Inazuma Eleven Strikers – La Recensione

Inazuma Eleven Strikers – La Recensione

Mentre il grande pubblico di appassionati continua a interrogarsi sull’eterno dilemma “FIFA o PES”, ecco scendere in campo il terzo aspirante al titolo di “miglior titolo calcistico 2012”. A fianco di Messi per il team EA e Ronaldo per quello Konami, ecco infine giungere Mark Evans per l’atletico Nintendo. Come? Non sapete di chi si tratta? Male, molto male, perché stiamo parlando di un giovane talento in grado di far impallidire persino quel Benji Price che negli anni ’80 fece vincere al Giappone la coppa del mondo! Cosa? dite che non sapevate neanche questa?

Lo ameranno: Gli irriducibili della serie animata
Lo odieranno: I veri professionisti del calcio virtuale, i giocatori con poca pazienza
E’ simile a: Captain Tsubasa, Mario Strikers Charged Football

ARVE Error: id and provider shortcodes attributes are mandatory for old shortcodes. It is recommended to switch to new shortcodes that need only url

Titolo: Inazuma Eleven Strikers
Piattaforma: Wii
Sviluppatore: Level 5
Publisher: Nintendo 
Giocatori: 1/4
Online: assente
Lingua : completamente in italiano

[hr]

Corri e salta dietro a un pallone…

Terminato coi preamboli, siamo costretti a ritirare la sopracitata candidatura di Inazuma Eleven Strikers in quanto dalla regia ci segnalano che il titolo ha già partecipato alle selezioni in passato, per la precisione in Giappone l’anno scorso, e che partecipare con tiri incendiari e parate demoniache è proibito dal regolamento. Tanto in fondo non è che fosse proprio un bel gioco. Dopo il successo di critica e pubblico riscontrato dagli episodi precedentemente pubblicati su Nintendo DS, Inazuma Eleven va in trasferta e cambia le carte in tavola, prendendo un po’ tutti in contropiede (è proprio il caso di dirlo). Per chi si fosse perso il girone di andata, Inazuma Eleven su console portatili era un riuscitissimo mix di calcio e gioco di ruolo, con città esplorabili, equipaggiamenti assortiti, statistiche varie, e una squadra da gestire come nel più classico degli RPG. In questa sua versione casalinga tutto ciò è andato perso o estremamente semplificato, ragion per cui il risultato finale è più simile a un gioco di calcio nell’accezione classica del termine. Sempre se si escludono i tiri spaziali, certo.

A vederlo così sembrerebbe anche un normale gioco di calcio e invece… 

[hr]

…ognuno ha un colpo che imparato lui ha…

Il passaggio dallo schermo tattile al Controller Tradizionale (più indicato rispetto alla configurazione WiiRemote + Nunchaku per l’elevato numero di tasti richiesti) ha portato ad avere il controllo diretto solo su singolo elemento della squadra, intercambiabile di volta in volta a piacimento o con il passaggio della sfera. Già qui si iniziano a intravedere i limiti dell’inesperienza del team con il calcio classico, in quanto i giocatori sembrano correre sui dei binari prefissati e dei movimenti decisamente innaturali. Ciò che è veramente cambiato, in peggio, è la gestione dei super tiri, l’utilizzo delle tecniche difensive, offensive e le parate. Dove prima tali “mosse speciali” erano amalgamate alla perfezione in un gameplay più ragionato e votato alla collaborazione tra compagni, la svolta a un’impostazione più classica del calcio videoludico ha portato tali azioni a risultare fuori luogo ed eccessivamente invasive durante le partite. Ogni azione “sui generis”, infatti, è accompagnata da un filmatino che ne enfatizza la portata ma che spezza eccessivamente il ritmo di gioco, concetto portato all’estremo dal perpetuo rigenerarsi dei punti necessari per poterne fare ricorso. Dove su DS era necessario centellinare la propria riserva di mana per evitare di giocare un secondo tempo come farebbero dei comuni giocatori di calcio, ora l’imperativo è l’abuso indiscriminato di tecniche speciali. È presente una barra (Barra Inazuma) apposita che in teoria dovrebbe impedirne l’utilizzo smodato, ma anch’essa si ricarica col tempo e, anzi, quando è piena permette al portiere di poter utilizzare una parata speciale senza intaccare la propria riserva di PT. Risultato? Non è possibile chiudere un passaggio che sia uno senza l’intervento di una cut-scene animata che sottolinei l’azione, fattore reso ancora più irritante dalla totale inutilità dei tiri e degli scambi normali. In Inazuma Eleven Strikers non si fa gol tirando all’angolo della traversa, si tira una cannonata centrale così forte tale da portarsi dentro anche il portiere.

