Pokémon Bianco e Nero 2 – La Recensione

Pokémon Bianco e Nero 2 – La Recensione

Ci hanno provato. Ci hanno detto che la magia di Pokémon era ormai esaurita. Che la loro stella si fosse eclissata. Che i primi 150 erano i migliori. Che dopo Oro e Argento si trattava sempre della solita minestra. Hanno provato a dissuaderci in tutti i modi. Eppure dopo 5 generazioni, 13 anni, “millemila” colori siamo ancora qui a catturare, allenare e far combattere le nostre creature preferite per il titolo di miglior allenatore al mondo. Qualcosa vorrà pur dire, no?

Lo ameranno: I fan di vecchia data, i giovani allenatori, chiunque possieda un Nintendo DS
Lo odieranno: I giocatori che si credono troppo grandi per giocare coi mostriciattoli
E’ simile a: come Pokémon c’è solo Pokémon

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Titolo: Pokémon Bianco 2/Pokémon Nero 2
Piattaforma: Nintendo DS
Sviluppatore: Game Freak
Distributore: Nintendo
Giocatori: 1/5
Online: si
Lingua : italiano

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Dove eravamo rimasti

Così, mentre tutti si aspettavano un banalissimo Pokémon Grigio, Nintendo e Game Freak rimescolano le carte in tavola e servono al giocatore un vero e proprio seguito come non si vedeva dai tempi Oro e Argento. La regione è sempre quella Unima che abbiamo imparato ad apprezzare negli originali Bianco e Nero e non c’è neppure traccia di nuove creature inedite (seppur durante il viaggio sia possibile incontrare esemplari assenti nei precedenti). Eppure, l’aria che si respira in questi nuovi Pokémon Bianco e Nero 2 è un’aria tutta nuova, diversa da quella dei classici Giallo, Cristallo, Smeraldo e Platino a cui siamo stati abituati fino ad oggi. Sgambettare nuovamente per Unima ha un fascino tutto nuovo grazie alle inedite ambientazioni e ai diversi itinerari che ripercorrono solo in parte quanto visto in precedenza. Partendo da Alisopoli (città inedita) fino ad arrivare alla Lega Pokémon, la storia prosegue le vicende che vi hanno visto protagonisti due anni fa, con un nuovo allenatore alle prese con un redivivo Team Plasma intento a sfruttare il potere del bruttissimo Kyurem per conquistare il mondo una volta ancora.

Un incipit banale se vogliamo e poco più che funzionale ma sviluppata in modo tale da risultare più convincente rispetto agli standard della serie. Persino la progressione all’interno dell’avventura appare ora molto più scorrevole che in passato, finalmente subordinata alla storia e meno legata all’utilizzo intensivo ed estensivo delle odiatissime Macchine Nascoste, Taglio e Flash su tutte. I Bidoof ringraziano. Gli originali Pokémon Bianco e Nero rimanevano forse più godibili a livello di trama per la peculiare presenza di N, personaggio che da solo era in grado di reggere l’intero spettacolo, ma state pur certi che anche a questo giro l’allenatore naif dai capelli verdi non mancherà di deliziarci con la sua presenza. In quanto seguiti diretti, iniziare le proprie scorribande nella quinta generazione di Pokémon da questi episodi non è esattamente la scelta più intelligente (anche perché è possibile sbloccare determinati eventi importando i propri dati da Bianco e Nero grazie all’Asse dei Ricordi), ma siamo sicuri che anche gli allenatori alle prime armi troveranno ugualmente Pokémon Bianco e Nero 2 due giochi altamente godibili.

Il team plasma è ancora convinto di liberare i pokémon dal dominio degli allenatori. Rubandoli. E chi sarà invece lo scienziato pazzo di cui sopra? ridateci N!

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Novità poco sostanziali

Messo da parte tutto ciò che concerne lo sviluppo narrativo, a livello di gameplay questa nuova accoppiata si presenta sostanzialmente identica agli episodi passati. Abbiamo detto che ci sono nuove bestiole e nuove città, ma il succo rimane sempre quello: far combattere e collezionare quanti più Pokémon possibili.

