Ridge Racer Unbounded – La Recensione

Ridge Racer Unbounded – La Recensione

Lo sviluppatore Bugbear è stato chiamato a dar vita alla nuova incarnazione di Ridge Racer, con l’obiettivo di dare una sferzata di novità ad una serie che dai tempi del capostipite, non ha mai osato troppo in quanto ad evoluzione e stile nei capitoli successivi.

Ne è risultato un sicuro cambiamento con delle caratteristiche e modalità di gioco che segnano un deciso cambio di direzione nello stile della saga.

Sarà l’intuizione giusta, o resterà un coraggioso tentativo? Piede sull’acceleratore e scopriamolo!

Lo ameranno: i giocatori che cercano un prodotto Arcade semplice ed immediato
Lo odieranno: i giocatori alla ricerca del realismo/simulazione, ed amanti del volante professionale
E’ simile a: Burnout, Split Second
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Titolo: Ridge Racer Unbounded
Piattaforma: Xbox 360, PS3, PC
Sviluppatore: Bugbear
Publisher: Namco
Giocatori: 1 Locale , 2-8 Online
Online / Contenuti: Si
Lingua: Inglese/Italiano (Sottotitoli in italiano)

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Partiamo subito col mettere in chiaro che Ridge Racer Unbounded è un Racing Game di stampo arcade, che predilige la semplicità e la spettacolarizzazione delle azioni su schermo, senza cercare troppo il realismo della guida: In Unbounded ci ritroveremo a vivere una esperienza spettacolare, con particolare enfasi alle situazioni Hollywodiane di guida (alla Fast and Furious per  intenderci, se non ancora più “esagerata”).

Esplosioni, salti altissimi, incidenti spettacolari, acrobazie, derapate, e persino sfondare muri ed altre strutture, sono la prassi in ogni tracciato di questo titolo, che fa di “Drive, Destroy, Dominate” il suo motto, mettendo a disposizione bolidi dalle linee accattivanti e dalle caratteristiche eterogenee, oltre che un interessantissimo editor, con il quale sono stati creati anche gli stessi tracciati della modalità arcade.

STORYBOARD

La gang degli Unbounded è il vero potere che domina nella città di Shatter Bay, ed ha reso le corse clandestine tra bolidi il metro di giudizio per stabilire le gerarchie e lo status all’interno della gang: se non vinci non sei nessuno tranne che un perdente, ed i perdenti non hanno posto nella gang degli Unbounded.

Solo i bolidi migliori possono gareggiare e garantire una minima probabilità di successo, e per questo solo i piloti migliori possono avere tali bolidi, e sperare di diventare “uno che conta” all’interno degli Unbounded.

Distruggere gli avversari è il modo migliore per ottenere posizioni e punti

 

Shinto, la Boss indiscussa degli Unbounded, guarda con occhio attento dall’alto dei palazzi l’evolversi delle corse degli aspiranti membri della gang, per vedere chi sarà degno di entrarvi a far parte, e chi, vincendo, riuscirà a permettersi di avere abbastanza denaro da gareggiare con le sue auto, le Shinto appunto, che sono le più esclusive, ma anche preludio a gare di altissima difficoltà: insomma il divertimento comincia proprio ad un passo dal successo.

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GAMEPLAY

Nelle sue precedenti incarnazioni, la saga di Ridge Racer presentava sempre caratteristiche arcade (niente volante con force feedback in questo gioco, spiacente), ma mai aveva “premuto l’acceleratore” così prepotentemente sulla spettacolarità dei contenuti all’interno della gara, poiché in questo capitolo il punteggio ed il conseguente risultato finale, non si limiterà al solo piazzamento, ma anche alla quantità di punti ottenuti con derapate lunghe e controllate, eliminazione degli avversari tramite collisione e distruzioni di edifici tramite il boost, la cui barra potremo caricare compiendo le peripezie su strada appena citate.

