Final Fantasy X | X-2 HD Remaster – Recensione

Final Fantasy X | X-2 HD Remaster – Recensione

In un universo videoludico dove (forse) le idee originali e strabilianti cominciano a scarseggiare, dilaga già da un po’ la mania/moda/tendenza di rimettere in commercio le vecchie glorie del passato (a volte nemmeno tanto remoto), ed a cui di solito è stato infilato un “nuovo vestitino”. Dal recente Resident Evil 4 alle versioni home di titoli portable come Assassin’s Creed Liberation, passando per dei vecchi picchiaduro e fino ad arrivare anche a titoli usciti quasi quindici anni fa, le riedizioni in alta definizione sono ormai una realtà consolidata, e si può dire sicuramente che c’è l’imbarazzo della scelta. Ma tra i tanti titoli trattati fino ad ora, una saga forse mancava a tutti, o almeno mancava (soprattutto a chi vi scrive) fino ad ora… Se nel vostro cuore infatti, in un piccolo angolo nascosto, conservate ancora una palla di Blitzball, tiratela a lucido e preparatevi a rituffarvi in campo, è giunto il momento di tornare su Spira a combattere ancora una volta contro Sin.

Ci ritroviamo quindi nuovamente con YunaTidus e compagni, a ripercorrere le emozionanti avventure su Spira, che alcuni fortunati giocatori hanno avuto il piacere e l’onore di vivere tra il 2001 ed il 2003. Considero quindi abbastanza inutile soffermarsi sul rivangare le trame di Final Fantasy X e X-2, ma siccome qui siamo buoni (NdDemon: in GameSoul in generale, io in particolare un po’ meno…), ve le rammentiamo in sommi capi.

In Final Fantasy XTidus, noto campione di Blitzball, poco dopo essere entrato in campo, si ritrova nel bel mezzo di un attacco di Sin, un gigantesco “mostro” che vaga sul pianeta per punire gli umani. Pochi istanti dopo però si ritrova involontariamente mille anni nel futuro, in un mondo in cui la sua amata città di Zanarkand è ridotta in rovine, e dove Sin, sconfitto anni prima dal padre di Yuna, è tornato nuovamente a mietere vittime. Tidus sceglierà quindi di unirsi a Yuna ed ai suoi guardiani, convinto che se l’esser stato così vicino a Sin lo ha portato nel futuro, un evento simile potrebbe anche riportarlo a casa.
Final Fantasy X-2 è il seguito ufficiale del X e si svolge circa due anni dopo. Qui, nelle immagini di una sfera portatale da Rikku, Yuna vede qualcuno che assomiglia terribilmente a Tidus, e senza pensarci nemmeno un secondo di troppo, salpa con la sua vecchia amica ed i suoi sottoposti alla ricerca di indizi (altre sfere) che la possano condurre nuovamente da lui. Insieme a Rikku e Paine, Yuna comincerà a viaggiare in lungo ed in largo, cercando il suo perduto amore in ogni angolo di Spira.

Viene naturale quindi lasciarsi affascinare da queste storie, che insieme a quelle di Final Fantasy VII ed VIII sono probabilmente i titoli che da ragazzini ci hanno trasportato maggiormente in un turbine di emozioni, tenendoci incollati allo schermo per un mucchio indefinibile di ore. Innegabile infatti che ai tempi, per molti di noi, non siano state poche le nottate insonni passate a combattere contro intere orde di Molboro, cercando di scoprire tutti i segreti nascosti nel mondo tra una partita a Blitzball e la scoperta di un nuovo Eone.

Poter rigiocare quindi queste due pietre miliari della storia dei videogames, non può che essere un sublime piacere, che può trovare forse un piccolo angolo di tristezza solo nell’incipit del primo titolo, che ora forse come non mai è divenuto più veritiero: “Ascoltate la mia storia, forse potrebbe essere l’ultima occasione”. E perdere questa occasione per l’ennesima (forse l’ultima) volta potrebbe essere una macchia indelebile sulla vostra anima di videogiocatori, un qualcosa che vi marchierà a vita, e di cui sentirete eternamente il rimorso (NdDemon: no, non sono minimamente legato a questi due titoli eh…).

A quelli tra voi però, che pensano di ritrovarsi di fronte al classico porting “fatto per fare cassa”, dall’aspetto grafico addirittura peggiore di quando era giocabile in originale, consentitemi di dire che siete in errore, e che il termine Remaster nel titolo di questa nuova HD Collection ha effettivamente il suo perché. L’impatto grafico infatti è la prima cosa che colpisce quando si comincia a giocare, perché confrontati con la rispettiva versione su Playstation 2 sono palesemente più “pompati”, facendoli sembrare quasi dei titoli sviluppati direttamente per la generazione di console che si sta andando a concludere con l’avvento della PS4.

