Bravely Default – La Recensione

Bravely Default – La Recensione

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Uno degli aspetti più curiosi di Bravely Default, almeno prima di averlo cominciato, è forse proprio il titolo. Perché intitolare così un gioco che è in tutto e per tutto un Final Fantasy? Questa nuova avventura nasce infatti come sequel spirituale di Final Fantasy: The 4 Heroes of Light, ma prima che venisse annunciato è diventato il gioco che conosciamo. I motivi possono essere molteplici, tra cui sicuramente la volontà di smarcarsi da un brand che, tra alti e bassi, è altamente sovraesposto e che rischierebbe di far classificare Bravely Default come “l’ennesimo Final Fantasy”. Per fortuna così non è e il titolo scelto, che stando alle parole stesse dello sceneggiatore Naotaka Hayashi va inteso come “avere il coraggio di rinunciare a promesse e responsabilità fatte e assunte“, permette al gioco di avere una sua vita al di fuori della storica saga Square Enix.

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Lo ameranno: i fan di Final Fantasy e gli appassionati di JRPG
Lo odieranno: coloro che si ostinano a non voler dare una chance a questo genere
È simile a: Final Fantasy

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Bravely DefaultTitolo: Bravely Default 
Piattaforma: Nintendo 3DS 
Sviluppatore: Silicon Studio
Publisher: Square Enix
Giocatori: 1
Online: Streetpass e Microtransazioni
Lingua : Inglese (Parlato), Italiano (Testi)

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Difficilmente vi dimenticherete presto di Edea, Tiz, Agnès e Ringabel

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Le Torri del Cristallo sono templi in cui regna una pace inquientante

Bravely Default ha la più classica delle storie di un qualsiasi Final Fantasy: il mondo è in pericolo poiché i quattro cristalli elementali (vento, acqua, fuoco e terra) si sono spenti e all’unica sacerdotessa rimasta, Agnès Oblige, spetta il compito di risvegliarli per ripristinare l’ordine nel mondo prima che l’oscurità inghiottisca tutto e tutti. Ma Agnès non sarà ovviamente sola: con lei partiranno per il viaggio Tiz Arrior (unico sopravvissuto alla drammatica scomparsa del suo villaggio in una voragine), Edea Lee (coraggiosa e ribelle guerriera, figlia del duca cattivo che decide di tradire per aiutare Agnès) e Ringabel (donnaiolo privo di memoria, ma dotato di un diario su cui vi è scritta quasi tutta la storia che i quattro si accingono ad intraprendere). Pur non presentando quindi alcuna novità rilevante, la trama va avanti in maniera molto spedita ed avvincente, sopratutto grazie ai quattro protagonisti splendidamente caratterizzati che formano un team molto vario, spesso in contrasto tra di loro e dai comportamenti talvolta imprevedibili. La sceneggiatura dei dialoghi è sorprendente: Bravely Default potrebbe passare alla storia come uno dei pochi J-RPG in cui non ci si lamenta mai della lunghezza dei dialoghi, ma anzi ci si ritrova spesso a ridere di gusto per le battute e per le situazioni in cui i quattro ragazzi vengono a ritrovarsi (a tal proposito merita una menzione il vecchio saggio pervertito e il suo “bikini libido“). I nemici invece si rivelano spesso macchiettistici, anche se dotati di una malvagità piuttosto rara che porta gli eroi ad affrontare in ogni città temi diversi e di un certo spessore, come lo sfruttamento minorile, la vacuità della bellezza e l’ossessione per il successo. Il lavoro svolto in generale sulla caratterizzazione di ogni aspetto è eccellente: basti citare, per esempio, il fatto che all’ingresso di ogni città il team si fermi per discutere sui prodotti tipici del luogo.

