Speciale Oscar 2014 – Popcorn Time

Speciale Oscar 2014 – Popcorn Time

Come non dedicare un pezzo alla cerimonia più sfarzosa, chiacchierata e “commerciale” (con tutti i pro e contro del caso) dell’anno?
Eccoci qui, dunque, a tracciare un riassunto della Notte degli Oscar toccandone punti e spunti salienti.

I film in gara – al solito – erano parecchi, nonché i dubbi sui risultati, ma di sicuro qualche nomination “pesava” più di altre e lasciava assaporare il gusto della vittoria ben prima del famigerato “And the winner is…”.
 Un esempio? La Grande Bellezza come miglior film straniero, premio scontato e telefonato almeno quanto il discorso di Sorrentino, statuetta alla mano e tonalità mononota (Elio e le storie tese docet!) da robot.
Soffermiamoci proprio su questo film. Orgoglio nazionale per alcuni, un’opera nella media ma sapientemente studiata per piacere secondo altri, un esperimento fallito (o quasi) per altri ancora. Come già ebbi modo di affermare tempo fa (leggi la Recensione su Gamesoul) il paragone forzato con Fellini suona assolutamente fuori luogo. Il film ha parecchi assi nella manica, va detto, ma di sicuro non abbastanza da finire “honoris causa” nei libri sulla Storia del Cinema come ogni singola opera del compianto sognatore cineasta italiano. La vittoria non deve stupire né ingannare. Agli americani, dai tempi di Vacanze Romane con Gregory Peck e Audrey Hepburn (1953) , basta immaginare una passeggiatina a Roma – magari al tramonto – per perdere completamente la testa e questo ha influito più di quanto ci piacerebbe sperare, temo.

“Ehi Ryan, uno sciame di Oscar c’ha colpiti!”

Prendiamo le distanze dalla patria e sorvoliamo il Cinema internazionale. I casi (e pellicole) che prenderemo in considerazione sono tre: Gravity, Dallas Buyers Club e Blue Jasmine. Una menzione a 12 Anni Schiavo è d’obbligo  (vincitore come Miglior Film ed altri importanti premi), ma non esprimerò un giudizio personale in quanto – ahimé – è ancora relegato nella mia lista “da vedere”.
Partiamo di Gravity. Il thriller mozzafiato (letteralmente) di Cuaròn potrebbe essere giudicato due volte e con esiti totalmente differenti. Il valore puro in quanto film, la sostanza per intenderci, lascia abbastanza (molto) a desiderare. Questa pellicola, più che vista e ricordata, va vissuta:  è un viaggio capace di ipnotizzare e trascinare qualsiasi audience in un turbine di sequenze uniche, spettacolari, per cui direi che i numerosi premi raggranellati la notte degli Oscar (tra cui Miglior Regia) possano definirsi meritati! (leggi la Recensione di Gravity Blu-ray su Gamesoul)
Passiamo al caso Dallas Buyers Club. Questo film – per il sottoscritto – ha rappresentato una (piacevole) sorpresa. Definire il sodalizio McConaughey-Leto “da Oscar” è riduttivo, la performance  dei due è senza dubbio una delle più efficaci degli ultimi anni, e se vi foste persi il film vi consiglio di rimediare quanto prima! Miglior Attore Protagonista (McConaughey) e Miglior Attore non Protagonista (Leto) stra-stra-stra meritati.

Anche questa volta, a Dicaprio hanno messo i “piedi in testa”. La maledizione del Titanic continua?

Ora vorrei soffermarmi un istante su Blue Jasmine. Cate Blanchett si è portata a casa il premio come Miglior Attrice Protagonista, e su questo nulla da recriminare, anzi. La nota dolente riguarda la regia di Allen, autore che ultimamente ho riscoperto con molto piacere, capace di veri e propri capolavori d’ironia, geniale, brillante, mai banale o uguale a sé stesso. Fino a Blue Jasmine, almeno.  Quest’ultimo lavoro mi ha deluso profondamente, fino a farmi dubitare persino che sia di  Allen e non di qualche oscuro “ghost director”, per quanto si è rivelato noioso, banale, piatto. Spero davvero possa “riprendersi” e tornare a regalarci perle del calibro di Ombre e Nebbia, Io e Annie, Misterioso Omicidio a Manhattan o altri dei suoi successi.
Insomma, come da copione l’assegnazione degli Oscar ha assunto una valenza più mondana che culturale, ma è giusto così. La speranza è che eventi simili riescano comunque a “dirottare” anime perdute sulla via del Cinema, costi quel che costi!
Ennesima delusione – infine – per l’eterno “sconfitto” DiCaprio: sarà per la prossima volta?

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The_Movies_CoverartIn questo clima di esultanza cinematografica, come non poter ricordare ai nostri amatissimi cinefili videogiocatori il grande capolavoro di simulazione di Lionhead Studios per PC  The Movies targato 2005? Raccogliendo l’eredità da Steven Spielberg’s Director Chair del 1996, il giocatore è calato nei panni di un produttore cinematografico che dagli anni ’20 fino ai nostri giorni dovrà gestire i propri Studios, ingaggiare attori, registi e maestranze,  formarli e dotarli delle migliori strutture  per produrre film da Oscar. Un vero capolavoro la cui versione per Mac Os X edita da Federal Interactive vinse nel 2006 un BAFTA come miglior gioco di simulazione. Una vera “Grande Bellezza” per il mondo della videoludica!

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L’appuntamento è per venerdì con la recensione di 300 – L’Alba di un Impero! Stay Tuned!
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