Tutto sembra aver raggiunto un livello grafico superiore in entrambi i titoli, sia i personaggi che gli scenari, ed il lavoro certosino degli studios traspare anche nel bel mezzo dell’azione, durante le battaglie, che alla fin fine sono il fulcro di ogni GDR che si rispetti. Qui gli sviluppatori hanno adattato l’interfaccia di gioco in maniera ottimale ai nuovi formati video a cui siamo abituati, riuscendo a ridurre visibilmente, e con successo, le “rughe” che accompagnano questi pilastri videoludici con almeno una decade sulle spalle. Ovviamente, non sono state effettuate modifiche nei “punti sbagliati” (come per esempio al gameplay, giusto per dirne una), e questo si nota particolarmente quando durante una sequenza vengon fuori le stesse problematiche di collisione che affliggevano praticamente tutti i giochi usciti in quel periodo.

Anche il sistema di combattimento sembra essere invecchiato in un modo magnifico, o per meglio dire, non sembra invecchiato per nulla. È praticamente istantaneo ed indolore rimetterci sopra le mani se già lo si conosceva, ed anche per un pubblico di neofiti non risulta essere per nulla ostico o eccessivamente complesso, tanto che dopo pochissime battaglie, e dopo comunque un tutorial piuttosto completo, si riescono a padroneggiare con dimestichezza anche gli scontri più duri ed impegnativi. Personalmente infatti, io considero quello di Final Fantasy X uno dei migliori combat system mai sviluppati, con un’immediatezza tecnica piuttosto rara e con features interessanti che pochi altri titoli hanno potuto mettere in pratica nel corso degli anni. Non si può di certo dire infatti che sia inutile il poter sostituire i personaggi presenti in campo con quelli “in panchina” con un solo comando, configurando così la squadra con gli attacchi più efficaci sui nemici che ci si trova di fronte. Anche la sferografia, qui disponibile anche in modalità master, è un qualcosa che all’inizio può spaventare, ma che poi riesce ad assuefare il giocatore, diventando una vera e propria droga. Potreste ritrovarvi a cercare volontariamente la rissa con qualsiasi mostro solo per il gusto di poter far avanzare di livello i vostri personaggi, ed ottenere le sfere di cui avete bisogno per far aumentare le rispettive caratteristiche o per donargli ulteriori abilità. Questa progressione dei personaggi era sicuramente all’avanguardia in quegli anni, ma bisogna dire che anche oggi regge bene il confronto.

Non molto da meno anche Final Fantasy X-2, che offrendo comunque una struttura di gioco ed un approccio al combattimento leggermente differenti, non riesce a non far entrare nel nostro cuore le protagoniste di questa nuova storia, che tra amici vecchi e nuovi, ci porta sempre dinanzi a tanti e tanti mostri da battere (NdDemon: e che lo spergiuriate o meno, non crederò mai che non vi siete divertiti a far cambiare il costume alle protagoniste durante le battaglie…). Qui, anche se a proprio modo, il gioco strizza l’occhio al settimo capitolo della saga, con combattimenti quasi in tempo reale. La sferografia lascia il posto alle collezioni, all’interno delle quali è possibile inserire le Looksfere che donano diverse capacità ed abilità a chi le indossa (oltre a dare anche un cambio d’abito con tanto di scenette di intermezzo). Certo, questo fa molto Sailor Moon, ma non mi pare che qualcuno se ne sia lamentato troppo ai tempi…

C’è indubbiamente una forte differenza tra i due titoli, che oltre ad un diverso sistema di combattimento, presentano anche una differente struttura nella progressione del gioco: principalmente lineare nel primo, suddivisa in singole missioni nel secondo. Ma questo probabilmente lo saprete già. Entrambi hanno trame avvincenti, toccanti, in cui i sentimenti vengono trasmessi al giocatore in maniera travolgente, che al termine dei titoli di coda lasceranno un profondo segno nel vostro cuore. Ma probabilmente saprete già anche questo.

Quello che non sapete ancora, sfortunatamente, è che non ci sono solo rose e fiori in questo nuovo viaggio su Spira, e che i problemi di un tempo sono diventati i problemi del presente… Saltuariamente infatti, si potrebbe incappare in alcune incertezze relative al sync dell’audio, o peggio ancora, in dei momenti in cui le protagoniste decidono di fare sfoggio delle loro brillanti capacità di ventriloque. Sì, perché nel titolo principalmente al femminile, il secondo, potrebbe succedere che le labbra delle nostre beniamine si sigillino in malo modo, continuando però a proferir parola con la totale assenza del labiale. Niente per cui gridare allo scandalo chiaramente, anche perché si è visto di peggio in titoli più recenti e sviluppati su sistemi molto più potenti, perciò come diceva in passato il Sommo Poeta “non ragioniam di loro, ma annamo avanti…“, che su queste piccole imperfezioni si può di sicuro sorvolare… (o forse no?!).

