XCOM: Enemy Unknown – La Recensione

XCOM: Enemy Unknown – La Recensione

Diciotto anni fa, dalla mente di un geniale creativo della Microprose, Julian Gollop, nacque un gioco che fece la storia degli strategici a turni: X-Com Ufo Defense. In un genere di cui il panorama di allora era molto affollato, X-Com si propose come novità assoluta, per il mix perfetto tra un gameplay originale e ipnotico e un’ambientazione non originalissima, ma che contribuiva a rendere l’esperienza inimitabile.
A riportare questo classico, nel suo spirito originario, sui nostri monitor (e anche TV stavolta), ci ha pensato Firaxis, l’unico studio che poteva immaginare di cimentarsi in un’impresa del genere, e sperare di riuscire nell’impresa, per DNA e meriti sul campo.

Lo ameranno: Chiunque adori ancora oggi gli strategici a turni.

Lo odieranno: Chi trova gli alieni desueti, e chi gioca solo a RTS

E’ simile a: Frozen Synapse, Valkyria Chronicles

Titolo: X-Com: Enemy Unknow

Piattaforma: PC, Playstation 3, Xbox 360

Sviluppatore: Firaxis Games

Publisher: 2k Games

Giocatori: 1

Online: 2

Lingua: Italiano (Testi / Parlato)

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Vigilo Confido

Il geoscape, rimodernato olograficamente al 2015

In X-Com: Enemy Unknow vestiremo i panni di un anonimo comandante, al comando dell’ omonima organizzazione occulta e intergovernativa, incaricata dalle nazioni di tutto il mondo (che la finanziano lautamente, finché difese dal suo operato) di proteggere la terra dalla minaccia aliena, analizzarla, carpirne i segreti e, se dovesse essere il caso, debellarla.
La trama del gioco si snoda, in maniera del tutto corale, la narrazione delle vicende viene portata avanti dai nostri sottoposti, il responsabile del controllo missioni, che troveremo di fronte al Geoscape, (l’oramai iconica mappa globo da cui si intercetta l’attività ufo) l’ufficiale tecnico e quello scientifico, che troveremo rispettivamente nel laboratorio e nell’officina,  e dalle comunicazioni con il “Consiglio” nella veste di trasmissioni a video, brevi ed incisive, dove un figuro nascosto nell’ombra, ci comunicherà il parere del consiglio sul nostro operato, figura immortale e sempre necessaria in questo tipo di ambientazione cospirativa.

Il “figuro”, ancora più misterioso (e fastidioso) dell'”uomo che fuma”.

Non c’è dunque un reale protagonista del gioco, gli stessi soldati, che potremmo personalizzare a nostro piacimento, a cui potremmo affezionarci o meno, che sono stati protagonisti della precedente cut-scene potranno essere spazzati via con violenza, da un assalto mal pianificato o pessimamente gestito, e finire nel memoriale dei caduti.
Questo approccio risulta nondimeno intrigante e coinvolgente,  l’idea di organizzazione governativa complessa, potente e sotterranea, viene enfatizzata dalla ragnatela di uomini che lavora alle nostre direttive.
Va detto che, per quanto interessante e ben svolta, fra i tanti interrogatori alieni, le scoperte scientifiche e vari dialoghi in gioco,  le vicende non sono particolarmente entusiasmanti e c’è la sensazione di una chiosa eccessivamente frettolosa, e pretestuosamente epica; ma nel complesso la trama è un mordente più che bastante, visto che il motivo principale che ci spingerà a giocare ad X-Com sarà sostanzialmente la battaglia, e la sua preparazione.

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La squadra di veterani al completo, e perfettamente armati.

 

“Inviare lo Skyranger?”

L’immancabile Skyranger!

Il lavoro svolto da Firaxis attorno al gameplay di X-Com è ammirevole.
L’approccio gestionale è molto ridotto, rispetto ai vecchi capitoli, sostanzialmente non avremo varie basi da gestire nel mondo, ma solamente una, localizzata nel Nord America nel gioco a livello facile; nei livelli successivi, invece, avremo la possibilità di scegliere la locazione, che influirà anche sullo stile di gioco . Questa base sotterranea sarà ampliabile tramite scavi, che renderanno disponibili nuovi slot, in cui costruire stanze per vari utilizzi: generatori elettrici, controlli satellitari, rimesse per ingegneri, laboratori scientifici e stanze speciali, alcune fondamentali per il proseguo del gioco.
L’upgrade della base è quindi un’operazione che si svolge senza particolare impegno, quasi una routine da compiere meccanicamente.
Avremo poi una sezione ricerca, e una officina. Le due lavorano in stretta collaborazione, ricercheremo tramite i materiali, le armi, e i cadaveri alieni, tecnologie che poi potremmo sviluppare e adottare per i nostri soldati. E infine abbiamo la caserma, dove i nostri guerrieri saranno disponibili alle modifiche e agli aggiornamenti di abilità.