Giusto per non presentarsi impreparati, i ragazzi di Game Freak hanno ben pensato di inserire qualche nuovo specchietto per le allodole per convincere il grande pubblico che si tratta di due episodi completamente nuovi, ma a conti fatti si tratta solo di introduzioni buone giusto per scrivere qualche riga di testo in più sul retro della confezione. In particolare ci riferiamo al Pokéwood, una variante dei classici combattimenti basati su un copione (Blockbusters del calibro di Full Metal Cop e Fantasilvestro, per capirci) da portare a compimento recitando particolari battute. Non totalmente da buttare come le gare di bellezza di Rubino e Zaffiro ma neanche in grado di stimolare a lungo l’interesse. Più convincente e in linea con lo spirito della serie è il Pokémon World Tournament che va a sostituire i vecchi parchi lotta delle edizioni riassuntive. All’interno della struttura è possibile affrontare tornei organizzati ai quali prendono parte grandi nomi del passato come i vecchi capopalestra di Kanto, Johto, Hoenn, Sinnoh e i rispettivi campioni. Una buona occasione per ricordare a Misty e Blue chi è che comanda. Di ben altra caratura, invece, è l’inserimento di particolari medaglie in-game (non dissimili dagli achievements Xbox 360 e Playstation 3) che ricompensano il giocatore al compimento di determinate azioni (effettua un certo numero battaglie in triplo) e situazioni di gioco (batti tale allenatore segreto). Oltre a sbloccare premi interessanti, le medaglie introducono un nuovo livello di completamento del gioco, ideale per i perfezionisti. E basta.

Come era lecito aspettarsi, il gioco ripropone quanto di buono visto negli episodi precedenti riadattando e migliorando solo in minima parte l’infarinatura generale (date il benvenuto alla possibilità di poter utilizzare più repellenti in serie!). Fortunatamente la quantità e la qualità di cose da fare sono tali da rendere anche questi Pokèmon dei titoli di primissima fattura e in grado di stazionare a lungo nei vostri DS, che si tratti di completare l’avventura, catturare tutti i Pokémon, sfidarsi con gli amici o semplicemente perdere tempo con uno dei tanti minigiochi proposti. Per chi poi volesse espandere la propria esperienza di gioco, è possibile scaricare a pagamento dall’eShop del 3DS il nuovo Pokémon RAdar, un software che permette tramite realtà aumentata di catturare Pokèmon altrimenti imprendibili e trasferirli direttamente sulla propria cartuccia di gioco tramite l’Asse 3DS.

Il Pokewood è un’idea simpatica, ma nulla di più. Meglio dedicarsi alle lotte del PWT, alcune delle quali veramente impegnative.

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Lotte da grandi

Ovviamente non si può parlare di nuovi Pokémon senza trattare della sua  corposa modalità multigiocatore, forse ancora più del Pokédex stesso, l’elemento cardine della serie. Rispetto a Pokémon Rosso e Blu che introdussero la connettività e a Diamante e Perla che la estesero al mondo con internet, Bianco e Nero 2 non offrono nessuna novità degna di nota da segnalare.

L’alchimia di base fatta di scambi e lotte fra gli amici è stata qui mantenuta ma non espansa. Una mossa intelligente è stata quella di diversificare ulteriormente le due versioni di gioco che ora differiscono non solo per i Pokémon inediti ma anche per alcuni luoghi esclusivi del Bianco o del Nero e dettagli minori all’interno di quelli comuni. Piccolezze ma sempre e comunque un passo avanti rispetto a due titoli completamente uguali. Ciò che invece non è cambiata è la vena “hardcore” della serie.

