Rocksmith – La Recensione

Rocksmith – La Recensione

I videogames ci hanno spesso insegnato la storia, ci hanno offerto nozioni di strategia bellica e di sopravvivenza ad olocausti nucleari ed hanno persino provato a farci stare in forma. Dal punto di vista musicale, qualche titolo ha cercato di simulare l’inebriante sensazione di dominare un palco e suonare davanti ad una folla in visibilio, ma senza trasmetterci qualcosa di utile, qualcosa da “sfruttare” nel mondo reale. L’ambizione di Ubisoft si insinua in quest’ultima mancanza: Rocksmith infatti, non solo tenterà di riportare in auge il saturato e stantio filone dei rhythm game, ma si pone come sorta di insegnante di chitarra virtuale, utile sia per i novellini, che per i “rocchettari” che odiano esercitarsi a casa.

Può un videogame, uno dei “diseducativi strumenti del demonio” (a detta dei soliti perbenisti della Domenica) sostituirsi ad un vero maestro?

Lo ameranno: gli amanti dei Rhythm Game, e chi è in cerca di un buon metodo di insegnamento per chitarra/basso
Lo odieranno: gli impazienti, i virtuosi con i paraocchi, chi cerca l’adrenalina nei “soliti” videogames
E’ simile a: prendete Guitar Hero e Rock Band, scollegate la periferica in plastica e afferrate una vera ascia

Titolo: Rocksmith
Piattaforma: Xbox 360 / PS3 / PC
Sviluppatore: Ubisoft San Francisco
Publisher: Ubisoft
Giocatori: 1 – 2 (Co-op Offline)
Online: Classifiche
Lingua: Italiano

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You’ve got another thing comin’

Il successo di titoli come Rock Band e Guitar Hero aveva molteplici origini: riuscivano a convincere il giocatore di essere un dio della chitarra (pur non avendone mai toccata una), erano estremamente divertenti e coinvolgenti da giocare in compagnia ed in fondo, un minimo di allenamento, per quanto riguarda il senso del ritmo, riuscivano anche ad offrirlo. Se Rocksmith non fosse uscito, probabilmente, l’unica pecca di tali titoli era la mancanza dei party nel backstage in stile Mötley Crüe. Il vero problema era che una volta riposta nell’armadio, la nostra fida chitarra di plastica avrebbe smesso di suonare.

E’ inutile ripercorrere la gloria e il declino del filone Rhythm, non è questa la sede per farlo, vi basti sapere che il team dietro il gioco di cui stiamo per parlare sapeva fin da subito di gettarsi in un ipotetico vicolo cieco: è un genere finito, senza più nulla da dire. L’ambizione però riesce a muovere le montagne, ed ecco concretizzarsi un progetto unico: prendere il gameplay dei giochi succitati, permettendo però al giocatore di collegare una vera chitarra (o basso) alla propria console/PC (tramite un cavo USB/Jack), offrendogli, come se non bastasse, delle lezioni ed esercizi che gli torneranno utili anche nel mondo reale, magari in occasione del suo primo concerto. Una corposa tracklist davvero ricercata e ben ponderata, con più di 50 pezzi tra classici ed altri brani decisamente più ricercati di artisti famosi e non (dai Lynyrd Skynyrd ai Muse, dai Silversun Pickups a David Bowie), alternati a chicche strumentali per i più esperti, ognuno dei quali perfetto per illustrare una determinata tecnica o stile, arricchisce l’offerta “formativa” di Rocksmith, ma il dubbio permane: può davvero un gioco insegnare a suonare la chitarra?

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It’s a long way to the TOP if you wanna rock’n’roll? Nah, basta solo qualche scoop da dare in pasto ai rotocalchi scandalistici.

Tutto ha inizio con un rapido Soundcheck: un breve video ci mostrerà come impugnare un plettro e come iniziare a far casino e poi via, dritti in sala prove. Tra tappeti ed amplificatori, è li che ha inizio la carriera di una band, ma è anche il nostro quartier generale in Rocksmith.