I controlli sono abbastanza precisi, anche se proprio il fattore derapata può sorprendentemente rappresentare un punto di difficoltà intesa in senso non prettamente positivo: sebbene la capacità di controllo in derapata dipende molto dal tipo di auto e quindi dalle sue caratteristiche di accelerazione e tenuta di strada, difficilmente sarà possibile evitare di sbatacchiare contro i muri, perdendo velocità e quindi posizioni faticosamente ottenute. In alternativa si può scegliere un approccio “meno veloce” e più cauto, ma spesso le auto controllate dalla IA vi passeranno con un sorriso ed una pernacchia = irritazione alle stelle… C’è chi, come me, trova la cosa stimolante e quindi sta al singolo giocatore apprezzare o meno questa caratteristica, ma va detto che per superare gli avversari e ottenere tempi migliori, è necessario al contrario tenere la strada! Quindi alle volte il derapare sembra un po’ forzato,  ma allo stesso tempo necessario, in quanto metodo più rapido per caricare la barra del turbo.

Alla guida di questi bolidi tuttavia non si avrà, per quanto pazzesche siano le immagini su schermo, quella sensazione di estrema spettacolarità che penso si volesse ottenere, ed è un peccato, perché l’intenzione c’era e si vede, ma forse non è riuscita completamente: guidare per credere.

Derapata riuscita, ma come sovente succede la IA ci ha superato

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GRAFICA

I veicoli sono stati realizzati bene, con buona lucentezza delle carrozzerie, ma forse non con quella pulizia e bellezza che abbiamo visto in altre produzioni quali Need For Speed: Hot Pursuit. Il tasto dolente sono i tracciati, seppur sia molto apprezzabile la scelta dei programmatori di Bugbear di dimostrare la potenza dell’editor dei circuiti, che li ha portati a creare i circuiti con l’editor stesso.

Le texture e gli effetti delle auto son ben curati

 

Questa scelta paga pegno in ripetitività e monotonia dei circuiti stessi: Il vero sale di un racing game, qualsiasi sia la sua configurazione e tipologia, è la varietà e l’unicità dei circuiti. Per quanto si possa capire che una città è una città,  e per quanto grande le strade proprio per il “collage” dell’editor risultino con una generale sensazione di “già visto”, avrei gradito non trovare sempre la stessa scelta di edifici. Molto probabilmente, se si fossero dedicati a dei circuiti originali  non riproducibili da editor sarebbe stato molto meglio.

Le texture sono abbastanza curate, ma la grafica in generale non dà idea di un hardware pienamente sfruttato a dovere, ed abbiamo altri giochi a testimoniare che migliori risultati si possono ottenere: un peccato perchè sono queste piccole cose che danno quel valore in più ad un gioco di corse dove l’impatto grafico conta moltissimo.

Spettacolare, ma la grafica perde qualche colpo

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SONORO

Il sonoro è di buona fattura, il rombo dei motori è ben presente e i rumori negli scontri e nelle derapate sono molto ben fatti e brillanti, apprezzabili appieno se avete a disposizione altoparlanti potenti o un sistema audio di buona fattura anch’esso.

Il narrato è ben campionato, e la scelta delle voci è azzeccata. Discorso a parte per la colonna sonora: se vi piacciono Skrillex, Christal Method ed il celebre compositore Namco, Okubo, allora troverete la colonna sonora adatta per voi che vi farà immergere ancor di più nel gameplay. Per chi come me apprezza altri generi, si sente la mancanza della possibilità di inserire la propria tracklist o almeno una scelta delle musiche più eterogenea come in altri titoli: anche qui è questione di gusti, ma accontentare la maggior fetta di utenza possibile dando la possibilità di personalizzare la trackist è sempre cosa gradita.

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EDITOR

Questa feature, che come già detto è stata utilizzata anche per creare i tracciati presenti nella modalità principale di gioco di questo titolo, appare  ben realizzata e molto semplice nell’utilizzo e nella creazione, dandovi la possibilità di creare tracciati virtualmente illimitati, con tutti i contenuti quali rampe, salite, curve che sfidano la gravità, edifici da distruggere, bidoni e camion da far esplodere con i quali sbizzarrirvi, etc… Ma fino ad un certo punto: sebbene con la progressione del gioco possiate sbloccare nuovi pezzi dell’editor, in realtà potrete solo “complicare” i circuiti che avrete già visto a iosa durante il gameplay in single player, peccato.

