Ni No Kuni – La Recensione

Ni No Kuni – La Recensione

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Ni No Kuni. Che strano nome per noi occidentali, suona quasi come uno sciogli lingua, niente di più che delle parole fuori di ogni senso e significato, forse suonano meglio come formula magica che come nome di un videogioco (medium abituato a nomi d’effetto e più altisonanti). Infondo però è meglio così, Ni No Kuni verrà più volte storpiato ma non tutti sono subito pronti a riconoscere e pronunciare una magia che questo nome sembra recitare come una formula magica. Questo JRPG ha un nome strano per noi ma in giapponese significa “Mondo parallelo”, e allora sì che questo nome un senso preciso lo ha.

In questo articolo però non intendiamo fermarci al nome di questo gioco ma analizzeremo tutto quello che rappresenta e per farlo bisogna per forza citare i tre celebri nomi che hanno dato vita, forme, musiche e colori a questa straordinaria avventura e meritanti tutti una breve presentazione. La prima è necessaria ma non di certo per coloro che hanno a cuore i film d’animazione giapponese: lo Studio Ghibli di Isao Takahata e di uno dei registi più importanti del cinema giapponese, Hayao Miyazaki a cui dobbiamo opere come La Principessa Mononoke, La Città Incantata e Ponyo sulla scogliera (e molti altri ancora). Altro nome di riferimento per introdurci nell’analisi di Ni No Kuni è quello di Joe Hisaishi, maestro compositore e pianista che ha donato gran parte del suo talento nella creazione di colonne sonore per i film dello stesso Hayao Miyazaki (oltre i già citati altri tra cui il primo Nausicaä della valle del vento) e per i lungometraggi di un altro fondamentale regista giapponese: Takeshi Kitano. Ultimo, ma non per grado di importanza e contributo per la realizzazione di Ni No Kuni, è il team di sviluppo Level 5, indubbiamente uno dei più prolifici in Giappone, responsabile di intere serie di successo tra cui Professor Layton e Inazuma Eleven e di perle come Dark Cloud, Dragon Quest VIII e Rogue Galaxy.

Ni No Kuni è tutto questo e ben più: è il crocevia di tre mezzi di comunicazione artistica ed espressiva, è videogioco all’ennesima potenza, ma in termini meno impegnativi possiamo dire che è il gioco di ruolo giapponese che si aspettava da una generazione di console. Se siete ancora scettici, lasciatevi spiegare tutti i perché delle parole appena usate.

Lo ameranno: Gli amanti delle avventure fantasy a 360 gradi

Lo odieranno: Chi depreca il genere dei JRPG

È simile a: Un film d’animazione interattivo

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Titolo: Ni No Kuni: la Minaccia della Strega Cinerea
Piattaforma: PS3
Sviluppatore: Level 5
Publisher: Namco Bandai
Giocatori: 1
Online: Assente
Lingua: Parlato Inglese/Giapponese – Testi Inglese/Italiano

L'emozionante viaggi in Ni No Kuni ha inizio!

L’emozionante viaggio in Ni No Kuni ha inizio!

 

Ni No Kuni facci sognare

Oliver è un ragazzo dal cuore puro vispo e vivace, vive con la madre nella cittadina di Motortown, moderna e dinamica e, come suggerisce il nome, tutta dedita alla cura delle automobili. La vita di Oliver in questa cittadina tranquilla è quella che condurrebbero tutti i ragazzi della sua età, nel suo mondo egli non ha capacità fuori dal normale ma uno spiccato senso per l’avventura. Nel corso di una notte, in compagnia del suo amico Philip, i due  si incontrano a insaputa della madre di Oliver nell’officina dove l’amico ha messo a punto un fiammante bolide in attesa di essere guidato. Nel cuore della notte Oliver si mette alla guida del veicolo ma l’inevitabile accade: l’auto cappotta in un fiume e Oliver rischia di annegare. La madre del ragazzo però, avvertita dal senso materno, accorre e si getta nel fiume riuscendo a salvare il figlio ma restando gravemente affaticata, fin troppo per il suo debole cuore. Oliver non riesce ad accettare la triste fine di sua madre e demoralizzato si strazia in fiotti di lacrime che cadendo sul pupazzo di pezza avuto in regalo proprio dalla mamma, rompono un’ancestrale maledizione e liberano lo spirito di Lucciconio (per gli amici inglesi Mr. Drippy), un’inusuale fata che per aspetto e modi non ha nulla a che vedere con l’idea comune di questi esseri fantastici.

Il risveglio di Lucciconio.

Il risveglio di Lucciconio.