Potremo crearci dei suoni, studiare nuove tecniche ed esercitarci, ma non prima di aver scalato le vette delle classifiche a suon di potenti concerti, dalla bettola sotto casa agli stadi gremiti di fan. La modalità Carriera, che vuole essere piuttosto un “viaggio”, o un “tour”, è quella principale: ci verranno proposti alcuni pezzi da suonare (ma potremo aggiungerne altri o rimuovere quelli pre-esistenti), per i quali ci verrà chiesto di raggiungere un determinato punteggio per qualificarci e procedere così al concerto vero e proprio, grazie al quale potremo conquistare Punti Rocksmith con i quali salire di livello (per un massimo di 11), passando dall’essere dilettanti a headliner internazionali e chitarristi d’elite. Aumentando la nostra esperienza sbloccheremo posti in cui suonare, chitarre (con annesse relative info) e pedali, ma i migliori li otterremo solo ottenendo buonissimi punteggi in specifici pezzi. Questi pedali potranno essere utilizzati per creare il nostro sound definitivo, permettendoci persino di utilizzarli durante le esecuzioni per variare il suono, aggiungendo un tocco personale ai brani presenti.

Riguardo l’esecuzione, il gameplay è simile ai classici Rhythm Game, ma con la differenza che in Rocksmith si sta impugnando una vera chitarra: i cubetti, che rappresentano le note da premere, scorreranno come le gocce a cui ci avevano abituato i due titani del settore, ma lungo una griglia che sta a rappresentare il manico della chitarra, con i tasti dispari contrassegnati dal numero relativo (3/5/7 etc, come i “pallini” che trovate sul vostro strumento), ottimo punto di riferimento tanto per gli esperti che per i “pivelli“. In sovrimpressione ci saranno le 6 corde, contraddistinte da un colore specifico (lo stesso del cubetto da premere), e non dovremo far altro che premere il tasto corrispondente nell’esatto momento in cui la nota attraverserà il manico virtuale. Scegliendo la difficoltà più semplice le note saranno davvero poche, dando la possibilità ai novizi di prendere confidenza con il manico e dargli un’occhiata senza fretta, mentre l’altro grado di difficoltà disponibile, “Massima raggiunta“, registrerà i vostri progressi nei brani e nei singoli licks: ciò significa che anche i più esperti inizieranno suonando poche note, ma progredendo nella carriera e incontrando più di una volta lo stesso brano, Rocksmith “registrerà” l’abilità nel suonarlo, offrendo arrangiamenti sempre più complessi e simili alla realtà (nel caso in cui eseguiate ogni riff/assolo senza commettere errori), fino a portare all’estremo questo concetto con la temibile modalità Master. Una volta guadagnata la totale padronanza di un pezzo, potrete infatti suonarlo senza spartito, guadagnando il doppio dei punti e godendovi semplicemente la vista del pubblico in delirio, “no HUD, but so much party“. Anche alla difficoltà più semplice, comunque, il gioco cercherà di adattarsi all’abilità del chitarrista di turno, aggiungendo o rimuovendo note nel caso in cui l’esecuzione sia superlativa o scadente: i riff di cui avrete preso padronanza diverranno quindi sempre più cool, mentre assoli e pattern troppo complessi verranno “mutilati” per permettervi di gustare al meglio il pezzo.

Non avete una vera chitarra in casa? Il Mega-Bundle vi permetterà di iniziare a roccheggiare grazie ad una Epiphone Les Paul Junior!

Ovviamente Rocksmith non vuole che il suo pupillo si deprima perché non riesce a suonare gli stessi riff di Matthew Bellamy: delle raccomandazioni faranno la loro apparizione, mini-tutorial specifici per i singoli riff dei brani che avete appena suonato (o che dovrete suonare) che vi permetteranno di esercitarvi su un punto particolarmente ostico, rallentandolo e prendendone padronanza, cambiandone la maestria (ovvero la complessità dell’arrangiamento, che spazierà tra Note Singole e vari tipi di Combo) o indicando le specifiche tecniche presenti nel brano in questione, offrendovi un’utile ripasso nel caso in cui abbiate saltato la lezione al momento in cui vi era stata proposta o semplicemente non ve la ricordiate.

