Pedal To The Metal – Recensione

Pedal To The Metal – Recensione

Degli italiani B&G vi abbiamo già parlato tempo fa, in occasione dell’uscita del loro Word Wild West, concentrato di riflessi, abilità dattilografica e ambientazione western. Questa volta è invece il turno di una nuova produzione decisamente più ludica, ovvero Pedal To The Metal, platform 2D free-to-play con un approccio non troppo dissimile da quanto visto nei Rayman in versione mobile, incluso il sistema di controllo. Il protagonista è un biker amante della birra e dei cheeseburger, che durante una sosta durata più del previsto (a causa delle sue due passioni, neanche a farlo apposta), si ritrova da solo nel bel mezzo nel nulla, senza benzina e lontano dai suoi compari di scorribande. L’obiettivo è quindi quello di raggiungerli a suon di birre, carburante e bombole di NOS disseminati lungo il percorso, che porterà il nostro eroe in dieci celeberrime location, da Roma a Londra, passando per Parigi e l’Olanda.

La moto del motociclista senza nome avanzerà automaticamente, e l’unica meccanica affidata al giocatore è il salto, necessario per il recupero degli utili e succitati elementi, ma soprattutto per schivare un gran numero di ostacoli generati casualmente, che bruceranno il poco tempo a disposizione. L’intera avventura è infatti a tempo: scaduti i trenta secondi massimi accumulabili c’è il Game Over, e solo le pompe di benzina sparse nei livelli garantiranno una maggiore permanenza in gioco, ma soprattutto nei primi contatti col titolo sarà davvero dura superare Roma, luogo di partenza del viaggio. Per quanto sia semplice prendere dimestichezza con i controlli, la mole di ostacoli presenti, pronti a fermarvi e rallentarvi di continuo, complicherà le cose sin da subito: che siano buche, treni, auto e camion sul terreno, oppure meteoriti, dischi volanti e supereroi a mezz’aria, ci vorrà davvero poco ad azzerare il timer, complici anche gli agenti atmosferici come pioggia e neve (già visti in Word Wild West), anch’essi improvvisi e casuali, che più di tutti vi intralceranno.

Le due armi contro questi ostacoli, oltre, ovviamente, ai riflessi, sono il NOS, che aumenterà per alcuni secondi la velocità della moto e la renderà temporaneamente invincibile, ma anche l’atipico (per il genere) sistema di customizzazione del veicolo, dal sapore quasi “rolistico”. Le birre da afferrare durante il percorso corrispondono infatti alla moneta di gioco, con la quale potenziare il veicolo intervenendo su AttaccoDifesaFisica e Consumi: ecco quindi i fari che terranno lontani i veicoli più piccoli, il “succhia-birre” col quale afferrare più boccali possibili, o parti meccaniche che eviteranno frenate o che scioglieranno il nevischio, una trovata che rende il tutto più interessante e ai limiti dello strategico.

Il tutto è molto semplice ed immediato, con partite mordi e fuggi divertenti, minate però dalla presenza delle microtransazioni: il titolo è infatti totalmente gratuito e godibile anche senza spendere un euro, ma dopo qualche partita è impossibile non notare il respawn solo parziale delle birre (che diminuiranno di partita in partita), gli esosi gadget acquistabili, e la difficoltà, anche senza sbagliare un solo salto, nel raggiungere i livelli successivi. Nel mio caso, ho accumulato un numero sufficiente di punti per implementare le ruote “anti-neve“, grazie alle quali sono passato dal raggiungere metà del secondo livello al quarto, ma prima di poter solo sperare di acquistare qualcos’altro, sono servite un numero per nulla contenuto di partite, cosa che ha reso più ripetitiva, appiattendola, l’esperienza generale. Una sensazione che permea anche il comparto sonoro, con tre o quattro brani famosi (incluso l’immortale Welcome To The Jungle) ripetuti fino allo sfinimento (ed inseriti un po’ forzatamente, anche con discrepanze di qualità audio), e dei fondali simpatici ma mal realizzati e copia/incollati fino allo sfinimento, con trovate in grado di strappare un sorriso (il Colosseo straboccante di spaghetti o i lampioni a forma di baguette) alternati ad elementi davvero imbarazzanti.

Immancabile la presenza delle classifiche, l’unica forma di multiplayer competitivo presente nel titolo, utili a confrontare con amici e sconosciuti le distanze massime raggiunte nel gioco, uno stimolo ulteriore a perfezionare i propri riflessi e a razionare al meglio i boccali di birra faticosamente guadagnati, da investire saggiamente nei potenziamenti più efficaci.

In conclusione…

Gratuito e divertente, disponibile sia su iTunes che sul Play StorePedal To The Metal si propone come un “moto runner game” semplice e spensierato a base di birra e rock’n’roll, con tanto di originale sistema di personalizzazione del veicolo che dona un’insospettabile profondità al tutto. Graficamente altalenante, con (pochissime) buone intuizioni alternate ad una realizzazione tecnica scadente sia dal punto di vista audio che video, sono però le microtransazioni a rendere meno piacevole l’esperienza, con esosi power-up, a conti fatti necessari per poter raggiungere i livelli più avanzati, da acquistare con vero denaro sonante o con valuta in-game da conquistare faticosamente, costringendo il giocatore a rigiocare fino allo sfinimento per poter acquistare un secondo o un terzo “device”, figuriamoci a completare un intero set di modifiche.

Un titolo mordi e fuggi che si fa apprezzare nei primi momenti (e data la sua natura gratuita, non possiamo che invitarvi quanto meno a provarlo), salvo poi richiedere al giocatore di investire tempo, o peggio ancora, denaro, senza al contempo offrire qualcosa di profondo o davvero soddisfacente in cambio.

Voto: 5,5/10

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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