La chiusura di 38 Studios devastante per Curt Schilling

La chiusura di 38 Studios devastante per Curt Schilling

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Per chi non lo conoscesse, Curt Schilling è una ex-stella del Baseball MLB (D’Backs e Red Sox tra le sue squadre) ormai ritiratosi a vita privata. Nel “nostro” ambiente tuttavia è sempre stato considerato con particolare simpatia per via della sua smodata passione per i videogiochi e per il mondo fantasy. Giocatore accanito di World of Warcraft e di strategici in tempo reale, con la fine della sua esperienza da giocatore professionista ha deciso di aprire uno studio di programmazione tutto suo a capitale condiviso che nel nome portasse il numero che lo ha identificato sui campi di baseball durante la sua lunga carriera: 38 Studios.

Come per molti settori dell’industria americana e mondiale, il periodo di crisi ha tagliato le gambe anche al suo piccolo ambizioso studio del Rhode Island, che proprio recentemente ha dovuto dichiarare bancarotta e successivamente cessare l’attività. Le dichiarazioni di Schilling sul triste epilogo sono state rilasciate da poco al Boston Globe, e vengono riportate qui sotto (traduzione mia, ndFargo):

“A parte il dolore per la perdita di mio padre, non ho mai attraversato un’esperienza più devastante della chiusura di 38 Studios. E’ qualcosa dalla quale ancora cerco di riprendermi. Ho provato a resistere e resistere ancora, ma non ce l’ho fatta. Ero responsabile di 300 famiglie, la mia inclusa, e ho fallito”. Schilling, pur non volendo scrollarsi di dosso alcuna colpa, “Alla fine, sono io che ho fallito, io ero la persona in carica del progetto”, non ha risparmiato accuse nei confronti del governatore dello Stato di Rhode Island Lincoln Chafee: “Avevamo trovato un imprenditore con un po’ di soldi da investire, ma Chafee ha rallentato tutto e così lo abbiamo perso”; “Chiedetegli che cosa ha fatto per noi. Non una singola cosa. Chiedeteglielo”.

Prima di chiudere, 38 Studios ha sviluppato e pubblicato un solo gioco, un MMO, Kingdoms of Amalur: Reckoning. Noi, forse un po’ malinconicamente, vi lasciamo con quello che fu il trailer che accompagnò il suo lancio.

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Fonte

Chi, come me, è nato intorno alla metà degli anni '80, può considerarsi a buon diritto figlio elettivo della generazione del videogioco. Perso irrimediabilmente tra sogno e nostalgia, mi aggrappo ostinato a un qualsiasi strumento di iniezione ludica -endorfina purissima a circuito chiuso- come una creatura che morde per il suo latte. Apprezzo e ammiro ogni proposta di intrattenimento intelligente, ma sono irrimediabilmente stregato dal genio di Nintendo.

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