Ninja Gaiden 3 – La Recensione

Ninja Gaiden 3 – La Recensione

L’invincibile Ryu Hayabusa è tornato più agguerrito che mai, mostrandoci tanto la sua forza bruta, quanto il suo lato più umano: la sua assassina Spada del Drago, sempre più impregnata di sangue, darà ancora una volta filo da torcere agli sventurati soldati e mostri che incontreremo sul sentiero del ninja più misterioso ed amato di questa (ma anche della vecchia) generazione. L’abbandono di Itagaki ha gettato il futuro della serie nell‘incertezza: riuscirà il prode Team Ninja a preservare il suo nome, o dovrà lucidare la sua spada più preziosa, sporcandola col suo stesso sangue in un onorevole harakiri?

Lo ameranno: gli amanti degli action e della brutalità fine a se stessa

Lo odieranno: gli amanti della serie troppo oltranzisti

E’ simile a: God of War, Dante’s Inferno

Titolo: Ninja Gaiden 3
Piattaforma: Xbox 360 / PS3
Sviluppatore: Team Ninja
Publisher: Tecmo Koei
Giocatori: 1
Online: 2-8 Giocatori
Lingua : Italiano (Testi) / Inglese (Parlato)

Sangue: since 10.000 B.C.

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“All murder, No guts, All fun”

STORYBOARD

Un inizio brutale dà il via al bagno di sangue al quale assisteremo durante tutto il gioco, lasciandoci un po’ spaesati, un po’ intimoriti, salvo poco dopo trasmetterci subito una sensazione di potere in continuo aumento. Inizia così il viaggio all’interno di Ryu Hayabusa, il cui volto ci viene mostrato per la prima volta: un viaggio nella sua psiche, nella sua intimità, nel suo mondo, che riesce a mettere in secondo piano una trama altresì banale e inconcludente, ma narrata con colpi di scena a volte stucchevoli, ogni tanto interessanti. I servizi segreti nipponici si presentano a Ryu chiedendo aiuto, o almeno così sembra: gli eserciti che stanno attaccando alcune metropoli di tutto il mondo stanno infatti cercando proprio lui, il nostro eroe.

Un folle piano, tradimenti, la L.O.A. alle calcagna, e il protagonista che deve salvare se stesso da una terribile maledizione, i suoi cari e il mondo intero. Trama “hollywoodiana”, condita però da qualche interessante divagazione “emozionale” legata ad un personaggio come Hayabusa, da sempre amatissimo nonostante le scarse informazioni a suo carico e neanche un volto ad esso associato, sempre nascosto da una maschera. Un concetto costante in questo Ninja Gaiden 3, essendo la maschera un mezzo per nascondere la vera essenza di un individuo o di un’idea. Così come la sterilità di una trama, arricchita però, come detto, da elementi “psicologici” che riescono a dare un minimo spessore narrativo all’intera serie, forte di 2 capitoli al fulmicotone (comunque tributati con specifiche citazioni) ma cosparsi di banalità e resi supremi solo dai colpi di genio di Itagaki, ex-padre che lascia orfano uno dei suoi brand più famosi ed apprezzati.

L’assenza di una mente così visionaria si sente, e il Team Ninja è riuscito, dal punto di vista della narrazione, ad offrire un discreto contorno alla scia di nemici che ci lasceremo alle spalle, sacrificando personalità e il coraggio di un tempo, in favore di emozioni che vanno dal dolore al puro “fomento”. Vedere Ryu nella dimensione più “intima” può essere una novità per gli amanti della serie, nonostante le incongruenze e le banalità della trama “al passo coi tempi” lascino in più di un’occasione interdetti.

Chi c'è dietro quella maschera?...e chi è l'uomo in rosso?

