Tales of Graces F – La Recensione

Tales of Graces F – La Recensione

I J-rpg hanno da sempre rappresentato un cosmo a parte all’interno della galassia videoludica rimanendo ancorati, nonostante il passare degli anni e delle mode, a degli elementi cardine inossidabili ed immarcescibili. La natura da dramma pseudo-adolescenziale della maggior parte dei titoli pubblicati  e i classici reiterati cliché narrativi sembrano infatti (dati di vendita alla mano NdDix@n) non raccogliere più i favori del pubblico, spostatisi diametralmente su titoli di altro spessore (e calibro direi…) quali Mass Effect 3, The Elder Scrolls V: Skyrim e ultimo, non per importanza però, The Witcher 2!

In un mondo del gaming sempre più spinto all’imitazione dei blockbuster hollywoodiani, prodotti ad alto budget come i tre appena citati hanno scalzato dal podio le produzioni giapponesi che, a parte qualche sporadica eccezione, non brillano della stessa luce (ne propria ne riflessa NdDix@n) che uno qualsiasi dei titoli appena nominati emana. Ai J-Rpg, che in un passato nemmeno troppo remoto tiravano le fila dell’industry videoludica ruolistica, spetta dunque l’arduo compito di inseguire i “maestri” occidentali cercando di riguadagnare il terreno perduto o almeno di assestare qualche buon colpo inserendo titoli di qualità nel marasma di produzioni “Western Oriented” dell’ultimo periodo.

E’ questo il caso di Tales of Graces F, pubblicato (sul solo suolo giapponese però NdDix@n) nel 2009 per Nintendo Wii e arrivato a noi ben 3 anni dopo questa prima genesi next-gen! Il franchise “Tales of…” è infatti rimasto, nel corso degli anni, uno dei pochi a poter rivaleggiare, o per lo meno a provarci, con i blockbuster occidentali forte di una nutritissima fanbase che attende, volta dopo volta, l’uscita dell’ennesimo capitolo di questa lunghissima saga. A noi oggi il compito di analizzare questa riedizione in alta definizione del gioco che, nel 2009, fece saltare di gioia tutti i possessori di Wii del Giappone!

Dobbiamo aspettarci il solito scialbo J-Rpg o un prodotto al di sopra della media? Scopriamolo insieme!

Lo ameranno: Gli appassionati di J-Rpg e delle storie ben narrate

Lo odieranno: I sostenitori degli RPG di stampo occidentale

É simile a: Star Ocean: The Last Hope, Tales of the Abyss

 

Titolo: Tales of Graces F

Piattaforma: Platstation 3

Sviluppatore: Namco Bandai

Publisher: Namco Bandai

Giocatori: 1

Multiplayer: Non presente

Lingua: Inglese (Parlato e Testi)

A voi il roster completo di Tales of Graces F nel periodo post-adolescenziale!

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STORYBOARD

Il piccolo Hubert Lhant, uno dei protagonisti di Tales of Graces f!

La storia inizia introducendoci i protagonisti, Asbel e Hubert Lhant (figli del Lord di Lhant), in età adolescenziale intenti, in piena tradizione J-Rpg a ficcarsi nei guai trasgredendo i divieti loro imposti dai genitori: peregrinando per il  mondo di gioco si imbattono, in cima ad una collina a loro vietata, in una ragazza, misteriosamente apparsa in detto luogo, affetta da amnesia. Con una scelta al limite della coerenza narrativa decidono di chiamarla Sophie e di portarla in città con loro decisi a scoprire di più sul suo passato. Diverse peripezie portano i nostri beniamini a stringere amicizia con Richard, loro coetaneo nonchè principe di Windor: nel tentativo di entrare nel palazzo reale mediante un passaggio segreto si imbattono in un mostro che, dopo un feroce quanto spietato combattimento, uccide la giovane Sophie. 

Da quel momento inizia una disgregazione che porterà, mediante un salto cronologico di sette anni, Asbel a trasferirsi a Windor per perseguire la carriera militare, Hubert ad assere affidato dal padre alla famiglia Oswell e Cheria, amica dei due segretamente innamorata di Asbel a diventare una curatrice (healer). Asbel, informato da Cheria della morte del padre ritorna a Lhant giusto in tempo per incappare in un agguato teso da milizie avversarie che cingevano d’assedio la città: solo l’intervento improvviso di Hubert e la ri-apparizione di una ragazza identica a Sophie gli permetterà di avere la meglio sugli avversari: ciononostante Asbel verrà giudicato inetto al ruolo di governatore di Lhant dal fratello e verrà esiliato insieme alla rediviva Sophie.

