Ecco perchè amo il retrogaming

Ecco perchè amo il retrogaming

Qualche giorno fa è apparso sul blog di Wired un articolo che si interrogava sulla figura del giocatore moderno. A scatenare le domande ci ha pensato Capcom con Street Fighter X Mega Man. “I giochi sono qualcosa per vecchi?”, si domanda Wired. Non so darvi una risposta precisa. Quello che però mi chiedo oggi è perchè amo il retrogaming. Ho quasi 30 anni e ho vissuto per intero le ultime generazioni di console spendendo soldi per vedere al cinema obrobri colossali come Street Fighter, Mortal Kombat e Mario. Ecco perchè amo i vecchi giochi.


Avoid missing ball for high score

(tutto quello che c’è da sapere per giocare a Pong)

Love at first sight: sono un retrogamer da sempre

Ancor prima di venire al mondo nella mia casa c’erano computer e console. Forse ho iniziato prima a giocare e dopo, in un secondo momento, a parlare. Non mi meraviglierei se mia madre un giorno mi dicesse che la mia prima parola è stata “Thron” anzichè “mamma”. Sono cresciuto tra Intellivision, Spectrum, Atari, Amstrad e C64; i miei compagni di gioco erano cartucce e floppy. I videogame erano ovunque andassi; dai miei amici c’erano i giochi che non avevo per NES, dai miei zii potevo giocare a Prince of Persia o Test Drive perchè erano più grandi e avevano “il computer”. Ogni domenica venivo traghettato in una sala giochi dove potevo passeggiare tra una cinquantina di coin-op, monumenti luminosi e giganti davanti a me, in cui brillavano Final Fight e Snow Bros. Poco dopo iniziò ad entrare nella mia stanza di tutto: Snes, Mega Drive, Playstation, Vectrex, Gamecube, Dreamcast, Xbox, Amiga, Saturn, Atari e via dicendo Mi piaceva confrontare le diverse conversioni. Cercai di costruire nella mia stanza, con un semplice cartone, un cabinet per riprodurre la sensazione di quella passeggiata domenicale, anche se non riuscii mai a capire come comportarmi con il concetto di insert coin.

Money: amo il retrogaming perchè è low cost

Come potevo permettermi tutto ciò? Ero troppo piccolo per un vero lavoro. Tra il lavare la macchina o ordinare un ripostiglio, e buoni voti a scuola ottenevo i fondi o la fiducia necessaria per guadagnarmi una nuova console. Alle volte dovevo permutare le vecchie macchine per farcela ma era una cosa necessaria per non restare indietro rispetto all’evolversi dei giochi. Guadagnarmi il divertimento mi ha di fatto formato come compratore. Non acquisto nulla al day one. Prima l’unico riferimento che avevamo per comprare un gioco era il passa parola o qualche rivista. Una buona recensione su The Games Machine con l’immagine giusta era convincente abbastanza. Fortunatamente oggi non è così ed è possibile vedere un videogame prima di acquistarlo, leggere opinioni e compararlo con altri del suo stesso genere. Comprare giochi vecchi è low cost. Basta pensare che oggi per una Playstation One, con Light Gun e Time Crisis, originali e in buone condizioni, potreste pagare 50 euro. Insomma non arriviamo neanche al prezzo di un singolo gioco per XBOX 360. Dall’altra parte ci sono gli indie games che rappresentano un buon compromesso tra spesa e qualità. In più provano una sorta di innata forma di rispetto per i capolavori 16-bit, ragione per cui, con il tempo, mi sto innamorando di questa categoria.

Sono un retorgamer perchè mi piace spulciare fra titoli sconosciuti

Amare i giochi retro significa cercare e provare quelli che ci siamo persi. Ci sono tanti giochi che non abbiamo mai provato, chicche dimenticate e lavori meritevoli che aspettano di essere usati. Perchè spendere una cifra per un gioco moderno quando con gli stessi soldi puoi averne 10 della generazione precedente belli e divertenti allo stesso modo, se non addirittura migliori? Ecco un altra ragione per cui mi piace essere un retrogamer. Adoro comprare pacchi di giochi e giocarci un’ora per poi cambiare cartuccia o cd e lanciarmi in nuove sfide fino a quando non trovo quella che mi piace di più. Siamo anche fortunati perchè con  i vari emulatori possiamo provare titoli mai arrivati sul nostro mercato o che, da piccoli, non abbiamo potuto comprare

