Ecco i Sublime, giocatori Pro di Call of Duty

Ecco i Sublime, giocatori Pro di Call of Duty

Chi gioca a Call of Duty, avrà certamente sentito parlare dei Sublime, al momento uno dei team più forti a livello nazionale. Campioni italiani in carica, hanno rappresentato l’Italia al Call of Duty Championship tenutosi a Los Angeles qualche giorno fa. A parlarcene è uno dei leader e fondatori del team: Ko1gaa.

Come nasce il team Sublime?

Il primo team Sublime, quello originale, nasce nell’ormai lontano 2009. Eravamo quattro amici  che giocavano a Call of Duty su piattaforma Playstation 3. Dato che non eravamo malaccio decidemmo di diventare un team, scegliemmo un nome e cominciammo a partecipare ai vari tornei organizzati in tutti i portali di gaming che c’erano in quel periodo. Di vittoria in vittoria arrivammo anche a giocare sui più famosi portali a livello mondiale, ottenendo col tempo grandi soddisfazioni.

Come mai questo nome?

E’ nato dal nulla, cercavamo un nome originale ma che allo stesso tempo potesse essere “internazionale”. La scelta cadde su Sublime, anche perché si scrive allo stesso modo sia in inglese che in italiano.

So che hai avuto esperienze con altri team, quindi, ad un certo punto il cammino dei Sublime si è interrotto?

Si, il vecchio team Sublime non durò per sempre e alla fine del 2010 si sciolse e tutti i membri smisero di giocare nel periodo subito adiacente.

Ma tu sei comunque andato avanti con altri team e hai cominciato col competitive. Ricordi la tua prima Lan?

La mia prima Lan è stata la Reflex Gt8 tenutasi a marzo del 2012. La prima di una lunga serie, infatti da lì non mi sono più fermato, partecipando a 17 eventi in totale nel’arco di due anni, sette in Italia e dieci all’estero. 

Te le ricordi le emozioni della prima Lan?

Nulla di speciale, ci sono persone che la vivono male ma se il tuo obiettivo primario è divertirti mettendoti alla prova, non c’è nessuna emozione negativa anzi, competizione allo stato puro.

Adrenalina insomma.

L’adrenalina forse si ma non sempre, nonostante Call of Duty sia frenetico, le situazioni adrenaliniche sono poche. E’ più un gioco da calcolatori, non va preso di fretta.

E tu lo sei molto?

Se non lo fossi, non sarei il giocatore italiano su console che ha avuto più successo di tutti, superando anche chi ci provava da anni.

Modesto

Si, di solito si.

E invece ti ricordi cosa hai provato la prima volta che hai giocato con un videogame?

Il gioco era Crash Bandicot, facevo le medie ma non mi ricordo bene cosa ho provato. Alla fine i videogiochi danno pressappoco tutti la stessa cosa, cioè l’appagamento nel momento in cui completi la missione o il livello, lavorano tutti nell’ambito della soddisfazione personale, indipendentemente dal genere del gioco.

Quando ti sei avvicinato agli FPS?

Agli FPS per la prima volta credo fosse su Playstation 2, quando giocavo a Star Wars Battlefront. E già da li avevo iniziato con le mie manie di perfezionismo, cercavo sempre la partita perfetta e se morivo più di 2 o 3 volte, la consideravo una sconfitta.

Qual è stato il primo Call of Duty a cui hai giocato?

Call of Duty 4, comprato per Playstation 3, quattro mesi dopo l’uscita ufficiale e da lì solo Call of Duty, mai più speso soldi per altri giochi, tranne che per l’ultimo GTA.

Quando è “risorto” il team Sublime?