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GAMEPLAY

La brutalità del buon Ryu è stata stemperata solo dall’assenza delle mutilazioni (troppo poco politically correct?), viste unicamente contro un’unica tipologia di nemico: di sangue, però, ce ne sarà ancora in quantità “imbarazzante”, con tanto di katana grondante e il nostro ninja che la scuote con veemenza per pulirla dopo ogni combattimento, oltre a trovarcene sempre addosso o sulla telecamera. Un bloodbath provocato dai terribili fendenti che produrremo con l’unica lama presente: il Team Ninja ha infatti pensato di snellire del tutto l’equipaggiamento di Ryu, lasciandogli solo la sua fida Spada del Drago, un arco utilissimo contro i nemici in grado di volare e un unico Ninpo, un terribile drago di fuoco in grado di spazzare via qualsiasi nemico presente sullo schermo, oltre agli immancabili shuriken. In compenso ci saranno tantissime combo da effettuare ma pochissime tecniche speciali, mescolando l’attacco debole e quello forte, con salto e rapidi movimenti dello stick analogico.

Niente più Muramasa quindi, a potenziare i nostri strumenti, niente oggetti di cura da usare sapientemente: per le nuove armi ci saranno dei DLC (alcuni gratuiti, altri no), mentre la vita si rigenererà automaticamente alla fine di ogni combattimento; una scelta che farà sicuramente storcere il naso ai die-hard fans di Hayabusa, rendendo inoltre frustranti alcuni tostissimi boss-fight in cui il vecchio utilizzo centellinato delle pozioni era in grado di semplificarci la vita, mentre la totale semplificazione “forzata” di questo terzo capitolo rendono alcune sezioni davvero scomode.

Un alleggerimento della difficoltà che si evince anche dai numerosi checkpoint, dal tutorial sempiterno (al contrario di quello dei predecessori, praticamente inesistente), oppure dall’analogico destro che ci mostrerà la via giusta da seguire, o l’IA dei nemici, sempre più carne da macello, seppur più “umani” del solito (con tanto di suppliche). A Normale troveremo solo mini-arene piene di nemici da eliminare fino a che la barra del Ninpo non verrà ricaricata e poterli così spazzar via, trovando forti stimoli principalmente nei Boss, sempre e comunque il fulcro del titolo: dovremmo utilizzare le nostre migliori strategie per abbatterli, anche se non saranno minimamente paragonabili ai capitoli precedenti. Aumentando la difficoltà dovremo solo far più attenzione alla barra della vita, non avendo più strumenti di cura da utilizzare, ma è chiaro come il Team Ninja abbia voluto semplificare il titolo, rendendolo fruibile da molti più utenti (che si erano sempre tenuti lontani dai primi 2 complessi capitoli della serie) sacrificando gran parte degli elementi tipici: le innovazioni fanno sempre bene, ma l’intransigenza degli hardcore gamers è ormai risaputa e va sempre tenuta in considerazione. La semplicissima modalità Eroe rende benissimo l’idea, lasciandosi giocare veramente anche dal più accanito giocatore di Kinect Adventures.

Tanti Quick Time Event, scalate con i kunai (i pugnali di Ryu), momenti “stealth”, imboscate e attacchi all’improvviso dai quali districarsi spezzeranno i momenti ripetitivi, tenendo sempre altra l’attenzione per un gioco che, nonostante tutto, risulta comunque un buonissimo action, fatto di tonnellate di nemici da uccidere, violenti fendenti, brillanti boss fight e con un livello di difficoltà progressivo ma che non verrà apprezzato dai fan più oltranzisti, i quali non troveranno più elementi come la personalizzazione di armi e tecniche, le statue dei dragoni come save points (sostituiti da falchi dorati), forzieri da scovare, zone da ri-esplorare e porte segrete, lasciandosi trasportare lungo livelli a corridoio da una pregevole narrazione degli eventi e tanta, tanta violenza gratuita.

Scommetto che gli affari della tintoria del villaggio di Ryu vanno a gonfie vele!

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GRAPHIC & SOUND

Il livello tecnico è decisamente ottimo, con una buonissima grafica, un motore di gioco fluidissimo e che sopporta tranquillamente proiettili, fiotti di sangue, granate da decine di nemici contemporaneamente, senza mai cedere. L’engine ci offrirà delle agilissime mosse, sia di evasione dagli attacchi nemici, sia di offesa, con dei rapidi fendenti che scaglieremo fluidamente contro gli avversari. I salti contro le pareti, degni di Matrix, saranno ancora presenti, utili per muoversi più rapidamente, per sfuggire ai nemici o per elaborare combo devastanti. Graficamente il gioco si mostra decisamente in forma, con un’ottima realizzazione del nostro protagonista, con tanto di vene e muscoli dettagliatissimi, nemici non molto originali dal punto di vista del design ma convincenti e ben realizzati, così’ come i fondali, chiusi e spesso simili a “corridoi” ma in alcuni tratti davvero atmosferici e ben realizzati.

