Silent Hill: Book of Memories – La Recensione

Silent Hill: Book of Memories – La Recensione

Un dungeon crawler “particolare” dai creatori di una delle serie horror più amate di tutti i tempi.

Konami approda sulla PSVita con un episodio esclusivo che ricorda molto la serie di Diablo, e che ben poco si avvicina ai survival horror che tanto ci hanno fatto sognare (o in questo caso avere incubi), sulle prime due console casalinghe Sony.

Il progetto è molto pretenzioso, la posta in gioco è alta e i fans si troveranno tra le mani un gioco che si allontana di chilometri dal vecchio stile. Sarà riuscita Konami a sfornare un prodotto comunque divertente ed appassionante? Scopriamolo assieme.

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Lo ameranno: gli appassionati dei dungeon crawler vecchio stile, del backtracking e dei giochi da tavolo stile Arkham Horror.

Lo odieranno: quelli che si aspettano un normale survival horror come il resto della serie.

È simile a: Diablo 3, Dungeon Siege, Dungeon Hunter: Alliance, Hero Quest.

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Titolo: Silent Hill: Book of Memories

Piattaforma: PSVita

Produttore: Konami

Publisher: Konami

Genere: Hack ‘n Slash horror

Giocatori: 1 – 4 Ad-Hoc e Online

Online: presente (+ VoIP)

Lingua: Italiano

Il libro delle Antiche Memorie, assieme al Calice di Ossidiana, il Crisma Bianco e la Cerimonia Cremisi, è un artefatto dell’antico culto di Silent Hill.

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STORYBOARD:

“Ho ricevuto questo strano libro per il mio compleanno. Dentro c’è scritto tutto: passato, presente, futuro. Che cosa succederebbe se provassi a cambiare le cose?”

Un po’ di tempo fa vi abbiamo parlato di cosa ci saremmo dovuti aspettare da questo Book of Memories. Come è stato per Resident Evil: Operation Raccoon City, che chi si aspettava un normale episodio in linea con la serie si è ritrovato deluso e frustrato dallo spin-off brutale, chi si aspetterà un normale Silent Hill survival horror come il resto della serie, griderà al tradimento, alla delusione e allo sfacelo. Book of Memories è a tutti gli effetti un gioco a sè stante che prende solo minimamente spunto dalla serie della collina silente. Il titolo è giocabile solamente in visuale isometrica come il caro vecchio Neverwinter Nights, il trascurato Killzone Liberation per PSP e le vecchie avventure per PC dei “bei tempi andati” . Inoltre il gioco va controcorrente sotto tutti gli aspetti: come il recentemente nato Diablo 3, il giocatore è spinto ad affrontare l’avventura con degli amici che lo accompagnino nei combattimenti.

Se volessimo riassumere in poche righe l’enorme e intricata ambientazione di Silent Hill che si è creata lungo i 9 capitoli della saga, potremmo dire che si tratta di una città in una posizione non ben specificata degli Stati Uniti in cui in passato sono accadute cose orribili, e ora la città funge da catalizzatore, o da calamita, per individui che hanno un conto in sospeso con la loro coscienza, o hanno fatto del male spropositato ad altri esseri viventi, o semplicemente sono abbastanza sfortunati e suscettibili all’occulto da esserci finiti dentro. In questo mondo, realtà e incubo si fondono e i peggiori orrori della nostra mente prendono vita. In questo particolare episodio non ci troveremo nei panni di un protagonista prestabilito e definito, bensì impersoneremo un individuo completamente personalizzabile, dagli stili più disparati che andranno dal gotico Emo fino al liceale ordinato o il rockettaro selvaggio. Questo personaggio da noi creato riceverà un giorno come regalo di compleanno un libro che conterrà tutte le memorie della sua vita, e percorrendo le varie fasi di gioco avremo la possibilità di alterare gli eventi, passati o futuri.

Affrontare questo bestione con altri tre amici vi renderà la vita molto più semplice…

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GAMEPLAY:

Konami cambia prospettiva, inserisce per la prima volta il multiplayer e approccia i comandi touch. Funzionerà?

