Pokémon Art Academy – Recensione

Pokémon Art Academy – Recensione

Quando si parla di Pokémon non c’è operazione commerciale rischiosa: tutto può trasformarsi in potenza in un successo clamoroso grazie al bel faccione di Pikachu e compagnia sulla copertina di un titolo che, chissà, potrebbe essere sia un gestionale dall’ambientazione medievale che un’accademia artistica tascabile dove imparare a disegnare le curiose ed amate creature di Nintendo. La compagnia è ben conscia di questo strapotere (per fortuna), e non manca quindi di offrire di tanto in tanto degli spin-off per ricordare a tutti che sì, i Pokémon non sono ancora morti. E allora eccoci qui, a parlare di un titolo che punta a trasformare chiunque in un artista a tutto tondo o in aspirante tale (la seconda, almeno nel mio caso specifico ndr) tramite un approccio poco intimidatorio e molto attento a far prendere confidenza con l’utilizzo specifico dell’hardware. Dopotutto, non è di certo per disegnare che in molti hanno acquistato una console portatile come il 3DS.

Grazie all’esperienza guadagnata con New Art Academy, uscito qualche anno fa sempre su 3DS, il team scelto da Nintendo per dare vita ad un corso specifico tutto dedicato ai Pokémon ha sapientemente riutilizzato quelle basi, correggendo alcuni problemi di design e cercando di inserire nel pacchetto quanti più contenuti possibili. La nostra “avventura” ci vedrà infatti alle prese con una vera e propria accademia, in cui il maestro Leonardo e la nostra rivale ci aiuteranno a migliorare la tecnica e lo stile per raggiungere l’agognata eccellenza. Escamotage narrativi piuttosto banali, ma utili per dare contesto all’esperienza ed accompagnare i giocatori più piccini in un percorso che altrimenti potrebbe risultare freddo e noioso. Menzione speciale va senza dubbio fatta per la nostra buffa rivale, che proverà davvero in tutti i modi a fare dei disegni orrendi, con risultati che hanno del miracoloso. Presa confidenza con i menu di gioco, Leonardo ci seguirà nel percorso con tutta una serie di tutorial che andranno a illustrare le tecniche e gli strumenti a disposizione del giocatore.

Proprio come nell’arte di tutti i giorni, il giocatore potrà selezionare la penna a china, per delineare i contorni, e la tavolozza di colori, per dare forma al Pokémon di turno. I due aspetti sono stati saggiamente divisi su due livelli distinti, così che in caso di errori gravi, la gomma dedicata ai colori non intaccherà la china e viceversa. In questo senso gli strumenti messi a disposizione ce la mettono tutta per non confondere il giocatore, grazie al numero limitato e ad una introduzione graduale di ogni strumento. Ad esempio, la tavolozza di colori non è completa, ma basata sul Pokémon che si sta dipingendo in quel momento: alle prese con un Groudon, il giocatore potrà scegliere solamente colori quali il rosso, il bianco e il nero. Limitante di sicuro, ma pur sempre una scelta di design che va incontro a quella fascia di utenza che potrebbe risultare scoraggiata dalla mole di opzioni. 

In quanto a mole di contenuti, il titolo si difende estremamente bene, con ben 40 lezioni (suddivise per livelli di difficoltà) che prendono a piene mani dai tantissimi mostriciattoli in circolazione. Spesso ogni lezione ha un diverso gruppo di Pokémon con lo stesso tipo, quindi se avete qualche preferenza in particolare non disperate, potreste trovare quello che cercate. Sono inoltre già disponibili alcune lezioni extra (dei DLC gratuiti accessibili tramite il menu dedicato) che permettono di disegnare Groudon e Kyogre. Ci aspettiamo un supporto con i controfiocchi da parte di Nintendo, che se vorrà potrà ampliare a dismisura il catalogo a nostra disposizione e la longevità, per forza di cose risicata e soggettiva, di un titolo simile. Al di là delle lezioni infatti, è possibile cimentarsi in disegni liberi e privi di qualsivoglia indicazione da parte del maestro e nella condivisione delle proprie opere, con gli amici o con la comunità di Miiverse. Il gioco è perfettamente integrato con il social network di Nintendo, e sarà questione di un attimo prima di vedere pubblicata la propria opera, alla mercé del pubblico della rete e delle eventuali malelingue.

Dopo aver inquadrato il titolo nei suoi contenuti e nelle scelte di design a favore dei giocatori, è giunto il momento di parlare di uno dei più grandi difetti dell’esperienza, che ne risulta minata su più livelli. Parliamo della console stessa, sia nella sua conformazione fisica che nel suo touch screen, ormai troppo poco preciso per offrire un’esperienza soddisfacente in un titolo dove la precisione e l’accuratezza è tutto. E sebbene alcuni espedienti provino ad ovviare a queste problematiche (ad esempio, sarà possibile annullare le azioni intraprese tramite i dorsali L/R e zoomare sulla tavolozza per affrontare le linee più difficili), il risultato che si ottiene provoca nel giocatore la costante sensazione di non avere il pieno controllo della tavola, dando sfogo alle volte ad un sentimento di frustrazione. In tal senso, non posso che consigliarvi l’acquisto di un 3DS XL, che grazie agli schermi più grandi potrà arginare con più efficacia queste problematiche. La mia prova è stata infatti effettuata su un primo modello di 3DS, che a causa del piccolo schermo risulta poco consigliato per godere al massimo di Pokémon Art Academy.

In conclusione… 

Pokémon Art Academy si pone l’arduo compito di soddisfare grandi e piccini, e lo fa al massimo delle sue possibilità bilanciando perfettamente l’accessibilità di utilizzo e la complessità delle lezioni, sempre introdotte con intelligenza da parte di Leonardo, il nostro maestro virtuale. Chiunque potrà divertirsi dipingendo gli svariati Pokémon messi a disposizione, ma solo in pochi potranno effettivamente trarre beneficio dalle nozioni impartite. Chi si aspetta di diventare un artista a tutto tondo resterà deluso, ma tutti gli altri potranno trovare in questo Art Academy uno sfogo per la propria creatività, e magari del nutrimento per il proprio ego, grazie alla vasta vetrina virtuale di Miiverse e alla sua florida community. A fronte di tutto questo, alcune limitazioni tecniche e un prezzo non troppo concorrenziale fanno dell’offerta messa in piedi da Headstrong Games un buon pacchetto, ma che non può raggiungere l’eccellenza.

Voto: 7/10

Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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