Rocksmith 2014 – La Recensione

Rocksmith 2014 – La Recensione

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Secondo la teoria dell’evoluzione della specie del celebre Charles Darwin, gli esseri viventi sono portati a mutare di continuo per adattarsi all’ambiente in cui vivono. Allo stesso identico modo, anche i videogames si evolvono e si migliorano in vista delle successive generazioni di giocatori e di console. Un esempio lampante che va a confutare questa teoria, non può che essere quello legato ai titoli di genere rhythm, che volgarmente vengono chiamati “videogiochi musicali”.
Da quando i primi giochi di questo genere si sono fatti vedere sul nostro territorio, di acqua sotto i ponti ne è passata veramente tanta, ma non posso negare che ogni volta che ne ho in mano uno nuovo, gli occhi mi cominciano a brillare come quando mi arrivò il primo Drummania per Playstation 2, che insieme a GuitarFreaks sono gli antenati dei titoli musicali che tutti conosciamo. Era circa il 2000 in quel periodo, e da lì a cinque anni saremmo stati invasi prima da Guitar Hero, poi da Rockband, da Band Hero, Dj Hero e compagnia cantante (XD), ritrovandoci a suonare chitarre, bassi, batterie e tastiere, improvvisando spettacolari concerti nel centro esatto dei nostri salotti.
Ma nella generazione di console che sta per “finire” tra pochi giorni con l’uscita ufficiale di Xbox One e Playstation 4, i rhythm games sono riusciti a fare ancora un altro passo in avanti nella loro scala evolutiva, permettendo ai propri utenti di suonare vera musica con un vero strumento. Parliamo chiaramente del titolo che in questo genere di videogames ha fatto parlare molto di sè ancor prima dell’uscita del suo primo capitolo, e che oggi vi presentiamo nella versione 2014. Signore e Signori, sale sul palco di GameSoul: Rocksmith 2014.

Lo ameranno: gli amanti del genere rhythm e qualche chitarrista in erba.
Lo odieranno: coloro i quali non concepiscono il connubio musica e videogames.
E’ simile a: Guitar Hero, Band Hero, Rock Band ed ovviamente il precedente Rocksmith.

Minicover
Titolo: Rocksmith 2014
Piattaforma: Playstation 3 / Xbox 360 / PC
Sviluppatore: Ubisoft
Publisher: Ubisoft
Giocatori: 1-2 (Multiplayer Offline)
Online: N.D.
Lingua: Italiano (Testi/Parlato)
 

Rocksmith1

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Overture

Il titolo musicale di casa Ubisoft si presenta al pubblico con una nuova versione, opportunamente modificata e migliorata rispetto a quella che vi abbiamo presentato sulle nostre pagine esattamente l’anno scorso.
Al contrario del nostro buon Icilio però, che ai tempi della sua recensione era già un rodato animale da palco, la mia esperienza “chitarristica” si limita a quella Rocksmith3fatta con le plasticose periferiche che il mondo delle home console ha visto passare fino ad ora (ma che non mi ha fermato dallo studiare entrambi i titoli usciti).
Cominciamo quindi con un pizzico di sincerità, ammettendo che molti di noi “suonatori della domenica”, dopo aver consumato dischi, periferiche e console tra Rock Band e Guitar Hero, guardando verso Rocksmith abbiamo fatto un primo passo pensando “Che sarà mai… Se riesco a giocare a livello massimo su gli altri giochi, non dovrei essere da meno in questo…”.
La fase successiva, è quella in cui, dopo aver sciolto i capelli (almeno ipoteticamente) ed infilato la maglietta del concerto dei Blind Guardian, attendiamo in piedi di fronte al televisore, chitarra al collo, che cominci The Trooper degli Iron Maiden, che negli anni della nostra adolescenza abbiamo consumato su numerose musicassette.
La terza ed ultima fase, è quella in cui la canzone finisce, e ci accorgiamo mestamente tramite l’esperienza diretta, di quanto ci fosse di sbagliato in quell’ostentata sicurezza dei nostri pensieri…
Questa piccola introduzione però non deve scoraggiarvi, perché il bello di Rocksmith è proprio (anche) questo, farvi gustare i vostri progressi di volta in volta, sorprendendovi di quello che mano a mano riuscirete a fare con alcune piccole lezioni ed accorgimenti. Indubbiamente, per i giocatori esperti dei titoli concorrenti, passare da una realtà simulata da cinque pulsanti ed una levetta ad uno strumento vero e pulsante con sei corde ed n-mila tasti, l’impatto è duro, ed in pratica tutto è come nello studio reale della musica e degli strumenti: ci vuole dedizione, impegno e tanto tanto esercizio. Del resto, non è che Kirk Hammett ha imparato a suonare in una settimana eh…

L'interfaccia dell'edizione 2014 di Rocksmith si migliora per dare la miglior esperienza possibile.

L’interfaccia dell’edizione 2014 di Rocksmith, rivisitata per offrire la miglior esperienza possibile.

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Ladies and Gentleman… From Los Angeles, California… il sottoscritto.

