Risen 2: Dark Waters – Anteprima

Risen 2: Dark Waters – Anteprima

Risen fu, tre anni fa, un buon successo, meritatissimo, non solo perché sviluppato dal talentuoso gruppo della trilogia di Gothic, i Piranha Byte, ma sopratutto perché mostrava un carattere diverso dai classici gdr, a cominciare dall’ambientazione, che miscelava la fantasy classica con atmosfere marinaresche, un genere che , sopratutto nei giochi di ruolo viene colpevolmente bistrattato, fino ad arrivare al sistema di gioco, che lo rendeva un misto fra un action e un gdr classico, un sistema un po’ ostico per alcuni, forse, ma per chi avesse superato i primi scogli, pieno di soddisfazioni.
Risen 2: Dark Waters, riprende il discorso, e amplia le ottime premesse del predecessore.

Titolo: Risen 2: Dark Waters

Data di Uscita: 27/04/2012

Piattaforma:Pc, Ps3, Xbox360

Sviluppatore: Piranha Bytes

Pubblicazione: Deep Silver

Giocatori:  1

Genere: action-rpg

 

“Quindici uomini, sulla cassa del morto..”

Nel gioco vestiamo i panni dell’ “eroe senza nome” conosciuto nel precedente episodio, che ha guadagnato una benda per l’occhio destro,un posto nell’inquisizione, ma anche un sacco di problemi con l’alcool. Le vicende prendono il via in una notte di burrasca, nel porto di Caldera, l’ultimo bastione dell’Inquisizione; Un inaspettato evento ci costringe ad abbandonare il nostro solitario dialogo con la bottiglia. Un gioco di marinai, cappe e spade, non può prescindere da naufragi, come ci insegnò anche il prequel, ed infatti come da copione, un bastimento in preda alla tempesta, a largo del porto, viene attaccato dai tentacoli di un Kraken, e distrutto. Quantomeno stavolta non siamo noi i naufraghi.

Ed eccoci al tutorial, sostanzialmente la breve intro ci offre il primo piccolo ambiente, la fortificazione dell’inquisizione e la contigua spiaggia,  per prendere confidenza con il gioco.  Ci sarà ordinato di recarci alla spiaggia a ricercare superstiti, e troveremo con sopresa una vecchia conoscenza, l’avvenente piratessa Patty alle prese con alcuni mostriciattoli marini che, con lo stile di un navigato lupo di mare, aiuteremo a far fuori.

La nave distrutta trasportava importanti armamenti per la lotta contro i Titani, e per investigare sul fatto e trovare una soluzione finale alla minaccia, l’inquisizione ci chiederà di spogliarci dei  nostri panni ufficiali (in senso letterale!) per indossare quelli dei pirata (cosa alquanto facilitata dall’elegante benda di cui sopra). In compagnia della vecchia amica Patty, sempre alla ricerca del padre Steelbeard, che incrocerà il nostro destino, ci rechiamo a Tacarigua, e qui comincia l’avventura vera e propria.

Risen 2 benché non propriamente a mondo aperto, presenta un vasto territorio in gran parte liberamente esplorabile. L’inizio del gioco sembrerebbe preludere ad una trama lineare ed angusta, visto che ci fa apparire in un ruolo già ben definito, nel corso dell’avventura si rivela al contrario decisamente ad ampio respiro, chiamandoci anche a compiere scelte di campo, importanti e dalle svariate conseguenze.

Il molo di Caldera, nella soffice ed impressionista luce del tramonto.

Sciabole moschetti e bambole  vudù

L’ambizione di fare del serio gdr di Risen 2, si avverte dal realismo che i Piranha Bytes hanno impresso nel gioco.
Questo aspetto si palesa già dalle prime battute, risalta subito l’assenza di una mappa a video, al posto della quale avremo semplicemente un’affascinante bussola, in un angolo dello schermo. La cosa disorienterà sicuramente i novelli, ma non si preoccupino i meno avventurosi, visto che  è possibile  sempre scovare una mappa della zona. Va trovata però, e in alcuni casi pagata, dunque spesso e volentieri le prime fasi d’esplorazione di un nuovo luogo andranno fatte a vista e con l’ausilio della bussola. Una volta recuperata, la mappa regionale ci dettaglierà in maniera più precisa la zona, ma i viaggi rapidi saranno fattibili sempre e solo dopo aver scoperto il luogo, e normalmente solo in macro locazioni; diversamente da altri gdr non avremo contrassegnato sulla mappa, ne disponibili come viaggio immediato, ogni piccolo accampamento scovato.
Un altro aspetto nel quale si risolve questa voglia di realismo è nell’interazione sociale, solo il fatto di sguainare un’arma, ad esempio, porterà chiunque ci circondi, ad armarsi a sua volta, anche se non ostile, intimandoci di riporla; d’altronde siamo decisamente persone poco raccomandabili. O ancora, entrando in stanze private, senza permesso, i padroni subito accorreranno minacciandoci con le armi, lasciandoci pochissimo tempo per smammare dalle loro proprietà, prima di attaccarci. Insomma chi pensa che in questo arcipelago si possa andare in giro rubando qualunque cosa per rivenderla sbaglia di grosso, ed infatti il denaro sarà un problema ricorrente.  Come nel vecchio capitolo,  dovremo cucinarci le carni recuperate, per mantenere  un buon livello di salute definita dal gioco “Sangue”. Ora , però, è molto più facile assumere i cibi e le erbe raccolte durante il combattimento, visto che potremmo farlo al volo, senza interrompere l’azione. La funzione delle pozioni ristorative in realtà è presente, sotto forma del Grog, (da qui il detto “il Grog fa buon Sangue” ) la famigerata bevanda dei pirati, che però risulta meno comune, e sicuramente meno a buon mercato, delle provviste cacciate e raccolte in giro.

