ZombiU – La Recensione

ZombiU – La Recensione

Eccoci, pronti a partire in quarta con quello che da molti è stato definito come il titolo più interessante attualmente in circolazione su Nintendo WiU. Nonostante il titolo non sia dei più originali, ZombiU, prima ancora di Nintendo Land, si è dimostrato “IL” titolo in grado di dimostrare al grande pubblico la ragione d’essere e gli svariati utilizzi del nuovo GamePad ideato da Nintendo. Una roba mica da ridere soprattutto se consideriamo che il titolo Ubisoft è riuscito a ritagliarsi un posticino insieme alla console nell’apposito bundle e che al momento rappresenta l’occasione più ghiotta fra le quali scegliere per potersi portare a casa questa nuova console.

Lo ameranno: I patiti degli Zombie, i nostalgici dei survival horror
Lo odieranno: chiunque si aspetti uno shooter canonico, i cultori della realizzazione tecnica
E’ simile a: Dead Island, Resident Evil (i primi)

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Titolo: ZombiU
Piattaforma: Wii U
Sviluppatore: Ubisoft Montpellier
Publisher: Ubisoft
Giocatori: 1/2
Online: classifiche, importazione dati da altre partite
Lingua : Italiano

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Anarchy int he U.K.

In questi ultimi mesi che hanno preceduto il lancio si è fatto un gran parlare di ZombiU: Gli svariati usi del GamePad, il fatto che non fosse uno shooter tradizionale, l’elevato tasso di difficoltà e la sua peculiarità di non avere un protagonista definito dall’inizio alla fine dell’avventura. Proprio da quest’ultima caratteristica vogliamo iniziare a descrivendovi l’ultima fatica Ubisoft.

Tra romanzi, televisione, cinema e videogames ormai tutti sappiamo come affrontare uno Zombie, no? D’altronde ne abbiamo visto e sentito in tutte le salse. Errato. Cavalcando il successo del mai troppo lodato The Walking Dead (in qualunque sua declinazione) ZombiU pone il giocatore nei panni svariati signori Nessuno all’interno di un contesto che è quello classico dell’apocalisse zombie. Niente super uomini, nerboruti marines o agenti speciali intenti a indagare sul perché del disastro e cercare di porvi rimedio. Lo scopo qui è sopravvivere, a sistemare le cose probabilmente ci penserà qualcun altro solo dopo che ci saremo salvati la pelle. Ovviamente non tutto viene lasciato completamente al caso e i vari personaggi dovranno comunque portare avanti una trama principale diretti dalla carismatica voce di Prepper, una sorta di angelo custode che sembra sapere molte più cose di quante non voglia darne a vedere.

La trama non rappresenta sicuramente un punto forte dell’esperienza, ma l’attenzione rimane comunque sempre garantita grazie ad alcune trovate decisamente originale e all’atmosfera generale che è possibile respirare per quell’inferno infetto che è la Londra di ZombiU.

L’idea di utilizzare vari personaggi all’interno del gioco è veramente notevole. Peccato solo che se si utilizzi Ciro il postino o Clara la maestra il gioco risulti sempre lo stesso.

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London Calling

Là dove trama e personaggi difficilmente riescono a decollare, ci pensano la ricostruzione della città, ma soprattutto la varietà di situazioni di gioco proposte a risollevare la situazione. Come dicevamo in apertura, ancor prima di tutti i concorrenti presenti in questa finestra di lancio, ZombiU è un titolo che nasce e cresce attorno alle peculiarità del nuovo GamePad.

Le meccaniche di base sono le medesime di un qualsiasi titolo in prima persona che fa affidamento sui due stick analogici e i grilletti per muoversi, mirare e sparare, aggiungendo in più tutta una serie di funzioni secondarie che fanno ampio uso del touch screen e dei sensori di movimento integrati nel controller. Non tutte le idee implementate risultano azzeccate, ma per quelle di più frequente utilizzo come la gestione dell’inventario tattile, la mappa e la scansione ambientale funzionano alla grande. Aprire un tombino, sprangare una porta ed estrarre sangue dagli infetti semplicemente ticchettando sullo schermo allo stesso modo per tutti e tre decisamente meno. ZombiU sulla carta si presenta come un titolo estremamente affascinante ma che purtroppo spesso si perde in piccolezze sulle quali ci auguriamo di non dover più ritornare in futuro. Appurata la comodità di poter ricorrere alla mappa sul secondo schermo in qualsiasi momento, è stupido voler strafare e ricorrere a tale caratteristica anche per azioni che normalmente si potrebbero fare sul grande schermo e ZombiU cade spesso e volentieri in questo errore. Seppur fatte male, le azioni tattili sopra descritte hanno comunque il loro perché all’interno dell’economia di gioco essendo azioni non replicabili diversamente. Ciò che invece appare stupido e insensato e utilizzare una mitragliatrice di posizione sullo schermo del GamePad quando fino a qualche secondo prima l’azione era completamente gestita dalla TV. Piccolezze, ma che sommate rendono spesso il titolo un grande punto interrogativo.

