Fairy Fencer F – Recensione

Fairy Fencer F – Recensione

JRPG e fatine, un binomio che non può non ricordarci il stupendo Bravely Default ma che ancora una volta torna alla gran carica con Fairy Fencer F.

Compile Heart, famosa per le serie Hyperdimension Neptunia e Record of Agarest War ha lanciato questo nuovo brand proponendo non solo un tema curioso, ma anche nomi importanti come Yoshitaka Amano e Nobuo Uematsu suscitando fin da subito interesse.

La collaborazione ha avuto successo? Fairy Fencer F è un gioco sulle fate? Scopriamolo insieme!

Chi non ha mai sognato di partire per una grande avventura, magari accompagnato da una bella fanciulla? Sicuramente non Fang, il protagonista di questa storia. La dolce quotidianità fatta di sonnellini ed abbuffate di cibo è ciò che Fang desidera di più al mondo, per questo decide di provare a risvegliare una fata che esaudisca il suo sogno.

Il tentativo ha successo. Il protagonista come in un famoso classico Disney, estrae da una roccia una spada magica contenente una fata che lo nomina “Fencer”, ovvero un guerriero che può usufruire della forza dei poteri fatati. Peccato solo che le informazioni in possesso del nostro eroe non siano del tutto corrette. Per poter esaudire il suo desiderio, infatti, Eryn sprona Fang a recuperare tutte e cento le armi fatate esistenti al mondo.

Orrore, raccapriccio e totale avversione verso la fatina invadono i sentimenti di Fang, che tenta di vendere la ragazza e la spada magica da lei posseduta pur di comprarsi qualcosa da mangiare. Il tentativo fallisce ed il protagonista si ritrova in prigione dove non è intenzionato ad uscirne, perché dopo tutto lì il cibo è gratis e può dormire quanto vuole! Disperata, Eryn riesce a convincerlo ad uscire, descrivendogli le punizioni fisiche che subiscono i galeotti, ed il Fencer decide così di darsela a gambe… finalmente può iniziare l’avventura vera e propria.

Al momento entrambe le forze del bene e del male sono dormienti, ma grazie alla modalità “Godly Revival” il giocatore potrà decidere quale delle due entità divine risvegliare. Nonostante ciò suoni intrigante, cercare di liberare il signore dei demoni non cambierà la trama ed i dialoghi saranno sempre incentrati sull’importanza di riportare il bene nel mondo. Se ciò può deludere e lasciare interdetti, la vera funzione della modalità “Godly Revival” è solo quella di conferire ulteriori abilità magiche alle Furies ritrovate.

Durante il corso dell’avventura, infatti, oltre a incontrare nuovi amici, Fang è in grado di ottenere nuove e potenti Furies, utili non solo in combattimento ma anche per modificare alcuni aspetti dei dungeon di gioco. Vi serve ottenere più esperienza? Volete che il gruppo usufruisca di incantesimi più forti? Nessun problema, selezionando una o più delle armi potenziate con le giuste abilità, potrete ottenere preziosi bonus che sono purtroppo controbilanciati da alcuni malus, come l’abbassamento della difesa o di altre statistiche. Interessante ma mal sfruttata è invece la possibilità di poter cambiare i nemici presenti nel dungeon, sempre attraverso l’abilità delle furies, non fosse che il tutto si esaurisce in versioni riciclate di mostri già visti.

Il battle system è un ibrido composto da elementi action e turni: potremo sorprendere alle spalle o evitare i nemici che si muovono nei dungeon, ma una volta apparsa la schermata di battaglia, i tre personaggi si muoveranno liberamente sul campo rigorosamente a turni. Oltre ai tipici comandi di attacco e magia, il gruppo ne avrà uno in particolare chiamato “fairize”.

Fairize è la fusione fra Fencer e fata seguita da un imbarazzante ed esagerata trasformazione degna degli anime “majokko”. Fortunatamente è possibile saltare la cut scene visto che alla lunga diventa terribilmente ripetitiva. A fusione compiuta, il Fencer acquisisce un ulteriore boost di statistiche, oltre ad un aspetto pseudo robotico che durerà fino a quando la barra “fairize” non sarà vuota.

Muoversi per i dungeon è un ulteriore fonte di sofferenza. Il design delle ambientazioni esplorabili è uno dei punti più deboli del gioco, con spazi poveri di dettagli in cui scorazzare e grandi “stanze” collegate da corridoi da esplorare. A spezzare la monotonia sono principalmente gli eventi che portano avanti la trama e, occasionalmente, il ritrovamento di una Fury sorvegliata dall’immancabile boss di turno.

Nell’unica città disponibile è anche possibile accettare delle subquests che richiedono la raccolta di oggetti o l’uccisione di determinati nemici, anche se alla lunga, pure quest’ultime, tendono a diventare ripetitive. A donare un pizzico di personalità in più a un gioco che altrimenti non brilla certo per orginalità, ci pensa il sistema di personalizzazione dei personaggi. Un po’ come nei vari Tales of, Fairy Fencer offre la possibilità di comprare appositi accessori per abbellire o imbruttire i nostri eroi presso la bottega di Tomoe. Un’aggiunta che per quanto simpatica, mostra il fianco a qualche critica, come l’impossibilità di poter utilizzare la stessa decorazione su personaggi diversi, incapaci di scambiarsi gli oggetti fra di loro. È anche possibile sintetizzare i propri oggetti, anche se purtroppo è una funzione che passa in secondo piano, un vero peccato visto come i giochi della serie “Atelier” abbiano saputo rendere divertente l’alchimia.

A svettare sull’intera produzione è per lo meno l’aspetto prettamente visivo. Le illustrazioni in CG di Fairy Fencer F ammaliano e convincono, ma lo zampino di Amano se c’è non si vede. L’eccessiva quantità di ragazze dai grandi occhioni ed altri stereotipi del “carino” made in Japan sono al centro dell’attenzione insieme al prosperoso seno di Harley.

Se “One-Winged Angel” vi suscita piacevoli ricordi, non aspettatevi di trovare nulla di altrettanto memorabile in Fairy Fencer F, dove a farla da padrone è il J-POP: dall’opening alle battaglie, troverete ben poco di Nobuo Uematsu. Positiva è invece la presenza del doppiaggio giapponese oltre a quello inglese. Nonostante il primo sia decisamente superiore, non può che far piacere la possibilità di poter scegliere anche quest’ultimo.

In conclusione…

Nonostante i nomi altisonanti, Fairy Fencer F  fallisce nell’essere memorabile, risultando solo poco più che godibile ma nulla di più. Se cercate un JRPG con una bella trama e con personaggi in stile anime, probabilmente avrete già comprato Tales of Xillia 2, superiore a FFF in tutti gli aspetti.

Se la vostra fame di JRPG è tanta da soprassedere ai difetti di Fairy Fencer F, o siete fan delle produzioni targate Compile Heart, probabilmente riuscirete a chiudere un occhio, forse anche due, pur di giocarlo.

Non possiamo che augurarci che il seguito “Fairy Fencer F: Advent Dark Force” per PS4 corregga le lacune del primo.

Voto: 6,5/10

Insistere per avere un Game Boy nel lontano 1998 è stata una delle migliori idee che abbia mai avuto, da allora non si è più allontana dal mondo videoludico. Più allenatrice di Pokémon che studentessa, quando il dovere la chiama studia giapponese, in realtà il secondo fine è capire la trama dei suoi JRPG preferiti.

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