Firaxis ha, giustamente, posto la massima attenzione al lato della battaglia strategica. Consiglio di non avere timore di apparire un pusillanime, ed iniziare il gioco alla difficoltà facile, che offre una sfida sufficiente alla prima tornata, e rende possibile farci le ossa, comprendendo senza frustrazione ogni componente del gioco. La visuale del campo di battaglia è isometrica, con multipli livelli di altezza. Possiamo ruotare la visuale, non liberamente, ma di 45° in 45°, che forse qualcuno potrà trovare limitante, in realtà non è solo un omaggio all’obsoleta tecnica dei primi anni 90, ma conferisce una rapida, e precisa, idea di tutte le pedine in gioco, con pochi  e rapidi “scatti” . I livelli estesi in altezza, che possiamo visualizzare con la rotellina del mouse, raramente più di due (solo nelle astronavi più grandi, arrivano a 3) , sono fondamentali per schierare cecchini, pedine potentissime e cardine di ogni assalto.

I combattimenti si svolgono a turni, quindi agiremo prima noi e poi la controparte aliena, nel nostro turno avremo una serie di comandi da impartire ai nostri soldati, e un massimo di movimenti fattibili, a seconda delle abilità e dell’equipaggiamento.
Le statistiche dei soldati sono importanti parimenti al loro equipaggiamento, sopratutto il parametro volontà, che ha vari utilizzi, primo fra tutti la morale del soldato, quanto rimarrà fermo e stoico al suo posto e al massimo delle sue capacità o, viceversa, quanto subirà la pressione degli eventi negativi, fino al punto di rottura, che consiste nel cadere nel panico, fuggire scompostamente o sparare a qualsiasi bersaglio. Ed inoltre, a gioco avanzato, la volontà sarà fondamentale per l’utilizzo delle capacità psioniche.

La conoscenza e la gestione dei propri combattenti, sia a livello di abilità, visto che ogni specializzazione delle 4 (assaltatore, cecchino, supporto e pesante) può accedere ad abilità differenti, sia a livello di equipaggiamento, farà la differenza sostanziale della vittoria o sconfitta di ogni scontro.
Prendere alla leggera la preparazione e l’equipaggiamento, anche di un singolo soldato, porterà se non alla sconfitta, al subire gravissime perdite.

Le mappe sono sempre diverse, generate random ad ogni missione, hanno varie ambientazioni, che abbisognano di diversi approcci tattici: dalla foresta, all’industriale, alla classica cittadina americana con caffè, al viadotto devastato e affollato di automezzi. Sempre piene di elementi che fungono da supporti fondamentali al gameplay, ripari distruttibili, automezzi che possono esplodere, rilievi strategici, e così via.

Le tipologie di missioni sono: rapimenti alieni, nel quale dovremo semplicemente raggiungere con lo Skyranger il luogo dell’assalto extraterrestre e far fuori tutto il possibile (che sia alieno possibilmente); terrorismo alieno, in questa variante dovremo anche salvare più civili possibili; intercettazione ufo la classica intercettazione degli ufo in volo, con uno dei vari velivoli (opportunamente potenziati) che abbiamo nell’hangar più vicino. Ingaggeremo in volo l’ufo,  con una breve e molto semplicistica (per quanto classica, per i nostalgici) schermata, attiveremo i vari armamenti che permetteranno all’intercettore di abbattere l’ufo, e successivamente potremmo mandare lo Skyranger per assaltare l’ufo precipitato. Oltre queste missioni che si ripetono durante il gioco ci saranno occasionalmente richieste del Consiglio, che sono sostanzialmente di due tipi: salvare una personalità o disinnescare un ordigno alieno.
La varietà delle missioni può apparire scarsa, ma considerando la varietà degli ambienti, la complessità di alcune navi da abbattere ed esplorare, e la buona varietà di nemici alieni, con precise peculiarità e punti deboli, in realtà sono bastanti per decine e decine di ore di gioco. Inoltre il fattore di rigiocabilità è molto alto, e nell’attesa di nuovi DLC avremo di che tenerci occupati.

I controlli sono straordinariamente comodi ed efficienti, anche con il pad, il genere si presta incredibilmente anche all’uso di questa periferica, visto che comanderemo un massimo di 6 unità,  quindi passare fra queste sarà semplicissimo con la pressione di un tasto. Forse addirittura paga uno scotto la versione pc, che non ha un set di tasti particolarmente esteso, e delle fastidiose conferme ad ogni azione.