Da questa sorpresa, Oliver viene avvisato sulla possibilità di incontrare la propria madre nel mondo parallelo di Lucciconio, perché lì vivono le “anime affini” del mondo del protagonista. Se Oliver vuole nuovamente incontrare e parlare con sua madre allora deve trovare la Grande Saggia Alicia, ma nel suo viaggio dovrà affrontare le forze oscure del genio nero Shadar e della suprema Strega Cinerea. Le forze dei due antagonisti principali di Oliver consistono soprattutto nella capacità di ridurre gli esseri viventi in Cuorinfranti, delle persone il cui cuore è stato privato di una o più qualità come: entusiasmo, gentilezza, coraggio e amore. I Cuorinfranti sono l’habitat naturale per gli Incubi, esseri parassiti che si nutrono della tristezza e della depressione, dei mali che solo la magia di Oliver può curare.

Oliver infatti viene introdotto alla via della magia da Lucciconio, il quale lo assiste consegnandoli il libro delle formule magiche chiamato Abbecedabra e insegnandoli i primi incantesimi, ma soprattutto guidandolo nelle lande piene di mostri del suo mondo.

La trama di Ni No Kuni è paragonabile a quella di una fiaba, un po’ come certi film animati firmati dallo Studio Ghibli, in grado di imporsi per originalità del mondo di gioco e affascinare per l’imprevedibile fantasia che sprigiona ad ogni progresso raggiunto. Ni No Kuni trasmette con ammirevole naturalezza emozioni  come gioia, afflizione, entusiasmo, un mix perfetto per  un costante coinvolgimento emotivo di cui oggi molti videogiochi, nei migliori dei casi, sono alla ricerca.

La magia è nell'aria...

La magia è nell’aria…

 

Datemi una bacchetta e vi cambierò il mondo

Come nelle migliori favole anche nel fantastico mondo di Ni No Kuni tutto è coerente. Questa sensazione prende forma una volta che ci si addentra sempre più nel gioco ma è facilmente percepibile da subito quando si intraprendono i primi scontri e si viaggia per i curatissimi spazi di gioco.

Ni No Kuni è un titolo che rispetta e onora le sapienti scelte del passato del genere di cui fa parte, non tenta in alcun modo di fingersi rivoluzionario introducendo novità d’effetto ma apocrife nella sostanza, piuttosto preferisce riproporre quegli elementi vincenti e da anni riconosciuti come canoni fondanti il gioco di ruolo giapponese, svecchiandoli e restituendogli nuovo lustro. Se negli ultimi anni ci sono stati titoli di importanti franchise che si sono permessi perfino di sacrificare la tanto amata world map, Ni No Kuni punta a ben altri standard e fa suoi i concetti di libertà di esplorazione, collezione, crescita e identificazione del/nel protagonista, combattimenti dinamici e rigiocabilità.

Un mago è niente senza il suo Abbecedabra.

Un mago è niente senza il suo Abbecedabra.

La ricerca della mamma di Oliver fa da filo conduttore tra i luoghi incantati e le stravaganti città del gioco, tutti collocati in una world map ricca anche di segreti e side quest, perlustrabile da cima a fondo. Il viaggio del giocatore non viene mai disturbato eccessivamente dagli scontri casuali, essendo ogni nemico visibile sulla mappa e di conseguenza aggirabile. Oltretutto Level  5 è stata molto abile nel rendere l’esplorazione un elemento attivo e persistente piuttosto che un semplice contorno ai combattimenti. Molti incantesimi e magie che impara Oliver sono volti alla soluzione di enigmi o al superamento di trappole, senza contare degli strumenti di cui si può avvalere la sua compagnia per viaggiare più rapidamente da un luogo all’altro, navigare per mari e oceani o per volare sulle montagne invalicabili.
Non c’è elemento che risulta marginale all’avventura in questo originale mondo, perfino l’Abbecedabra non è una pretestuosa introduzione per giustificare la trama, ma è la perfetta enciclopedia per un mago; al suo interno vi sono tutte le risposte necessarie, l’importante è consultarlo ed il gioco guida ed indica i momenti in cui farlo, in modo tale da istruire il giocatore a farlo. Questo prezioso libro è bello ed immenso, ma anche vitale per completare il gioco, senza il lodevole lavoro di adattamento alla lingua italiana, probabilmente non sarebbe stato così ammirevole come oggi possiamo affermare.

