Medal of Honor: Warfighter – Hands On (Multiplayer)

Medal of Honor: Warfighter – Hands On (Multiplayer)

Provata la modalità Home Run!

EA tenta nuovamente l’assalto alla flotta Activision nell’ambito degli FPS di stampo bellico particolarmente focalizzati sulla componente online, un vero e proprio business intorno al quale ruotano milioni di gamers assetati di kill pronti a mostrare il proprio valore sul campo di battaglia (virtuale). Danger Close, dopo il buonissimo primo Medal of Honor (il secondo di questa gen ma il primo ad avere un’ambientazione moderna), cerca subito di scrollarsi di dosso la figura di “fratello minore” rispetto ai titanici DICE, evitando quei complessi di inferiorità che hanno colpito i validissimi Treyarch (ma che stanno ribaltando diametralmente la situazione), sfoggiando sin da subito il proprio talento promettendo una solida campagna in singolo e soprattutto una componente online adrenalinica, dall’incredibile impatto grafico e in grado di calamitare l’attenzione degli appasionati di sparatutto (in particolare gli orfani di Battlefield 3 ma non solo) così come quelli degli e-Sports.

Alcuni membri del team ci accolgono con un video incentrato sulle spiegazioni delle 6 classi disponibili (dal silenzioso Point Man al “casinista” Demolition Guy) nelle varie modalità multiplayer, ognuna dotata di una specifica abilità e peculiari predisposizioni all’ambiente circostante (andranno quindi testate tutte in maniera certosina per poter studiare la propria tattica vincente), salvo poi buttarci direttamente nella mischia con una sessione di gioco nella modalità “Home Run“, strutturata, lo si può evincere dal nome, come una partita di baseball (con tanto di jingles tipici degli stadi a stelle e strisce), in una mappa stretta e claustrofobica in cui è già evidente però il ritmo rapidissimo degli scontri: piccole stanze semi-distrutte, con muri bucherellati dietro i quali nascondersi e prepararsi a difendere (o conquistare, ci si scambia il ruolo ad ogni “inning“) la propria bandiera, da ricollocare in una zona franca.

Una reinterpretazione del “Capture The Flag” in cui 2 team formati a loro volta da 2 mini-squadre alleate (almeno durante la nostra prova) si alternano alla difesa o alla cattura della bandiera, il tutto condito da una grafica da urlo (la versione provata era quella PC, sperando che Danger Close riesca ad avvicinarsi anche su console ad una simile dimostrazione di stile) e il classico gameplay degli odierni FPS, quindi pugnali, granate e mirini ultra precisi non mancheranno. L’unica vita a disposizione (il respawn ci sarà solo dopo l’assegnazione del punto) porterà certamente i giocatori a dare il meglio di sé per evitare lunghe attese e l’onta di dover attendere in penitenza di tornare a massacrare gli avversari.

Ad aggiungere pepe al tutto ci penserà una sorta di iniezione di patriottismo nei giocatori, i quali si ritroveranno a difendere l’onore della propria nazione, ottenendo punti e vincendo i match nel nome di uno dei 12 paesi presenti (ognuno dei quali rappresenta uno specifico corpo Tier 1 sparso per il globo) e relativa bandiera, dai SOG svedesi ai SAS britannici.

Una prova breve ma intensa che ci ha offerto una buonissima impressione, sia dal punto di vista tecnico che quello della pura giocabilità, in attesa della scesa in campo ufficiale su uno dei terreni di guerra più infuocati dell’anno. Se segnerà il riscatto di Danger Close, se si dimostrerà un degno avversario per Call of Duty: Black Ops 2 e soprattutto, se non farà rimpiangere Battlefield 3 (soprattutto in vista dei futuri DLC previsti per quest’ultimo), lo sapremo solo il 26 Ottobre, dopo un’accurata prova delle varie modalità multiplayer offerte e della campagna in single player, anch’essa apparentemente curatissima, come si evince dai primi trailer rilasciati a riguardo.

Congedo dunque, almeno fino alla recensione del titolo completo!

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Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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