Ancheim, grazie ai suoi mulini e agli ingranaggi in movimento, è uno dei posti più belli che visiterete

Ancheim, grazie ai suoi mulini e agli ingranaggi in movimento, è uno dei posti più belli che visiterete

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Le locande, come da tradizione, vi offriranno il riposo meritato dopo la battaglia

Se dal punto di vista della storia non si è osato molto, sul fronte del gameplay ci sono importanti novità, tra cui la principale è indubbiamente la possibilità di poter scegliere in combattimento tra l’opzione “Brave” e quella “Default“. Dite dunque addio alle barre di caricamento: tutto si basa sui Brave Point (BP), che non sono poi altro che dei turni. Ogni azione compiuta consuma un BP ed usare Brave ci permette di avere un BP in più (fino ad un massimo di 4 a turno), mentre usare Default ci fa risparmiare il BP per dopo. All’inizio del turno successivo si recupera automaticamente un BP e pertanto se precedentemente ne è stato usato uno solo si può attaccare normalmente, mentre se si è sotto lo zero si salta il turno fino a quando i BP non tornano alla soglia di partenza. Questo sistema implica due aspetti: nei confronti della maggior parte dei nemici comuni che affronterete con i classici incontri casuali la strategia più comune è dare quattro Brave a tutti e quattro i personaggi e devastare i nemici con quindi ben 16 attacchi, mentre la situazione si fa ben più ostica con i numerosi boss, con i quali una strategia del genere garantisce un suicidio immediato, visto che si rimane poi scoperti per i turni necessari per recuperare i BP. Bisogna dunque imparare e gestire i BP in modo tale da essere efficaci, ma mai impreparati e indifesi, anche perché il livello di difficoltà (personalizzabile in qualunque momento) è comunque settato verso l’alto.

Il ciclo giorno-notte influisce sia sulle quest che sui nemici

Il ciclo giorno-notte influisce sia sulle quest che sui nemici

Un altro elemento fondamentale del sistema di combattimento sono le classi, ben 24, che non rappresentano certo una novità, ma che sono gestite meglio che in qualsiasi altro gioco. Non spaventatevi se il paragone più vicino sono le dressosfere di Final Fantasy X-2: ogni personaggio può equipaggiare una classe primaria (che gli conferisce il relativo costume) e le abilità attive di una secondaria. Tra le abilità passive invece è possibile selezionare tutte quelle sbloccate facendo i vari level-up di classe, distinti quindi da quelli del personaggio. Alla fine di ogni scontro riceverete dunque punti esperienza “classici” per l’avanzamento del personaggio e punti classe per il level-up della classe in uso. La gestione delle varie classi (con relative abilità) diventa quindi il fulcro di tutto il gioco, costituendone la vera sfida da affrontare, ed il mix di classi, abilità attive e passive permette un numero di combinazioni pressoché infinito. Come se non bastasse ci sono tonnellate di armi e armature, accessori, magie (distribuite quest’ultime su molte classi diverse, imponendo quindi una maggiore attenzione all’approccio da adottare in battaglia) e per finire persino delle mosse speciali personalizzabili. Le quest invece si differenziano molto in quanto a qualità a seconda della loro importanza: quelle della trama principale, pur non brillando per originalità, sono sempre molto avvincenti con dungeon molto ben studiati, mentre le missioni secondarie sono spesso piuttosto noiose, costringendoci a viaggiare da una parte all’altra del mondo solo per allungare il brodo. Si viene comunque ben ricompensati, visto che le varie classi si sbloccano sconfiggendo i generali dell’esercito nemico e almeno metà di questi li si affronta solo nelle side-quests. A prova poi del lavoro svolto per rendere l’esperienza il meno frustrante e lenta possibile, bisogna sottolineare la possibilità di velocizzare i combattimenti, rendendo quelli fatti per livellare una pura formalità una volta trovata la strategia adatta.

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Agnès, ce la puoi fare contro il drago! Sempre però che tu abbia correttamente incantato quell’arco…

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La voragine che ha divorato Norende...