Lo scorso Novembre, con l’ uscita dell’attuale capitolo di Call of Duty, decisi di mettere da parte il competitive che mi aveva dato tante soddisfazioni negli anni passati. Poi un giorno per caso, trovatomi a giocare di nuovo con dei vecchi amici, decidemmo tutti insieme di provare a partecipare a qualche torneo nazionale. Dato che per l’iscrizione era richiesto che tutti i membri avessero la medesima Tag davanti al nick, avevamo l’urgenza di trovarci un nome, proposi così di riportare alla luce l’oramai disperso nome del mio vecchio team, ovvero Sublime, mettendo tutti d’accordo. I nuovi Sublime però surclassavano per qualità e prestazioni il team formatosi 4 anni prima, sorprendendo anche le nostre stesse aspettative. Ci siamo resi conto delle nostre vere potenzialità quando ci siamo aggiudicati la vittoria al 2° Campionato Italiano Personal Gamer senza tante difficoltà.

Soltanto un mese dopo il Campionato Italiano Personal Gamer, siete volati per Londra.

Si, ai primi di Marzo abbiamo partecipato al Campionato Europeo di Call of Duty e da lì ci siam qualificati per il Call of Duty Championship di Los Angeles di fine Marzo.

E com’è andata?

Purtroppo è andata male a causa del poco allenamento.

C’è chi vi accusa di aver preso sottogamba questo mondiale.

Tutti noi sappiamo che se non ti applichi non vinci nulla, nessuno di noi è andato lì dicendo: “Adesso vinciamo!” Eravamo tutti consapevoli del fatto che non avendo mai giocato, non avremmo vinto nulla. Purtroppo ci siamo iscritti non con l’obiettivo di vincere ma in mancanza di competizioni in Italia, ci siamo ritrovati lì. Non è colpa nostra, è colpa dei “finti pro” che anche giocando 10 ore al giorno continuano a perdere in Lan. Ci sono tanti italiani che vogliono essere i migliori e poi continuano a perdere contro player in pensione come me, loro dovrebbero chiedersi se l’hanno presa sottogamba o meno!

In pensione?

Con “in pensione” intendo che non gioco più 13 ore al giorno per vincere un lecca lecca, non so se mi spiego. Devo lottare da solo senza il supporto di nessuno per cosa? Per vincere 100 euro? Mi fanno morire quelli che mi dicono “avete fatto brutta figura”, soprattutto quei “finti pro” che girano in Italia pensando di essere bravi e poi perdono contro di me che neanche gioco ma rimango uno dei migliori in Italia. A parole son tutti bravi , molti ci perdono la vita, ma non riescono a raggiungere determinati livelli di gioco. Nonostante giochino perennemente, non capiscono le meccaniche base, è come se un giocatore di scacchi non capisse il movimento dell’alfiere o della torre.

Ma si può vivere in Italia solo di pro gaming?

In Italia ovviamente no, negli altri paesi europei si sta evolvendo e sembra giorno dopo giorno possibile. Noi come team, ad esempio, non abbiamo nessuno che ci supporta, quindi siamo impossibilitati a finanziarci da soli Lan europee. Non facciamo business, giochiamo per divertirci, non mi illudo pensando che questo possa diventare un lavoro, forse lo sarà per i nostri figli. In Italia siamo troppo indietro, è per questo che avevo lasciato il competitive.

E come mai hai cambiato idea?

Ho visto che Personal Gamer metteva in palio premi in denaro , cosa che in Italia non fa nessuno e mi son detto: “vabbè rimaniamo nell’ambiente” ma se non fosse stato per loro adesso non sarei nemmeno qui a fare questa intervista. Dobbiamo ringraziare chi organizza questi tornei cercando di mettere in palio qualcosa che abbia un valore superiore ad un antivirus!

Quali sono i prossimi progetti dei  Sublime?

Al momento stiamo partecipando alla Preseason del  3° Campionato di Personal Gamer. Il nostro obiettivo ovviamente è vincerlo come abbiamo fatto con il secondo dopodiché goderci l’estate fino a che non ci saranno altre occasioni nella nostra nazione.

Nato nei primi anni 80, ultimo di 5 fratelli che non lo facevano mai giocare col Commodore64, con l' Atari e con l'Amiga 500, a 14 anni decide di darsi una mossa e con i suoi risparmi compra una Playstation!! Appassionato di tutte le piattaforme, ama la cultura Giapponese e il teatro. Non smette mai di parlare!!

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