Popcorn Time: Promised Land

Popcorn Time: Promised Land

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Il sogno (e l’incubo) americano…

Attento, crudo, poetico, geniale: il Cinema di Gus Van Sant in quattro parole. Dagli esordi bianco-neri di Mala Noche alla violenza sospesa di Elephant, ha saputo dipingere storie e volti con il tocco leggero, di classe, iperrealista ed al contempo surrealista che caratterizza ogni sua opera.
Arriva Promised Land, le aspettative (personali e non) sono alte, altissime.
Passi il trailer italiano un po’ spaccone che allude a guerra aperta tra il regista statunitense e la lobby dei petrolieri, guardandolo balzano all’occhio ed al cuore due cose: è un Bel film (sottolineo, B maiuscola), ma manca quel “respiro” affannato che, lieve ma insistente, accompagnava le sequenze di Drugstore Cowboy o Belli e Dannati, quella spensierata disperazione che saturava ogni sequenza e lasciava estasiati, ma con l’amaro in bocca.
La classe rimane intatta, nonché un’eccellente narrazione e personaggi perfettamente caratterizzati, a tutto tondo, uno su tutti l’impacciato e confuso antieroe Matt Damon (già protagonista nel 1997 di Will Hunting – Genio Ribelle). Ci viene descritta una realtà globale (Global il nome del “cattivo”) tramite l’osservazione al microscopio di un minuscolo campione: in questo caso, sul vetrino finisce la comunità rurale di McKinley. Damon sbatte promesse di facile ricchezza in faccia a contadini abituati a campare a pane e compromessi, dipinge loro un dorato avvenire, bella macchina e college per i (molti) figli, il tutto in cambio di pochi ettari di terra…la stessa terra, però, in cui sono cresciuti ed in cui affondano radici troppo spesse e profonde, forse, per essere recise da un assegno. Una rivolta silenziosa serpeggerà tra stalle e fienili, ma il Potere ha sempre un asso nella manica…
Bene e Male, come ai tempi di Omero: sarà lecito, oggi, sperare in un lieto fine?

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 A noi ricorda…

capitalism2Capitalism II : è datata 2001 questa vera e propria perla del genere gestionale: il paragone con Promised Land è forse un tantino azzardato, ma i temi trattati sono davvero simili…uno su tutti il business, mostro vorace che tutto divora, per il bene di pochi, a scapito del bene comune.

 

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