Il gameplay del titolo (se così lo possiamo chiamare) non è cambiato per nulla, e chiaramente rimane il dover suonare le corde della nostra chitarra nella giusta sequenza ed al giusto ritmo. Per fare questo, il gioco ci mostrerà dei binari, legati in maniera abbastanza chiara ai tasti del manico della chitarra, e sui quali scorreranno i cubetti delle note che dovremo suonare, che dal canto loro indicheranno la corda corretta in base al colore di riferimento. Tutto come prima quindi, almeno su questo fronte pseudo-tecnico.
La struttura portante invece ha subito modifiche più rilevanti. Per cominciare, non è più presente la modalità Carriera, o almeno non è più come la conosciamo dalla versione precedente. Rocksmith5Nell’edizione 2014 infatti, il giocatore/musicista, può decidere autonomamente come proseguire nel gioco e nella sua relativa istruzione. Si potrà così passare dal seguire le propedeutiche lezioni, alla Guitarcade, fino ad imparare a suonare un brano o parte di esso, ed il tutto senza che il sistema blocchi alcune sezioni o eventuali scelte. Viene così a mancare però l’idea di una vera e propria modalità principale, se la intendiamo nel senso stretto del termine, ma in realtà vederemo che tale definizione viene estesa a tutto il titolo grazie all’introduzione dei compiti che vengono assegnati al giocatore nel corso delle sue “partite/sessioni”.
Questi “compiti” suggeriti dal sistema, sono volti chiaramente ad instradare l’allievo sulle attività che potrebbero essere più congeniali e produttive per l’apprendimento, sostituendosi al più lineare binario della carriera che era presente nel titolo dell’anno scorso. Queste piccole sfide spazieranno in tutte le sezioni presenti nel gioco, inglobando così tutte le possibili attività in una nuova definizione del termine modalità principale, estendendola, come dicevamo appunto poco fa, a tutto il titolo.
Sempre durante queste particolari missioni, soprattutto in sede di lezione, incapperete prima o poi nel Ripetitore di riff, ovvero un piccolo “accrocchietto” che vi permetterà di fare pratica in maniera molto friendly. Tramite questo strumento infatti, potrete concentrarvi su determinate sezioni di un brano per studiarle in maniera personalizzabile e puntuale, oppure potrà automaticamente venirvi incontro alterando velocità e difficoltà della serie di note che dovrete riprodurre durante una lezione.
Ma, anche quando si riesce ad ingranare, suonare con Rocksmith non è tutto rose e fiori come si potrebbe immaginare, e questo perché anche la versione 2014, come del resto l’originale uscito precedentemente, ha una piccola radice diabolica al suo interno, volta a distruggere, fin dalle fondamenta, l’autostima del giocatore che è profano di vera musica suonata. Rocksmith9Provando ad imparare un brano infatti, noterete che la difficoltà del pezzo aumenterà ogni volta che la vostra performance sembrerà volgere ad essere decente, facendovi sprofondare nel baratro della disperazione in un turbinio di note perse e corde sbagliate.
A completare il quadro globale, viene confermata la presenza dei Guitarcade, già citati precedentemente, e che sono mini-giochi di vario genere che vi faranno usare le corde della chitarra a guisa di pad. Personalmente però, anche se nascono per indorare la pillola degli esercizi base, credo siano la parte meno interessante del titolo, e che poco hanno a che fare con il contesto nel quale vengono inseriti. Molto più apprezzabile invece l’introduzione della modalità Sessione, dove potremo aggiungere dei musicisti “virtuali” che saranno in grado di suonare il proprio strumento in base alla nostra improvvisazione; delle vere e proprie jam session in pratica, a cui il software cercherà di instradarci con preziosi consigli ed insegnamenti.

I Guitarcade, il lato oscuro di Rocksmith. Utili come singoli esercizi, ma poco adeguati al resto del contesto.

I Guitarcade, il lato oscuro di Rocksmith. Utili come singoli esercizi, ma poco adeguati al resto del contesto.

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Hey Now, You’re A Rockstar, Get Your Game On, Go Play!

