Wargame: Red Dragon – Recensione

Wargame: Red Dragon – Recensione

In questi tempi di pressante crisi economica e di insicurezza per il futuro come fare per trovare un po’ di relax e riacquistare fiducia in se stessi allo stesso tempo? È presto detto: precipitiamo nel fuoco della guerra l’intera zona dell’Asia, mettiamo a confronto i blocchi  storici USA e URSS con le emergenti potenze del settore, in particolare la Cina e la Corea del Nord, gettando il cuore oltre l’ostacolo in partite multiplayer fino a venti contendenti.

A fornirci il materiale per tutto questo è nuovamente Eugen Systems che forte dei due precedenti capitoli (Wargame: European Escalation e Wargame: AirLand Battle) riesce senza troppe innovazioni a catturare il generale che è in noi e ad impegnarci per molte ore sul campo di battaglia.

Una volta lanciato il gioco, registrato i nostri dati e aver avuto la soddisfazione di vedere il nostro tesserino XP visualizzato in basso a sinistra dello schermo, è tempo di fare mente locale e di ambientarci nella timeline di questa nuova fatica targata Eugen.

Red Dragon abbraccia un periodo storico alternativo che va dal 1975 al 1991. Eugen focalizza l’attenzione sul quadro assai caldo dell’Asia, con l’Unione Sovietica che deve fronteggiare le continue iniziative del “drago” cinese, con gli Stati Uniti che devono supportare la Corea Del Sud dalla minaccia Nord Coreana, con la britannica Margaret Thatcher che  non vuole proprio cedere Hong Kong, nonostante i trattati lo richiedano, e con il Giappone che è pronto a confrontarsi con l’URSS sul tema delle isole Currili…e parlo solo delle campagne single player.

Grande varietà di eserciti  da guidare: Cina, Giappone, le due Coree, l’Australia e la Nuova Zelanda, oltre ai classici  USA e URSS. Ma la grande novità di questo titolo è senz’altro la possibilità di trasportare i conflitti sul mare. Le battaglie navali che coinvolgono una grande quantità di unità sono rese, grazie al potenziamento del motore grafico Iriszoom (giunto alla quarta versione), il più vicino possibile al fotorealismo.

Tuttavia il gameplay rimane identico a quello dei due capitoli precedenti, con il sistema a zone di controllo predeterminate da difendere o conquistare impiegando un esiguo numero di  unità e rimpolpandole via via  che si sono ottenuti i  punti dispiegamento o politici  in base alle e zone finite sotto il nostro dominio.

La longevità è assicurata grazie anche ai numerosi DLC (molto spesso gratuiti) che sicuramente pioveranno sui fans di questa serie come per i precedenti due capitoli. Tuttavia questo non è un titolo per neofiti: chi  siede per la prima volta di fronte al monitor con i buoni propositi di farsi qualche ricca battaglia, finirà per essere seppellito da migliaia di informazioni da analizzare, valutare e riportare sul campo. La presenza di tutorial non propriamente approfonditi creano molto disagio e solo chi ha affrontato gli altri predecessori, acquisendo una vasta esperienza, potrà superare tutte quelle frustrazioni che derivano da un’interfaccia forzatamente minimalista che ingloba menù a sottomenù, lasciando il giocatore stordito e perplesso di fronte ad un RTS incalzante, violento e assolutamente spietato.

Le truppe per riuscire a reggere l’urto dovranno crescere di esperienza, rimanere coese durante i combattimenti, cosa assolutamente impossibile da mettere in atto, se non si tiene conto di come esse debbano essere costituite. Un battaglione di fanteria, ad esempio, potrebbe calarsi le braghe improvvisamente mentre sta vincendo davanti ad una singola unità meccanizzata  nemica, solo perché non si è provveduto ad inserire in quel determinato assetto un blindato di supporto. Tutto questo non è negativo per chi è abituato a scontrarsi normalmente con questo tipo di divertimenti (io l’ho trovato alquanto affascinante), ma chi si avvicina agli RTS o semplicemente li usa saltuariamente, finirà per dedicarsi ad altri titoli meno tecnici e più immediati.