Editor dei tracciati semplice ed intuitivo

 

Tuttavia potrete condividere i tracciati online creando la vostra città virtuale; così come potrete giocare quelli di altri giocatori e quindi sopperire alla monotonia di quelli in single player, con circuiti tanto complicati quanto la mente di chi li crea: mi sono trovato di fronte a dei circuiti così densi e complicati da essere quasi ingiocabili! La quantità di esplosioni e derapate era tale da quasi non farmi vedere dove stavo andando;  anche in questo caso sta al gusto di chi gioca apprezzare o meno tutto ciò.

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MULTIPLAYER

Le caratteristiche che ho illustrato finora trovano la loro esaltazione nel multiplayer, dove avrete a che fare con tracciati fatti da utenti, o da voi stessi come già detto in precedenza, ma oltre a questo nulla da dire, se non che grazie ai circuiti vari e diversi il gioco offre molta più varietà della modalità a giocatore singolo.

E via a recuperare posizioni!

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IN CONCLUSIONE

Ridge Racer Unbounded è un gioco che punta alla freneticità ed all’azione, ma non riesce pienamente nel suo intento per quanto concerne realizzazione e feeling globale di gioco. Inoltre assomiglia troppo poco a Ridge Racer e moltissimo a Burnout e Split Second, cosa che farà storcere il naso ai fan della serie Ridge Racer… Adesso Namco si troverà di fronte alla scelta di modificare Il suo franchise in questa tipologia di gioco, o tornare alle origini dopo questo tentativo non del tutto riuscito di Bugbear…

Il gioco offre comunque tantissimo svago, specialmente nella modalità Multiplayer, dove le carenze di progettazione dei livelli, vengono sopperite dalla creatività degli utenti che le condividono online, e la guida diventa molto competitiva, derapate o meno.

Ridge Racer Unbounded può suscitare un certo interesse per chi cerca un gioco immediato e poco impegnativo, ma rischia fortemente di dare un senso di incompletezza e di poco coinvolgimento agli appassionati dei giochi di corsa più pro.

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SECONDO PARERE di Marco “Daimon” Russo

Ridge Racer Unbounded è il tipico gioco manicheo, privo di chiaroscuri e di grigi: o si ama o si odia.

Qualcuno sarà sfavorevolmente colpito da una grafica che,  benché d’impatto, (per quanto ancorata ad una certa monotonia cromatica, dove scuri arancioni, brillanti rossi, e una cupezza generale, fanno da padroni) e generalmente solida, risulta povera di dettagli e dai modelli non del tutto convincenti, da una fisica peculiare, da domare, e perdonare.

Sopratutto  qualcuno potrebbe frettolosamente  bollare il titolo come una semplice crasi di Burnout-Split/second con a corollario Flatout; e passare oltre.

Altri, ed io sono di questo partito, troverebbero che sotto la superficie apparentemente derivativa, si nasconde un gioco arcade, certamente, ma dal gameplay perfettamente espresso; con una curva di apprendimento che raggiunge quasi immediatamente un ripido picco, che richiede impegno, punisce duro chi sbaglia, ma  paga il gioco di stile.

E di stile ce n’è a pacchi, un gioco sul filo del rasoio arcade fino al midollo, ma gustosissimo da guidare, con un track-design intrigante, che  veste perfettamente il peculiare gameplay. Aggiungiamo pure per contorno un interessante online, (ma purtroppo sguarnito, a tutt’ora, di giocatori), un bell’editor, cosa non comune, oggigiorno, e un sottofondo di pregevole musica elettronica.

Credo che tutti dovrebbero dare una possibilità approfondita a quest’ultima incarnazione di Ridge Racer, oramai irriconoscibile, (a parte le “derapate” e i pessimi modelli delle auto) ma rinato ad una nuova, ed adrenalinica, vita.

Ma sopratutto chiunque sia orfano dei Burnout pre-Paradise e abbia spolpato Split/second, non se ne può assolutamente esimere.

 

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