La visuale isometrica ci farà venire un pò di nostalgia dei vecchi tempi, ma è ancora la formula vincente per questo genere di giochi. I comandi sono intuitivi: levetta analogica per il movimento, levetta destra per la mira, due tasti per controllare arma destra e arma sinistra, tasto schivata e tasti per comandi aggiuntivi. Le funzionalità in stile GdR sono più numerose e determinanti di quanto si pensi: il nostro alter-ego avrà una scheda personaggio di tutto rispetto, con varie caratteristiche fisiche, mentali e sociali, artefatti da equipaggiare, armi da potenziare, abilità speciali e combo da apprendere. I combattimenti sono strategici anche se spesso molto semplici, basterà studiare bene lo stile di lotta di ogni mostro per elaborare una strategia vincente. Non mancheranno personaggi famosi come il postino di Downpour (a cui è stato dato il compito di venditore di armi ed equipaggiamenti), il macellaio di Origins, il giganti obesi e malaticci del terzo capitolo, le infermiere e ovviamente Testa a Piramide. Purtroppo la sensazione che si percepisce sin da subito è che le “citazioni” degli altri episodi siano eccessivamente forzate ed inserite a sproposito.

Come in ogni gioco del genere avremo orde di nemici da affrontare ed enigmi da risolvere (spesso di una facilità disarmante) e anche qui il gioco ci introduce a una meccanica nuova nel genere, ovvero il karma. Prendendo spunto un pò da Fallout 3 e da Star Wars the Old Republic avremo delle abilità e caratteristiche acquistabili a seconda del nostro allineamento, di luce o oscurità. A gestire questo ci penseranno delle “scie” lasciate dai cadaveri dei nemici, alcune di sangue e altre di liquido più chiaro (il crisma bianco di Silent Hill 2?), che se raccolte aumenteranno il relativo allineamento a discapito dell’altro. Ci saranno anche delle stanze speciali che conterranno situazioni assurde e aliene in cui il nostro comportamento porterà a grossi aumenti di karma negativo o positivo. La cosa che si nota maggiormente è l’approccio in stile “gioco da tavolo” del titolo. Per poter uscire dallo schema in corso dovremo raccogliere un determinato numero di indizi (rappresentati esattamente da pezzi di puzzle), e avremo a disposizione uno zaino (potenziabile nel negozio) contenente ricariche di munizioni e salute, e kit di riparazione, il tutto rappresentato da grosse icone fumettose come nei moderni board game.

Nel complesso il titolo è giocabile anche se non particolarmente emozionante a livello di giocabilità eccezion fatta ovviamente per le partite in multiplayer in cui avrete da commerciare, confrontare e discutere su equipaggiamenti e strategie assieme ai vostri compagni di viaggio. “Giocabile” non è comunque un termine sufficiente a rendere un gioco “bello”; le reazioni dei mostri sono spesso confusionarie, e la macchinosità dei combattimenti (e la ripetitività sopratutto) porteranno presto a noia il giocatore. La comparsa delle macchie rosse o bianche sotto i cadaveri dei mostri è completamente casuale, il che rende spesso l’attraversamento delle stanze molto simile a uno slalom gigante. Le battaglie contro i boss di fine capitolo si riassumono spesso in un assalto a testa bassa da parte del protagonista, con un arma in una mano ed un container di medikit nell’altra… e tutta le dita incrociate sperando in un successo.

Oltre alla personalizzazione iniziale del protagonista, più avanti nel gioco potremo aggiungergli vari gadget.

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GRAPHICS & SOUND:

Più fumettoso ma comunque con il tipico stile sporco e claustrofobico. Di silenzioso c’è solo il titolo.

La grafica di Silent Hill: Book of Memories non è scadente ma nemmeno eccelsa. La scelta di pubblicare un gioco con grafica isometrica e con visuale distante ha permesso agli sviluppatori di risparmiare tempo e fatica nelle texture complesse, per dedicarsi alla cura delle ambientazioni, ai fondali sospesi nel vuoto e alle animazioni del combattimento. Le luci dinamiche fanno il loro dovere, e i mostri, sebbene piccoli e confusi dalla distanza, sono ben disegnati e ci faranno tornare in mente le varie situazioni di ansia e/o sconforto di quando li abbiamo incontrati le prime volte nei rispettivi episodi originali. Quando però ci rendiamo conto di avere tra le mani una console che potenzialmente potrebbe quasi rivaleggiare con una PS3, ci troveremo di fronte a un gioco dalla qualità artistica più simile a un titolo per tablet o cellulare, sopratutto quando la PSVita ci ha dimostrato cosa può fare sin dal lancio con titoli quali Wipeout e Gravity Rush. Non è molto chiaro perchè Konami abbia centellinato gli effetti grafici quando avrebbe potuto tranquillamente abbondare con fiamme, effetti particellari, riflessi ed esplosioni, senza minimamente intaccare la resa finale del titolo.

