Lollipop Chainsaw – Videointervista a Grasshopper Manufacture

Lollipop Chainsaw – Videointervista a Grasshopper Manufacture

Un paio di settimane fa abbiamo avuto il piacere di esser presenti alla presentazione ufficiale italiana di Lollipop Chainsaw, negli uffici milanesi di Warner Bros Interactive Entertainment, e di vedere da vicino l’ultima fatica di “SUDA 51”! Oltre ad avervene parlato in una succosa anteprima, vi riportiamo in quest’articolo l’intervista fatta ad uno dei Producer del gioco: Scott Warr. Nel corso della presentazione non sono mancati i colpi di scena, come zombie ed una riproduzione in carne ed ossa della protagonista del gioco!

E’ proprio per questo che vi invitiamo a guardare la nostra videointervista:

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Si ringraziano Warner Bros Italia, Scott Warr ed i Cosplayers di Cosmoviex, i quali sono stati disponibilissimi durante le riprese.

Vi riportiamo infine anche in forma testuale l’intervista a Scott Warr, Producer di Grasshopper Manufacture.

La cinematografia moderna e contemporanea comprende centinaia di b-movies aventi a che fare con zombies ed affini. Qualcuno di questi vi ha ispirato particolarmente?

“Sia Suda che James (Gunn) sono grandi fan dei film horror in generale, quelli a tema zombie. Tutto il gioco é pieno di riferimenti e tributi alle loro tante fonti di ispirazione!”

I boss del gioco sono tutti legati ad uno specifico genere musicale, denotando anche un certo gusto e una cultura per nulla comuni. L’elemento musicale sarà presente unicamente nei Boss-Fight?

“No. Tutta la musica che ci ha ispirato non andrà ad influenzare unicamente le scelte di design dei boss ma anche il loro sottofondo musicale. I giocatori potranno inoltre selezionare i loro 5 brani preferiti e creare una playlist tutta loro da ascoltare tra un livello e l’altro, dando un tocco personale alla stessa colonna sonora!”

A che tipologia di giocatore è indirizzato il titolo? Gli hardcore gamer troveranno pane per i loro denti o sarà adatto anche a quelli più casual?

“Sin dall’inizio Suda51 ha voluto che il suo gioco fosse accessibile sia ai giocatori meno esperti che ai fan più hardcore. A seconda del livello di difficoltà, ci saranno ripercussioni sui boss, gli zombie e le tattiche per combatterli, più semplici per chi vorrà completare il gioco senza problemi e da incubo per il livello di difficoltà più alto: se morirete, dovrete ricominciare il gioco da capo, a voi la scelta!”

Avete sdoganato il clichè della “ragazza ponpon deboluccia” e ne avete creata una “fortissima”, cosa puoi dirci a riguardo?

“Era la prima cosa che Suda51 voleva esprimere. Non è che tutte le cheerleader siano considerate sexy o deboli, ma la nostra Juliet è fortissima, combatte gli zombie, è fighissima. Quando lotta non ha paura, è cinica, per lei è normale, ma quando è con Nick di emozioni ne prova eccome, ci sono momenti positivi e altri negativi nella loro relazione, come la difficoltà di stare con una testa decapitata e il fatto di utilizzarla come un accessorio estetico durante il gioco.”

Cosa puoi dirci della collaborazione con Jessica Nigri?

“Era un concorso per i fan di Suda e volevamo che fossero loro stessi a scegliere Juliet, sentivamo che fosse la cosa giusta da fare. James (Gunn) e Suda hanno creato la Juliet che volevano ma i fan non hanno mai avuto l’opportunità farlo. Sono davvero felice di aver lavorato con lei, averla incontrata e vederla mi ricorda Juliet, senza neanche il minimo sforzo.”

Il nome di Lollipop Chainsaw non può prescindere da  quello di SUDA 51. C’è un frangente particolare in cui possiamo vedere la sua “impronta”?

“Assolutamente, non sarebbe un gioco di Suda se l’avessimo sviluppato in maniera differente! Troverete l’influenza di No More Heroes sparsa per il gioco, così come quella di Shadows of the Damned. Il suo “marchio” è certamente presente, così come il gameplay che lo contraddistingue! Ai fan di vecchia data di Suda scapperà una risata, quando scoveranno citazioni, tra cui una in particolare tratta direttamente da No More Heroes….”

GALLERIA IMMAGINI EVENTO:

E' passato troppo tempo per ricordare il mio primo approccio al mondo videoludico... Limpido è invece il ricordo della prima console, un Atari 2600, e dei giorni interi passati a giocarci. Da allora sono cambiate molte cose: i videogiochi sono diventati il mio lavoro, non ho più tutto quel tempo per giocarli ed ormai sono pochi quelli che mi lasciano a bocca aperta. Ma al di là di tutto, l'amore c’è ancora, così come la voglia di arrivare un giorno a crearne uno… Ecco, se non si fosse capito, sono un eterno “sognatore"!

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