Il passato che ritorna: amo il retrogaming e le regole di genere

L’idea che la gente ha del retrogamer oggi è forse un pò diversa rispetto a quella che aveva qualche tempo fa, o no? Di sicuro non indosso bretelle, non parlo in codice binario e non dormo con una bambola gonfiabile dalle sembianze della principessa Peach. Vedere il retrogaming come qualcosa relegato a gente grande con il cuore pieno di “nostalgia” può essere un grosso errore. Il mercato videoludico si interpreta per update e aggiornamenti fin dalla sua nascita. Ecco perchè Eric Hartman ,che sviluppa  indie games, tiene in considerazione con tanta reverenza vecchi arcade. La domanda più semplice tuttavia è questa: perchè dei bambini messi davanti a Shinobi per C64 vorrebbero scambiare una Wii con un vecchio sistema? La risposta è semplice. Il mercato dei videogame è uno dei pochi che non dimentica e si fonda sull’implementazione tecnica e il miglioramento del genere. Attenzione: non il miglioramento del gioco, ma del genere. Per dirla in parole povere: in Double Dragon possiamo picchiare gli avversari con pugni, calci e mazze; poi è arrivato Final Fight e ci hanno dato la possibilità di sollevare il nemico e portarlo in giro per il quadro, per poi picchiarlo con calma. Davanti al primo vassoio di arrosto fumante trovato in una cassa hai alzato “dita cornate” al cielo. Quando poi, dopo qualche anno, in Cadillac & Dinosaurs ci hanno dato un Uzi per ammazzare un T-Rex lì fiumi-di-sangue-dal-naso. Questo è quello che si chiama “migliorare un genere”. Miglioro il tutto senza cambiare le regole. I giochi nuovi sono fatti più per vivere un’esperienza spacca mascella che altro. Si da priorità alla parte visuale e in rari casi originalità, design e storia convivono con il gameplay. Uno di questi è Journey per PS3 dove siamo davanti ad una vera e propria esperienza visiva coinvolgente e “semplice” in termini di immediatezza. Ma allora che è succeso? Perchè un bambino vuole scambiare una Wii con un C64? Per la chiarezza delle regole. Shinobi = ninja che salta e lancia shuriken; ne più ne meno.

Ninja + Shuriken + Cane = Miglioramente del genere

Dopo arriva Shadow Dancer che migliora il tutto con un cane che può beccare nemici nascosti o protetti meglio: il gameplay però non si tocca. La giocabilità ha perso il ruolo di protagonista quando le console hanno iniziato a vedere a “chi ce l’ha più lungo”. Il metro per valutare la bellezza di un gioco  non erano le idee ma i bit, dando inizio alla decadenza del gameplay e delle regole di genere. Le console iniziavano a pubblicizzarsi più per il processore che c’era dentro che per il catalogo giochi. Così che ancora oggi si discute nei forum circa l’esatta definizione tecnica del Turbografx-16: ha 8 o 16 bit? È per questo che sono nate console davvero orrende come il Jaguar (Atari). I giochi moderni sono dunque privi di idee? No. Ci sono idee costruite per il profitto e idee semplici che scoprono incassi solo in un secondo momento. Per un retrogamer quindi la storia dei videogame, le caratteristiche tecniche e il conoscere i diversi cloni di un titolo originale su diverse console è fondamentale per giudicare qualsiasi nuovo titolo.

Se sei grosso sei forte, se sei magro sei veloce

Quanta verità c’è nei vecchi controller: due tasti, 4 direzioni e via. Comparato con un gamepad XBOX, che dio solo sa quanta pulsanti abbia, un pad per Nes pad è un nano. Nonostante tutto ciò finire Ghosts N Goblins è molto più complicato rispetto a GTA. Guardate un pò cosa ne pensa il nerd più famoso del mondo. Ma come mai piccoli giochi come Angry Birds riescono a diventare popolari e tenere testa a grosse produzioni? Perchè l’obbiettivo del gioco è semplice: distruggere le strutture in cui si trovano i maiali catapultandoci addosso uccelli con diverse abilità. Non c’è confusione e una delle regole principali, quando compri un gioco, è proprio questa, venisse giù l’inferno, non deve mentire sul genere Tiro in ballo il cinema per spiegarmi meglio. Avete presente l’ultimo capitolo di Batman firmato da Nolan. Ecco la formula scritta da Stephen Hawkings che spiega gli errori di gameplay e l’assenza di regole nel film [Attenzione: spoiler]

