Popcorn Time: I Sogni Segreti di Walter Mitty

Popcorn Time: I Sogni Segreti di Walter Mitty

Ben Stiller: un nome, una garanzia… in fatto di comicità e trovate brillanti, ma quando si scomoda un tema come quello onirico o, “banalizzando”, dell’immaginazione, il risultato non cambia? Questa la domanda che mi frullava in testa mentre iniziavo a sgranocchiare popcorn prima dell’inizio del film.
In questo caso, infatti, il nostro Ben si sdoppia, davanti e dietro alla macchina da presa.

Una scelta coraggiosa, anche per un  consumato mestierante Holliwoodiano. Lasciamo in disparte i soliti paragoni pompati della stampa settoriale (Il nuovo Forrest Gump! e amenità varie) ed andiamo ad analizzare la pellicola senza pregiudizi…ma con qualche pretesa, dato che il tema mi sta a cuore più di quanto riesca ad esprimere e spiegare.

Trip mentali VS vita reale, potrei riassumere così l’idea alla base di tutto, la forza motrice del progetto. Fino a qui tutto bene, come diceva qualcuno. Il problema si pone nel “come”, non nel “perchè”: come avvicinarsi ad una tematica tanto delicata senza volgarizzarla, ma tessendo comunque sequenze brillanti, mai noiose e – ecco che arriva l’ostacolo maggiore – riconducibili allo stile di Stiller?
In realtà l’obiettivo è stato – in parte – raggiunto. Si scende a compromessi, fatto che preclude al film i gradini del podio, ma nell’insieme il turbinio di immagini straordinarie e momenti goffamente tragicomici riesce a rendere la pellicola vivace, scorrevolissima e – tutto sommato – interessante. Certo, niente a che vedere con capolavori del genere onirico quali L’Arte del Sogno di Gondry, per citarne uno, e questo perché rimane comunque un film indirizzato ad un pubblico più vasto, e di conseguenza non si distilla nelle finezze promesse, ma questo non è per forza un limite, piuttosto una scelta stilistica precisa che punta più sulla spettacolarità delle immagini che sul loro significato profondo. Insomma, ma una visione è consigliata e – per giudicare – doverosa.

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A noi ricorda…

 Project Spark: cosa c’entra con il film di Stiller? Come al solito bisogna squarciare il velo e guardare oltre: le affinità a livello estetico o comunque esteriore sono ovviamente nulle, ma in entrambe le opere la parola d’ordine è “immaginazione”. Esatto, perchè sarà solo con quest’ultima che riuscirete a godervi appieno il futuro titolo per Xbox 360, Xbox One e Windows 8 targato Microsoft! Creare, con la mente innanzitutto, con il pad in questo caso.

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E voi, lo avete visto? Cosa ne pensate? Votate qui oppure lasciate un commento in basso!

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Prima di lasciarci, un annuncio: grazie al gentile invito di Koch Media potrò assistere alla proiezione in anteprima assoluta di I, Frankenstein, fantasy dalle tinte decisamente cupe che – ufficialmente – invaderà le sale italiane il 23 Gennaio. In sala sarà presente Aaron Eckart (Il Cavaliere Oscuro, Thank You for Smoking), attore protagonista del film… inutile specificare che vi aspetta un bel resoconto di film e serata per venerdì prossimo!

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