A questo punto, tra intrighi di potere, tre differenti regni in lotta tra loro, storie di amicizie e tradimenti la trama si dipanerà in un modo assolutamente inedito ed intrigante visto il basso profilo tenuto fino al momento precedente riuscendo, in modo del tutto sorprendente, a tenere incollati allo schermo fino ai titoli di coda mai scadendo nella banalità o rifugiandosi nel soliti clichè tipici dei J-Rpg.

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GAMEPLAY

Tre sono gli aspetti del gameplay da esaminare per comprendere a fondo questo gioco: Esplorazione, Combattimento ed Evoluzione!

La progressione nelle aree di gioco sarà in puro stile “Corridor Game”

L’esplorazione del mondo di gioco, in piena linea con la tradizione marcata da decenni di J-Rpg, è pilotata fino all’inverosimile: dimenticate i giochi di ruolo pseudo open-world come Skyrim o con la libertà di azione di The Witcher 2. Almeno fino a fasi molto (ma MOLTO NdDix@n) avanzate della narrazione la possibilità di vagare per il mondo di gioco saranno praticamente nulle: nonostante la presenza di svariate sottoquest che permetteranno ai nostri alter-ego virtuali di guadagnare ricompense ed oggetti di gioco funzionali all’avanzamento nella storyline, LINEARITA’ è il termine che meglio si adatta a descrivere il lento incedere nella trama. C’è però anche da dire che, accostandosi ad un J-Rpg, questo dato è quasi scontato e gli eventuali appassionati (come il sottoscritto NdDix@n) potrebbero addirittura trovare piacevole questa metodologia di progressione guidata, i più direbbero “su binari”, tanto invisa ai fan dei gdr occidentali. Le varie location e gli svariati dungeons presenti nel mondo di gioco saranno accessibili solo dopo determinati eventi, non prima, non dopo, dando si un senso di limitatezza ma anche una piacevole sensazione di organica progressione: J-Rpg o si amano… o si odiano!

Un corretto concatenamento delle B-Artes porterà alla realizzazione di pirotecniche combo!

Le dinamiche di combattimento rappresentano il fiore all’occhiello dell’ultima produzione Namco Bandai! Tales of Graces F fonda il suo successo su una stupenda ibridazione tra meccaniche classiche ed innovazione che porta il giocatore a comprendere, mediante un graduale aumento della sfida proposta da nemici sempre più agguerriti, l’utilità (e le peculiarità NdDix@n) degli elementi che, di volta in volta, faranno parte del party demandato all’ars bellica. Un sistema di combattimento completamente in Real time (eresia per gli aficionados dei J-Rpg NdDix@n) permetterà ai nostri beniamini di effettuare devastanti attacchi concatenati sia di natura fisica che magica: maggiore sarà la potenza del colpo che intendiamo sferrare o più ampio il numero di colpi da concatenare, maggiore sarà anche il numero di Chain Points a noi necessari per portare a termine l’azione desiderata. All’inizio avremo accesso esclusivamente alle mosse base ma, dopo uno svariato numero di combattimenti (e susseguenti level-up NdDix@n), all’aumento dei Chain Points a nostra disposizione corrisponderà la possibilità di effettuare combo sempre più devastanti.

Come è possibile che una ragazzina così piccola sappia combattere così bene?

Gli attacchi si dividono in A-Artes (Assault Arts) e B-Artes (Burst Arts): i primi di chiara matrice fisica, i secondi ascrivibili ad una tipologia ibrida bellico-magica! Sia nell’uno che nell’altro caso, dopo l’acquisizione di talenti specifici, potremo assestare colpi sempre differenti (e ben più dannosi del colpo standard NdDix@n) accoppiando alla pressione del tasto demandato (X o O a seconda dell’attacco prescelto) un leggero movimento dello stick analogico sinistro. Importantissima sarà anche la fase di parata che, oltre a prevenire (o lenire nel caso di attacchi molto potenti) il danno derivante da un attacco nemico, ci permetterà di recuperare Chain Points ed attivarci, dunque, in una risposta degna del nostro nome. Proprio la fase di parata, accoppiata con il sistema di gestione degli attacchi avanzati crea non pochi problemi al sistema di gioco: la necessità di interrompere un attacco per difendersi dal colpo critico del nemico di turno, colpo capace ad alti livelli di dimezzare la vita del nostro beniamino di turno, ci impedirà di concatenare debitamente gli attacchi impedendoci di realizzare fino in fondo le combo più distruttive presenti nel combat system e relegando, più che ad una perfetta pianificazione, alla classica botta de… ahem… fortuna l’effettuazione di un perfect attack e l’ingresso nella fase di Elect Burst, una sorta di Berserk in cui avremo a disposizione (seppure per un ristretto lasso di tempo) chain points illimitati mediante cui blastare anche il più potente dei boss (La parola d’ordine è una sola: Viuleeeeeeeeeeeeeenz NdDix@n).