Per quanto concerne le Tecniche, c’è una sezione apposita nel menù principale, dove troverete tutte quelle sbloccate suonando i vari pezzi disponibili una volta incontrate durante la carriera: non sarà presente ogni singola tecnica in circolazione, ma oltre a quelle base, qualche piccolo trick per stupire i vostri amici non mancherà. La lezione offerta dal gioco consisterà nel vedere un video dimostrativo, seguito da un piccolo esercizio pratico e da una “Sfida completa”, che consisterà nel suonare brani creati appositamente per sfruttare in determinati contesti la tecnica appena studiata e cercare di ottenere il massimo dei punti, guadagnando così una medaglia di bronzo, argento ed oro (è pur sempre un videogioco, no?). Presente inoltre il manuale degli accordi, che mostrerà efficacemente come suonare i vari accordi presenti nei brani, e devi video “extra” pieni di utili consigli, come quelli su come accordare la chitarra, come impugnarla, ma anche contenenti tecniche più complesse (come il tapping) o le scale (le quali, a mio parere, vengono forse trattate in maniera troppo superficiale, data la loro importanza).

Super Slider, uno degli 8 GuitArcade ottenibili

Come già accennato, potremo sbloccare vari elementi, come pedali, chitarre, ma anche amplificatori (combo o testate). Oltre a spiegare, di volta in volta, a cosa serviranno e quali effetti produrranno, c’è anche la modalità “Sound Designer” che vi permetterà di sbizzarrirvi in ogni modo possibile per creare il vostro sound definitivo. Potrete utilizzare vari pedali, regolando fino al minimo dettaglio ogni effetto, scegliendo poi l’amplificatore più adatto alle vostre esigenze (o semplicemente quello che vi sembra faccia più “casino”) e suonare mentre state plasmando il vostro sound, il cui unico problema risiede nel dover passare dal pad alla chitarra per muovervi tra i menù, fastidio che proverete anche tra un concerto e l’altro, ma che, per ovvi motivi, non poteva essere altrimenti.

Una “chicca” epica che ci ricorderà di avere tra le mani, comunque, un videogame, sono i “GuitArcade“: brillanti mini-games dal sapore “vintage” da giocare suonando, allenando riflessi o esercitando tecniche specifiche come le scale (nel frenetico Scale Runner), il tutto divertendosi come matti e cercando di battere i record mondiali.

Potremo inoltre utilizzare un basso (oppure la chitarra, ma “emulando” il cugino a 4 corde), elemento presente di default nella versione Europea (mentre nella versione USA è un DLC da acquistare a parte) e la possibilità di giocare con un amico in locale. L’atmosfera da party rimane, grazie anche alla possibilità di cantare (le lyrics scorreranno sulla parte superiore dello schermo): sarà quindi possibile divertirsi con altri due amici.

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Rock around the clock

L’ultra efficiente Real Tone Cable!

Uno degli elementi che mi ha maggiormente colpito è la precisione del Real Tone Cable (USB/ Jack): non c’è stata una singola nota non perfettamente recepita dal software, il quale capta ogni plettrata per elaborare la difficoltà del brano, altro enorme punto a favore di Rocksmith. In questo modo riesce infatti a ricompensare i giocatori/ chitarristi che si impegnano maggiormente, offrendogli la possibilità di suonare pezzi sempre più attinenti alla realtà, mentre permette ai meno esperti di perfezionare cosa non va. La maniera in cui segue i “novizi”, spiegando in maniera dettagliata le singole tecniche incontrate è davvero ottima, anche se non paragonabile alle cure di un maestro in carne ed ossa: può però essere un ottimo strumento da usare in simbiosi con un vero insegnante, oltre ad essere utile a creare delle basi di tecnica e senso del ritmo per chi non ha mai preso in mano uno strumento, mentre può cementificare??? le nozioni di chi ha qualche anno di esperienza sulle spalle, e gasare mostruosamente chi ha già una più che buona padronanza. Precisissimo anche l’accordatore, fondamentale per ogni chitarrista degno di tale nome: una chitarra scordata può vanificare ore, se non giorni, di studio, sudore e fatica.