Il comparto sonoro accompagna dignitosamente il tutto, con alcune composizioni epiche ed orchestrali, altre sul metal martellante ed ossessivo, con annesso un ottimo doppiaggio e buoni effetti ambientali, tra proiettili degli avversari, urla di dolore ed esplosioni. Rispetto ai predecessori l’aspetto grafico è di gran lunga più curato, dando anche all’occhio la sua parte…ma non aspettatevi tutta quella carne in bella vista come nel 2, solo la procace Momiji farà uno strappo alla regola dei casti e severi abiti imposti dal codice Ninja!

London After Midnight

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ONLINE & REPLAY

Rispetto ai predecessori, e alla media odierna dei giochi action, Ninja Gaiden 3 offre una buonissima longevità, con i capitoli divisi in “giorni” e missioni lunghe e variegate. La rigiocabilità è assicurata oltre che dagli Stili di Gioco (aka livello di difficoltà) sbloccabili sempre più ardui, anche dalla sezione Ombre del Mondo, che rappresenta l’intero comparto multiplayer, influenzato anch’esso dal fenomeno Call of Duty; nella sezione “Personalizzazione” infatti potremo vestire ed equipaggiare il nostro Ninja come preferiamo e prepararlo per le 2 modalità principali: le “Prove Ninja” saranno delle arene, giocabili in singolo o in coop, tratte dalla campagna principale, in cui ci verranno assegnati degli obiettivi da compiere, simili alle sfide dei tanti FPS online, come ad esempio utilizzare una determinata tecnica un certo numero di volte, mentre la “Battaglia Clan”, deathmatch a squadre 4vs4, ci butterà nella mischia contro la squadra avversaria a suon di spadate e tecniche letali.

50 Livelli da scalare ci terranno impegnati in una modalità che va a snaturare la natura Single Player della serie (nonostante la co-op del Sigma 2), nel già citato tentativo di adattarsi alle mode, costringendo i misantropi ninja a sfide online di massa. Cinema Ninja e Record Ninja ci permetteranno rispettivamente di filmare e visionare i nostri match e dare un’occhiata alla nostra posizione nella classifica mondiale, 2 chicche di sicuro interesse per pavoneggiarsi con gli amici. Forzature comunque pregevoli, ma che hanno sicuramente tolto preziose risorse al comparto Single Player.

La Battaglia Clan

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IN CONCLUSIONE

Guardare ciecamente al passato può spesso essere negativo e controproducente, intralciando la naturale e fisiologica evoluzione che anche un prodotto, sopratutto in un ambiente come quello videoludico, deve compiere. Quando il passato pesa come un macigno, e la fan-base è una delle più intransigenti, bisogna sempre quindi calcolare ogni scelta tenendo ben presente le possibili reazioni, specialmente nel decidere di scendere a compromessi.

Il Team Ninja, orfano di Itagaki, ha purtroppo scelto questa strada, semplificando in maniera estrema il suo gioco, snaturandolo e rendendolo fruibile ad un pubblico più vasto, abbassando il livello di difficoltà, snellendo il gameplay fino allo sfinimento (e anzi, scegliendo la pessima via dei DLC) e inserendo l’ormai immancabile componente online che poco sposa la filosofia del nostro Hayabusa. Con Ninja Gaiden 3 il Team Ninja ha comunque compiuto delle scelte coraggiose, come il focalizzarsi sulla trama, dotata persino di risvolti psicologici ed intimisti, offrendo, nonostante tutto, un ottimo action, violento e ben orchestrato, buonissimo a livello tecnico e in grado di regalare ore di puro divertimento, acquisto consigliato per chi non fosse mai riuscito a superare i primi boss dei rispettivi capitoli precedenti, ma se considerato come terzo tassello della serie, lascerà facilmente l’amaro in bocca ai fan più sfegatati ed intransigenti.

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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