I fan della serie quindi non avranno di sicuro da lamentarsi, perché ad un prezzo che possiamo definire contenuto, possono nuovamente accedere ad interminabili ore di divertimento con due titoli che hanno segnato la storia, sia della “vecchia” console di casa Sony, che proprio quella dei videogames in generale. A questo, si aggiunge anche la possibilità di mettere le mani sui contenuti che ai tempi furono distribuiti esclusivamente nelle edizioni International dei titoli, che essendo destinate alla distribuzione nel solo paese del Sol Levante,  in Italia saranno state sicuramente di difficile reperibilità.
Sarà possibile quindi visionare il filmato che fa da anello di congiunzione tra i due titoli, ovvero Eternal Calm, e giocare anche a Last Mission, capitolo aggiuntivo dove le tre protagoniste del X-2, dopo aver ricevuto un misterioso invito, vanno alla scalata della Iutycyr Tower. Qui ritroviamo nuovamente un cambio di gameplay, in cui dovremo dimenticare l’ATB (Active Time Battle), ed affrontare i vari piani della torre in un ibrido tra il Job System ed il Tactics. Combattimenti a turni quindi, contro mostri che scorrazzano liberi per i piani e che respawnano “quanno je pare“, dove noi saremo perennemente alla ricerca di ascensori, che ovviamente saranno sempre nella stanza sbagliata rispetto a quella che puntiamo a raggiungere. Strano a sentirsi dire, ma nella pratica è più divertente di quanto possa sembrare a parole.

E circa come nelle versioni International, per quel che riguarda la localizzazione, i titoli riportano al loro interno solo l’audio in lingua inglese, coadiuvato da dei sottotitoli in italiano (per chi non masticasse bene la lingua anglosassone). Musiche e colonna sonora, sono infine sempre quelle quelle di Nobuo Uematsu, compositore storico della serie che è riuscito a sbarcare con i suoi brani persino alle Olimpiadi (ma questa è un’altra storia).

To Zanarkand non è solo una misera canzoncina composta per un videogioco, e non è solo un gruppo di poche note messe in fila così per far qualcosa. To Zanarkand è una melodia degna di essere annoverata nell’Olimpo della musica. È capace di strapparti le lacrime direttamente dal cuore, ti strappa l’anima e la fa in tanti pezzi così piccoli da farti temere che alla fine della canzone non riuscirai più a rimetterli insieme. Perché avanti su, ammettetelo sinceramente, le note di To Zanarkand, non sono le più belle che abbiate mai ascoltato? Non vi verrebbe da prendere un qualsiasi mezzo di locomozione solo per andare a stringere la mano del maestro Uematsu per pochi indimenticabili secondi? Bene, e allora fatelo senza timore, perché grazie all’introduzione del cross-save, potrete tranquillamente trasportare il salvataggio della vostra partita su Playstation 3, sulla sua controparte portatile su Playstation Vita (a patto però di aver acquistato entrambe le versioni, perché per questo titolo non è stato preso in considerazione, purtroppo, il cross-buy).

In conclusione…

Il giudizio finale non può che essere ultra-positivo. Il lavoro per la rimasterizzazione dei titoli è stato certamente gradito ed ha prodotto indubbiamente ottimi risultati. A questo buonissimo prodotto finale quindi, si aggiunge anche l’opportunità di accedere ai contenuti delle versioni che, ai tempi, qui in Italia non abbiamo potuto acquistare (se non per qualche strano miracolo), aumentando così non di poco la longevità del titolo.
Inutile dire che se della saga avete conosciuto solo gli ultimi episodi, portate con voi una pesantissima lacuna da colmare quanto prima, che diventa ancor più profonda se pensiamo che probabilmente avete perso anche Final Fantasy VII e VIII.
Di conseguenza non possiamo che concludere dicendo che l’acquisto è chiaramente obbligato per tutti i fan storici della serie, ed è consigliatissimo sia a coloro che hanno avuto la sfortuna di non averli giocati prima solo per “questioni di tempo”, che per chi volesse avvicinarci ad un genere di giochi un po’ diverso dal classico sparatutto in prima persona o dei “picchia picchia” a spasso per il mondo.

Voto: 8,5/10

Fin da piccolo ho sempre amato le storie, che fossero raccontate da un libro, un fumetto, un cartone, un film, o soprattutto da un videogioco. Alcune le ho solo viste, altre le ho sentite così mie da avere l'impressione di averle vissute, ed altre ancora le ho addirittura scritte. Forse sono un pazzo o un sognatore, o tutte e due le cose. Ma continuerò a sognare ed a vivere avventure, per poter dire un giorno "fammi rubare Capitano, un'avventura dove io son l'eroe che combatte accanto a te".

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