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Note…dolenti

Vi rendete conto che la Flying V ha più di 60 anni? Mentre in Italia, nel ’57, si cantava di una “Casetta in Canadà”, negli States una freccia del genere trafiggeva il cuore dei pochi che potevano permettersela.

Con la musica di mezzo, c’è sempre il maledetto ritardo a rompere le uova nel paniere, e la mia più grande paura riguardava proprio la latenza. Per giocare nel miglior modo possibile ho dovuto utilizzare delle cuffie connesse tramite cavo ottico: è scontato quindi dire che l’innovativo titolo di Ubisoft San Francisco non è esente dal succitato problema. Se sulla scatola non troverete alcuna info a riguardo, sarà una delle schermate iniziali a consigliarvi di sparare fuori l’audio tramite headset o un buon impianto audio: non seguire tale suggerimento non vi precluderà la possibilità di giocare, ma a meno che i vostri progressi non vi permettano di suonare più di una nota ogni cinque secondi, l’esperienza ne risentirà negativamente. Il ritardo sarà infatti insopportabile suonando una rapida successione di note, mentre alla difficoltà minore sarà quasi impercettibile. Nel caso in cui siate dotati di impianto audio o cuffie da connettere via cavo ottico, invece, Rocksmith funzionerà alla grande. Altro elemento negativo, a mio parere, è la scelta di alcune diteggiature: un bravo insegnante di chitarra cerca di far faticare il meno possibile la mano, mentre Rocksmith ci costringe a saltare da un tasto all’altro del manico sulla stessa corda senza farci applicare in maniera corretta le scale (che, come già detto, vengono trattate in maniera superficiale) e considerando come “errate” le stesse note richieste ma suonate in una diversa posizione. Maglia nera inoltre per i menù, spesso confusionari, poco intuitivi e in grado di farvi perdere secondi preziosi.

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In conclusione….

La Venom (F.R. Edition) targata Meridian Guitars utilizzata per questa recensione!

Può Rocksmith essere considerato la soluzione definitiva per chi vuole imparare a suonare la chitarra? Non del tutto. E’ scontato dire che non potrà mai sostituire un insegnante in carne ed ossa, il quale può seguire un chitarrista agli albori correggendo posizioni scorrette, diteggiature sbagliate e banali errori che un “freddo” software non può fare. In compenso, può essere uno strumento usato in simbiosi con un vero maestro, grazie alla sua intelligente “comprensione” dell’abilità del giocatore, e agli escamotage che rendono divertenti anche i noiosissimi esercizi che vengono affibbiati ai musicisti in erba (sempre utili però anche ai chitarristi più navigati), all’incredibile precisione del Real Tone Cable e ai completi video-tutorial, elementi che permettono di allenare, affinare e migliorare la propria tecnica. Le pizzose scale diventano divertenti con i mini-giochi, e la mano fa pratica suonando splendidi brani che, senza le ottime tablature a scorrimento, sarebbero difficili da apprendere senza un buon orecchio e conoscenza dello strumento. I chitarristi più esperti troveranno un buonissimo “esercizio di riscaldamento“, oltre che un allenatore da palco divertente ed efficace, mentre gli amanti dei rhythm game coroneranno il loro sogno di buttare quelle chitarrine di plastica e di impugnare una vera e cattivissima ascia. Qualche neo “fisiologico” (l’inevitabile latenza) e banali errori di gioventù non precludono del sano divertimento, coadiuvato da una longevità, grazie al supporto continuo via DLC, potenzialmente infinita.

Di certo l’ambizione non manca, né a Rocksmith, né ad Ubisoft San Francisco, ma non dovrà neanche mancare ai giovani chitarristi che, per padroneggiare lo strumento in maniera davvero appagante partendo da zero, dovranno sfoggiare orgoglio e forza di volontà.

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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