Come in passato, è solo una volta che si è raggiunto il così detto “end-game” che Pokémon riesce ad esprimere tutto il suo potenziale in grado di fare presa anche sui giocatori più navigati. Grazie all’impressionante numero di esemplari diversi (649!), mosse, abilità e oggetti ogni battaglia contro i propri amici o contro il mondo rappresenta una vera e propria sfida dove la tattica e la lettura dell’avversario sono due requisiti fondamentali per la buona riuscita dello scontro. Scontri senza esclusione di colpi in grado di elevare il gioco ben oltre il semplice passatempo per bambini. Preparate i caffè dunque, perché tra uova da covare, la ricerca della natura ideale, il calcolo dei valori individuali, l’allenamento mirato e l’assemblaggio del “dream team” ideale, anche a questo giro si preannunciano svariate notti insonni. E’ pur vero che rispetto a Rubino e Zaffiro il gioco competitivo appare eccessivamente votato all’attacco e ai così detti “1 Hit KO” (un colpo un morto) ma siamo comunque sicuri che i giocatori più esperti non mancheranno di trovare tattiche difensive più raffinate a base di Pokémon sconosciuti su cui nessuno avrebbe mai scommesso un centesimo. La stagione di lotta è aperta.

Imparare a predire i cambi dell’avversario è una capacità necessaria se si vuole avere la meglio contro avversari umani. Peri più coraggiosi poi ci sono anche le varianti come lotte a 2, 3 e rotazioni. Originali, ma poco adatte al gioco competitivo.

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Cartoline da Unima

Quasi a voler concludere idealmente un ciclo, Nintendo ha optato per rilasciare questi seguiti diretti ancora una volta sul vecchio Nintendo DS anziché 3DS. Non sorprende quindi ritrovare l’intero comparto audiovisivo sostanzialmente invariato rispetto a quanto visto un anno fa. Una scelta a modo suo saggia che non preclude a nessuno di continuare la propria epopea a spasso per Unima. Se non fosse che ora gli sprite degli allenatori si muovono anch’essi, sarebbe difficile riconoscere Bianco e Nero 2 dai predecessori. Ma in fondo Pokémon ci piace così.

La qualità visiva, seppur ancorata alle tradizioni 2D dei vecchi episodi, rimane tutt’oggi di pregevolissima fattura e gli effetti speciali sono sempre caratterizzati alla grande. Tra cambiamenti e luoghi inediti, rivivere Unima due anni dopo riesce ancora a stupire, grazie soprattutto all’ottima caratterizzazione degli ambienti, da sempre marchio di fabbrica della serie, che trovano qui nuove valvole di sfogo grazie ad architetture post-moderne veramente bizzarre come i ponti di Unima e il tunnel sottomarino. Un piccolo applauso per un DS sempre più prossimo al pensionamento che nonostante tutto riesce ancora a stupire e dire la sua. Un riciclo che convince ma che mostra lievemente il fianco sul fronte audio. Come da tradizione, la colonna sonora risulta una buona commistione di brani che spaziano dal caramelloso delle prime città all’epicità degli scontri con i Pokémon leggendari, con alcuni pezzi veramente notevoli (il tema del rivale) e svariati remix di pezzi passati (il tema dei Plasma) purtroppo sottotono.

Nella sua ingenuità la grafica in Pokémon è perfetta così come è. Sulla bontà dell’art design invece non si discute proprio.

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Gotta play ’em all

Senza neanche tante sorprese, Pokémon Bianco e Nero 2 si dimostrano due titoli imperdibili per ogni poké-fanatico che si rispetti e non solo. Tutti coloro che non li avessero provati farebbero meglio a recuperare gli originali Bianco e Nero anche solo per il gusto di godersi questi due superbi sequel. Tutti gli altri possono procedere all’acquisto ad occhi chiusi senza rischiare di annoiarsi. Quelli che a prima vista possono sembrare dei semplici ricicli degli episodi precedenti, nascondono in realtà una profondità multistrato che li rende titoli in grado di conquistare qualsiasi tipologia di giocatore. Siano essi giovani giocatori in erba desiderosi di un’immensa avventura, vecchi appassionati alla ricerca del Pokédex perfetto o amanti della competizione e delle sfide in multiplayer. Difficile non farsi contagiare da un poké-fenomeno di tale portata!

Videogiocatore incallito, divoratore di film, seguace della via del Social: praticamente una vita passata a giocare, leggere e scrivere. A volte anche contemporaneamente.

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