I problemi di ritardo tra audio e video in queste genere di giochi, sono un argomento che non è passato inosservato agli sviluppatori… Il problema però sorge quando per risolverlo dovrete pensarci voi andando a mettere le vostre manine dove qualsiasi altro titolo, di solito, non crea impicci. Alcuni suggerimenti sulle istruzioni interne e sul sito ufficiale, dicono di modificare le configurazioni video del televisore, oppure, in mancanza di queste, di passare ad un diverso sistema di collegamento audio/video della console. Pare infatti che l’ormai comune cavo HDMI non sia il massimo sul fronte sonoro, e che sarebbe più congeniale “scendere” di un livello usando il cavo composito (con la conseguente perdita di qualità video). Il massimo sarebbe Rocksmith6quindi avere a disposizione un sistema audio home theater separato, oppure un sistema di cuffie “altamente tecnologico”, a cui demandare l’incarico di gestire il sonoro in uscita direttamente dalla console.
Un altro problema, anche se facilmente risolvibile, è quello legato al disturbo creato dall’uso della Playstation Eye. Avere infatti la telecamerina Sony collegata alla console e vicina alle casse, a causa del microfono integrato, può generare un costante rumore di sottofondo, che non solo infastidisce il giocatore, ma potrebbe anche far imbufalire i vostri vicini di casa (che speriamo per la vostra salute non siano facilmente irritabili e muniti di roncola).
Chiuderei il discorso sonoro con un dubbio che mi assilla fin dall’inizio. Può capitare, specie per chi come me non è proprio il massimo della precisione, di steccare qualche nota, usando sì la corda giusta, ma che a causa di una pennata poco decisa o disattenta, produca una nota stonata e poco incisiva. Nonostante anche l’orecchio di un profano come me se ne accorga, il sistema invece sembra non fare una piega, nemmeno in sede di accordatura iniziale della chitarra, dando per buono (o addirittura impeccabile) il riff appena storpiato. Rocksmith8La domanda quindi vien da sé, sono io che con il mio quarto di sangue di licantropo avariato sento i suoni in maniera distorta, oppure effettivamente le stonature non vengono prese in considerazione?
Il discorso grafico invece è una questione a parte, e se escludiamo le normali e giustificatissime modifiche apportate per migliorare l’esperienza nei menù e nel gioco in sé, non c’è poi tanto da disquisire. Il titolo del resto non necessità di nessuna eccezionale potenza in termini grafici, ma c’è da ammettere che la disposizione del piano di gioco inclinata (ed anche la necessità di dover ogni tanto guardare lo strumento), aiuta a non incappare nella fastidiosa sensazione visiva post Guitar Hero, dove tutti gli oggetti reali cominciano a scorrere dall’alto verso il basso come le gemme delle note.

Siete pronti a sfidare il destino (ed il pubblico) improvvisando una jam session?

Siete pronti a sfidare il destino (ed il pubblico) improvvisando una jam session?

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The Final Countdown (obviously)

E siamo giunti così alle note finali (XD) di Rocksmith 2014, che si attesta nuovamente un ottimo sistema/software per apprendere l’attraente arte del suonare la chitarra.
Perdere le vecchie abitudini apprese all’inizio della nostra carriera musicale videoludica fatta di plastica sagomata e plettri invisibili, è sicuramente una cosa abbastanza complicata. E’ un po’ come imparare ad andare in bicicletta in modo normale, e poi essere costretti a pedalare con le mani e sterzare con i piedi. Certo, l’allenamento migliora le cose, ma per quelli come noi restano comunque pratiche più complesse rispetto a chi invece sta cominciando proprio tutto da zero. Rocksmith10Diamo per scontato che probabilmente non riusciremo ad apprendere tutto o ad avere i risultati sperati nei 60 giorni indicati, ma i progressi saranno visibili fin da subito, ed a farci proseguire sulla strada giusta che ci indicheranno le ottime lezioni contenute nel gioco, potrà essere solo il nostro impegno e la nostra voglia di migliorare. In accordo con il giudizio del nostro Icilio, nonostante l’alta qualità del prodotto siamo ancora lontani dal poter sostituire un maestro in carne ed ossa, che resta quindi la figura più indicata per correggerci un errore di posizione o che può suggerirci dei movimenti migliori durante alcuni passaggi. Ciò non toglie però che per iniziare il nostro cammino musicale ed approcciare allo strumento, Rocksmith si rivela essere più che valido.
Scendendo ad un livello più ludico che istruttivo, ci manca da dire che il brand non è ancora sbarcato nel complesso ed abusato comparto del multiplayer online, ma si limita ad avere al massimo due giocatori in locale sulla stessa console. Cosa che riteniamo più che sufficiente, anche perché un comparto competitivo in questo contesto sarebbe probabilmente fuori luogo.
La già nutrita scaletta di brani contenuta nel titolo è già in espansione grazie ai recenti DLC rilasciati (NdDemon: Up the Irons!!! U_U), e può essere ulteriormente ampliata con i pezzi facenti parte la precedente track list. Aggiungete a tutto questo una divertente modalità di jam session, un ottimo metodo di studio, ed il “giocare a suonare la chitarra con un videogame”, piano piano assumerà tutto un altro aspetto. Ed anche se personalmente (a causa delle mie limitate capacità) considero del tutto utopistico riuscire a suonare un brano a livello Master senza l’ausilio visivo delle note, considero il titolo praticamente imperdibile per tutti gli amanti del genere.

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Fin da piccolo ho sempre amato le storie, che fossero raccontate da un libro, un fumetto, un cartone, un film, o soprattutto da un videogioco. Alcune le ho solo viste, altre le ho sentite così mie da avere l'impressione di averle vissute, ed altre ancora le ho addirittura scritte. Forse sono un pazzo o un sognatore, o tutte e due le cose. Ma continuerò a sognare ed a vivere avventure, per poter dire un giorno "fammi rubare Capitano, un'avventura dove io son l'eroe che combatte accanto a te".

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