Brothers: A Tale of Two Sons – La Recensione

Brothers: A Tale of Two Sons – La Recensione

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Il mondo dei videogiochi negli ultimi anni viene sempre più spesso accostato a quello del cinema, attirando a sé svariate personalità che in più di un’occasione hanno preferito i kit di sviluppo alle cineprese. Guardiamo ad esempio i Wachowskis o Spielberg, che aldilà della macchina da presa non sono però riusciti a cogliere il vero spirito di questo mondo, gettandosi a capofitto in progetti spesso più grandi delle loro possibilità (non è un mistero che molti dei titoli di Spielberg siano stati cancellati, ndr).

Eppure un barlume di speranza si affaccia su questo impervio mondo: Jason Fares, talentuoso registra svedese, che insieme ai ragazzi di Starbreeze (Syndicate, Chronicles of Riddick, The Darkness) ha confezionato per noi Brothers: A Tale of Two Sons. Ci siamo immersi in questa avventura per voi, scoprite se ne è valsa la pena!

Lo ameranno: Chi apprezza le storie semplici ma efficaci, e chi cerca qualcosa per spezzare la routine di titoli “AAA”.
Lo odieranno: Chi cerca un esperienza ricca di azione, i videogiocatori particolarmente superficiali.
E’ simile a: Journey

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Titolo: Brothers: A Tale of Two Sons
Piattaforma: Xbox 360 (esclusiva temporale)/ PS3 (TBA)/ PC (TBA)
Sviluppatore: Starbreeze Studios
Publisher: 505 Games
Genere: Adventure
Giocatori: 1
Online: Assente
Lingua : Italiano (Testi)/ ??? (Parlato)

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L’acqua della vita

In un mondo dal sapore fatato e bucolico vivono due fratelli di età diverse, il cui padre ha contratto una terribile malattia. La sua drammatica condizione li porterà alla ricerca dell’acqua della vita, l’unico antidoto in grado di salvare il loro amato genitore.

brothers-1280_jpg_1280x720_crop_upscale_q85Questo è l’incipit che dà il via a Brothers, che si presenta fin da subito come un’esperienza dove il tema del viaggio è più che mai forte e significativo. Un viaggio che li vedrà scoprire il mondo al di fuori del loro piccolo villaggio, consapevoli di essersi imbarcati in qualcosa di rischioso ed impervio. Ma anche un viaggio costellato di persone e luoghi che segneranno il rapporto tra i giovani fratelli, fatto di frasi pronunciate in una lingua incomprensibile e di gesti che non possono lasciare indifferenti.

Non posso far a meno di menzionarvi una piccola sezione di gioco in cui i due fratelli saranno divisi da una serie di terribili circostanze, dove il maggiore si prodiga a tutti i costi per salvare il fratello minore, in preda alla sua paura più grande: l’acqua. Potremmo definire questo affascinante rapporto addirittura più importante della trama stessa, che in fin dei conti non fa altro che gettarne le basi.

Dove gli altri hanno miseramente fallito, Jason Fares è riuscito. Una storia semplice e lineare che una volta portata a termine vi lascerà con l’amaro in bocca, e non per i motivi sbagliati. Sono anche vari i temi trattati, come la morte e le sue sfumature, il più delle volte anche con una certa crudezza; Brothers è una favola che va vissuta a cuore aperto, senza pregiudizi di sorta.

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Eccovi un simpatico Troll di montagna mentre ci da man forte

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L’unione fa la forza

Pad alla mano il titolo si presenta decisamente poco convenzionale, con uno schema di controlli ed un gameplay molto1373283885-brothers-a-tale-of-two-sons-4 particolare. I due fratelli si controllano contemporaneamente con le due levette analogiche, ognuna delle quali designata ad uno dei due, mentre è possibile farli interagire con alcuni elementi dello scenario o con i personaggi non giocanti tramite i trigger posteriori.

In un determinato punto del gioco ad esempio, dovremo superare con entrambi i fratelli un piccolo strapiombo abbassando un ponte levatoio. Mentre il più piccolo dei due corre all’interno del meccanismo (simile ad una ruota per criceti), l’altro raggiunge la parte opposta per rapire una piccola capra, al fine di farla correre al posto del fratellino. Questa è solo una delle tante situazioni che ci ritroveremo ad affrontare.

Questa semplice ma solida soluzione non presenterà alcuna variazione durante tutta la durata del titolo, permettendo al giocatore di concentrarsi esclusivamente sul controllo dei due protagonisti. Nonostante l’imbarazzo e il panico iniziale, vi si prende confidenza in pochi minuti, scongiurando del tutto le sensazioni sopracitate. Oserei dire che Brothers, senza questo tipo di controlli, non sarebbe più lo stesso, se non addirittura peggiore.

A causa di questa impostazione il titolo non propone situazioni particolarmente complesse, ma si limita ad offrire una serie di puzzle ambientali alternati a momenti di pura esplorazione. Per ovviare a questo “problema” gli sviluppatori si sono assicurati che gli enigmi e le zone proposte si presentassero sempre diverse rispetto a quelle affrontate in precedenza, dando al giocatore più di uno stimolo per arrivare alla fine del viaggio. Inutile dire che si tratta di una scelta di design che dona al titolo una continuità ed un crescendo di situazioni che lo rendono vario quanto basta.

In sintesi? Semplice, immediato, funzionale.

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Esempio pratico: occorrerà bilanciare il deltaplano sistemando adeguatamente i due fratelli

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Guarda oltre ciò che vedi

Sul lato prettamente tecnico il titolo non eccelle, se non fosse per gli artisti di Starbreeze che sono riusciti a sopperire in tal senso con una direzione artistica sublime. Laddove ci vengono proposte animazioni non troppo fluide, texture semplici ed una modellazione poligonale tutt’altro che stellare, gli artisti sono riusciti a donare al mondo di gioco dei colori e dei paesaggi unici, che nella loro semplicità riusciranno a stupirvi più di una volta. Basterà uno sguardo ai cieli stellati, alle aurore boreali ed alle limpide distese d’acqua a conquistarvi.

L’accompagnamento sonoro corona l’atmosfera bucolica e poetica del titolo, prediligendo spesso e volentieri il placido rumore dell’acqua che scorre o il quello dell’ambiente circostante a melodie ad-hoc che avrebbero probabilmente minato quella magia che permea da ogni pixel. Niente di eccezionale, sia chiaro, ma fa piacere constatare ancora una volta come il sonoro (incisivo o meno) sia uno dei pilastri per un la riuscita di un buon gioco.

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In conclusione… 

In poco meno di un giga di download, Brothers: A Tale of Two Sons riesce a condensare emozioni genuine ed ambientazioni visivamente affascinanti in un’avventura che andrebbe quantomeno provata. Il titolo non è assolutamente adatto a tutti, bisogna quindi approcciarlo consapevoli di quel che si andrà a giocare; eppure, guardando le immagini in calce e leggendo le mie parole sono sicuro che quel pizzico di magia di cui è composta questa avventura vi stia ronzando intorno, convincendovi a ricaricare i vostri fondi virtuali per essere prontissimi al download. Tra piccoli difetti e voglia di osare, Jason Fares ed i ragazzi di Starbreeze Studios sono riusciti a confezionare una perla di rara bellezza, che purtroppo non potremo esporre nelle nostre collezioni fisiche. Non sarà un capolavoro, ma è quanto di più vicino ci sia ad un gran gioco. 

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Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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