L’elemento collezione non si limita ad oggetti e rarità perché al fianco di Oliver e Lucciconio vi sono delle creature immaginarie chiamate Famigli che hanno origine da qualsiasi cosa o persona che sia ricca di Energia Vitale. Queste creature possono nascere direttamente dal cuore e sono degli alleati fondamentali per le battaglie contro le avversità delle forze oscure. Oliver come mago è capace di evocarle e guidarle con precisi comandi nel combattimento, ma grazie all’abilità di una sua compagna di viaggio, il gruppo sarà capace anche di catturare gli oltre 400 famigli presenti nel gioco. Grande attenzione è riposta in queste creature che hanno ciascuna una scheda nel magico libro dell’Abbecedabra, ma per ottenere il massimo da ognuna e portarle all’evoluzione il giocatore deve sempre avere un occhio di riguardo per la loro affinità e prendersi cura di esse alimentandole e impostando il loro equipaggiamento e le abilità di battaglia.

Un assaggio del vasto mondo esplorabile di Ni No Kuni.

Un assaggio del vasto mondo esplorabile di Ni No Kuni.

 

Logicamente i famigli non saranno gli unici a crescere e migliorare nel corso della storia, anche Oliver e i suoi compagni di viaggio condividendo battaglie e vittorie accresceranno le loro conoscenze nei diversi settori in cui sono specializzati. Oliver ad esempio apprenderà nuovi incantesimi, ma la loro corretta ed efficace esecuzione sarà sempre più legata ad un’attenta scelta delle tattiche dei compagni e alla raccolta dei globi dorati che vengono rilasciati dai nemici quando si combatte abilmente.

Gli scontri in Ni No Kuni si avvalgono di un notevole dinamismo, senz’altro apprezzabile per le raffinate meccaniche volte tutte ad enfatizzare questa direzione. Evitare gli attacchi è questione di spostamenti e movimenti del personaggio nell’arena di combattimento, il timing dei comandi è sempre ben scandito da un mini orologio posto sullo schermo, ognuno quindi ha una durata e può essere fermato in qualunque momento per un repentino cambio di strategia. Quando il comando viene lanciato e poi bloccato bisogna però attendere prima di rilanciarlo, per questo è fondamentale muoversi nell’arena, scansandosi dai nemici e raccogliendo le sfere di punti vita e punti magia (e il già citato globo dorato) rilasciati dagli avversari o da Lucciconio.

Il combat system è dinamico e immediato.

Il combat system è dinamico e immediato.

Ogni scontro va gestito direttamente dal giocatore che deve prima di tutto decidere quale personaggio comandare e poi se mandare in campo un famiglio, ma in ogni caso queste scelte sono sempre reversibili semplicemente schiacciando un tasto. Financo i famigli hanno un loro tempo di resistenza massimo entro il quale agire prima di essere esausti e fuori uso per un po’. Al giocatore è quindi richiesta molta attenzione nella gestione dei famigli, del timing di attacco e difesa e non di meno nella gestione delle tattiche di squadra. Il sistema di combattimento è tra i più raffinati degli ultimi JRPG, uno dei pochi che senza stravolgere nulla restituisce soddisfazione e combattimenti  misurati in cui le scelte strategiche hanno un peso notevole nell’esito della battaglia. Nessun automatismo e scontri mai caotici, ma per coloro che non intendono faticare in lunghe battaglie, è sempre selezionabile una modalità facilitata che consente di mettere in primo piano la storia e in secondo piano gli scontri.

Finire il gioco richiede per i più veloci almeno una trentina di ore di gioco, tuttavia Ni No Kuni è un universo virtuale parallelo alla nostra realtà, un mondo vasto da conoscere e in cui perdersi in avventure dopo avventure. Ultimando le missioni secondarie e scoprendo tutti gli extra, rigiocando il salvataggio creato dal gioco dopo il termine dell’avventura e completando quindi anche le nuove missioni e ottenendo gli oggetti più rari, nonché completando le pagine dell’Abbecedabra, non è un’azzardo stimare un totale di un centinaio di intense ore di gioco.

In alto le spade, viva i famigli!

In alto le spade, viva i famigli!

 

Del fascino delle “cose” animate e delle licenze dialettali

È già stato citato in apertura il nome dello Studio Ghibli di Hayao Miyazaki ed è d’obbligo riutilizzarlo quando si vuole descrivere l’aspetto grafico di questa esclusiva PlayStation 3, perché la commistione tra film d’animazione giapponese e videogioco risultante dall’accurato lavoro svolto su Ni No Kuni non conosce rivali ad oggi. Il gioco è arrivato da noi con un anno di ritardo, eppure non stupisce solo da un punto di vista meramente artistico ma anche tecnico. Forse questi due aspetti si avvicendano costantemente perché concepiti da uno studio d’animazione che li concepisce entrambi come se fossero la medesima cosa, nel senso che per ottenere lo stupore e la meraviglia del pubblico niente di entrambi può essere tralasciato. La fantasia della direzione artistica non ha avuto limiti se non quello della coerenza con lo stile adottato, il che ha reso al gioco un aspetto meraviglioso in ogni ambientazione.

