Lara Croft e il Tempio di Osiride – Anteprima

Lara Croft e il Tempio di Osiride – Anteprima

La nostra redazione si è recata a Milano per provare il prossimo lavoro di Crystal Dynamics, Lara Croft e il Tempio di Osiride, seguito episodico delle avventure narrate in Lara Croft e il Guardiano della Luce.

Già con il precedente titolo, nel 2010 la sussidiaria di Square Enix cercò di riportare ancora per una volta i riflettori su uno dei personaggi più noti del panorama videoludico. Con l’arrivo di Tomb Raider nel 2013, le vicende riguardanti Lara Croft e le sue esplorazioni tornarono ad entusiasmare il grande pubblico, tanto che l’annuncio all’E3 2014 di due nuovi capitoli sull’avventuriera inglese è stato ben accolto dal mondo dei videogiocatori.

Attualmente, Crystal Dynamics sta producendo due titoli paralleli ed incentrati entrambi sulla stessa protagonista: se Tomb Raider si è imposto come reboot della serie ed ha seguito spiritualmente le atmosfere create con i primissimi episodi dei lontani anni ’90, Lara Croft e il Guardiano della Luce ha voluto offrirci un tipo d’esperienza sicuramente diversa senza lasciare da parte l’appeal che ha sempre circondato l’eroina. Il seguito di Tomb Raider sarà dunque Rise of the Tomb Raider, mentre Lara Croft e il Tempio di Osiride ci riporterà nelle tombe a visuale isometrica, colme di trappole, puzzle e pericoli mortali così com’è stato per Lara Croft e il Guardiano della Luce.

Lara Croft e il Tempio di Osiride

E non c’è nulla di meglio dell’ambientare una storia di Lara nel magico e misterioso Egitto, location dal fascino indiscusso per tutto ciò che concerne l’archeologia. Per fare una breve premessa su ciò che andremo a vivere, in questo nuovo capitolo miss Croft si recherà nel famoso Tempio di Osiride per ricercare la mitica Staffa di Osiride. Tuttavia, Lara non sarà la prima ad arrivare sul posto, poiché lì troverà già Carter Bell, il suo atavico rivale. Entrambi ben presto scopriranno che quel tempio altro non è che la prigione per due antiche divinità, Horus ed Isis, bloccate tra quelle mura per volere dell’acerrimo nemico Set. Entrando in quel luogo, Lara e Carter sono stati inconsapevolmente marchiati a morte dal malvagio dio e l’unico modo per salvarsi dal giudizio sarà quello di aiutare Horus ed Isis a resuscitare Osiride, la sola entità capace di spezzare la maledizione di Set e fermare i piani dello stesso. Formando un’alleanza che farà da pretesto al co-op a quattro giocatori di questo nuovo titolo, i malcapitati dovranno correre tra dune e mostri, sempre sul filo del rasoio della propria vita. Set, ora che si è ridestato, ha intenzione di scatenare la sua armata di non morti sul mondo dei vivi e, come al solito, Lara Croft questa volta dovrà fare non pochi sforzi per porre fine a questa follia.

Quindi, così come accadde per Lara Croft e il Guardiano della Luce che faceva riferimento alle divinità azteche, anche in questo nuovo episodio torna l’aspetto mitologico-pagano con un chiaro appello a tutto il pantheon dell’antico Egitto. Dal punto di vista narrativo, Lara Croft e il Tempio di Osiride non muta la sua formula e punta a raccontare ciò che accade attraverso dei brevi dialoghi tra i personaggi e dei filmati che ci sono apparsi sempre interessanti ed esplicativi. Resta invariato anche il sistema di combattimento che rimane fisso sul doppio stick analogico in cui una levetta è adibita al movimento e l’altra alla mira.

 Ciò che cambia è invece l’aspetto cooperativo del gioco che si riflette ampiamente sul gameplay.

