Popcorn Time: Anarchia – La Notte del Giudizio

Popcorn Time: Anarchia – La Notte del Giudizio

Sulla scia di una campagna pubblicitaria nettamente più curata ed insistente rispetto a quella del primo film, sbarca nelle sale italiane il secondo capitolo de La Notte del Giudizio. La parola d’ordine aggiunta al titolo è Anarchia, esplicita anticipazione dell’ottica più aperta e caotica che caratterizza la nuova pellicola di Mr. DeMonaco.
La cornice è rimasta invariata: per una notte all’anno – in quel degli USA – ogni crimine (omicidio compreso) diventa legale in quello che i nuovi Padri Fondatori hanno battezzato come Sfogo Annuale. L’obiettivo di questa macabra ricorrenza è la catarsi comune di un popolo frustrato, il governo offre ai cittadini la possibilità di sfogare – appunto – frustrazioni e tensioni accumulate in mesi e mesi di composta attesa negli uffici, nelle villette a schiera, nei rettangoli di prato  perfettamente tagliato che le circondano, regala una nottata di vera, selvaggia libertà a manager, camerieri, politici, operai, ognuno deve sentirsi parte del processo e contribuire alla purificazione. Il motivo? Grazie a questa esplosione di violenza circoscritta il tasso di criminalità per il resto dell’anno cala sensibilmente negli States, che rimangono bombole depressurizzate fino allo Sfogo successivo.

Idea ed impianto base del film non sono niente male e quello che può suonare come un Hunger Games in versione restricted ha le carte in regola per discostarsi dal vortice del “solito film” e riscrivere (almeno in parte) le regole di un genere…o addirittura inaugurarne uno nuovo. Già, peccato che quest’opera di elevazione e valorizzazione dell’idea di base tenda a virare verso terra proprio quando la stratosfera sembra così vicina, raggiungibile. Mi spiego meglio: la partenza è ottima, ci vengono presentati i protagonisti, il set e gli antagonisti in maniera magistrale. Il climax di ansia e tensione è veloce e ripido come non mai, immagini, suoni e melodie azzeccatissime ci guidano in una corsa spericolata verso l’inizio dello spettacolo vero e proprio, che – come l’antipasto – non delude. L’illusione si mantiene intatta fino all’avvicinarsi delle battute finali, ed è proprio qui che qualcosa – all’improvviso – si guasta. Uno dei “cattivoni” si toglie la maschera che l’ha nascosto agli occhi del pubblico fino a quel momento… ed è come se a togliersi il travestimento fosse il film stesso: niente più mistero, niente più timore reverenziale verso un nemico sconosciuto, niente più terrori primordiali, il tutto scade in un delirio di fughe ed esplosioni da (pessima) serie tv poliziesca con tanto di reiterati moralismi e dialoghi/monologhi ai limiti del patetico. Strano, vero? Eppure l’impressione è proprio questa, non si scappa, vedere per credere. Col senno di poi, ho preferito la dimensione più orrorifica, claustrofobica, domestica del primo film. Peccato, perché ripeto: le premesse erano molto più che buone!

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A noi ricorda…

 The Warriors: ispirato proprio ad un classico della cinematografia mondiale questo gioiellino targato Rockstar Games ci catapulta in un clima di violenza urbana che ricorda da vicino le atmosfere dell’opera di James DeMonaco. Certo, è un po’ vecchiotto, ma nel caso non lo aveste provato il consiglio è di recuperarlo  e dargli un’occhiata approfondita, soprattutto se amate le folli trovate di mamma Rockstar!

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L’appuntamento è per venerdì prossimo, il film recensito sarà Una Notte in Giallo !

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