Il punto di forza di Wargame:Red Dragon è comunque nel multiplayer, che permette di confrontarci online in scontri che possono arrivare ad avere venti avversari in carne e ossa sul campo.
Attraverso le tre condizioni di vittoria:

Distruzione: accumulare punti distruggendo le unità nemiche
Economia: accumulare punti  politici
Conquista: mantenere/conquistare le zone di controllo

possono essere sperimentate, bimbiminkia permettendo, stili di gioco diversi, che vanno dall’aggressivo al difensivo, dall’opportunistico all’altruista.

Se l’AI del gioco vi ha dato delle sonore mazzate è bene fare esperienza alle spalle di altri. Pertanto per gettarsi a capofitto nel selvaggio campo di battaglia virtuale basterà crearsi un proprio mazzo di assalto (deck) da portarsi in guerra e fare la propria bella figura sfoggiando l’abilità nel costruire battaglioni o reggimenti da impiegare con i propri alleati. Sapersi fare il mazzo (Uaz!) è alla base della riuscita nell’esperienza multiplayer di questo titolo: perderete ore nello scoprire le caratteristiche dei diversi mezzi o unità, preferire unità di una sola nazione o ricorrere a truppe miste rinunciando tuttavia a qualche bonus. I server Eugen hanno spalle larghe e migliaia di utenti pronti ad accogliervi con il bazooka in mano, perché farli aspettare?

Per quanto riguarda il comparto grafico, il gioco eccelle in tutto grazie al motore sviluppato da Eugen e potenziato nella sua ultima versione. Iriszoom  riesce a darci sensazioni di puro realismo elaborando texture raffinate e destreggiandosi in giochi di luce difficilmente visti in altri RTS:  durante gli scontri le esplosioni, le scie dei proiettili traccianti, i fumi, come il mare in guerra, sono così presenti da costringerci alle volte a distogliere lo sguardo (quell’attimo fatale!). Ottimi anche gli effetti audio che costituiscono almeno il 50% del tutto per raggiungere l’effetto presenza, supportati anche da una discreta colonna sonora che però, purtroppo, si perde nella battaglia rimanendo  rumore di fondo.

Per godere di tutto questo è importante comunque controllare la potenza del vostro PC, sopratutto della vostra scheda grafica. Una fascia grafica medio-alta può senz’altro restituirvi tutto quello descritto qui sopra, mentre una medio-bassa saprà darvi comunque una risposta adeguata rinunciando a qualche raffinatezza.

In conclusione…

Wargame:Red Dragon è dal punto di vista tecnico un eccellente RTS, ma somiglia ad un mega DLC stand alone degli altri due prodotti Eugen Systems. Molti problemi sono stati superati rispetto al passato, potenziando la grafica e l’AI, ma rimane comunque un prodotto di  continuità che va ad inserirsi fra i soliti wargames. L’interfaccia minimalista, a tratti confusa, l’enormità delle informazioni di cui doversi occupare, penalizza la possibilità di poter fruire il gioco se non si è degli esperti in questo genere. Apprezziamo lo sforzo di Eugen Systems, ma è tempo di dare una nuova scossa agli RTS come fece a suo tempo con Wargame: European Escalation.

Voto: 7/10

Classe 1968. Appassionato di GDR e Videogames, attraversa gli anni '80 con Pac Man in una mano e nell'altra uno Zx Spectrum. Negli anni '90, fra Amiga e PC, realizza cortometraggi e lungometraggi Horror e di Fantascienza che conseguono premi in vari Festival. Dal 2000 al 2012 lavora presso Cinecittà News come curatore per le riprese e l'editing video. Attualmente è docente presso Act Campus Ateneo del Cinema e Della Televisione

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