a) Batman è enorme, ha la voce dark ed è forte = Batman ammazza tutti e in tranquillità grazie ai vari item e upgrade che possiede; inoltre ha dalla sua l’esperienza che ha accumulato affrontando altri nemici in passato

b) Catwoman è un personaggio secondario astuto ma sicuramente più fragile a livello fisico = Catwoman non ha la forza di Batman però è agile, ha skill da ladro, è figa e seducente. Non ha mai affrontato un nemico pesante che non fosse un pezzente da quattro soldi e nel suo passato e non ha esperienza con armi militari avanguardistiche

c) Catwoman ammazza Bane in sella a una moto che non aveva mai guidato prima = FAIL

Chiaro? Non puoi permettere che un personaggio secondario, più debole e senza la dovuta esperienza possa ammazzare uno del calibro di Bane. Nei giochi le regole sono chiare e lo sono ancora di più nei bei vecchi picchiaduro a scorrimento.  Avrei voluto vedere Bane morire dopo un uppercut letale di Batman. Vederlo volare all’indietro in slow motion in un tritacarne.

Insomma se hai odiato qualcuno per tutto il film vuoi vederlo morire nella giusta maniera. Altra cosa che non si rispetta in Batman e che invece è obbligatoria nei vecchi giochi. Se tu muori nei videogame rientri in grande stile spazzando via tutto quello che c’è sullo schermo. Alle volte rientri con più energia o con un’arma già in pugno. Bruce Wayne invece dopo il lungo e noiosissimo allenamento nella prigione nel deserto rientra agile e forte come Fassino. Mai tradire le regole del gioco ovvero: se sei grosso sei più forte. Se sei magro sei più veloce. Se sei Catwoman non amazzi Bane. Cosa ancora più importante: quando un gioco finisce, finisce.

Vedi Nolan? Non è così difficile.

I vecchi giochi avevano coraggio

Per coraggio non intendo varcare il limite accettato di ciò che è violento o schifoso e ciò che non lo è, mi riferisco più che altro alle assurde combinazioni di elementi. Sarà per questo che mi piacciono giochi come Mario o Street Fighter, perchè si accetta tutto senza problemi. Ok, c’è un idraulico che spara palle di fuoco, mangia funghi con cui raddoppia la sua stazza e alle volte cavalca un dinosauro. Sure, why not? Accettavamo l’elemento fantastico che oggi invece si sta perdendo per inserire la simulazione ad ogni costo. Un esempio sono i miei cari giochi di sport violenti: perchè non vediamo più un Brutal Football o Speed Ball? Il giocatore moderno forse preferisce una situazione impossibile dipinta come se fosse reale. Ed ecco perchè trionfano giochi come GTA. Tanti generi racchiusi in un unico grande contenitore: racing, simulazioni di aerei, sport, action rpg, azione,  picchiaduro. Rockstar ha inventato un genere più di 10 anni fa partendo dal 2D e non ha mai tradito le sue regole e, di conseguenza non ha tradito il suo pubblico. Evolvendo il gioco, ha di fatto creato e sviluppato un genere. Quello che fa è semplcimente aggiungere nuovi dettagli alla struttura solida, garantendo alla formula vincente di sopravvivere.

GTA (PSONE): cambia la grafica, aumentano le possibilità ma la formula è la stessa

Adoro il retrogaming per la grafica senza steroidi: gli sprite come i tratti di un pennello

“Ho sempre amato la combinazione di una grafica a bassa risoluzione con musica chiptune. È qualcosa che rende i giochi autentici tanto come i segni di un pennello nella pintura.”

Sono perfettamente d’accordo con Locomalito. Professione inventore di videogame residente a  Malaga. Lui i giochi li crea per passione, per giocare a quello che lui vorrebbe. Ha lanciato da poco Maldita Castilla. Un omaggio a Ghost N Ghouls e molti altri titoli del passato. Emerge un amore per il retrogaming che a quanto pare ha gli stessi segni distintivi comuni per tutti gli appassionati. Venerazione per i titoli matrice che hanno dato vita a un genere, le musiche e lo stile grafico. L’idea di Locomalito è quella chiaramente di migliorarli e adattarli al suo gusto personale o alle sue origini. Maldita Castilla è la versione made in España di Ghost N Ghouls, nel vero senso della parola. Dietro ogni retrogamer c’è qualcuno che ama anche la pixel art, la musica chiptune e soprattutto la scoperta di vecchi titoli nascosti. Ecco perchè, Noirlac (pseudonimo dietro il quale si cela un game designer di Ubisoft Francia) creando gif sul suo Tumblr. Perchè è dal passato che trova spunto per disegnare nuove atmosfere. Altri casi sono Max Capacity e Brother Brain che creano rispettivamente della pixel art smontando vecchi giochi, tutto per farne venire fuori i glitch e gif dal loop infinito. Cosa spinge questi professionisti verso una costante reinterpretazione del passato?