Ciò che cambia è invece l’aspetto cooperativo del gioco che si riflette ampiamente sul gameplay. Da come abbiamo potuto provare, il maggiore cambiamento rispetto a Il Guardiano della Luce è sicuramente l’introduzione di un sistema a quattro giocatori che impersoneranno rispettivamente Lara, Carter, Horus ed Isis. Ogni personaggio avrà una sua personale abilità dove queste spaziano tra scudi magici e rampini multifunzione. Ogni caratteristica dei protagonisti è pensata per aiutare sia se stessi che i propri compagni di gioco, riflettendo così un lavoro di game design equilibrato e divertente. Ad esempio, avanti a noi si era aperta l’opportunità di scalare un altissimo muro per giungere ad un tesoro, ma per farlo abbiamo dovuto fare appello al nostro gioco di squadra. Innanzitutto, una delle due divinità ha dovuto generare uno scudo magico che oltre a deflettere gli attacchi nemici era in grado di mantenere a mezz’aria gli altri personaggi. Una volta saliti sullo scudo, Lara ha usato il proprio rampino per creare una sorta di ponte su cui gli altri si sono arrampicati improvvisandosi funamboli. Una volta giunti tutti in cima, Carter ha sparato il rampino verso Lara al fine di sollevarla e portarla al loro stesso livello.

Tutto ciò può sembrare complesso, ma vi assicuriamo che una volta entrati nelle dinamiche del gioco, i puzzle – almeno quelli iniziali – non vi sembreranno così troppo difficili. Interagire con i propri compagni è dunque vitale e stimola le nostre recondite capacità di problem solving costantemente richieste per avanzare nei tortuosi ambienti.

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Ad ogni modo, se pensate che la cooperazione sia fine a se stessa e finisca a tarallucci e vino vi sbagliate di grosso, perché nonostante la necessità di interagire con gli altri per sopravvivere, il mondo sarà pieno di oggetti da raccogliere e gemme da collezionare che richiederanno del buon vecchio e sano egoismo: alcuni oggetti prelevati dal suolo rimarranno ad appannaggio esclusivo di chi li prende per primo; gli altri potrebbero rimanere a bocca asciutta e senza alcun bottino. Da qui scatta l’importanza di cooperare, ma nel frattempo pensare anche allo sviluppo del proprio personaggio. In giro per il mondo ci saranno oggetti comuni, rari o leggendari che vi faranno esclamare mors tua vita mea – in fondo, tra avventurieri rivali tutto è permesso fin tanto che si rimane in vita -. E proprio a riguardo del concetto di vita e morte, all’interno del gioco abbiamo constatato che non esiste una permanent death e fin quando almeno un giocatore riesce a rimanere in vita, tutti gli altri verranno convocati nuovamente in game a pochi secondi dal loro game over. Non pensate, però, di avere vita facile, perché ci saranno molte occasioni in cui sarà arduo che tutti i personaggi rimangano in vita allo stesso tempo e una volta morti tutti dovrete ritornare dall’ultimo checkpoint.

 Ogni caratteristica dei protagonisti è pensata per aiutare sia se stessi che i propri compagni di gioco, riflettendo così un lavoro di game design equilibrato e divertente.

Nel provare Lara Croft ed il Tempio di Osiride ci siamo divertiti davvero tanto e non abbiamo mai esperito noia o frustrazione, nemmeno per un istante. Avendo provato esclusivamente una mappa per 4 giocatori, non abbiamo potuto comprovare se effettivamente le aree cambiano a seconda di quanti giocatori son presenti all’interno della partita. Tuttavia ci hanno assicurato che le mappe varieranno sensibilmente in base al numero di personaggi in campo. E se proprio vorrete giocare in quattro, oltre al co-op locale sarà possibile cercare altri giocatori in rete.

Traendo le somme, lo stile arcade, la grafica isometrica che riesce comunque a riflettere le potenzialità next-gen grazie all’enorme presenza di effetti luminosi e particellari e, infine, un co-op ben strutturato e dinamico fanno di Lara Croft e il Tempio di Osiride un titolo molto interessante che può essere adatto sia per chi ha voglia di una sfida che per coloro che hanno voglia di passare una serata di divertimento in compagnia dei propri amici. La prova ci ha entusiasmato parecchio e non possiamo far altro che attendere il 9 dicembre 2014 per mettere le mani sulla versione definitiva per PS4, Xbox One o PC.

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Amo i videogiochi sin da quando ho messo le mani sul mio primo Commodore 64 nel lontano 1992. Ora cerco di coltivare la mia passione videoludica in ogni momento libero della giornata. Il mio genere preferito? JRPG per tutta la vita.

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