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Pioggia, vento e sectoidi
Il motore grafico del gioco è il classico Unreal Engine, con il supporto Physx per pc dotati di schede Nvidia.  Il lavoro attorno al motore non è stato particolarmente certosino, l’aspetto grafico e tecnico non è sicuramente il meglio che si veda oggigiorno girare con il motore Epic (sicuramente per quel che riguarda il pc), le animazioni, sopratutto nelle cut-scene non sono fluidissime, le espressioni facciali minimali e un po’ grezze. L’aspetto complessivo durante le battaglia è invece buono, visti i tanti dettagli con cui vengono arricchite le mappe, gli effetti di luce le esplosioni e la fisica sono nella media. Scenografiche e azzeccate le inquadrature ravvicinate, che riprendono da vicino, alle spalle, le azioni più critiche. I modelli degli alieni sono meravigliosamente anni 60, con molte conferme rispetto al vecchio episodio, e qualche omaggio alle angosce moderne, come gli smilzi, li ho trovati tutti riuscitissimi. Molto ben implementati gli eventi atmosferici, anche se meramente estetici: vento, pioggia, e strade allagate danno personalità agli scenari.
In generale però il gioco spinge poco, tecnicamente, l’altra piacevolissima faccia della medaglia  è  che risulta perfettamente giocabile su pc  decisamente entry level.
Il gioco è ben localizzato in italiano, le musiche sono un po’ ripetitive, ma gli effetti fanno ottimamente il loro mestiere, una nota di merito agli effetti ambientali e quelli alieni, decisamente d’atmosfera.

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Online

Grande innovazione, per la serie, e al giorno d’oggi quasi imprescindibile, la modalità online. In questa modalità per due giocatori si avranno a disposizione un certo ammontare di punti, con cui piazzare i propri combattenti, e con cui equipaggiarli in vario modo. Ogni combattente costa un certo numero di punti, potremmo schierare dalla nostra parte sia soldati alieni che umani, senza limiti, se non dati dai punti spendibili. Gli scenari sono sempre a creazione casuale, ed avremo un determinato tempo per fare tutte le azioni, prima che il turno passi al nemico; il tempo è configurabile, ma  non oltre i 120s.
Una modalità molto divertente e anche molto veloce da giocare, magari limitata nel tempo, visto che tende a perdere di mordente abbastanza in fretta.

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Missione compiuta

Lo ammetto, non avrei mai creduto che si potesse riproporre ad un pubblico di massa, e addirittura multipiattaforma un gioco come X-Com , rinnovandolo in ogni comparto, mantenendone l’identità e al tempo stesso rendendolo godibile per chiunque. Sia per una questione di pubblico che di interfacce, l’avrei considerata un’impresa impossibile. Firaxis,  che poi è ciò che è rinato dalle ceneri della gloriosa Microprose, è riuscita perfettamente nell’impresa. X-com è uno strategico completo, intrigante e perfettamente rifinito, la parte manageriale è praticamente assente, ma il lato strategico è vivo più che mai, mantenendo le peculiarità che fecero grande il classico del 1994, e aggiungendo novità che ne incrementano lo spessore , rendendolo un gioco  entusiasmante, gratificante ed unico nel suo genere, come lo fu il suo progenitore. Una scelta obbligata per gli amanti della strategia a turni.

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Secondo Parere di Felice “Fade” Li Calzi

 

XCOM: Enemy Unknown a mio parere meriterebbe un posto speciale all’interno della rassegna dei giochi più incisivi di quest’anno, per il semplice motivo che è riuscito a riportare alla luce un genere da troppo tempo messo, ingiustamente, da parte. Sto ovviamente parlando degli strategici a visuale isometrica, considerati un tempo il “passatempo” preferito dei cosìddetti “pro gamers“, e rimasti oggi nella memoria dei veterani del mondo videoludico come gioellini dell’era passata. Pericolo maggiore a cui andava incontro XCOM: Enemy Unknown alla sua uscita, era proprio il pubblico di videogiocatori moderni, i quali, forse ormai troppo adagiati su giochi dalle facili meccaniche, avrebbero potuto non apprezzare a pieno il titolo. Fortunatamente non è stato così: XCOM: Enemy Unknown ha ricevuto largo consenso, e nonostante la sua struttura di gioco non sia esattamente definibile “noob-friendly“, ha convinto, ed ha convinto molto.

In conclusione ritengo che XCOM: Enemy Unknown sia un ottimo titolo, forte di un passato che ha segnato un’era videoludica importante, un titolo che ha riportato alla luce il vero piacere di cimentarsi in un grande strategico a visuale isometrica!

Lotta strenuamente contro i BSOD

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