Qualora trovaste scomodi i giroscopi per analizzare l’ambiente circostante è sempre possibile utilizzare lo stick analogico destro così da non dover girare per la stanza col GamePadin mano.

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Un po’ di Resident Evil qua, un pizzico di Dark Souls la?

Tralasciando le introduzioni gradite e non apportate dal GamePad, analizzato come un videogame classico, ZombiU si comporta ottimamente, strizzando in più di un’occasione ai survival horror che furono e che oggi (con buona pace di Resident Evil) purtroppo non sono più. Il gioco è bello tosto, forse una delle esperienze per giocatore singolo più ardue che ci sia capitata in tempi recenti.

La morte non è solo il tema del gioco ma un elemento cardine del gameplay. Ogni personaggio deceduto, infatti, sarà perso per sempre, costrigendovi a dover re-iniziare da capo dal rifugio e fidatevi che visto la facilità con cui si muore (un morso!) non ci sarà tempo per affezionarsi a nessuno. Fortunatamente in qualsiasi momento è possibile rimettersi sui passi della propria precedente vita, trovare il nuovo infetto, farlo fuori e rientrare in possesso dell’equipaggiamento precedentemente posseduto. A patto di non morire nuovamente visto che il gioco registra solo l’ultimo zombie-protagonista precedentemente usato. Un’idea analoga a quella sfruttata nel mai troppo lodato Dark Souls, che prevede anche qui l’interazione con gli utenti connessi al Nintendo Network per poter importare nella propria partita altri zombie. Contrariamente ai proiettili, insomma, le morti non mancano mai. Va da se che affrontare il gioco come si affronterebbe un qualsiasi altro shooter non porta da nessuna parte e nonostante la possibilità di poter potenziare le proprie armi da fuoco, spesso la mazza da cricket si rivela l’unica via di salvezza contro gli infetti. Sicuramente meno raffinato (si carica il colpo con il grilletto sinistro e si colpisce con quello destro) e affascinante rispetto a un classico headshot, il combattimento corpo a corpo spesso è anche l’unico modo per portare a casa la pellaccia, garantendo al gioco un fascino invidiabile con buona pace dei vari Left 4 Dead e Dead Island nel quale è necessario far fuori qualsiasi cosa non sia più umana che si muove.

Mai definizione di Survival Horror fu più azzeccata.

Procedendo nel gioco è possibile anche imbattersi in armi ben più incisive delle classiche pistole, per quando la fuga non è contemplata.

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Realizzazione tecnica “da urlo”

Abbiamo visto come il gameplay di ZombiU viva di alti e bassi a seconda di come lo si guardi. Presi singolarmente i svariati aspetti che lo compongono alcuni risultano approssimativi e claudicanti altri intriganti e ben implementati ma tutto comunque sempre godibile nell’insieme.

Dove invece il titolo mostra il fianco alle più aspre critiche è il comparto tecnico. Sotto questo punto di vista, ZombiU è in grado di strappare più urla di quante non ne possano suscitare un branco di zombie alle calcagna. Tutto, dai modelli poligonali, agli effetti speciali è estremamente povero e privo di dettaglio quando va bene; quando va male è anche affetto da bug grafici pesantissimi. Sicuramente non un biglietto da visita ottimale per una nuova console che cerca di imporsi in un mercato molto competitivo dominato dagli ottimi risultati di Halo 4 e i vari Uncharted. L’idea che si fa strada nella mente è che Ubisoft abbia voluto pubblicare a tutti i costi per il lancio un titolo che girava sui primissimi Kit di sviluppo della console, anche perché ZombiU non è che sacrifichi il dettaglio grafico per portare su schermo chissà quale vastità di ambienti, anzi. Un vero e proprio disastro funestato per di più da caricamenti lunghissimi che purtroppo finiscono con l’inficiare negativamente anche sul gameplay con porte che non vogliono saperne di aprirsi proprio mentre si è in fuga da un’orda inferocita.