Risen 2 : Dark Waters si pone a metà fra il gdr classico e l’action-rpg. Mantiene un assetto da gioco di ruolo concettualmente duro e puro,  niente classi da scegliere, niente tabelle o complessi alberi di sviluppo da compilare con  immensi ammontare di punti ,il sistema di crescita, rinuncia ai classici livelli,  ma si rivela abbastanza flessibile, anche se non permette un’estrema personalizzazione, visto che non è il suo scopo né il suo pregio. La base del sistema sono quattro caratteristiche aumentabili a piacimento con l’assegnazione dei  “Punti Gloria”, che si accumulano durante l’avventura, e sopratutto svariate abilità che costruiscono il modo di combattere del PG. Ed è qui la peculiarità: lo stile di combattimento (che unisce attacchi corpo a corpo, a quelli con armi da fuoco, fino all’uso di “trucchetti” come la “sabbia negli occhi”), si basa sicuramente sul tempismo del giocatore e sulla sua capacità di impostare gli ingaggi con i singoli nemici nello spazio, in tempo reale, ma un ruolo fondamentale lo riveste il valore dell’abilità , visto che sarà solo la competenza nell’abilità a decretare il successo dell’azione d’attacco e la sua efficacia. Il risultato è ottimo, i combattimenti man mano che il pg acquisisce nuove abilità, ed armi, e i nemici crescono di potenza diventa sempre più soddisfacente, specializzato e stratificato, e di pari passo cresce l’abilità del giocatore. Fortemente rimaneggiate, per adattarsi all’ambientazione, la magia e l’alchimia,  sostituite ora dal Vudù ,  tra l’altro non subito disponibile. Le arti oscure rappresentano un aspetto molto, molto intrigante, tutto da scoprire, e centrale nell’economia della trama, oltre che del gioco.

 

Suderemo per convincere la Sacerdotessa Vudù di essere degni.

“Mmmm, prendo questa bandana nera, questa vanga e… si mi dia anche quella mappa del tesoro”

Esteticamente, e tecnicamente, il passo avanti compiuto da Piranha Bytes con Risen 2 è notevole, e si palesa al primo avvio, la versione provata è quella PC, su una configurazione discretamente performante (Phenom II X4 965, con 8 gb di ram, nvidia GTX590), il gioco con tutte le caratteristiche massimizzate, si presenta pulito, dalle texture di grande pregio, veramente difficili da prendere in fallo, che già da sole fanno un lavoro magistrale. Gli effetti non sono in gran numero, ma la qualità è mediamente buona,  in alcuni frangenti ottima. Particolarmente belli e da notare gli effetti di luce delle fonti di calore, sopratutto al buio, o nella penombra. Le costruzioni, e gli agglomerati abitativi nel loro complesso sono realistici e ben tratteggiati, risultano forse in alcuni casi eccessivamente spogli, ma sono sempre d’atmosfera, alcuni paesaggi e scorci cittadini e delle insenature con navi alla fonda, appaiono quasi con la consistenza di dipinti ad olio. La vegetazione per quanto certamente, non richiami il realismo di titoli come Crysis o Skyrim si presenta brillante e luminosa di giorno, restituendo quasi a pelle l’umidità delle giungle tropicali, e oscurissima le notti, immergendo tutto in un buio quasi tangibile.
Le animazioni sono di qualità altalenante. Efficaci e fluide nei combattimenti sopratutto  quelle di alcuni nemici particolarmente convincenti (come ad esempio i guerrieri tribali), meno in altri frangenti, i movimenti del nostro personaggio sulle varie superfici, e sopratutto l’animazione orribile del salto, quasi peggiore del primo Risen, potevano essere migliori. Un salto avanti evidente c’è stato nelle animazioni facciali, caratteristica già anticipata da tempo, che pur essendo ancora non al passo con la concorrenza più blasonata, servono bene al loro scopo. L’interfaccia si presenta snella e pulita, è agevole reattiva ed intuitiva nell’utilizzo,appare molto classica e concettualmente vicina al mondo pc, con la classica barra numerata per gli oggetti provviste e la selezioni delle armi al volo.

 

Altri due mesi

Negli ultimi anni si assiste ad un fiorire di gdr single player di spessore, questo non può che essere un bene, considerando che la deriva “onlinecentrica” del videogioco (ma di tutto il mondo dell’entertainment in realtà) pareva quasi metterne in pericolo la stessa esistenza, è un piacere quindi vedere Deep Silver investire ancora nel genere, con prodotti di questo calibro. L’ ambientazione piratesca, poi, messa in scena con estrema precisione e bellezza, è una ventata d’aria fresca e viene collimata con abilità allo stile di gioco. Qualche sporadico bug e sbavatura, potranno essere sicuramente corretti,  considerando anche che la data d’uscita,  è fissata qui da noi, per il 27 aprile. Ancora altri due mesi di paziente attesa, dunque, prima di poter issare l’ancora. Aye!


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