gli oggetti, i potenziamenti e gli extra ottenuti dalle missioni multigiocatore possono essere trasferiti alla partita single player e viceversa, qualsiasi progresso fatto durante la main-quest può essere utilizzato per il bene della squadra.

Le partite cooperative, pur non essendo il cuore pulsante della produzione, rappresentano una valida alternativa una volta terminato il gioco e ne aumentano discretamente la longevità, anche se in alcuni casi – soprattutto durante i round finali di difesa, è facile notare una certa confusione in fase di approccio che a difficoltà elevate può seriamente minare l’esito dello scontro. Il sistema di ricompense è poi troppo fine a se stesso e raramente invoglia il giocatore a continuare la propria esperienza multigiocatore, in particolar modo se ha già completato l’avventura.

Resta da vedere se la magra modalità multiplayer (che per il momento conta solo 4 mappe) verrà successivamente ampliata attraverso i DLC o rimarrà un’aggiunta di scarso rilievo. Questo fattore di certo non influisce sulla qualità del prodotto, ma ci fa riflettere sulla necessità o meno di voler inserire a tutti i costi una componente online in tutti i titoli, anche in quelli che sembrano benissimo poterne fare a meno.

Artisticamente Sunset Overdrive è quanto di più ispirato sia apparso finora su Xbox One.
I ragazzi di Insomniac hanno lavorato alacremente per portare sugli scaffali un concept ardito, di forte impatto ed hanno centrato in pieno il bersaglio. Tutto quello che c’è sullo schermo in Overdrive è ammaliante: la saturazione esagerata della palette cromatica manda in visibilio le nostre pupille, mentre le stridenti note di un punk-rock indipendente echeggiano nel cielo di Sunset City, a ritmo delle assurde acrobazie compiute dal giocatore senza nome. Lo stile visivo è ricercato, variopinto e vibrante, i modelli dei personaggi sono intenzionalmente deformati, spesso parodiando i luoghi comuni delle classi sociali americane, ma sempre mantenendo un profilo tecnico di alto livello, grazie ad una mimica facciale molto realistica affiancata da movimenti fluidi e convincenti, anche durante i volteggi più articolati.

A tal proposito giustifichiamo in pieno la scelta dei programmatori di scendere ad una definizione di 900p e 30fps: in questo modo Sunset Overdrive riesce a dare il meglio di sé, con textures pulite e neanche l’ombra di un rallentamento, sebbene la mappa di gioco sia vasta ed il numero di modelli poligonali in movimento sia sempre alto.
Il sonoro merita una menzione d’onore e non solo per la geniale intuizione di digitalizzare le onomatopee abbinate ai suoni più forti, ma anche per una colonna sonora incalzante e scatenata, che ben si amalgama allo stile spregiudicato della produzione. Peccato che ogni tanto smetta di fare da piacevole sottofondo, lasciando il giocatore nel più assoluto silenzio, soprattutto nei momenti di quiete, quasi a voler suggerire di rimettersi in sella e spaccare qualche muso mutante. Superfluo dire che il titolo è interamente doppiato in italiano da attori professionisti; dopotutto sappiamo bene quanto Microsoft tenga alle proprie esclusive e quanto curi i minimi dettagli.

In conclusione…

Sunset Overdrive non è la Killer Application che farà impennare le vendite di Xbox One, ma è senza dubbio una grande esclusiva, e riconferma che uno studio di sviluppo può tornare al top anche dopo un passo falso. Oltrepassato il confine dei classici sparatutto in terza persona, l’esclusiva Microsoft che abbiamo tra le mani setta un nuovo standard nel genere, basando tutta l’esperienza sull’interazione con l’ambiente, sull’eccentrica personalizzazione dell’equipaggiamento e su uno stile di gioco davvero unico.

Pesa in un certo qual modo la poca varietà delle missioni da affrontare, tutte molto simili a quelle che avete sempre giocato (e probabilmente sempre giocherete) in titoli del genere, ma la solidità di un gameplay per molti versi innovativo fa sì che ciò non diventi un fastidio sproporzionato.

Sunset Overdrive non è un prodotto alla portata di tutti, ma sa conquistare dopo pochi minuti e difficilmente riuscirete a staccarvene senza prima averlo completato. Se amate le avventure fuori di testa, condite da un ritmo di gioco dinamico ed esplosivo, non potete proprio mancare all’appello.

Voto: 8/10

Amante dei tatuaggi e del buon vino, crede fermamente nella vita extraterrestre. Ha una passione viscerale per i videogames maturata nel tempo, che lo ha portato a scrivere per molte riviste italiane e siti web specializzati nel settore.

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