L’imperfezione. Nell’imperfezione noi siamo chiamati a completare con la nostra immaginazione ciò che la grafica lascia a metà. È per questo che Minecraft ci permette di costruire dei perfetti mondi “imperfetti”. Ed è anche la ragione del suo successo. È un successo perchè fonde la meccanica delle LEGO con il gioco virtuale. Tutti possiamo costruire qualcosa partendo da alcuni blocchi o possiamo dipingere un personaggio fatto di quadratini. Sono un retrogamer quindi anche per via dell’amore che ho verso uno “stile” che non ha età e che abbraccia tanto un video di Lorn come i nuovi titoli Disney o campagne Adidas con 2Chainz.

Creare pixel art reale è facile se hai pennarelli di 16 colori differenti e delle buone forbici

Che tipo di giocatore sono e chi è il gamer moderno?

Cosa cercano i ragazzi oggi? La pensano anche loro come me? Ho provato a indagare e girando su vari forum ho chiesto un pò alla gente che titoli stesse giocando e che rapporto hanno con le console più vecchie. Una delle risposte è stata questa:

La mia ragazza (22 anni) e suo padre (50 anni) hanno giocato alla PSX fino a novembre 2011, cioè fino a quando non hanno acquistato la PS3, può essere considerato retrogaming. Personalmente (22 anni anche io) ho giocato recentemente a molti titoli DOS, soprattutto manageriali perchè spesso le tematiche che io cercavo (gestionali di fabbriche automobilistiche) non erano disponibili tramite giochi attuali o erano stati sviluppati male.

Davanti alla mancanza di una determinata caratteristica, che il giocatore-appassionato reputa fondamentale, si attiva la ricerca. Non trovando nulla disponibile per le moderne piattaforme indaga nel passato. Cerca qualcosa di più complesso o in cui il livello di difficoltà aumenta, magari a discapito di una grafica ineccepibile. Aumenta il numero di ragazzini che gioca con le app? Questo dipende anche dal fatto che le app sono “belle e utili” nell’immaginario collettivo. Il videogioco invece è qualcosa che da sempre è collegato all’ozio e che ha sofferto il fardello impostogli dai benpensanti di plagiatore di menti. Non credo che oggi ci sia un cambio rispetto alle vecchie generazioni. Per quel che mi riguarda da piccolo ero un freak che giocava con pochi amici e si documentava con le riviste specializzate mentre gli altri compravano giornali di calcio o giocavano a carte. Il popolo dei gamer, con la G maiuscola, di quelli che provano è indagano rimarrà per sempre una nicchia. Il giocatore moderno deve studiare per riempire il vuoto di esperienza che ha rispetto ai più anziani. Proprio come in un RPG, la passione e il sapere videoludico, si pesa in base all’età e all’esperienza. Quante volte ho letto nei forum frasi come “tu hai avuto la fortuna di giocarlo in sala” dette dai più giovani e dirette ai più anziani. Frasi che ricordano altre come “ho avuto la fortuna di vederlo al cinema“. Per i venticinque anni di Back To the Future siamo tutti andati in un IMAX a divertirci. Non credo quindi che ci sia grande differenza tra un’esperienza del genere e il caso Street Fighter X Mega Man. La sala era piena di gente grande e bambini, persone che l’avevano visto e di altri che avevano voglia di farlo scoprire ai più piccoli. Questo perchè indipendentemente dagli anni siamo sicuri che piacerà, che è un classico e proviamo a fare share emozionale con un novizio. Sappiamo che una cosa del genere va vista, e ci piace fare quello che hanno fatto con noi quando eravamo piccoli: i più grandi ci consigliavano i film o ci portavano al cinema.

