Prototype 2: Masterclass @Cinecittà! Cinema Vs Videogames

Prototype 2: Masterclass @Cinecittà! Cinema Vs Videogames

Evento di lancio inusuale organizzato da Activision per il seguito di Prototype!

L’epica battaglia tra James Heller e il già noto Alex Mercer, arricchita da un profondo taglio cinematografico evidente sin dall’introduzione di Prototype 2, non poteva non destare l’interesse degli appassionati di Cinema, così come di quelli di videogames: ecco spiegata la Masterclass tenutasi Lunedì 23 Aprile nel regno della settima arte italiana, Cinecittà!

Nello stesso modo si spiega la presenza all’interno del Teatro 16 tanto di giornalisti e blogger del mondo dei videogames (tra cui il sottoscritto e Giovanni “Dix@n” Tomaselli), quanto di quelli del mondo cinematografico, ma soprattutto dei 5 relatori che hanno animato un dibattito nato da pochi anni ma in grado di suscitare infuocate prese di posizione e malumori: i videogames possono essere considerati una nuova forma d’arte? E soprattutto, quanto e a chi può giovare la contaminazione tra cinema e videogiochi?

Fino a qualche anno fa era un qualcosa di impensabile: dei “giochi” considerati alla stregua di un capolavoro di Fellini? State scherzando?

I complimenti rivolti dal moderatore del dibattito, il critico cinematografico Francesco Alò e direttore artistico della NUCT (Scuola Internazionale Cinema e Televisione), alla sequenza introduttiva di Prototype 2, sopratutto per come sia stata “orchestrata” dal team di sviluppo, è un chiaro segno che qualcosa è cambiato. Oltre a parlare della propria passione per questo mondo decisamente più giovane, rispetto al cinema e alle sue decadi d’oro, il moderatore espone uno dei primi esempi di “tentata” contaminazione tra i 2 universi: la chiamata ricevuta da Robert Bowling, ex boss di Infinity Ward, da parte di un certo Steven Spielberg.

Tanti sono i registi che stanno tentando la loro via in questo nuovo “medium”, da Zach Snyder (300) a James Wan (Saw) passando per Benicio Del Toro e il suo Insane (mi permetto di aggiungere, NdKaltmond), un mondo colpito da una continua evoluzione tanto a livello grafico, ma legata anche e sopratutto all’ingresso di sceneggiatori professionisti all’interno dei team di sviluppo, in grado di offrire trame sopra le righe e decisamente più profonde e coinvolgenti di molti film in circolazione, forte, inoltre, anche della sua profonda interattività, invidiata dal cinema.

La sconfitta ai botteghini di Avatar, il cui incasso è stato battuto da Modern Warfare 3, sembrerebbe mostrare uno dei tanti segni di questo cambiamento. Conferma data dal rappresentante ufficiale del mondo cinematografico presente al dibattito, Gianmarco Tognazzi, che durante il suo intervento non nasconde la sua infinita passione per i videogames risalente alla sua infanzia, addirittura meritevoli di dignità “sportiva” oltre che artistica, a suo dire. Prende spunto dall’intro del gioco per incensare il lavoro svolto a livello “cinematografico”, per poi lanciarsi in una velata frecciata al patrimonio artistico mal sfruttato che il nostro paese ha sempre avuto e che tutt’ora possiede, così come al ristagnare dei generi di film prodotti in Italia, nessuno dei quali potrebbe essere abbastanza “interessante” da esser preso come spunto per un videogioco, forse perchè “il budget di un film italiano è paragonabile a quello impiegato per la produzione dei titoli di coda di uno americano”.

Il turno di Federico Ercole, noto critico videoludico per numerose riviste e giornali, è segnato da un intervento basato sulla concezione di videogioco come forma d’arte sin dai suoi albori, per via delle emozioni scaturite, simili a quelle di un libro o di un film. L’esempio di tale ipotesi è tratta da Final Fantasy VII, e della morte di Aerith (chi l’ha giocato difficilmente scorderà quel momento), in cui la commistione di elementi e la potenza di una simile “scena” erano in grado di folgorare e ipnotizare chiunque, portando lo stesso Ercole a citare Wagner e la sua concezione di arte totale, perfettamente sintetizzata in quel momento intriso di emozioni. Secondo il noto critico tanti sviluppatori hanno contaminato il proprio gioco con momenti di puro cinema, come Hideo Kojima con la sua epica saga Metal Gear Solid, o quanto visto in Xenosaga, ma quella contaminazione è attuabile anche dal giocatore stesso, che con le inquadrature può operare lui stesso un montaggio ed essere regista della sua sessione di gioco. Lo scambio tra il giocatore che muove il personaggio, e il gioco che offre in cambio emozioni travolgenti è certamente uno dei punti a favore del gaming come forma d’arte.

La parola passa a Davide Albano, doppiatore che ha lavorato a Twilight e Tropic Thunder, tra gli altri, presente alla Masterclass in quanto doppiatore di Alex Mercer, nuova nemesi e protagonista del primo capitolo, che parla della sua esperienza coi videogames e di come si sia trovato meglio a lavorare in un tale ambito rispetto a quello cinematografico, decisamente meno complesso, ricordandoci inoltre che Prototype 2, al contrario del predecessore, è totalmente localizzato e doppiato.

Localizzazione di cui parla l’ultimo (but not least) ospite, Stefano Bertuzzo, Brand Manager di Activision, che parla del lavoro di traduzione svolto sul titolo, sempre meno presente in titoli AAA ben più blasonati, oltre alle migliorie offerte da Radical Entertainment, il team di sviluppo, dal punto di vista tecnico, del gameplay,  come le missioni speciali della RadNet Edition, ma anche quelle scaturite dai feedback dei giocatori stessi, di cui parleremo più approfonditamente in sede di recensione.

L’evento si è concluso con la Cinematic Sequence Live, una ripresa in diretta interpretata da Gianmarco Tognazzi e dagli zombie di 3FX  liberamente ispirata a Prototype 2 e al mondo degli infetti, della quale potrete ammirare alcune immagini nella galleria in fondo al post!

Che l‘infezione abbia inizio…

GALLERIA IMMAGINI

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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