Insignificante invece il comparto sonoro, fatto di lunghi silenzi, qualche acuto per gli attacchi a sorpresa e le voci italiane di Prepper e gli altri PNG. Da guardare, ZombiU fa quasi più paura che da giocare.

Nonostante gli evidenti limiti tecnici, alcuni scorci sono veramente suggestivi. Buckingham Palace su tutti

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Buono si, ma con qualche riserva

Alla luce di quanto visto fin’ora si potrebbe bocciare ZombiU per tutta una serie di validi motivi ma lo si potrebbe promuovere per altrettante buone ragioni più la voglia di fare che ha dimostrato. Il titolo Ubisoft è quanto di più grezzo e abbozzato possa esserci attualmente disponibile, ma se i vari Assassin’s Creed, Mass Effect e Call of Duty avete già avuto modo di giocarli altrove il consiglio è sicuramente quello di provarlo per lo meno per farsi un’idea di quello che potrebbe essere il futuro dei giochi d’azione su WiiU. A prescindere rimane una vera esperienza survival horror consigliatissima.

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Secondo parere a cura di Alfredo “Raqhee” Cenci

Ormai da troppo tempo rimpiangiamo i survival-horror di una volta, quelli dove si moriva per ogni colpo non andato a segno, per ogni svolta nel vicolo sbagliato, per non aver scovatoqualcuno in arrivo dalla direzione opposta a quella intrapresa. Finora solamente Dead Space è riuscito a meritarsi il titolo di vero survival-horror. Finora. ZombiU è un gioco basato sugli zombi dove il fattore sopravvivenza viene portato a vette altissime; questo è ZombiU in poche parole. Ma è davvero sopravvivenza, oppure è solamente un artefatto creato dai programmatori per rendere il gioco “più difficile”? Ormai abbiamo capito che le armi da fuoco sono poco utili in questo gioco vista la scarsità di munizioni, ma dotare il giocatore solo di una mazza da cricket è decisamente poco credibile. Il nostro alter-ego dovrà obbligatoriamente usare, per la maggior parte del tempo, come unica arma una mazza smussata e pesante, che tra l’altro maneggia in modo decisamente goffo; è istintivo, mentre si gioca, pensare: “io avrei usato un’accetta, un piede di porco, un tubo di piombo perfino, ma mai una cosa così poco pratica per spappolare teste”; e questo si riflette nel gioco. Ci vorranno dai 4 ai 10 colpi per far fuori uno zombi, perciò immaginate le vostre possibilità di sopravvivenza se venite circondati. È questo che rende difficile ZombiU? Allora non ci siamo. La difficoltà è ben altro. Se poi togliamo la componente drammatica della storia di fondo, il disastro è dietro l’angolo.

La trama è povera, la grafica è povera, l’audio è povero, eppure ZombiU è piacevole da giocare, anche se frustrante. Perché questo gioco non è difficile, ma frustrante. Ecco svelato l’arcano. Non basta mettere in mano ad un personaggio un’arma poco efficace e rendere la morte di quest’ultimo facile a renderlo un gioco difficile. A ZombiU manca il realismo, mancano nemici più scaltri (non necessariamente zombi), manca la disperazione provocata da un mondo avverso. Sulla componente tecnica è già stato detto tutto, ma c’è da aggiungere che la mancanza di una trama ricca e di una modalità multiplayer on-line (c’è solo una modalità off-line, abbastanza noiosa tra l’altro), rendono la rigiocabilità praticamente nulla. ZombiU alla fine dei conti da la sensazione di essere qualcosa di incompiuto per la fretta di farlo uscire; è un bel gioco se vi piacciono gli zombi, ma ci sono titoli che vi faranno divertire di più e vi lasceranno più soddisfatti alla fine.

Videogiocatore incallito, divoratore di film, seguace della via del Social: praticamente una vita passata a giocare, leggere e scrivere. A volte anche contemporaneamente.

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