La voragine che ha divorato Norende…

Uno degli aspetti più riusciti di Bravely Default è senza dubbio la realizzazione tecnica, quasi impareggiabile. L’esplorazione delle città e di altri luoghi di interesse avviene su sfondi in 2D di una bellezza folgorante, che si possono apprezzare nella loro interezza lasciando il personaggio fermo per qualche secondo: l’inquadratura si allarga e mostra completamente la zona, garantendo quasi sempre l’effetto mozzafiato. L‘esplorazione dei dungeon invece avviene in ambienti interamente poligonali, con la visuale leggermente dall’alto come nel recente The Legend of Zelda: A Link Between Worlds. L’uso del 3D stereoscopico è caldamente consigliato in entrambe le situazioni, sopratutto in presenza dei fondali in 2D, mentre nella mappa del mondo bisogna segnalare qualche rallentamento quando il 3D è attivato. I modelli poligonali dei personaggi, sia primari che secondari, sono realizzati con estrema cura e se si tiene poi conto delle 24 classi e del fatto che ognuna è personalizzata per i quattro personaggi, ci si trova davanti ad una mole di costumi impressionante, che farà la felicità di non pochi. Anche sul fronte sonoro si raggiungono picchi di qualità eccelsa: le musiche sono meravigliose e varie, non sanno mai di già sentito e sono splendidamente realizzate, così anche il doppiaggio risulta molto ben recitato e per noi italiani perfettamente sottotitolato (anzi, certe volte i sottotitoli italiani danno un aspetto più serio ed un ulteriore spessore al dialogo inglese).

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Tiz, è arrivato il momento di proteggere Agnès!

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Molti nemici sono vecchie conoscenze di Final Fantasy

Molti nemici sono vecchie conoscenze di Final Fantasy

Non mancano le feature che caratterizzano molti titoli per 3DS: lo streetpass viene utilizzato per reclutare nella ricostruzione del paese di Tiz, Norende, le persone incontrate per strada, mentre è possibile inviare ed evocare in battaglia gli amici. Una novità, che forse non tutti gradiranno, è l’introduzione delle micro-transazioni per acquistare delle bevande che permettono mosse finali potentissime: non influiscono in alcun modo e le stesse pozioni possono essere guadagnate col contapassi, però è comunque un aspetto da tenere in considerazione. Di tutte queste componenti secondarie la più interessante resta quindi l’aspetto gestionale di ricostruzione del villaggio che vi farà tenere la console accesa per giorni sempre con voi per reclutare nuovi abitanti e metterli immediatamente al lavoro. Ogni edificio richiede una quantità di tempo che può essere divisa tra gli abitati, cosicché sta poi a voi scegliere se impiegarne uno su ogni edificio o tutti insieme su uno solo. La ristrutturazione degli edifici (ed i relativi upgrade) fanno guadagnare oggetti ai protagonisti, sbloccano altri oggetti acquistabili presso l’avventuriero a cui vi rivolgete per salvare e infine sbloccano le opzioni per costruire le mosse finali.

Eisenberg, capitale di un regno diviso da una guerra

Eisenberg, capitale di un regno diviso da una guerra

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Bravely masterpiece

bollino-topBravely Default, nonostante alcune piccole sbavature, è l’ennesimo motivo per cui vale la pena avere un Nintendo 3DS. E’ difficile immaginare una console che in un solo anno abbia avuto così tanti giochi importanti come l’handheld della casa di Kyoto, ma il titolo Square Enix si impone indubbiamente tra quelli da avere a tutti i costi, anche per i detrattori del genere. L’estrema cura riposta in ogni singolo aspetto fa di questo gioco uno dei migliori JRPG usciti negli ultimi anni, anche al di fuori dell’ambito portatile: a partire dall’importanza che il titolo ha sia rispetto al gameplay (con l’uso dei Brave e dei Default), che per la psicologia dei personaggi (innatamente coraggiosi, ma intrappolati nelle loro routine morali), Bravely Default è l’esperienza definitiva del suo genere, smussata e livellata per tutti, appassionati e non.
E dopo le tantissime ore spese col gioco (più di 50 tra missioni primarie e secondarie) di Bravely Default vi rimarrà esattamente quel che un gioco di ruolo ha il dovere di imprimere: un viaggio lunghissimo, pieno di posti meravigliosi e animato da personaggi memorabili.

Non di rado vi capiterà di rimanere a fissare i fondali per svariati secondi

Non di rado vi capiterà di rimanere a fissare i fondali per svariati secondi

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Da quando ho scoperto che i piaceri che i miei pollici opponibili potevano darmi con un joypad erano pressoché infiniti non ho mai smesso di videogiocare. Appassionato di cinema e musica, sempre e solo a livello maniacale.

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