Due cabinet presenti in GTA Vice City

Ecco perchè in Vice City troviamo dei cabinet. Oltre il riferimento temporale c’è una sorta di rispetto per quello che ci è stato insegnato e su cui stiamo costruendo la nostra fortuna. Però è anche una maniera di dirlo, di farlo sapere, di trasmetterlo al prossimo, di restituire il favore. Alla fine credo che il giocatore moderno sia come noi, cambiano solo titoli o piattaforme; resta una persona che gioca quello che giocano gli amici. Passerà ore con i vari COD e soci, a meno che non abbia la fortuna di conoscere qualcuno che lo possa guidare nella “filologia videoludica” come avvenne nel mio caso con mio padre. Tanto Capcom, quanto i suoi fan, di tutto ciò sono ben consapevoli e, proprio come vecchi artigiani che tramandano il loro sapere, con Street Fighter X Mega Man vedremo padri, figli e nipoti farsi una bella passeggiata insieme. È il carattere aritigianale alla Melies che rendono i vecchi giochi magici e, proprio come per i trucchi del cinema, ci fanno pensare che anche noi un giorno potremmo “girare” un videogame tutto nostro. Lo dimostra questa intervista di Kotaku alla gente che c’è dietro il prossimo titolo Capcom. È stato creato per fare pratica di gaming.

I really wanted to get into the games industry, but I am currently working on a degree in electrical and electronics engineering. I wanted some practice with game programming, so I decided to make something for practice.

Sono un retrogamer perchè amo l’hardware o meglio…l’abandonware

Lo confesso, amo certe vecchie abitudini. Allo stesso tempo rispetto le formule vincenti a prescindere dal tempo in cui vengano partorite. Per capirci qualcosa possiamo confrontare il mercato videoludico con quello della musica. Ci sono centinaia di migliaia di gruppi però la gente che compra il vinile aumenta, perchè? Per poter posare il vinile sulla mensola della nostra stanza. Con un vinile di Miles Davis verremmo etichettati come nostalgici o intenditori? Ci piace sentire il suono del vinile prima che la musica inizi; elemento completamente assente con il digitale. Il rito di mettere un vinile sul giradischi dopo averlo pulito è simile al soffiare dentro una cartuccia per poi inserirla nel Master System [attenzione è scientificamente provato che soffiare nelle cartucce le danneggia].

Conclusioni: amo i vecchi classici perchè sono ufficialmente arte

Una volta consolidati come elementi del passato, proprio come avviene in altri campi, i giochi sono riconosciuti per il loro valore artistico, proprio come avviene a New York nel MoMa.  I vecchi giochi oggi rappresentano una corrente artistica non solo nella grafica o la musica, come molti di noi pensano, ma anche nello sviluppo e nell’estetica. Per dirla semplice è arte quello che vediamo mentre giochiamo ma, allo stesso tempo, il groviglio di codici e circuiti hanno il loro peso Quando intervistai Retronator, un guru della pixel art sloveno, gli chiesi da dove arrivasse il suo immaginario e mi rispose così:

The ZX Spectrum aesthetic has the biggest influence on my art, but DOS and early Windows titles from the 90s are what shape my gaming interest towards creative games. SimCity 2000 would probably be the first of the games that blew my mind away with all the things you could do. I spent countless hours watching the gorgeous isometric graphics being built in front of my eyes, planning out my cities, even recreating my local region. Bringing things from real life into games has stuck with me until today. I love games like The Sims, Spore and Minecraft that allow me to do that.

Mi aspettavo Bionic Commando o Trap Door per C64 e invece mi parla di giochi DOS degli anni 90 e Sim City. Per lui quello è il riferimento a livello di stile mentre oggi si muove con disinvoltura reinterpretando il tetris in Dream of Pixels. Insomma non esiste un momento in cui i giochi hanno conosciuto una rottura e c’è stata sempre una sorta di continuità nella loro evoluzione. Senza i giochi di ieri non potrebbero esistere quelli di domani. I giochi del futuro saremo noi a svilupparli, come nuove piattaforme per la narrativa e le nostre storie potranno essere tradotte con più semplcità in gioco. Adoro il retrogaming perchè ti offre le basi per iniziare a creare qualcosa di tuo. Per poter apprrezzare il presente e prevedere il futuro occorre, inevitabilmente, avere coscienza e piedi saldi nel passato. Sia a livello narrativo che a livello di sviluppo tecnico


Queste ovviamente sono considerazioni strettamente personali e mi piacerebbe sapere la vostra. A mio avviso tanto gli indie games come i vecchi giochi hanno bisogno di un ponte che possa farli ricongiungere. Che ne pensate?

[articolo pubblicato originariamente su Gioco Indie]

Retrogaming and indie lover

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