Per quel che riguarda il sound, la prima cosa che si nota è il doppiaggio completamente in italiano. Questo ci permette di non impazzire mentre leggiamo un foglio e in sottofondo una voce racconta tutt’altro. Purtroppo la caratteristica che si nota immediatamente dopo è che la qualità del doppiaggio italiano è orribile. Mi chiedo se sarebbe stato meglio limitarsi a dei sottotitoli nella nostra lingua lasciando le voci originali, risparmiandoci questo scempio. La musica iniziale è cantata dalla celestiale voce di Mary Elizabeth McGlynn, mentre il gioco è accompagnato dalle composizioni di Daniel Licht, compositore anche di Downpour e della serie Dexter. Gli effetti sonori infine sono senza infamia e senza lode, meglio apprezzabili con delle buone cuffie, che ci aiuteranno ad immergerci un pò di più nel gioco, già di per sé poco coinvolgente.

Quello che in Silent Hill 2 è il “gran coltello” di Pyramid Head, ora è un’arma di Book of Memories!

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ONLINE & REPLAY:

Come tutti i giochi contenenti il co-op, il multiplayer aumenta il divertimento del 200% rispetto al single player.

Come già anticipato, nel multiplayer cooperativo il gioco dà il meglio di sè. Book of Memories può essere giocato da un massimo di 4 giocatori contemporaneamente, solo in modalità cooperativa e solo nella campagna normale. Non troveremo modalità alternative o sfide di alcun genere, ma è proprio la cooperazione tra più giocatori che rende questo titolo divertente. La possibilità di costruire il personaggio come vogliamo noi, con caratteristiche molto diverse l’uno dall’altro, e con una scelta accurata del portafortuna iniziale, della possibilità di accordarsi su chi raccoglie karma di luce e chi il karma del sangue, ci permetterà di organizzare tattiche di combattimento complesse con i nostri amici nella stanza (o su internet). C’è ovviamente la possibilità di far cadere armi e oggetti affinché il vostro compagno li raccolga, e il gioco dispone di una serie di comandi preimpostati per segnalare vocalmente ai vostri partner cosa fare: alla pressione del tasto corrispondente, il vostro personaggio segnalerà che tattica utilizzare, potrà richiedere cure o proiettili, il tutto udito dai giocatori connessi, nella lingua da loro impostata nella console; quindi addio barriere linguistiche! Bisogna comunque comprendere che un titolo che diventa divertente quasi solamente se giocato in multiplayer è una facile vittoria, anzi spesso alla fine porta ad essere un difetto, sopratutto per quanto riguarda i giochi per handheld, in cui ogni persona deve possedere la sua console e la sua copia del gioco.

Nemici di Silent Hill 3 assieme a quelli di Homecoming? Eh già, non molto coerente, ma spassoso come sempre.

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IN CONCLUSIONE:

I fan dei survival horror psicologici non apprezzeranno il titolo, ma i fan di Diablo?

L’unica cosa che bisogna sapere è che quello che ci apprestiamo a giocare non è un Silent Hill, bensì un gioco hack ‘n slash ambientato in un mondo di sotterranei astratti e stilizzati come quelli che si componevano in Hero Quest, con i mostri dei vari Silent Hill che li popolano. Complessivamente il gioco è abbastanza deludente, sopratutto perché pare uscito da una generazione ormai passata, e i fans si aspettavano sicuramente tutt’ altro, e catturare la loro attenzione con questo Book of Memories sarà un’impresa ardua. Resta comunque il fatto che gli amanti degli Hack ‘n Slash e che su PSVita per esempio hanno apprezzato Dungeon Hunter potrebbero comunque accettare questo gioco per la particolarità dell’ambientazione o per uscire un pò dagli schemi classici dei dungeon crawler canonici.

Le ambientazioni sono sicuramente ben architettate e ricordano moltissimo quelle del resto della serie.

Amante del retrogaming, ma adattato ai tempi moderni senza grosse fatiche, si destreggia tra una miriade di console, sperando in nuovi Survival Horror che gli diano ancora qualche emozione. Al momento in una stasi psichica dovuta all'arrivo della nextgen.

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