Il design dei personaggi e dei famigli segue precisi criteri ma riproduce ed esprime una personale identità, vedendo Ni No Kuni i tratti di disegno giapponese prendono vita in un videogioco interattivo, ricco di colori e dagli effetti grafici ben dosati. L’unico termine di paragone potrebbe essere un film d’animazione, i quali nel loro ambito sicuramente rimangono più “perfetti”, ma sono carenti del fattore di interazione completa con i loro splendidi mondi.

Spostando Oliver da un posto all’altro l’occhio si posa sui dettagli delle animazioni più gradevoli e affascinanti, come la mantellina svolazzante, l’allegro (ma inutile) salto di Oliver, i balletti dell’impaziente Lucciconio, gli occhi espressivi dei personaggi e molto  altro ancora.

L’esperienza visiva è un tutt’uno con i galvanizzanti motivi musicali scritti da Joe Hisaishi (la cui figlia Mai Fujisawa, ha interpretato il tema finale in versione giapponese) e orchestrati niente po po di meno che dall’orchestra filarmonica di Tokyo, un pacchetto di melodie e suoni che meriterebbe di essere acquistato separatamente dal gioco, per un ascolto emozionante e originale, da vera Original Sound Track che si rispetti.

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Non meno coerente è la scelta dei dialoghi e delle battute dei personaggi, così come i suoni emessi dai famigli, con l’aspetto artistico del gioco, essi rappresentano un forte elemento di caratterizzazione ma forse non sono stati sempre ben interpretati dagli addetti ai lavori di traduzione e adattamento alla nostra lingua. Mentre il parlato è obbligatoriamente in lingua giapponese o inglese, il testo scritto è selezionabile in inglese o italiano, previo installazione dei dati su hard disk. Bisogna premettere però che la traduzione di Ni No Kuni è evidentemente frutto di un lungo e accurato lavoro, attento a non snaturare troppo l’originale produzione giapponese ma che non si è lasciato sfuggire l’occasione di azzardare delle coraggiose scelte molto discutibili. L’adattamento a cura di Namco Bandai ha sapientemente modificato i nomi dei personaggi (ma non di Oliver), delle magie, dei luoghi, di alcuni oggetti e come già detto ha fatto un lavoro eccellente nella traduzione dell’Abbecedabra, ma ha forse frainteso uno dei protagonisti principali più eloquenti: Lucciconio.

Dì un altro "mostracci sua" e imposto l'inglese. U capisti?

Dì un altro “mostracci sua” e imposto l’inglese. U capisti?

La fata che accompagna Oliver nell’edizione italiana pronuncia solo parole in dialetto romano, risultando poco scorrevole e in contrasto con tutti gli altri personaggi che invece parlano normalmente l’italiano. Si potrebbe obiettare una carenza di conformità e armonia con il parlato (specialmente quello giapponese), nel quale invece si riscontra l’uso di accenti e modi di dire dialettali molto meno frequenti della completa traduzione preferita e adottata nella nostra versione. Espedienti simili potevano funzionare più come extra che come fatto obbligatorio per poter fruire di quest’originale opera (ndr: personalmente il romanesco di Lucciconio mi ha riportato alla mente un extra dell’anime Video Girl AI, in cui un po’ per gioco, un po’ per scherzo i doppiatori hanno interpretato alcune scene in svariati dialetti. Giusto per divertimento, se ve lo siete perso vi consiglio di vederlo).

Ben arrivato Ni No Kuni.

Benvenuto Ni No Kuni. Ti stavamo aspettando.

 

Meglio tardi che mai

C’è voluto un intero ciclo vitale ma alla fine è arrivato, con grande calore accogliamo il JRPG dal grande respiro che tutti gli amanti del genere stavano aspettando. Se si dovesse eleggere il gioco di ruolo proveniente dal lontano oriente più rilevante di questa generazione Ni No Kuni meriterebbe l’incoronazione immediata.

È vero che il genere non è stato tanto prolifico quanto lo è stato nella passata generazione, quando era anche portabandiera della più avanzata tecnologia software, ergo dei risultati più maestosi, dei videogiochi; in altre parole Ni No Kuni non ha così tanti concorrenti, tuttavia questo non è un fatto negativo che può declassare l’eccelsa qualità raggiunta dagli sforzi congiunti di grandi studi e maestri, ma anzi è un valore aggiunto che lo rende un tesoro raro da possedere e apprezzare.

Per una volta tutto ha funzionato come doveva e i giapponesi hanno fatto di nuovo centro. Complimenti a Level 5 e un dovuto ringraziamento a Namco Bandai per il difficile adattamento, sebbene permanga qualche riserva sulla scelta del dialetto nei dialoghi.

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