“Ecco il numero 10 della Inazuma Japan, Axel Blaze, colpire la palla con il suo Tornado di Fuoco per la settima volta”

 [hr]

…ed il nostro obiettivo è vincere il Football Frontier…

Una formula non proprio convincente, ma che bisogna tener conto essere rivolta principalmente ai fan della serie animata per i quali “Dragon Crash” e “Tornado di Fuoco” sono tiri all’ordine del giorno. Proprio a questi ultimi si rivolge anche la modalità principale di Inazuma Eleven Strikers. Persa ogni pretesa di uno story mode lungo e articolato come quelli ammirati su DS, i giocatori solitari potranno dedicarsi a tutta una serie di partite precostituite contro le squadre principali dei primi 3 titoli. Iniziando dalla sfida contro la Royal Academy fino ad arrivare allo scontro finale con la Ogre (più una piccola chicca finale), si avrà modo di costruire da zero la propria squadra assoldando giocatori da quelle sconfitte. Niente più giocatori da livellare ed equipaggiare purtroppo. Inazuma Eleven Strikers prevede soltanto un elementare sistema di relazione tra compagni di squadra che consente di aumentare determinate statistiche al raggiungimento di un certo tasso di affinità tra i giocatori e occasionalmente l’apprendimento di qualche nuovo tiro combinato. Per far ciò è necessario soltanto continuare a scambiarsi la palla durante la partita o giocare nel tempo libero a uno dei cinque (noiosi) minigiochi proposti. Senza poter contare sul vertiginoso numero di giocatori presenti negli scorsi episodi, Inazuma Eleven Strikers mette a disposizione una rosa di 198 talenti ripescati da 13 team diversi, più qualche guest d’eccezione. “Collezionarli tutti” è senz’altro un’operazione lunga e impegnativa, ma a fronte di un gameplay così sbilanciato è difficile trovare il giusto stimolo, tenendo conto che spesso le squadre preconfezionate agiscono meglio che non i team ex-novo. Purtroppo in termini di modalità proposte il gioco si presenta estremamente povero. Il multiplayer anch’esso, monco a causa dell’inspiegabile assenza della modalità online, non è in grado di risollevare le sorti di un prodotto sviluppato con troppa superficialità. Offrendo solo partite in locale competitive e cooperative, Inazuma Eleven Strikers non è esattamente il titolo più immediato da proporre a un amico per farsi una partita in spensieratezza ma necessita di voluminoso background della serie per essere apprezzato. Sempre che si riesca a soprassedere su un gameplay profondamente sbilanciato.

Per lo meno è rimasta la possibilità di scegliere la formazione. Un 5-4-1 da catenaccio o un 2-3-5 di pura potenza offensiva?

 [hr]

…e magico il tuo gioco rendere potrai…

Anche sotto il profilo tecnico si sarebbe potuto fare di più per l’esordio su console fissa di Mark e compagni. Se sotto il profilo audio non abbiamo niente da recriminare con brani calzanti e un doppiaggio italiano d’eccezione (lo stesso del cartone animato!), non possiamo invece non sottolineare l’inadeguatezza della resa grafica generale. Assodata l’arretratezza tecnologica del Wii per quanto riguarda le texture e aliasing in generale, non è comunque possibile presentare nel 2012 un gioco dalle animazioni così legnose e datate. La pillola è un minimo addolcita dall’immaginario fantastico creato da Level 5, ma vedere gli spalti così spogli durante una partita importante come Raimon/Zeus alla Football Frontier è veramente un colpo al cuore.

Gli effetti speciali sono senz’altro il punto forte del gioco, ma il resto è veramente desolante

 [hr]

…finchè in rete non andrà!

Inazuma Eleven Strikers è purtroppo un titolo che non riesce a soddisfare nemmeno i fan più accaniti di  Raimon, i quali farebbero meglio ad aspettare l’arrivo del terzo episodio regolare in Europa. Colpa principalmente di un gameplay che non riesce a catturare come fece su DS, una realizzazione tecnica poco convincente e di una generale povertà in termini di contenuti offerti. Tutti gli altri fanatici dello sport virtuale per eccellenza se ne tengano alla larga ugualmente!

Videogiocatore incallito, divoratore di film, seguace della via del Social: praticamente una vita passata a giocare, leggere e scrivere. A volte anche contemporaneamente.

Lost Password