Solo una corretta gestione dei titoli potrà permetterci di progredire con tranquillità nei combattimenti!

L’evoluzione dei protagonisti segue il modus operandi utilizzato per le dinamiche di combattimento: al classico aumento delle statistiche del personaggio (parametro epistemiologico di tutta la produzione J-Rpg esistente) è stato accoppiato un innovativo sistema di gestione dei “Titoli”, onoreficenze guadagnate in battaglia che permetteranno, se debitamente equipaggiate, di indirizzare in una direzione specifica l’evoluzione dei nostri alter-ego andando a differenziare, soprattuto in presenza di combattimenti provanti, il gameplay in modo abissale. La gestione degli oggetti, inoltre, è stata oggetto di rivisitazione da parte del team di programmazione: sarà ora infatti possibile combinare tra loro gli oggetti, mediante una procedura chiamata DUALIZE, al fine di massimizzarne le capacità (curative o belliche che siano) o poter così rivendere gli stessi a prezzo maggiorato e permettersi, così, l’acquisto di nuove armi, pozioni  o protezioni.

Pur rimanendo nella scia dei J-Rpg classici, Tales of Graces f riesce a dare un pizzico di innovazione che lo sopraeleva rispetto alla massa di J-Rpg prodotti periodicamente non riuscendo però, per ovvi limiti tecnici, ad assurgere all’olimpo della giocabilità in cui mostri come Skyrim o Mass Effect dimorano in pianta stabile: un buon compromesso che garantirà comunque ore e ore di divertimento, soprattutto agli appassionati del genere!

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GRAPHIC & SOUND

Tales of Graces f è un porting in alta definizione di un gioco uscito nel 2009 per Nintendo Wii e, senza mancare di rispetto alla macchina Nintendo, la cosa è ben chiara sin dall’inizio. A fronte di una incredibile qualità delle cut-scenes, paragonabile a quella riscontrata in alcuni anime giapponesi, non corrisponde una eguale cura nella realizzazione dei personaggi e del mondo di gioco: i protagonisti ed i comprimari, per quanto ben modellati, soffrono di una fastidiosissima legnosità nei movimenti, mai armonici e continui, e, nonostante un adeguato “lifting” atto a mascherare l’età dei modelli originari, l’effetto globale si attesta su di una sufficienza risicata. La risoluzione, attestantesi a 720p, fa trasparire un lavoro di “ottimizzazione” fatto in fretta e, ahinoi, con poca accuratezza.

Discorso completamente opposto per il comparto sonoro: le musiche e gli effetti atmosferici si attestano su livelli di eccellenza! I pezzi che si susseguiranno ci accompagneranno armonicamente ed appropriatamente durante le lunghe sessioni di gioco allietando la nostra permanenza nel mondo di Ephinea: Well Done!!!

Alla qualità delle cut-scenes non corrisponde, purtroppo, una paritetica resa nelle fasi di gameplay!

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ONLINE & REPLAY

Tales of Graces f ci terrà incollati allo schermo per circa 70 ore di gioco che, vista anche la particolare natura del titolo, voleranno via in men che non si dica. Volendo tralasciare sottoquest e evitando alcuni combattimenti difficilmente comunque si riuscirà a scendere sotto le 50 ore effettive: in ambo i casi ci troveremo davanti ad un J-Rpg lungo quanto basta, non troppo… non poco, in grado di regalare soddisfazioni agli appassionati!

Pare superfluo specificare che, per questo titolo, non è prevista alcuna modalità online e che, vista anche la caratteristica linearità dei giochi ascrivibili al cosmo dei J-Rpg il coefficiente di rigiocabilità è bassissimo.

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IN CONCLUSIONE

Tales of Graces f va giudicato per quello che è: un J-Rpg d’annata che unisce una giocabilità molto gradevole ad una realizzazione tecnica altalenante dovuta però ai limiti intrinseci nelle operazioni di porting da console più datate.

Pur non riuscendo a rivaleggiare a pieno con i mostri sacri del panorama ruolistico occidentale, Tales of Graces f fornisce, grazie alla profondità della trama e ad un combat system in tempo reale, improntato all’innovazione, una esperienza di gioco valida e duratura, da prendere in considerazione a prescindere!

Se siete dunque appassionati dei J-Rpg avvicinatevi senza remore a questo titolo, ne rimarrete positivamente sorpresi; se invece passate giornate intere a vagare nelle lande di Skyrim, Tales of Graces f potrebbe essere un buon diversivo ma state attenti… se non siete dotati di pazienza il rischio di riporlo nella custodia dopo qualche ora di gioco è altissimo.

L'Atari 2600 gli aprì una nuova prospettiva di vita; il PC, sin dagli arbori, fu la sua casa natale: dal 2008 è disperso nella wasteland alla ricerca di bamboline della Vault-Tec...

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